L’8 marzo si celebra la festa della donna, nome comune per indicare quella che ufficialmente si chiama giornata internazionale della donna, e tutti conoscono la “storiella” della fabbrica newyorkese andata a fuoco, togliendo la vita ad oltre 100 donne, ma questa storiella non ha nulla a che vedere con la giornata internazionale della donna, la sua istituzione o la sua data, quell’incidente si è verificato il 25 marzo 1911, ben sei giorni dopo la prima celebrazione della giornata internazionale della donna, e tre anni dopo la prima giornata della donna.

Questa ricorrenza infatti si celebra  da oltre un secolo, e la prima giornata della donna è stata celebrata il 19 marzo 1909 negli USA, qualche anno più tardi, il 19 marzo del 1911 la celebrazione si svolse anche fuori dagli stati uniti, diventando così “internazionale” , e sempre nel marzo del 1911, il giorno 25 si verificò il drammatico incendio in una fabbrica newyorkese in cui persero la vita 123 donne, per lo più ragazze italiane, ebree e dell’est europa, tra i 13 ed i 17 anni, e che nell’immaginario collettivo, è all’origine della festa della donna (nulla di più falso) visto che l’incidente si è verificato “postumo” ovvero, la giornata della donna era già stata “istituita” al momento dell’incidente, e non è neanche avvenuto l’8 marzo, visto che l’incidente si è verificato il 25 marzo.

Una ricorrenza comunista?

Il motivo per cui, nel 1921 si decise di celebrare la giornata della donna, l’ 8 marzo e non più il 19, come avvenuto negli anni precedenti, è legato in maniera indissolubile alla storia della Russia comunista e quella che noi tutti conosciamo come “rivoluzione di febbraio”. 

L’8 marzo del 1917 le donne russe diedero inizio ad una grande manifestazione contro la guerra, manifestazione che segnò l’inizio della Rivoluzione di Febbraio, e il 14 giugno 1921, durante la seconda conferenza internazionale delle Donne Comuniste si decise di spostare la ricorrenza dal 19 all’8 marzo. Almeno nel mondo comunista/socialista, mentre nel resto del mondo sarebbe stato necessario ancora qualche anno prima che la celebrazione assumesse i tratti che conosciamo.

La trasformazione definitiva che porta la festa della donna a fuoriuscire dall’orbita “sovietica” configurandosi come una vera giornata internazionale, celebrata sia nel primo che nel secondo mondo, avvenne attraverso vari passaggi negli anni del secondo dopoguerra, in piena guerra fredda. Fino al 1975 infatti la giornata della donna è stata celebrata solo nel mondo sovietico, poi, nel 1975, l’URSS ottenne, grazie all’ONU un grande risultato internazionale. Il 1975 fu infatti riconosciuto dall’ONU come l’anno internazionale della donna, e da quel momento in avanti, l’8 marzo divenne definitivamente la giornata internazionale della donna.

Conclusioni

Per quanto possa essere divertente e provocatorio definire la festa della donna come una ricorrenza” di matrice socialista/comunista, la verità è che questa giornata è stata celebrata per la primissime volta fuori dal mondo comunista e negli anni è stata attraversata da diverse anime, tra cui, una delle più importanti che ha permesso alla giornata di mantenersi viva tra primo e secondo novecento, un anima “socialista”.

La giornata della donna cade oggi l’8 marzo data simbolo della rivoluzione di febbraio e pertanto il suo legame con la rivoluzione russa e il mondo sovietico è innegabile, come innegabile è che la prima vera giornata della donna sia stata celebrata negli USA più di 10 anni prima della rivoluzione russa e le primissime istanza di emancipazione del mondo femminile abbiano preso forma nell’Europa continentale e nel mondo britannico di fine ottocento.

La giornata della donna, possiamo dire che nasce come una giornata, uno sciopero, una manifestazione per l’emancipazione della donna e che finisce con il legarsi in maniera indissolubile alla tradizione sovietica. Rappresenta un punto di incontro tra due mondi, tra due realtà che nel vivo della guerra fredda si consideravano incompatibili ed è proprio in quel clima di grande tensione che caratterizzò la guerra fredda che l’occidente filoamericano sentì il bisogno, quasi viscerale, di trovare una “storia alternativa“, per raccontare le origini di quella ricorrenza riconosciuta come estremamente importante e necessaria in tutto il mondo. Con la “storiella” della fabbrica il mondo occidentale prova quindi ad “appropriarsi” o meglio, a “riappropriarsi” oltre mezzo secolo più tardi, di quel concetto di emancipazione, libertà e uguaglianza, intrinsechi nella giornata, concepita nel mondo occidentale e celebrata per la prima volta nel 1905 negli USA, e slittata (per volontà politiche) nell’orbita comunista.

Per una storia più ampia e completa dei passaggi che hanno portato alla definizione e nascita della giornata internazionale della donna, vi consiglio di leggere questo articolo di approfondimento.

Di Antonio Coppola

Studente di storia contemporanea, geopolitica e relazioni internazionali. Appassionato di musica, tecnologia e interessato ad un po tutto quello che accade nel mondo.

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