Secondo uno studio del 2014 l'Influenza spagnola, che tra il 1918 ed il 1920 ha mietuto più di 100 milioni di vittime, sembrerebbe essere arrivata in europa per poi diffondersi in tutto il mondo, attraverso lavoratori cinesi impegnati nelle retrovie francesi e britanniche, tuttavia, più accurati studi del 2016, sembrano andare in tutt'altra direzione, e confermare quello che già era emerso in uno studio storico del 1999, ma andiamo con ordine.
Tra il gennaio del 1918 e il dicembre del 1920, la Grande Influenza, Influenza Spagnola o epidemia Spagnola, o chiamatela come vi pare, provocò tra i 50 ed i 100 milioni di vittime, e registrò oltre 500 milioni di contagiati. con un tasso di mortalità stimato del 15% circa.
La Grande epidemia è stata letta da molti “contemporanei” come una delle più grandi calamità del ‘900, visto anche il numero di vittime, che superò quello della peste nera del XV secolo, tuttavia, una più corretta analisi storica, ci ha permesso, in tempi più recenti, di fare chiarezza su quel drammatico episodio.
Va fatta una doverosa premessa. In moti credono che, l’influenza spagnola sia arrivata in Europa dagli USA, dove, secondo una teoria che a ottenuto un discreto successo in seguito ai fatti del 2009, quando il virus H1N1, già responsabile dell’influenza spagnola del 1918, ha fatto sentire nuovamente la propria presenza, su scala globale.
Secondo questa teoria, il virus H1N1, si sarebbe diffuso nel mondo, partendo da alcuni allevamenti di maiale in Kansas, negli USA. Tuttavia, questa teoria è stata abbandonata quando, studiando i casi clinici, è stato scoperto che in Europa, più precisamente in Francia, già nel 1917, erano stati registrati diversi casi di quella che in seguito sarebbe stata identificata come l’influenza spagnola.
Questo dato apparentemente banale, anticipa la manifestazione dell’influenza spagnola in Europa al 1917 e quindi prima dell’apparizione dei primi casi, datati 1918, in Kansas(USA).
Cominciamo con il dire che, la maggior parte delle vittime furono soldati tornati dal fronte, anziani, e che, la malattia si diffuse rapidamente tra i militari nel 1918 e gli inizi del 1919, mentre, nella seconda metà del 1919 e il 1920, furono infettati soprattutto anziani, operai e contadini, ovvero i membri più poveri della società, sia in Europa che nel resto del mondo.
La diffusione dell’influenza spagnola tra questi individui, è molto significativa, perché ci dice che ad essere colpiti, in modo letale, dall’influenza, furono soprattutto quegli individui in condizioni sanitarie precarie. Questo è particolarmente evidente nei soldati tornati dal fronte malati, mutilati e deperiti, ma anche negli “anziani”, soprattutto se si considera che all’epoca, la speranza di vita media, era di circa 10/15 anni più bassa rispetto ad oggi.
Fu inoltre, relativamente alto, anche il numero delle vittime molto giovani, tra i 0 ed i 10 anni, ma parliamo di numeri che oscillano intorno al 3% delle vittime totali dell’influenza, contro un +60% di reduci di guerra.
Nel 1999 uno studio sull’influenza spagnola, condotto dal St Bartholomew’s Hospital e dal Royal London Hospital, guidato dal virologo virologo John Oxford, ha identificato nel campo militare di Étaples, in Francia, quello che è stato classificato come il centro della pandemia influenzale del 1918.
Da questo campo militare, situato a pochi chilometri dal fronte orientale francese, nella Francia settentrionale, era direttamente rifornito via mare dagli alleati Britannici e Statunitensi, in quanto centro nevralgico della rete logistica dell’Intesa sul suolo francese. La maggior parte dei medicinali, armamenti, rifornimenti, scorte alimentari ecc, che arrivavano in Francia, passavano per Étaples, così come passavano per Étaples i soldati britannici e statunitensi feriti in azione e pronti al rimpatrio.
