la vita quotidiana sul finire del mondo antico
La vita quotidiana alla fine del mondo antico di Giorgio Ravegnan racconta la vita quotidiana in quell'epoca turbolenta tra il IV e il VI secolo

Se quello che cerchi è un libro che stravolga completamente tutto ciò che sapevi o credevi di sapere sulla quotidianità negli ultimi secoli dell’impero romano, questo libro, non fa al caso tuo. La vita quotidiana alla fine del mondo antico di Giorgio Ravegnani è un saggio storico di carattere divulgativo che, come ogni buon saggio storico, si basa prevalentemente sull’analisi e la comparazione delle fonti classiche, e dipinge un quadro ampio e dettagliato, degli aspetti sociali alla fine del mondo antico, alternando classici della letteratura latina a documenti e atti giuridici.

Il libro

La vita quotidiana alla fine del mondo antico racconta la società e i suoi cambiamenti tra il IV e il VI, cambiamenti che sono legati in parte all’affermazione del cristianesimo nei territori dell’impero romano o ex impero romano, in parte alla divisione definitiva dell’impero tra orientale e occidentale, e la conseguente nascita di una nuova Roma orientale sul Bosforo, Costantinopoli, capitale dell’impero orientale che per la prima volta nella storia romana è pari di Roma, e in parte per la caduta dell’impero romano d’Occidente, che sarebbe stato travolto nei secoli a venire da numerosi invasioni barbariche.

Tutte queste trasformazioni, tutti questi cambiamenti turbolenti, a tratti improvvisi e brutali, hanno impattato sulla società e sulla vita quotidiana dell’epoca, e il libro cerca proprio di capire come e quanto questi avvenimenti hanno contribuito a trasformare la vita quotidiana alla fine del mondo antico.

Questione storiografica

Sapere come vivevano gli antichi è sempre interessante, la storia, ci dice Marc Bloch e la scuola degli annales è anche (e soprattutto) storia di vite quotidiane, e contrariamente a quello che si è pensato per lunghissimo tempo, “le masse popolari” non hanno fatto irruzione nella storia soltanto negli ultimi secoli, ma sono sempre stati parte integrante della storia, per alcuni autori esse rappresentano addirittura il reale motore invisibile della storia, motivo, quest’ultimo che ha portato numerosi storici a rivalutare e dare più spazio e attenzione alla storia delle classi subalterne, preferendo questi aspetti ed equilibri, alla storia dei grandi avvenimenti. Carlo Ginzburg con il suo Il Formaggio e i vermi è un esempio eccellente di questo modo di vedere la storia, così come lo sono gli innumerevoli studi di genere o studi su popoli subalterni o uomini e donne in condizioni subalterne, come ad esempio gli schiavi, le donne, gli omosessuali, gli stranieri in una determinata civiltà, ecc ecc ecc.

In questo immenso ed estremamente affascinante filone storiografico si colloca il saggio di Giorgio Ravegnani, il quale, decide di puntare la propria lente su un determinato momento storico, la fine del mondo antico, gli ultimi anni dell’impero romano e i primi anni dei regni romano barbarici.

Il contesto storico

La vita quotidiana alla fine del mondo antico racconta una forbice temporale estremamente ristretta, ovvero i secoli compresi tra il IV ed il VI secolo dopo cristo, sono gli anni che accompagnano il declino di roma, e che attraverso la crisi politica, militare e sociale che sussegue alla caduta dell’impero romano d’occidente, innescano una serie di trasformazioni radicali nella società.

Il mondo cambia di continuo, la storia è storia di continuo mutamento, ma, in alcuni momenti il cambiamento è più veloce e imprevedibile, ed il periodo individuato da Ravegnani è uno dei periodi di maggiore trasformazione del mondo e della società.

Cambiano i rapporti di forza, gli equilibri sociali, cambiano le dinamiche sociali e la stessa società nel mediterraneo occidentale. Nel mediterraneo orientale la presenza dell’impero romano d’oriente o impero bizantino, garantisce una certa stabilità, le trasformazioni sono relativamente poche o comunque, più contenute rispetto alle trasformazioni che avvengono in Italia e nell’intera Europa occidentale.

