Società segrete, poteri occulti e complotti, di Roberto Paura | Guida alla lettura

Guida alla lettura del saggio Società Segrete, poteri occulti e complotti di Roberto Paura, edito da Diarkos.

Lo scorso agosto Diarkos Editore mi ha inviato il libro di Roberto Paura, Società Segrete, poteri occulti e complotti, edito da diarkos, al fine di realizzare una guida alla lettura o comunque una recensione.

Ho appena finito di leggerlo e queste sono le mie prime impressioni, seguirà la guida alla lettura e forse un intervista all’autore per il podcast L’Osservatorio.

Prima di cominciare con l’analisi e guida alla lettura, come al solito, voglio aprire una parentesi sull’Autore.

Chi è Roberto Paura?

Roberto Paura è un giovane divulgatore scientifico, laureato Relazioni e Politiche Internazionali presso l’Università di Napoli “L’Orientale” che ha collaborato e collabora con diverse realtà divulgative, tra cui le riviste i Il Tascabile, L’Indiscreto, Delos Science Fiction, e la rivista Query del CICAP.

Tra i suoi libri incontriamo titoli di diverso genere, che si occupano di storia e scienza, soffermandosi, sul piano storico, soprattutto sul periodo illuminista, in particolare il periodo che va dalla rivoluzione francese alla caduta di napoleone, attraverso i libri La strada per Waterloo. Declino e caduta dell’Impero napoleonico, Odoya, Bologna, 2014, ISBN 978-8862882415, Storia del Terrore. Robespierre e la fine della Rivoluzione francese, Odoya, Bologna, 2015, ISBN 978-8862882811 e Guida alla Rivoluzione francese, Odoya, Bologna, 2016, ISBN 978-8862883276.

Oltre a questo, Roberto Paura è fondatore e promotore dell’Italian Institute for the Future, un associazione che si pone l’obiettivo di diffondere in Italia i futures studies e la futurologia sociale, una branca di ricerca, e soprattutto di pensiero, diffusasi a partire dagli anni 50, che ha come obbiettivo “lo studio del futuro”, ovvero l’analisi dell’attualità nel tentativo di individuare la direzione che l’umanità sta prendendo.
Conosco poco questo settore disciplinare, se interessati vi rimando ad un articolo di Roberto Cobianchi, in cui racconta i futures studies. Cercando in rete è presente anche un articolo dello stesso Roberto Paura sui futures studies.

Inquadrato l’autore, cerchiamo di capire il libro, e, come in tutte le mie guide alla lettura, voglio soffermarmi soprattutto su quelli che reputo i difetti e le mancanze, in modo che, grazie a questa guida, la lettura del libro possa essere il più possibile chiara e semplice.

Osservazioni generali sul libro Società Segrete, poteri occulti e complotti.

Cominciamo con il dire che la prefazione/introduzione in cui si parla e osservano le fallace della teoria cospirativa QAnon, raccontandone la genesi, gli elementi caratterizzanti. L’introduzione è a mio avviso la parte migliore dell’intero libro perché permette al lettore di partire dall’attualità, per andare poi a studiare fenomeni analoghi nel passato, come le varie teorie cospirative che si sono susseguite nei secoli. Il tutto risulta molto interessante, così come è molto interessante il racconto e la ricostruzione delle varie teorie cospirative che viene fatto nell’intero libro attraverso i vari capitoli dedicati alle varie teorie.

Per come è strutturato il libro può essere letto in ordine sparso, nel senso che, i vari capitoli non sono propedeutici al capitolo successivo, si può quindi scegliere la teoria cospirativa o “società segreta” che si preferisce o si reputa più interessante, e leggere ciò che l’autore ha scritto, indipendentemente dal resto del libro.

Nel complesso il saggio si organizza come una serie di racconti storici, ricchi di dettagli e informazioni, anche se, da per scontate alcune informazioni e passaggi che, a mio avviso, sarebbe stato meglio includere nel libro al fine di fornire al lettore una una maggiore comprensione dei fenomeni trattati.

Senza troppi giri di parole, il libro è interessante, ma ha delle mancanze, che lo penalizzano molto. Mancano delle informazioni chiave che, se inserite, avrebbero alzato di molto il valore dell’intero volume e reso la comprensione dei fenomeni storici analizzati, molto più semplice anche per lettori inesperti. Senza queste informazioni è purtroppo molto facile cadere in un errata interpretazione del fenomeno e trarre conclusioni errate.

Il saggio di Roberto Paura presenta però anche un altro “difetto” se così lo si può chiamare, relativo alle fonti utilizzate, o meglio, relativo al modo in cui le fonti vengono utilizzate.

Nello specifico, tra le fonti citate incontriamo saggi storici e filosofici, opere analitiche e letterarie e si passa da un contesto all’altro in modo molto repentino, e senza segnalazioni di sorta.

