I Savoia rivogliono i “gioielli della corona” custoditi presso la Banca d’Italia, sostenendo che appartengono a loro.
Facciamo allora un discorso storico in merito a quei gioielli per capire a chi appartengono e se c’è un fondo di legittimità nelle richieste avanzate dall’ex famiglia reale.
Premetto che, la risposta più breve alla domanda “a chi appartengono i gioielli della corona” è che quei gioielli appartengono, anzi, appartenevano alla corona, non alla famiglia regnante o a chi portava la corona e dunque, la loro rivendicazione è illegittima.
Questa asserzione parte dal diritto, parte dai documenti, un documento in particolare che, nell’Italia monarchica aveva un enorme rilevanza, ovvero lo statuto albertino, la costituzione del regno d’italia.
Nello statuto figurano 2 articoli, 19 e 20 in cui si parla della corona e del tesoro della corona.
Per completezza ve li riporto, ma se non vi fidate cliccando qui verrete rimandati sul sito del senato dove c’è il testo integrale dello statuto albertino. Sono solo 9 pagine.
Art. 19. – La dotazione della Corona è conservata durante il Regno attuale quale risulterà dalla media degli ultimi dieci anni. Il Re continuerà ad avere l’uso dei reali palazzi, ville e giardini e dipendenze, non che di tutti indistintamente i beni mobili spettanti alla corona, di cui sarà fatto inventario a diligenza di un Ministro responsabile. Per l’avvenire la dotazione predetta verrà stabilita per la durata di ogni Regno dalla prima legislatura, dopo l’avvenimento del Re al Trono.
Art 20. – Oltre i beni, che il Re attualmente possiede in proprio, formeranno il privato suo patrimonio ancora quelli che potesse in seguito acquistare a titolo oneroso o gratuito, durante il suo Regno. Il Re può disporre del suo patrimonio privato sia per atti fra vivi, sia per testamento, senza essere tenuto alle regola delle leggi civili, che limitano la quantità disponibile. Nel rimanente il patrimonio del Re è soggetto alle leggi che reggono le altre proprie
Come possiamo vedere, questi articoli, stabiliscono che la corona, in quanto oggetto fisico e con essa i gioielli della corona, sono dati in dotazione al Re, che può disporne, ma la loro proprietà è dello stato, che in quel momento era il regno d’Italia.
Lo statuto albertino precisa che il Re è l’amministratore del Regno ma non ne è il proprietario, in quanto lo statuto albertino è lo statuto, la costituzione, di un regno moderno e non di una monarchia assoluta. Nei suoi articoli, con tutte le limitazioni del caso, si riconosce comunque la sovranità al popolo italiano, che smette di essere suddito.
Il Re regna ma non governa, per usare una dicitura in voga nella seconda metà del XIX secolo.
Per dirla in modo più semplice, la corona rappresenta la sovranità in una monarchia e lo statuto albertino stabilisce che la sovranità appartiene al popolo ed il popolo, tramite il parlamento, la “cede” al Re.
Questo comporta un passaggio obbligatorio in parlamento per la monarchia, passaggio che segna l’effettiva nascita del regno d’Italia con la legge 17 del marzo 1861 il cui testo recita
Il Re Vittorio Emanuele II assume per sè e pei suoi successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserta nella raccolta degli atti dal Governo mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Data a Torino addì 17 marzo 1861.
Nel regno d’Italia quindi, la corona è data in dotazione al Re e con essa i gioielli, ma cosa succede quando la monarchia smette di esistere?
Durante il referendum del 1946 il popolo italiano è stato chiamato ad esercitare il proprio diritto “costituzionale” riconosciutogli dallo statuto albertino e dunque è chiamato a decidere se se rinnovare la monarchia o riprendersi la sovranità (e con essa la corona) ed esercitarla in forma diversa, la forma della repubblica.
L’esito del referendum lo conosciamo, ha vinto la Repubblica e la monarchia è stata sciolta, in questo articolo vi spiego anche come e perché.
La corona quindi, con il referendum del 46 è tornata al popolo, che l’ha poi affidata, in dotazione temporanea (cinque anni) al parlamento, visto che ha prodotto una repubblica parlamentare in cui, parafrasando l’articolo 1 della costituzione la sovranità appartiene al popolo che la esercita attraverso il parlamento chiamato a legiferare.
Tornando però ai gioielli della corona, nel momento in cui la famiglia Savoia è stata privata dei propri titoli ed il Re ha smesso di essere il portatore della corona, ha anche perso il diritto ad utilizzare quei gioielli, la cui proprietà, ricordiamo i sopracitati articoli 19 e 20 dello statuto albertino, appartenevano alla “corona” e non al portatore della corona, appartenevano al regno d’Italia.
Concludiamo quindi la nostra avventura dicendo che, i gioielli della corona del regno d’Italia appartenevano e appartengono tutt’ora allo stato Italiano e non alla famiglia Savoia.