La grande frammentazione dell’ormai ex impero romano, porta alla nascita dei regni romano barbarici, realtà politiche in cui le dinamiche della società romana, si intrecciano con le dinamiche politiche e sociali dei nuovi dominatori barbarici, e le diverse culture che, in varie zone d’europa, prenderanno il potere, contribuiranno a gettare le basi per la nascita di quelli che in seguito sarebbero diventati gli stati di Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Italia, ecc ecc ecc.

Quello che è il mondo oggi, le differenze e le rivalità tra i vari popoli e le varie culture europee, hanno origine in quel momento, e pure, sul piano politico, le differenze, osserva Ravegnani, sembrano essere minime. Dai regni romano barbarici nasce la società feudale, sistema sociale che avrebbe governato l’europa per oltre mille anni, ed è un sistema comune a popoli franchi, ispanici, germanici e italici.

Osservando però, più nel dettaglio le singole società, puntando la lente sulla quotidianità degli uomini comuni, si possono notare le prime differenze, differenze che vanno dalla lingua parlata, sempre più lontana dal latino, all’alimentazione, che per ovvie ragioni, è in quel momento subordinata alle possibilità offerte dalla terra.

Geografia e lingua influenzano e definiscono le abitudini alimentari e culturali e queste tracciano il profilo delle diverse società.

La vita quotidiana

La vita quotidiana molto spesso la immaginiamo in tanti modi differenti. In realtà la quotidianità nei secoli non è mutata poi troppo, ci sono state ovviamente delle trasformazioni più o meno significative, ed è evidente che la vita quotidiana nel I secolo a.c, durante le guerre civili di Roma, era profondamente diversa dalla vita quotidiana alla fine del mondo antico, così come la vita quotidiana alla fine del mondo antico era profondamente diversa dalla vita rinascimentale o dell’età moderna.

Con questo libro, Giorgio Ravegnani ci mostra che ogni epoca ha la propria storia quotidiana, ogni luogo, ogni tempo, hanno la propria realtà ordinaria, ma allo stesso tempo, nonostante le differenze, molti elementi sono ricorrenti. E se osserviamo la quotidianità alla fine del mondo antico, riducendola ai minimi termini, epurandola quindi delle condizioni economiche e tecnologiche della società dell’epoca, possiamo osservare che il mondo non era poi così diverso da come è oggi.

Le fonti

Raccontare la vita quotidiana non è semplice, principalmente per una certa carenza di fonti dirette. Non ci sono molti autori classici che hanno raccontato e descritto nel dettaglio come funzionava, ad esempio un mercato, ma qualcosa lo abbiamo. Plinio il Vecchio ad esempio, nella sua Naturalis historia ha raccontato nel dettaglio il funzionamento della villa romana e di tutti i suoi equilibri interni, compresi i rapporti familiari e tra padrone, schiavi e dipendenti. Ma il racconto di Plinio sulla domus romana non è sufficiente, da solo, a tracciare un quadro completo e generale, della vita quotidiana nel mondo antico, e di certo, non ci da molte informazioni sul periodo compreso tra IV e VI secolo.

Queste informazioni fondamentali per l’opera, Ravegnani è riuscito a recuperarle grazie ad uno scrupoloso e meticoloso lavoro di ricerca di fonti giuridiche, fiscali e atti notarili, ma anche lettere, registri mercantili e diari. Grazie alle fonti giuridiche che costituiscono il costituiscono il corpo centrale dell’apparato monumentale delle fonti alla base della sua opera, Ravegnani è riuscito a ricostruire in modo abbastanza ampio e completo le dinamiche ed i rapporti economici e sociali, delle varie classi sociali alla fine del mondo antico tra IV e VI secolo. Conoscendo questi rapporti, e grazie anche ai racconti di anonimi e cronisti che nei loro aneddoti hanno descritto eventi alti, e intrecciando il tutto, è stato possibile per lo storico milanese, ricostruire in modo sorprendentemente accurato la vita quotidiana nel mondo antico.

Chi è Giorgio Ravegnani

Per capire a fondo l’opera di Ravegnani e la complessità del sui lavoro, credo sia opportuno aprire una breve parentesi sullo storico.

