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Attacco al porto di Sebastopoli, cosa sappiamo e cosa c’è di terroristico?

Attacco al porto di Sebastopoli, cosa sappiamo e cosa c’è di terroristico?

Stando a quanto riportato dai Media, nella giornata di ieri, sabato 29 ottobre, è stato condotto un imponente attacco che ha visto coinvolte almeno 4 navi, tra cui l’ammiraglia russa del mar nero, nel porto di Sebastopoli.
La Russia accusa Kyiv e Londra di quello che ritiene un attacco “terroristico” e Kyiv e Londra invece parlano di negligenza russa o di un auto attacco russo da usare come pretesto per legittimare l’interruzione degli accordi sul grano.

Questo il contesto generale e il tema più interessante della vicenda è a mio avviso la natura dell’attacco, che la Russia ha definito Terroristico.

è davvero un attacco terroristico?

Un attacco terroristico, ruota attorno alla strategia del terrore e a quello che è il concetto di guerra terroristica, entrambi teorizzati dal generale Giulio Douhet nei primi anni venti. Storicamente un attacco terroristico è un attacco finalizzato a piegare il nemico con la paura, e per farlo colpisce direttamente o indirettamente civili e infrastrutture civili. In questo caso specifico, in cui l’obbiettivo del presunto attacco sono state navi da guerra, è errato parlare di attacco terroristico, e per assurdo, l’unico elemento terroristico della vicenda è la minaccia russa di “interrompere gli accordi sul grano” che colpisce indirettamente i civili e fa pressioni, attraverso la paura della fame, su governi.

L’elemento terroristico di questo attacco è la “conseguenza” minacciata dalla Russia, non l’attacco effettivo, che, tra le altre cose, di terroristico non ha nulla visto che, nell’ordine, ha colpito Navi Militari. Navi che si trovavano in un porto occupato militarmente, in una città occupata militarmente in una regione annessa alla Russia illegalmente.

è un attacco contro la Russia?

Sebastopoli, così come l’intera Crimea, sono state annesse illegalmente alla Russia, e la loro annessione non è mai stata riconosciuta dalla comunità internazionale. Da un punto di vista puramente formale, l’attacco ha colpito la flotta russa in un porto ucraino, e non c’è nulla di terroristico o illegale in tutto questo.

Da un punto di vista puramente formale, essendo Sebastopoli una città Ucraina, occupata illegalmente dalla Russia, l’attacco al porto di Sebastopoli, se fosse stato condotto effettivamente dall’Ucraina, non avrebbe nulla di illegale, anzi, sarebbe nel pieno diritto ucraino attaccare le forze ostili che occupano illegalmente il proprio territorio.

Da un punto di vista formale, da un punto di vista pratico, la Crimea, anche se non ufficialmente, è ormai annessa alla Russia da diversi anni, vi sono migrate in massa milioni di persone dalla federazione, e di ucraino non è rimasto quasi più nulla, se non il ricordo. La comunità internazionale, al momento dell’occupazione ha preferito voltarsi dall’altra parte, per i propri interessi. Già all’epoca la Russia minacciò l’Unione Europea di interrompere le forniture di GNL e l’UE, e l’Europa cedette al ricatto, limitandosi ad una ramanzina, priva di conseguenze per la Russia in cambio di gas naturale a buon mercato.

Possiamo quindi parlare di attacco alla Russia? In teoria si, se l’attacco è un vero attacco allora è un attacco contro la Russia, nello specifico, contro la flotta russa a Sebastopoli. E in questo ripetiamo, non c’è nulla di illegale o illegittimo. Ucraina e Russia sono in guerra, ed è più che legittimo che l’Ucraina, impegnata in una guerra difensiva, colpisca obbiettivi militari e strategici russi, tra cui la base da cui opera la flotta russa nel mar nero.

Non sappiamo però se effettivamente si tratta di un attacco contro la Russia o di un operazione Russa.

Attacchi sotto falsa bandiera

Come detto in apertura, la Russia accusa Kyiv e Londra dell’attacco, ma Kyiv e Londra respingono le accuse parlando di negligenza russa. Tralasciamo la parte della negligenza perché è evidente che ci sia stato un attacco, la teoria dell’incidente non regge, anche perché sembra ci siano immagini che possano dimostrare l’avvenuto attacco con droni aerei e navali.

Resta però da capire chi ha mosso quei droni ed i sospetti sono fondamentalmente due, o qualcuno per conto dell’Ucraina o qualcuno per conto della Russia.

La portata dell’attacco e i danni riportati dalla flotta Russa, sembrano, per il momento, essere molto superficiali, almeno secondo la versione ufficiale di Mosca, questo lascia supporre che l’attacco sia stato voluto dalla Russia per coprire la propria decisione di interrompere l’accordo sul grano.

Si tratta inoltre del secondo attacco, in poco tempo, contro le infrastrutture e la logistica militare russa in Crimea, in poche settimane, prima il ponte tra Russia e Crimea, ora il porto di Sebastopoli, entrambi molto “rumorosi” ma che all’atto pratico hanno fatto pochissimi danni ed hanno dato alla Russia il pretesto per una escalation. Possiamo dire, senza remore che, da entrambi gli attacchi, la Russia e non l’Ucraina, ha avuto un ritorno positivo, e questo, rafforza ulteriormente la teoria dell’auto sabotaggio strategico d alimenta preoccupazioni per il futuro.

La Russia da diverse settimane sta parlando di un possibile attacco ucraino ai danni della Russia, probabilmente Crimea o Donbass, con una bomba sporca. Accuse sempre respinte da Kyiv, ma questi episodi ci forniscono indicazioni su quelle che potrebbero essere le mosse successive della Russia qualora questa strategia di “autoterrorismo” con attacchi sotto falsa bandiera, alle proprie strutture militari e civili dovesse rivelarsi vera.

Detto più semplicemente, la Bomba sporca di cui parla Mosca, se la teoria è corretta, potrebbe esplodere realmente nelle prossime settimane o mesi.

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