Leopoldo II del Belgio, nato Leopoldo Luigi Filippo Maria Vittori di Sassonia-Coburgo-Gotha, principe del Belgio, duca di Brabante e re dei Belgi, dal 10 dicembre 1865 al 17 dicembre 1909.
Leopoldo II del Belgio era il secondo figlio di Leopoldo del Belgio, il primo re del Belgio e soprattutto dei Belgi, e di conseguenza era un cugino, da lato materno della regina Vittoria e dal lato paterno, era anche cugino del principe consorte Alberto, marito di Victoria, e proprio durante il regno di sua cugina, trovò rifugio in Inghilterra, quando nel 1848, suo nonno, Luigi Filippo duca d’Orleans e re dei Francesi, venne deposto nel contesto della seconda rivoluzione Francese.
Il re dei Belgi
Leopoldo II del Belgio è quindi un uomo totalmente immerso nella storia del proprio tempo, conosce perfettamente le dinamiche, gli equilibri e le meccaniche dell’europa del secondo XIX secolo, e quando, nel 1865 succedette a suo padre al trono del Belgio come re dei Belgi, fu, in un certo qual’modo, costretto ad essere un re al passo con i tempi.
Aveva appreso dalla permanenza britannica i segreti per la sopravvivenza e il mantenimento della corona, ed aveva appreso dalla giovanile permanenza in francia, e da suo nonno, gli errori da non commettere se si voleva restare sul trono, inoltre, aveva appreso da suo padre, l’importanza di costruire una solida rete di alleanza internazionali, tali da rendere anche un piccolo regno come quello del Belgio, centrale nello scacchiere europeo e internazionale.
Leopoldo aveva tutte le carte in regola per essere, in europa, un grande e brillante sovrano, potremmo quasi definirlo un sovrano illuminato, che , proprio grazie alle proprie alleanze e parentele, sarebbe riuscito, nel 1884-85, durante la conferenza dell’Africa occidentale, a Berlino nota anche come conferenza di Berlino, ad ottenere per se, un piccolo pezzo d’Africa, durante il processo di ripartizione continentale tra le potenze europee.
Il re del Congo
Nel 1885 Leopoldo II del Belgio assume sulla propria testa una seconda corona, la corona di re del Belgio.
Già nella dicitura possiamo individuare un interpretazione monarchica differente rispetto alla corona belga, in Belgio Leopoldo era Re dei Belgi, per volontà del popolo del Belgio, in Congo invece, adottava una dicitura antica, quella di Re del Congo, una dicitura propria dell’ancient regime e delle monarchie assolute svanite con la rivoluzione Francese e successivamente congresso di Vienna (nel caso britannico, con la gloriosa rivoluzione e in Russia con la rivoluzione di febbraio). Insomma, una dicitura che era stata spazzata via dall’Europa con insurrezioni, rivolte, e fiumi di sangue, ma l’Africa non era Europa, l’Africa era un mondo a se, e lì, i nobili principi del mondo moderno, vennero presto a mancare.
L’imperialismo ottocentesco non appartiene solo a Leopoldo del Belgio, ma viene praticato, in maniera violenta e a tratti spietata un po’ da tutte le potenze europee, tuttavia, nel Congo di Leopoldo, ci si spinse forse un po’ troppo oltre, raggiungendo un livello di crudeltà e disumanità, che nella storia può essere associato soltanto al III Reich.
Il regno di Leopoldo I del Congo, rappresenta uno dei capitoli più cruenti, oscuri, violenti e vergognosi della storia dell’intera umanità e fu caratterizzato da una politica interna terrificante e disumana che si spinse oltre ogni limite e ogni immaginazione.
Gli orrori di Leopoldo in Congo
Mutilazioni, umiliazioni, stupri, decimazioni ecc vennero usati come strumenti punitivi, nei confronti della popolazione indigena del Congo, una popolazione che fu totalmente ridotta in schiavitù, attraverso la pratica di quello che oggi è noto come colonialismo privato, ovvero la concessione di licenze di sfruttamento territoriale a privati investitori che, in possesso di quella licenza assumevano pieni diritti sulla terra, entro certi confini stabiliti d’ufficio, e tutto ciò che si trovasse entro quei confini.
Questo tipo di colonialismo, alimentato dall’avidità del re e dei colonizzatori, ebbe come principale effetto, la reintroduzione della schiavitù in Congo, che si tradusse immediatamente in condizioni di vita e di lavoro al limite.
I colonizzatori privati di Leopoldo scoprirono ben presto che la paura era uno strumento estremamente efficace per aumentare la produttività dei propri schiavi e che, più crudeli erano le punizioni inflitte, minori erano le diserzioni, e l’unico effetto collaterale era un elevato tasso di mortalità, che però, era soppiantato da una riserva di schiavi, quasi illimitata.
Tra il 1885 e il 1909 la situazione del Congo è indescrivibile, e la popolazione indigena perde ogni tratto di umanità, poiché ridotti alla fame, costretti al lavoro continuo, perennemente incatenati, e sistematicamente mutilati e decimati.
L’apice della crudeltà venne raggiunta quando alcune compagnie coloniali svilupparono un metodo di controllo sulla popolazione indigena che consisteva nel creare coppie di lavoro, due uomini venivano incatenati insieme e se uno dei due non lavorava al giusto ritmo, l’altro era obbligato a punirlo. Queste fustigazioni avvenivano in pubblico, e purtroppo, rappresentavano solo l’inizio, di un lungo viaggio all’inferno.
Gli schiavi vennero sistematicamente mutilati e decimate, le donne vennero sistematicamente stuprate e vendute come oggetti di piacere se erano fortunate… se non lo erano, il loro destino era quello di diventare mettere al mondo nuovi figli, per alimentare le fila di lavoratori.
Nel caso non fosse chiaro cosa significa, stiamo parlando di allevamenti intensivi di schiavi, in cui le donne venivano stuprate e costrette a partorire bambini destinati a diventare schiavi. Schiavi che avrebbero iniziato a lavorare nei campi di gomma, o come servitori nelle residenze private, appena ne avessero avuto la capacità fisica, parliamo di schiavi bambini di cinque o sei anni al massimo, e di bambine stuprate al primo mestruo.
Questo è il Congo di Leopoldo I del Congo, e non c’è da stupirsi se alla sua morte la corona del Congo sarebbe svanita e il suo successore in Belgio, Alberto I del Belgio, nipote di Lopoldo II e figlio di Filippo del Belgio (terzogenito di Leopoldo I) avrebbe preso totalmente le distanze dal regno e dalla politica di suo zio, e durante la I guerra mondiale, avrebbe dichiarato il Belgio neutrale, poiché, a suo dire, di orrore e di sangue, la corona belga ne aveva già versato troppo.
Per approfondire
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M.Camargo Milani , Genocídio no Congo: Leopoldo II, o Imperialismo e o Holocausto Africano ( 1885-1908), https://amzn.to/2PrZrAu
M.Twain, Soliloquio di re Leopoldo. Apologia del suo ruolo in Congo, https://amzn.to/2N2oXuF
E.Hobsbawm, L’età degli imperi (1875-1914), https://amzn.to/2JzSx8y
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