Giorgio Ravegnani è uno storico italiano, nato a milano nel 1948 , laureato in lettere classiche nel 1972. La sua carriera da docente è iniziata nel 1979, in concomitanza con l’apertura del corso di laurea in storia all‘Università Ca’ Foscari, di cui è diventato docente di Storia Bizantina. Prima della docenza Ravegnani ha svolto attività di ricerca presso l’università di bologna.

Oltre alla cattedra di Storia Bizantina, Ravegnani ha insegnato anche Storia medievale, Storia dell’Italia bizantina e Storia militare del Medioevo.

Vi lascio di seguito un elenco delle sue pubblicazioni fin dal 1976.

Il saggio la vita quotidiana alla fine del mondo antico è stato elaborato tra 2014 e 2015 e pubblicato nel 2015, ed è interessante notare come questo testo sia preceduto da testi come, Gli esarchi d’Italia, Aracne editrice, Roma 2011, un saggio che analizza nel dettaglio e in ogni suo aspetto l’esarcato bizantino in italia, ovvero i territori italici controllati direttamente dall’impero bizantino in quell’epoca a metà tra età antica e medievale, e La caduta dell’impero romano, Il Mulino, Bologna, 2012, un saggio osserva la società italica al tramonto di Roma, inoltre, il primo saggio successivo alla vita quotidiana è l’opera biografica Teodora. La cortigiana che regnò sul trono di Bisanzio, Salerno, Roma, 2016, che racconta ed intreccia, la vita quotidiana di una cortigiana e le dinamiche politiche al vertice della società bizantina.

Quasi certamente il saggio sulla vita quotidiana alla fine del mondo antico ha enormemente beneficiato delle ricerche e degli studi effettuati precedentemente, e allo stesso tempo, ha gettato le basi per la più dettagliata e specifica opera su Teodora.

Possiamo inoltre osservare, leggendo l’intera bibliografia di Ravegnani, che, fatta eccezione per pochissime opere, tra cui anche La vita quotidiana alla fine del mondo antico, la quasi totalità dei suoi scritti ruota attorno a due elementi chiave, ovvero Bisanzio e Venezia. In realtà anche il saggio sulla vita quotidiana è fortemente legato al tema di Bisanzio, tema sul quale Ravegnani è indubbiamente un esperto, in quanto ha dedicato allo studio della storia bizantina, gran parte della propria vita.

Le opere di Giorgio Ravegnani

  • Le biblioteche del Monastero di San Giorgio Maggiore, L. S. Olschki, Firenze 1976
  • Castelli e città fortificate nel VI secolo, Edizioni del girasole, Ravenna 1983
  • La corte di Bisanzio, Essegi, Ravenna 1984; Jouvence, Roma 1989
  • Soldati di Bisanzio in età giustinianea, Jouvence, Roma 1988
  • La corte di Giustiniano, Roma, Jouvence, 1989.
  • Giustiniano, Giunti & Lisciani, Teramo 1993
  • I trattati con Bisanzio 992-1285, (2 voll. con Marco Pozza), Il cardo, Venezia 1993-1996
  • I bizantini e la guerra. L’età di Giustiniano, Jouvence, Roma 2004, 2015
  • La storia di Bisanzio, Jouvence, Roma 2004
  • I Bizantini in Italia, Il Mulino, Bologna 2004, 2019
  • Bisanzio e Venezia, Il Mulino, Bologna 2006 ISBN 978-88-15-10926-2
  • Introduzione alla storia bizantina, Il Mulino, Bologna 2006 (nuova ed. 2008)
  • Imperatori di Bisanzio, Il Mulino, Bologna 2008
  • Soldati e guerre a Bisanzio. Il secolo di Giustiniano, Il Mulino, Bologna 2009
  • Bisanzio e le crociate, Il Mulino, Bologna 2011
  • Gli esarchi d’Italia, Aracne editrice, Roma 2011
  • La caduta dell’impero romano, Il Mulino, Bologna, 2012
  • Il doge di Venezia, Il Mulino, Bologna, 2013
  • La vita quotidiana alla fine del mondo antico, Il Mulino, Bologna, 2015
  • Teodora. La cortigiana che regnò sul trono di Bisanzio, Salerno, Roma, 2016
  • Andare per l’Italia bizantina, Il Mulino, Bologna, 2016
  • G. Ravegnani-Dedo di Francesco, Eleonora d’Aquitania e il suo tempo, Robin, 2017.
  • Il traditore di Venezia. Vita di Marino Falier doge, Laterza, Roma-Bari, 2017
  • Galla Placidia, Il Mulino, Bologna, 2017
  • Medioevo (quasi) inconsueto, Robin, 2017.
  • Donne d’arte, d’intrighi e di guerre. Storie di donne che hanno segnato al storia, Robin, 2018.
  • Ezio. L’ultimo dei Romani, il generale che sconfisse Attila prima della caduta dell’Impero, Roma, Salerno, 2019
  • Bisanzio e l’Occidente medievale, Bologna, Il Mulino, 2019
  • L’età di Giustiniano, Roma, Carocci, 2019

