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Eli Rezkallah inverte i ruoli in vecchie pubblicità sessiste

Osservando quanto, ancora oggi razzismo, sessismo, omofobia ecc siano profondamente radicati in un importante fetta della popolazione mondiale, e osservando la natura sessista, omofoba e razzista di alcuni spot e immagini pubblicitarie, il fotografo Eli Rezkallah ha deciso di immaginare un universo parallelo in cui le cose sarebbero potute andare diversamente, in cui i ruoli di uomo e donna fossero invertiti, ha quindi realizzato un servizio fotografico in cui ha letteralmente ribaltato queste pubblicità.

Rezkallah ha dichiarato di aver avuto l’idea per questo servizio fotografico durante il giorno della festa del Ringraziamento trascorsa coi parenti in New Jersey.

Rezkallah ha dichiarato:

«Sentii alcuni miei zii parlare di come le donne debbano cucinare e svolgere i ruoli che “appartengono loro”. Anche se so che non tutti gli uomini la pensano così, rimane vero che queste idee rimangono in piedi e che l’essenza di certe pubblicità degli anni ’50 sia sopravvissuta nel tessuto sociale moderno. Così ho provato a creare delle opere che dessero un’idea di quello stesso accanimento di genere, solo a ruoli invertiti».

L’iniziativa portata avanti da Eli Rezkallah invertendo i ruoli di uomini e donne nelle vecchie pubblicità degli anni 50 è meravigliosa, ma se non accompagnata da una narrazione (anche superficiale) delle battaglie e dei movimenti per i diritti civili delle donne e di tutte le minoranze, gay, zingari, afroamericani, africani, polacchi, storipi e gente a cui non piaceIl Signore degli Anelli, questa iniziativa rischia di diventare soltanto un mero esercizio stilistico.

Ecco alcuni degli scatti realizzati da Rezkallah e la sua controparte pubblicitaria degli anni 50.

In principio Razzismo, Sessismo, Omofobia, Xenofobia ecc erano all’ordine del giorno, storie di l’intolleranza e discriminazione di chiunque non coincidesse perfettamente con l’immagine iconica dell’uomo bianco, etero e di successo, erano all’ordine del giorno, poi arrivarono le insurrezioni popolari ottocentesche, la rivendicazione di diritti universali che trascendevano l’aspetto fisico e la condizione sociale delle persone.

Così, già dalla metà del XVIII secolo, fondamentalmente con l’illuminismo, prima i ceti “borghesi” e poi le classi popolari iniziarono a rivendicare la propria autonomia, la propria libertà in quanto uomini e donne uomini libere, in quanto cittadini.

In principio fu la rivoluzione americana che portò alla nascita della prima nazione borghese del mondo, una nazione libera dai retaggi del passato, libera dalle antiche aristocrazie e dagli antichi dogmi, ma in cui, il superamento del modello dell’uomo bianco, etero e di successo, era ancora lontano dal divenire, di fatto diritti e libertà valevano solo per l’uomo bianco, dalla pelle candida e chiara e già chi aveva tratti somatici più “mediterranei“, chiamiamoli così, era considerato diverso, Italiani, Polacchi, Slavi, Ebrei, Messicani erano si uomini bianchi, ma non proprio bianchi bianchi, e poi c’erano coloro dalla pelle scura per i quali ancora valeva la schiavitù.

Passano gli anni e le stesse idee sfociano in europa prima nella rivoluzione francese e conducono all’ascesa di Napoleone che per primo, metterà fine alla schiavitù. Con napoleone per la prima volta nella storia tutti gli uomini sono veramente uguali ed hanno le stesse possibilità, le stesse potenzialità, senza alcuna distinzione legata al proprio aspetto fisico, o quasi.

La strada verso diritti civili universalmente riconosciuti e valida per tutti gli individui è in realtà ancora molto lunga, soprattutto per le donne e per chi ha la pelle un po’ più scura degli altri o si credeva in un dio diverso dal dio dei cristiani. Se bene Napoleone avesse cancellato la schiavitù dall’Europa,  la donna era ancora discriminate, così come lo erano gli islamici e chi aveva la pelle scura, ma qualcosa stava cambiando, qualcosa di nuovo stava nascendo.

Verso la metà del XIX secolo in america ci si inizia a battere per l’abolizione della schiavitù e per il riconoscimento dei diritti civili per tutti gli uomini liberi, e senza la schiavitù tutti gli uomini sono liberi, compresi nativi americani ed ex schiavi. Dopo la guerra la battaglia continua e si sposta dal diritto alla libertà al riconoscimento di una condizione che ponesse l’uomo bianco e l’uomo nero sullo stesso piano, il colore della pelle non poteva essere una fonte di discriminazione, e pure lo era ancora.

Nascono così i primi movimenti per i diritti civili degli afroamericani e sul modello di questi sarebbero nate negli anni numerose associazioni per i diritti civili, non solo degli afroamericani, ma per tutte le minoranze, comprese le donne.

Viste le importanti conquiste degli afroamericani, a partire dagli anni cinquanta anche le donne iniziarono a gran voce i propri diritti, portando avanti battaglie importanti volte a superare l”immagine tradizionale della “della perfetta casalinga americana” devota e sottomessa al marito, come piace a Diego Fusaro. Nascono movimenti volti a superare l’immagine della donna dal fisico asciutto, sempre in ordine e pronta a far trovare la casa splendente e la cena pronta al marito che rientra da lavoro, stanco e affamato.
Nonostante le mille battaglie combattute in quegli anni, queste immagini continuavano ad esistere e ad essere riproposte nelle pubblicità, almeno fino agli anni 90 del novecento e i primi anni 2000.

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