In questa guida alla lettura analizzeremo il saggio storico di Domenico Vecchioni, edito da Diarkos.

Il saggio analizza e sviscera la figura del mercenario attraverso i secoli, prestando attenzione alle varie evoluzioni storiche e politiche che hanno caratterizzato la figura del mercenario in varie epoche e località, presta inoltre attenzione alla figura odierna dei Mercenari e delle Società Militari Private, come Black Water e Wagner.

Si tratta di un libro a mio avviso interessante, su un tema complesso, che l’autore è riuscito a trattare in modo eccellente, fornendo al lettore tutti gli strumenti di cui necessita per poter affrontare il tema.

Se dovessi indicare un livello di difficoltà che si può riscontrare leggendo il saggio di vecchioni, direi che è un saggio adatto più o meno a tutti. Che tu sia uno studente di storia, un addetto ai lavori, o un semplice appassionato, il aggio offre spunti interessanti relativi alla storia e alla figura del mercenario.

Chi è Domenico Vecchioni

Cominciamo con il dire chi è Domenico Vecchioni, l’autore di Mercenari, il mestiere della guerra, dall’antica grecia al gruppo Wagner.

Domenico Vecchioni, scrittore e diplomatico, già autore di saggi come I signori della Truffa, Lo sbarco in Normandia e Le spie del fascismo. Per quanto riguarda i primi due saggi, ovvero I signori della Truffa e Lo sbarco in Normandia, ho avuto la possibilità di leggerli grazie all’editore Diarkos e di pubblicare delle guide alla lettura.

Tornando a Vecchioni, la sua carriera diplomatica inizia con gli studi in scienze politiche che lo avrebbe portato a prestare servizio presso il consolato italiano di Havre e l’ambasciata italiana di Buenos Aires, per poi prestare servizio a Bruxelles presso la Nato e a Strasburgo presso il consiglio d’Europa.

Vecchioni ha inoltre ricoperto diversi incarichi presso la Farnesina, come capo segreteria della direzione generale delle relazioni culturali, capo segreteria della direzione generale del personale e capo ufficio “ricerca, Studi e Programmazione” ed è stato in fine Ispettore delle Ambasciate e dei consolati italiani all’estero.

Una carriera invidiabile sul piano diplomatico che si riflette in numerose onorificenze italiane e internazionali.

Sul piano storico e divulgativo, Vecchioni, oltra alla propria produzione saggistica che conta circa trenta saggi storici e politici, ha collaborato con diverse riviste di settore, tra cui la Rivista di studi politici internazionali, e le riviste storiche Storia Illustrata, Cronos, Rivista Marittima, Conoscere la storia e Civiltà Romana. Vi sono poi collaborazioni con le riviste di Intelligence Gnosis, Intellicence e Storia top secret, e le riviste di geopolitica Tempi di guerra. Inoltre, è attualmente collaboratore dell’edizione italiana di BBC History.

Chi è il mercenario

La figura del mercenario, ai giorni nostri, è una figura particolarmente controversa, che, salvo rare eccezioni, soprattutto sul piano narrativo, figura tra le fila degli antagonisti, e in effetti il mercenario è il nemico perfetto, perché, per la propria natura asservita alla pura mercificazione delle proprie competenze, si configura come una figura di estrema opposizione per i protagonisti, ma allo stesso tempo, pronta a farsi da parte, questo perché il rischio ha un prezzo e se il rischio è superiore al prezzo, il mercenario, almeno sul piano narrativo, può farsi da parte.

Il mercenario, detto molto semplicemente, non sempre è il tipo di guerriero disposto a morire sul campo, e questo perché, nella stragrande maggioranza dei casi, quella battaglia su quel campo, non è la sua battaglia e dunque, in qualsiasi momento, può ritirarsi, o addirittura voltare le spalle ai propri committenti, e la storia dell’uomo è piena di vicende in cui eserciti mercenari, soprattutto in età moderna, hanno imbracciato le armi al fianco e contro lo stesso nobile di turno. In alcuni casi, saccheggiando la città che avevano protetto, perché non pagati.

La storia dei mercenari è una storia avvincente, piena di colpi di scena se vogliamo, una storia che Domenico Vecchioni, nel libro “Mercenari, il mestiere della guerra, dall’antica Grecia al Gruppo Wagner” ha provato a ricostruire e raccontare, ripercorrendo le vicende degli eserciti mercenari nelle varie epoche storiche, dal mondo antico ai giorni nostri, si passa quindi dagli opliti ai soldati di ventura e si arriva alle società militari private che al giorno d’oggi, offrono servizi di sicurezza e combattimento, a stati ed organizzazioni, e di queste, probabilmente la più famosa in assoluto, salita alla ribalta per le vicende legate al conflitto in Ucraina, vi è il gruppo Wagner.

Nel proprio libro, Vecchioni analizza la figura del mercenario a 360 gradi, identificandone motivazioni e tratti principali, e lo fa, con una comparazione tra i mercenari dell’antica Grecia, dell’Italia romana precedente la riforma militare di Caio Mario, le legioni barbariche che caratterizzarono le forze romane dal terzo secolo, e poi ancora mercenari italici, normanni, russi, ecc, che imperversarono sull’Europa continentale tra età medievale e moderna, in alcuni casi riuscendo ad elevare il proprio status da, capitano di ventura a nobile, si guardi ad esempio la dinastia degli Sforza a Milano, inaugurata da Francesco Sforza, valente combattente e capitano di ventura che riuscì intorno alla metà del XV secolo, a strappare il ducato di Milano alla famiglia Visconte.

