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Nuova edizione critica del Mein Kampf in Germania

Il Mein Kampf (la mia battaglia) opera principale, per non dire unica, di Adolf Hitler, torna in Germania con una nuova edizione critica a cura dell’istituto di storia contemporanea bavarese (Institut fur Zeitgeschichte).

Il 30 aprile 2015 è stato il settantesimo anniversario della morte di Hitler, questo significa che sono ufficialmente decaduti tutti i diritti d’autore sulle sue opere, compresi quelli del Mein Kampf , testo scritto e pubblicato negli anni venti e che propone al suo interno le idee ed il programma politico di Hitler, per salvare la Germania dalla crisi economica ed istituzionale che stava attraversando la repubblica di Weimar. Nel testo Hitler individua i principali problemi della Germania, tra cui il problema ebraico, per poi suggerire e proporre le idee e le soluzioni, che avrebbe successivamente applicato tra gli anni trenta ed i primi anni quaranta.

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Il testo ebbe immediatamente un enorme successo diffondendosi rapidamente ben oltre i confini tedeschi, e quando Hitler salì al potere, cedette i diritti della sua opera al Ministero delle finanze bavarese, ultima residenza del futuro dittatore prima della scalata politica che lo avrebbe portato al potere.

Con la fine della guerra il Ministero delle finanze ha ritenuto opportuno, vista la natura e l’esito della guerra, non promuovere ulteriormente, e limitare il più possibile la presenza e la diffusione del testo in tutta la Repubblica Federale Tedesca (RFT), e successivamente in Germania, almeno fino ad oggi.

Con lo scadere dei diritti d’autore infatti non è più possibile limitare la libera circolazione dell’opera, e sono già pronte diverse edizioni critiche, tra cui, la più elaborata e complessa, redatta dell’istituto di storia contemporanea bavarese (Institut fur Zeitgeschichte), la cui edizione affianca al testo originale, una ricca ed attenta analisi storica, culturale e politica, e più di 3500 note.

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L’opera ha immediatamente attirato l’opposizione delle comunità ebraiche e dello stato di Israele, visibilmente preoccupate di un rinnovato interesse per un opera dalle idee estremamente “pericolose”, ma rassicurano gli storici del IFZG che l’opera si prefigge l’obiettivo di mettere in guardia e non promuovere quelle idee.

 

Ad ogni modo la preoccupazione più grande non riguarda soltanto le comunità ebraiche, il mondo di oggi, per quanto diverso, è ancora molto simile agli anni trenta, e gli uomini sono continuamente alla ricerca di un capro espiatorio, un nemico da demonizzare e perseguitare, che siano questi Cristiani, Ebrei o Islamici, e l’analisi critica di un testo come il Mein Kampf può preoccupare da un lato e dall’altro aiutarci a ricordare quanto crudele possa diventare e quanto in basso possa sprofondare l’animo umano, prima di rendersi conto che quelli che sta perseguitando, sono altri esseri umani, a prescindere dal colore della loro pelle, dal luogo in cui sono nati e dalla loro religione.

 

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