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Pozzuoli : Dai cantieri Armstrong , alla Breda-Sofer

Pozzuoli : Dai cantieri Armstrong , alla Breda-Sofer

Sul finire dell’800, in conseguenza del desiderio italico di conseguire un livello di armamenti marittimi al pari delle grandi potenze europee, l’assenza di industrie specializzate nel settore bellico in Italia, ed il grosso indebitamento con la società britannica Armstrong. Vennero concordate una serie di proposte che sfiorarono nell’insediamento di uno stabilimento della società britannica in Italia.

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Dopo una prima proposta per La Spezia , si optò per Pozzuoli, la città aveva una posizione geografica particolarmente favorevole, vicina alla città di Napoli e servita dalla ferrovia Cumana in costruzione.
Il contratto tra il Comune di Pozzuoli e l’Armstrong, prevedeva da una parte l’impegno della società di impiantare uno stabilimento per la costruzione di cannoni e cantieri navali, dall’altra, il comune di Pozzuoli, acquistò a proprie spese le terre destinate ai cantieri, e fornì acqua potabile gratuita, fino all’attivazione dell’acquedotto del Serino.
Pozzuoli effettuò anche il potenziamento delle strutture portuali e rafforzò le scogliere antestanti gli impianti.

Nel 1906 i cantieri Armstrong si estendevano su un area di 28 ettari e potevano contare un una propria acciaieria, officine per la produzione di ghisa, fonderie, fucine dotate di presse idrauliche e grandi magli a vapore, oltre un officina meccanica che nel 1911 raggiunse la dimensione di 17.400 metri quadrati, una propria centrale elettrica e un balipedio, per testare le varie armi da fuoco.

Durante la prima guerra mondiale, l’Armstrong ampliò la sua gamma di prodotti, estendendola anche alle armi di medio e piccolo calibro per l’esercito.

Nel 1919 i cantieri Armstrong, e l’Ilva di bagnoli si unirono allo scopo di ampliare la gamma di prodotti, dal settore bellico, ai trasporti, sia marittimi che terrestri.2 Pescatori ai Remi

L’Ilva chiuse i battenti nel 1921 a causa di forti crisi economiche, l’Armstrong, anche essa in difficoltà continuò a restare a galla, grazie alla rigida direzione, da parte della casa madre di Newcastle. Nel 1927 in conseguenza alle perdite registrate nel biennio 1925/26, i cantieri vennero chiusi.

L’amministrazione militare acquistò gli stabilimenti e nel 1928 di diede in affitto alla società Ansaldo.

La fabbrica riprese lentamente la propria attività di costruzione e riparazione di artiglieria, la produzione crebbe con il riarmo che precedette la guerra di Etiopia, e nel 1938 ottenne la proprietà degli impianti.

L’Ansaldo di Pozzuoli, fu un industria all’avanguardia, finche nel 1943 nel pieno della seconda guerra mondiale, venne danneggiata, prima dai bombardamenti anglo-Americani, successivamente dalla ritirata di soldati Tedeschi e alcuni fascisti Puteolani.

Nel 1947 all’Ansaldo subentrarono gli Stabilimenti Meccanici di Pozzuoli, che abbandonò le fabbricazioni belliche, per dedicarsi alla produzione meccanica media, fucinatura, stampaggio e carpenteria.

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Gli Stabilimenti Meccanici, passarono sotto il controllo di Finmeccanica, filiazione dell’IRI.

Nel 1951 un nuovo momento di costringeva ad una continua riduzione dell’organico.

Una nuova crisi nel 1958 portò alla chiusura e liquidazione degli stabilimenti, che furono rilevati dall’Imam-Aerfer che li adoperò come centro di produzione di materiale rotabile ferroviario .

Alla fine degli anni 60 l’imam-Aerfer cedette gli stabilimenti alla Sofer, industria specializzata nella produzione ferroviaria.

La produzione crebbe al punto che gli stabilimenti ricevettero commissioni estere.

Dopo il boom, la Sofer fu indebolita da una crisi economica, e cedette gli stabilimenti alla Breda Costruzioni, che continuò l’attività.

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Gli elevati livelli raggiunti sotto la guida della Breda, portarono la società a costruire treni perle metropolitane di Los Angeles, Washington, Atlanta, e in Italia per le metropolitane di Roma e Napoli oltre alle locomotive di punta delle Ferrovie dello Stato, le Etr500.

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Tutto andò per il meglio fino al 1996 quando il numero degli operai raggiunse la quota di appena 351 unità.
Nel 1998 nell’ambito della riorganizzazione dell’azienda, gli operai furono spostati negli stabilimenti di Ponticelli (NA) dove si producevano componenti elettroniche per le locomotive.
Di li a poco la fabbrica chiuse definitivamente.

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