Ripercorrendo la storia dei mercenari tuttavia, possiamo osservare che tale figura, se bene combatta prevalentemente per merce in guerre che non gli appartengono, in alcuni casi può essere motivato da ideologie, avventura o potere. E in questo senso il saggio mostra Giuseppe Garibaldi ed i mercenari garibaldini, a tutti gli effetti soldati di ventura, mercenari, che nella seconda metà del XIX secolo combatterono in giro per il mondo, giocando un ruolo chiave nei nella definizione del mondo, soprattutto in Italia e America Latina.

Garibaldi è un mercenario così come lo è Francesco Sforza, e pure, tra i due uomini vi sono infinite differenze, dettate non solo dal contesto storico in cui vivono e combattono, ma anche in ciò che li spinse ad imbracciare le armi e combattere.

Tre punti chiave del libro di Domenico Vecchioni

Il saggio di Vecchioni propone un analisi della figura storica del mercenario, attraverso tre punti chiave, che sono l’evoluzione del mercenario attraverso i secoli, i protagonisti della storia dei mercenari e in fine, analizzando ed osservando quelle che sono le sfide odierne del mercenarismo, in questo senso, andando ad osservare il fenomeno delle società militari private.

Per quanto riguarda l’evoluzione storica del mercenario, Vecchioni ripercorre le diverse epoche storiche e le diverse aree geografiche, producendo in questo senso un quadro estremamente variegato e completo della figura del mercenario attraverso i secoli. Il libro osserva i nodi storici in cui i Mercenari hanno giocato un ruolo centrale all’interno di conflitti di varia natura, di conseguenza, guerre, rivolte e colpi di stato, sono alla base della narrazione.

I mercenari tuttavia, non sono un corpo unico e vi sono figure diverse, che ragionano in modo diverso e che agiscono in modo diverso, gli eserciti mercenari sono de facto, per molti secoli, agglomerati di combattenti al servizio del miglior offerente, guidati da audaci e brillanti condottieri e capitani di ventura, ed è proprio a loro che Vecchioni dedica ampio spazio nel proprio saggio, attraverso il racconto, abbastanza dettagliato, delle gesta e delle imprese, dei più famosi e controversi mercenari della storia.

Il terzo punto del libro offre uno sguardo all’attualità, e analizza il ruolo delle società militari private (SMP) nel contesto geopolitico e giuridico del mondo contemporaneo, e nel farlo, Vecchioni pone l’accento sulle opportunità ed i rischi che tali società, rappresentano per la sicurezza internazionale, i diritti umani, la sovranità degli stati e le responsabilità dei governi.

Si guardi ad esempio alle recenti vicende dell’Ucraina, in cui, il gruppo Wagner è stato protagonista di vicende controverse e scomode, il gruppo Wagner nello specifico è stato accusato di aver commesso terribili crimini di guerra, a partire dal non rispetto delle convenzioni internazionali e del diritto di guerra, accuse che tuttavia, non hanno avuto lo stesso eco e la stessa portata, ne le stesse conseguenze, che avrebbero avuto se il soggetto accusato fosse stato uno Stato, quale può essere il mandante, in questo caso specifico la Russia.

La struttura del libro

Il saggio di Vecchioni è suddiviso in tre parti, la prima parte del libro, il cui sottotitolo è “storia del mercenarismo” racconta l’evoluzione storica della figura del mercenario, attraverso nove capitoli che inquadrano i mercenari del mondo antico, dell’età medievale, del rinascimento, dell’età moderna fino ad arrivare ai mercenari del novecento.

Nella seconda parte il saggio si sofferma sui mercenari odierni ovvero le società militari private ed i loro rapporti con stati e organizzazioni internazionali. Protagonisti di questa sezione del libro sono le tre grandi società di mercenari del nostro tempo, ovvero, il sopracitato gruppo Wagner, legato alla Russia, la statunitense Black Water, e la britannica Sandline.

La terza parte del saggio il cui titolo è “il quadro giuridico” esamina il diritto internazionale in materia di mercenariato, cercando di individuare i limiti legali e giuridici di questa professione. In questa sezione sono analizzate a affondo la convenzione internazionale dell’ONU e la convenzione regionale dell’OUA che vietano l’attività dei mercenari.

La bibliografia di riferimento

La bibliografia alla base di questo libro è compatta ma interessante, si compone nello specifico di diversi volumi riguardanti la storia dei mercenari, tra cui Historie des mercenaries di Tallander, e Mercenaires (Soldats sans drapeau) di Joaquì Manes Postigo.

Nel complesso la bibliografia alterna opere di ampio respiro a saggi che indagano casi specifici come Mercenari (Gli italiani in Congo) di Ippolito Edmondo Ferrario e Wagner di Lou Osborn e Dimitri Zufferey.

Osservando la bibliografia di riferimento si può osservare una certa influenza della storiografia francese contemporanea.

Di Antonio Coppola

Studente di storia contemporanea, geopolitica e relazioni internazionali. Appassionato di musica, tecnologia e interessato ad un po tutto quello che accade nel mondo.

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