L’orologio dell’apocalisse segna ancora 2 minuti alla mezzanotte, ma le lancette potrebbero avanzare ulteriormente, raggiungendo il minimo storico di 1 minuto alla mezzanotte.
Il Doomsday Clock (l’orologio dell’apocalisse), ideato come provocazione nel 1947, dagli autori della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago, è diventato, fin dalla sua prima apparizione, un indicatore estremamente forte ed iconico, dei rischi che l’umanità correva e del tempo che mancava prima che la civiltà degli uomini giungesse al capolinea.
Già altre volte ho parlato del bollettino degli scienziati atomici e del Doomsday colck, di seguito vi lascio un video in cui vi racconto la sua storia nel dettaglio, in questo post invece qui mi limiterò a dirvi di cosa si tratta e quali rischi e pericoli corre oggi l’umanità.
Le lancette dell’orologio negli anni sono state spostate in avanti o in dietro, riflettendo quelle che erano le azioni e le intenzioni dei leader mondiali, e durante tutta la guerra fredda hanno mostrato, con particolare enfasi, i momenti di massima tensione e di maggiore distensione tra il primo ed il secondo mondo, tra gli USA e l’Unione Sovietica, segnando un minimo mai raggiunto negli anni a venire, di 2 minuti alla mezzanotte, nel 1953, quando prima gli USA e poi l’URSS riuscirono a realizzare la bomba all’idrogeno, e di contro, segnando un picco massimo nel 1991 quando venne firmato, tra USA ed URSS lo storico trattato START, successivamente ribattezzato START I, nel 1993 quando venne firmato un secondo trattato di riduzione delle armi strategiche, noto come START II.
Nel 2018 gli autori del bulletin hanno portato, per la prima volta dal 1953, le lancette a 2 minuti dalla mezzanotte ed ora, potrebbero avanzare ulteriormente.
Le continue provocazioni della Russia di Putin, che sistematicamente si fanno beffa dei trattati internazionali e delle Nazioni Unite, e le reazioni statunitensi di Trump a queste provocazioni, hanno già da tempo allertato i curatori del bollettino e la recente dichiarazione di Trump di voler mettere fine al trattato INF del 1987, annunciando l’imminente uscita degli USA dal trattato, preludio ad un imminente, e forse già iniziata, nuova corsa agli armamenti, che potrebbe portare a breve alla decaduta anche dei START I e START II segnando la fine della non proliferazione nucleare.

Ronald Reagan e Michail Gorbačëvdurante a Washington durante la firma del trattato Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, siglato l’8 dicembre 1987.
La tensione tra USA e Russia, come già successo durante la guerra fredda, potrebbero non sfociare in un effettivo scontro tra le due potenze, principalmente perché uno scontro diretto tra Russia ed USA significherebbe una guerra nucleare che porterebbe all’annichilimento totale dei due colossi. Più probabile invece sono le guerre per procura, in Venezuela, Siria, Turchia, Ucraina, per non parlare del sudest asiatico, dell’Africa intera, di ciò che resta dell’America Latina e questa volta, probabilmente, anche dell’Europa.
Nel 1953, quando l’orologio ha segnato per la prima volta i due minuti alla mezzanotte, i leader Mondiali, all’epoca i leader di Stati Uniti ed Unione Sovietica, percepirono la gravità della situazione, perché avevano memoria di ciò che era stato durante la seconda guerra mondiale, ricordavano in prima persona il dramma di una guerra totale e nonostante la rivalità e le tensioni esistenti, cercarono di correre ai ripari, cercando negli anni seguenti di trovare delle soluzioni diplomatiche, soluzioni che certo non arrivarono repentinamente, e diedero i primi frutti soltanto sul finire del decennio, con conseguente modifica della posizione delle lancette del doomsday clock, che nel 1960 segnò un fiducioso e speranzoso 7 minuti alla mezzanotte.
Oggi la situazione è allo stesso tempo molto simile e molto diversa, e le lancette non vengono mosse in avanti soltanto per via delle tensioni politiche tra nazioni che dispongono di armi nucleari, ma anche per questioni ambientali e di diversa natura, e questo, purtroppo, significa che l’umanità è sull’orlo del baratro e il tempo che ci rimane da trascorrere su questa bella terra potrebbe essere molto poco.
Oggi l’orologio segna ancora due minuti alla mezzanotte,
ma l’imminente fuoriuscita degli USA dal trattato INF, annunciata da Trump e la conseguente fuoriuscita dal trattato della Russia, potrebbe, non in maniera certa, ma con molta probabilità, portare le lancette dell’orologio ad avanzare ulteriormente, con il rischio che queste possano raggiungere il minimo storico di 1 minuto alla mezzanotte. E per chi non lo sapesse, o non lo avesse ancora capito, ricordiamo ancora una volta che questo orologio indica il potenziale olocausto nucleare, la mezzanotte rappresenta la fine dell’umanità e forse del mondo, se l’orologio dovesse effettivamente raggiungerà la mezzanotte, allora sarà troppo tardi, il suo avvicinamento alla mezzanotte è una metafora dell’avvicinarsi dell’umanità alla propria fine, e una volta varcata una certa soglia, sarà impossibile ritornare in dietro. L’orologio in questo senso rappresenta un campanello d’allarme e prova a dirci che il tempo degli uomini su questo pianeta sta per esaurirsi a meno che non facciamo qualcosa per impedirlo.
Purtroppo, come hanno precisato gli ideatori dell’orologio, molti decenni fa, l’orologio non ha il potere di influenzare le decisioni dei governi e dei capi mondiali, non è la causa dei cambiamenti globali, al contrario, le sue lancette si muovono, avanti o in dietro, come conseguenza di questi cambiamenti.
Le lancette del doomsday clock stanno tracciando una mappa, qualcuno direbbe della stupidità umana, e se in passato qualcuno guardando questa mappa era in grado di cogliere i pericoli ed i rischi che gli si paravano d’avanti, oggi non è più così, oggi, rispetto al 1953, il ticchettare dell’orologio è sempre più silenzioso, e non perché nel frattempo l’orologio sia passato dall’essere meccanico a digitale, ma perché ormai la sua voce è ascoltata sempre di meno, probabilmente offuscato dai più numerosi e rumorosi suoni che l’imminente apocalisse sta mandando in avanscoperta. Dagli ordigni nucleari che si preparano a devastare il pianeta, alle foreste che bruciano o vengono abbattute alle grida di innumerevoli specie di animali che si estinguono a quelle di uomini, donne e bambini che a migliaia muoiono in mare o tra le catene di trafficanti di esseri umani, si eleva un suono nefasto e stridente, un fetido e maleodorante aroma cadaverico, che dipinge la carcassa in decomposizione della morente specie umana.
Siamo in dirittura d’arrivo, la mezzanotte, quella simbolica mezzanotte che segna la fine del mondo è sempre più vicina, ma sembra che questo, agli uomini più potenti del mondo, e che potrebbero impedire la nostra estinzione, non importi più di tanto, sembra anzi che vogliano essere ricordati, dagli spettri che in un qualche remoto ed improbabile futuro cammineranno sul nostro pianeta, la generazione che ha fatto della specie umana, la prima specie vivente direttamente responsabile della propria estinzione.
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