La fiaba di Cenerentola dei Fratelli Grimm come saprete fu frutto di un lungo lavoro filologico che portò gli autori alla ricerca e alla scoperta di antichi miti e leggende.
Prima di loro già un’altro autore europeo, lo scrittore francese Charles Perrault, andò alla riscoperta della storia di “cenerentola” e le sue ricerche costituirono una solida base di partenza per il futuro lavoro dei fratelli Grim.
La storia di “cenerentola” viaggiò per il mondo già prima del diciassettesimo secolo, conquistando tanto l’europa quanto l’oriente, dove nel nono secolo, trovò forma scritta grazie alla penna di Youyang Zazu, uno scrittore cinese che diede forma alla storia di Ye Xian o Yeh-Shen.
Quella di Zazu è solo una delle innumerevoli varianti della storia di cenerentola, versioni diverse sparse in giro per il mondo, ambientate in epoche e luoghi diversi, ma con una trama di fondo comune.
Andando alla ricerca dei vari racconti, è stato possibile catalogare più di 300 versioni della fiaba di cenerentola, tutte precedenti l’epoca dei fratelli Grimm, e tra queste, la più antica è quella della schiava Rodopi, giunta nel mondo greco/latino grazie ad Erodoto e successivamente Strabone, affonda le sue origini nelle antiche legende Egiziane.
Questa antichissima versione della fiaba contiene alcuni “elementi” storiografici molto interessanti, come ad esempio la presenza nella narrazione di un personaggio reale, il “principe azzurro” è identificato con il Faraone Amasis della sedicesima dinastia egizia , vissuto tra il 570 – 526 a.c.
Amasis era “ben noto” al mondo greco con il quale teneva numerosi rapporti commerciali e questa conoscenza fa si che si abbiano molte informazioni sulla vita del faraone, tra le tante, quella forse più interessante e in un certo senso importante, riguarda il suo matrimonio. Amasis sposo effettivamente una schiava, ma le “sorprese” non finiscono qui.
Nella fiaba egizia di Rodopi si fa riferimento anche ad’un altro personaggio realmente esistito, lo scrittore greco Esopo, sulla cui vita abbiamo informazioni indirette, Esopo fu infatti “prigioniero” in egitto , come emerge anche dalle numerosissime lettere scritte ad altri autori greci ben più noti, come Aristofane, Platone, Senofonte, Erodoto, Aristotele e Plutarco, e nella fiaba Rodopi conosce Esopo con cui condivide la schiavitù, e quest’ultimo racconterà tantissime storie alla giovane Rodopi istruendola in un certo senso, e fornendole “lo strumento” che le avrebbe permesso di far innamorare il Faraone, la cui consorte reale, fu proprio una schiava istruita e con una notevole conoscenza del mondo greco.
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