E se vi dicessi che i frati, nel medioevo, avevano una vita sessuale decisamente molto attiva, se vi dicessi che il voto di astinenza era rispettato meno del voto di povertà?
Ma soprattutto, cosa mi rispondereste se vi dicessi che a parlarcene, tra gli altri, c’è anche Giovanni Boccaccio, con il Decameron?
Si, avete letto bene, proprio il Decameron di Boccaccio, quello “noioso” che si studia a scuola… la verità è che il Decameron non è affatto noioso, si tratta invece di un opera ricca di ironia, in cui si fa satira, a tratti anche demenziale, e che, nelle sue novelle, presenta numerose scene di erotismo, scene che imbarazzerebbero persino il marchese de Sade, Bukowsky, d’Annunzio e Pauline Réage… e non sto esagerando.
Del resto la cornice dell’opera parla chiaro, i protagonisti sono un gruppo di dieci giovani, ragazze e ragazzi, di bell’aspetto, in piene esplosione ormonale, che vivono isolati in campagna, senza supervisione di adulti. Questi giovani trascorrevano il proprio tempo tra canti, balli, giochi … e non solo.
La maggior parte delle novelle più piccanti, hanno come ambientazione e protagonisti, frati, suore e preti, figure ampiamente presenti nel mondo di Boccaccio e luoghi che lo stesso Boccaccio è solito frequentare. Del resto Boccaccio, per le proprie novelle, attinge a piene mani alla società in cui vive, racconta il proprio mondo e il proprio tempo, raccontando le usanze e dando voce ai “pettegolezzi” di corridoio… e non solo.
Ma ho scritto anche troppo, e vi rimando al video in cui parliamo della vita sessuale dei Frati nel Medioevo.
Per onor di cronaca, va precisato che esistevano numerose regole che limitavano e regolavano la vita sessuale in età medievale, regole che, se applicate, prevedevano spesso, punizioni molto dure per l’una o l’altra parte coinvolta.
L’adulterio non era consentito dalla legge, così come esistevano numerose regole che vietavano la sodomia, termine che includeva numerose pratiche erotiche e di autoerotismo.
Tuttavia, difficilmente prima del XV secolo esplodono scandali di natura sessuale e le vicende vengono portate all’attenzione di un giudice che, messo al corrente dei fatti è chiamato ad eseguire la legge. Questo perché già all’epoca gli scandali non piacevano a nessuno e, quando possibile, si finiva per risolvere nel privato o per insabbiare il tutto.
Lo stesso Boccaccio, nelle proprie novelle, il più delle volte, fa sì che il tutto si risolva “senza arrecar danno e senza umiliazioni” con la Badessa che, con in testa le braghe del prete, dice alle monache che è impossibile resistere ai piaceri della carne, o come il marito della donna che, tornato a casa in anticipo da un viaggio di lavoro, trovandola a letto con il proprio amante, per il quale l’uomo aveva un debole, decise di unirsi ai due e all’indomani, accompagnando il giovane, disse di non saper se quella notte era stato dei due “moglie o marito” .
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