L’importanza strategica e la centralità logistica di Étaples è stata, per il team di Oxford, uno dei motivi che hanno permesso all’influenza di diffondersi in tutto il mondo.
L’epidemia, ha osservato lo studio, ha colpito inizialmente i campi militari e per poi trasferirsi alle città portuali e industriali britanniche e degli USA, in cui transitavano i militari di rientro e gli equipaggi delle navi mercantili che trasportavano i rifornimenti per l’intesa.
Secondo lo studio di Oxford, una volta raggiunte le città, i primi ad essere contagiati sono stati gli operatori portuali, addetti al carico e scarico delle merci, seguiti poi dagli operai degli stabilimenti industriali e dalle loro famiglie, e a quel punto l’epidemia era impossibile da contenere, ed iniziò a mietere vittime anche tra la popolazione civile.
Oxford ed il suo team, osserva nello studio che dai campi ospedale in cui vennero ricoverati la maggior parte degli infetti civili, a differenza di quello che si è pensato per decenni, non contribuirono troppo al diffondersi della malattia in quanto medici ed infermiere nei campi, vivevano in un regime di quasi isolamento dal resto del mondo ed avevano per lo più contatti con i militari impegnati nel trasporto di malati e rifornimenti verso i campi.
Un più recente studio, datato 2014, condotto dallo storico canadese Mark Humphries del Memorial University of Newfoundland, incentrato sullo studio di documenti clinici che, fino a quel momento erano rimasti ignorati, e capirete a breve perché.
Ad ogni modo, l’originale studio di Humphries ha sottolineato il forte legame tra l’influenza Spagnola e la Prima Guerra Mondiale.
Detto molto brevemente, non è un caso, per Humphries, che la pandemia sia esplosa nel 1918, e questo perché, oltre all’importante canale di diffusione individuato da Oxford, durante la guerra furono impiegati tantissimi lavoratori, impegnati principalmente a scavare trincee dietro le linee Francesi e Britanniche, e tra questi uomini che lavorarono in condizioni igieniche pressoché inesistenti, sottolinea Humphries, erano presenti anche circa 96000 lavoratori cinesi, e sarebbero proprio questi lavoratori cinesi, per Humphries, il punto di origine dell’influenza Spagnola.
I documenti clinici studiati da Humphries non riguardano infatti la popolazione europea, ne quella statunitense, durante la prima guerra mondiale, ma riguardano invece una malattia che, nel 1917, copi la Cina settentrionale.
Per Humphries questa sconosciuta malattia cinese, giunta in qualche modo in Europa durante la guerra attraverso i lavoratori cinesi impiegati nelle retrovie, sarebbe da considerarsi il vero fattore scatenante dell’Influenza spagnola.
Per quanto interessante la teoria di Humphries, va precisato che si basa esclusivamente sulla comparazione di cartelle cliniche di pazienti cinesi ed europei, vicini nel tempo e con sintomi simili, che però, non presenta molte informazioni effettive sul virus. De facto Humphries non era in grado da solo di stabilire se il fantomatico virus cinese del 1917 avesse qualche legame ereditario con il virus dell’influenza spagnolo.
Partendo dalla teoria di Humphries, nel 2016 è apparso sul Journal of the Chinese Medical Association un articolo in cui si osservava che non erano state ritrovate prove sufficienti per dimostrare che il virus cinese del 1917 ed il virus del 1918 fossero legati tra loro, più semplicemente, secondo questo articolo, si tratta di due virus diversi e non è possibile dimostrare che la trasmesso in Europa sia avvenuta attraverso soldati e operai cinesi provenienti dalla Cina.
Invece, vennero evidenziate prove che il virus circolasse negli eserciti europei già da mesi, e forse da anni, prima dello scoppio della pandemia del 1918, confermando quindi indirettamente, le teorie esposte da Oxford e dal suo team di ricerca, con lo studio del 1999.
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