Conclusioni

Veniamo quindi alle conclusioni finali su questo libro. Personalmente l’ho apprezzato molto la vita quotidiana alla fine del mondo antico di Giorgio Ravegnani. Uno dei motivi del mio apprezzamento è il linguaggio, molto scorrevole e leggero, a differenza di Ravegnani non sono un esperto di storia bizantina, anzi, probabilmente il periodo dei regni romano barbarici e la storia bizantina sono ciò che conosco meno in assoluto, si tratta di un mondo che mi ha sempre comunicato e appassionato poco, e pure, questo libro sono riuscito a leggerlo in modo estremamente scorrevole, e non ho avuto alcun tipo di difficoltà durante la lettura. Tutti i concetti sono esposti in modo chiaro, puntuale e completo, nulla è lasciato al caso, nulla è dato per scontato. Questo è certamente dovuto alla natura dell’opera, concepita non per un pubblico di soli addetti ai lavori, ma anzi, costruito per catturare l’interesse e l’attenzione, anche, e soprattutto, di lettori occasionali, curiosi e appassionati di storia.

La vita quotidiana alla fine del mondo antico si rivolge ad un pubblico molto ampio, e variegato, e di conseguenza il testo risulta estremamente coinvolgente, e avvincente, permettendo quasi al lettore di mettersi nei panni di un uomo o una donna del tardo antico, grazie anche e soprattutto alla presenza di numerosi aneddoti e storie di vita quotidiana, di cui l’opera è ricca.

Il libro la vita quotidiana alla fine del mondo antico va preso per ciò che è un saggio storico di carattere divulgativo e va letto per ciò che è, non è un saggio di approfondimento, non è un saggio di ricerca, non promette rivoluzionarie scoperte, al contrario, promette al lettore un viaggio nella vita quotidiana tra il IV e il VI secolo, un epoca certamente turbolenta e movimentata, e la turbolenza di quel mondo emerge in ogni immagine, in ogni storia, in ogni dinamica sociale, in ogni tratto della vita quotidiana degli uomini e delle donne di quel tempo. Si tratta di un saggio divulgativo e a mio avviso Ravegnani riesce perfettamente nell’impresa di fare una buona narrazione storica, senza mai annoiare, ma anzi, mantenendo viva l’attenzione del lettore attraverso storie e scene di vita quotidiana sul finire del mondo antico. Il titolo di quest’opera ci dice già tutto ciò che bisogna sapere sull’opera in se, ci dice di cosa parlerà, ci dice qual è l’intento dell’autore, ci prende per mano e ci accompagna in quel viaggio di poco più di 200 pagine.

Ogni epoca ha la sua storia quotidiana, ogni luogo, ogni tempo, hanno la propria realtà ordinaria, e dei tanti libri sul tema, La vita quotidiana alla fine del mondo antico di Giorgio Ravegnani è forse uno dei pochi che abbia letto con piacere, oltre che con interesse, ed è il piacere che mi ha donato questa lettura il motivo per cui non ho dubbi sul consigliare questo libro.

Di Antonio Coppola

Studente di storia contemporanea, geopolitica e relazioni internazionali. Appassionato di musica, tecnologia e interessato ad un po tutto quello che accade nel mondo.

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