Per fare un esempio pratico, durante la narrazione di un fenomeno come la rivoluzione francese, si raccontano alcuni aneddoti legati al romanzo Cagliostro di Alexander Dumas, intrecciando questi elementi narrativi agli avvenimenti storici e le varie teorie cospirative, con il rischio di far passare concetti errati, come ad esempio l’idea che prima della rivoluzione francese si discutesse e prevedesse una rivoluzione, perché nel libro di Dumas, successivo alla rivoluzione, ci viene raccontata questa storia.

Va però detto che è possibile sopperire a questo difetto prestando attenzione ai riferimenti bibliografici presenti nel testo cosa che, per un lettore “esperto” risulta naturale, ma che, un utente alle prime armi, che non è pratico della lettura critica di un saggio, generalmente non fa.

Il mio consiglio a tal proposito è quello di avere sempre un occhio rivolto alle fonti citate a pie pagina, così da capire esattamente se il passaggio che è stato appena letto è storico, filosofico o narrativo.

Conoscenze preliminari necessarie per una lettura efficace.

Come anticipato, nel libro ci sono delle mancanze, che rendono necessarie al lettore alcune conoscenze preliminari, a mio avviso importanti per una maggiore comprensione del testo.

Un primo elemento mancante, che mi è dispiaciuto non incontrare, soprattutto perché nei primi capitoli si affrontano le teorie del complotto di epoca illuminista, è il tema del Realismo Politico di matrice Hegeliana. Hegel è stato, insieme a Thomas Hobbes tra i primi filosofi ad ipotizzare quello che oggi definiamo “realismo politico” o “realpolitik”, anche se, un precedente a queste idee lo incontriamo già nel Principe di Machiavelli. Detto molto brevemente, il realismo politico, in chiave filosofica, è la teoria per cui la politica mente a priori. La politica, o più precisamente, il potere, di cui, secondo Weber, la politica è un espressione, mente per il mantenimento del potere, e questo attraverso diversi contesti e interessi, la politica può mentire per interessi “politici”, economici, sociali, culturali, personali, bellici, ecc, in definitiva, indipendentemente dalle motivazioni, la politica (attraverso i politici) ed il potere, mentono, in modo più o meno ampio.

In un saggio che affronta il tema del complottismo e delle teorie cospirative, per quando mi riguarda, non può mancare una parentesi sul realismo politico, o quanto meno accennare a tale teoria, perché grazie ad essa l’autore può fornire al lettore, uno strumento critico e di analisi dei fenomeni che si vanno a raccontare, inoltre, grazie a questo elemento, la comprensione delle varie teorie cospirative e della loro genesi, apparirebbe molto più chiara. Tuttavia, l’assenza di una parentesi legata al realismo politico non discrimina troppo la narrazione generale del libro che, se bene non ne parli direttamente, lascia intuire che la maggior parte delle teorie cospirative, sono per lo più fenomeni reazionari a momenti di turbamento volte al conseguimento o comunque al mantenimento del potere.

Altro elemento che mi è dispiaciuto non incontrare, è un accenno alle origini dell’ordine dei Rosa Croce. Ordine che viene citato e chiamato in causa in diverse occasioni nel corso dei vari capitoli, ma in merito al quale, non viene detto molto, e soprattutto, non ci vengono raccontate le origini dell’ordine.
Non ci viene detto che le sue origini sono ignote, sia in età moderna che contemporanea, non ci viene detto l’ordine “vero e proprio” appare solo nel XVIII secolo e che prima d’allora abbiamo solo vaghi riferimenti simbolici, disconnessi e scostanti tra loro e questa informazione mancante, determinante per analizzare le varie teorie legate all’ordine, fa si che l’ordine venga percepito dal lettore come un ordine “millenario”, strutturato e organizzato, che sopravvive attraverso i secoli, percezione che, tuttavia, non coincide con la realtà storica dell’ordine dei Rosacroce.

Apriamo quindi una parentesi sui rosacroce, così che la lettura del saggio possa essere più semplice grazie a questa guida.

Una delle ipotesi più accreditate riguardante l’origine dell’ordine dei rosacroce vedrebbe la nascita effettiva dell’ordine solo in età illuminista, più precisamente nel XVIII secolo, e vedrebbe questo ordine inizialmente fittizio, costruito artificialmente da un solo uomo che ne aveva codificato la ritualità sulla base dei riti e della simbologia massonica, attraverso l’appropriazione indebita di simboli precedenti, creando così l’apparenza di una simbologia antica e millantando un ordine millenario.

Se torniamo all’introduzione del saggio, possiamo osservare che, questo stesso fenomeno, viene messo in atto dalla teoria QAnon, che, come ci viene detto nel libro, individua simboli e gestualità, attribuendo ad essa dei significati specifici, per cui, l’individuazione di quei simboli in determinati contesti, diventa espressione di appartenenza a qualche strana società segreta e cospirazione.

Conclusioni personali

Per concludere, visto il background autoriale di Roberto Paura, mi aspettavo che il contesto filosofico e culturale in cui si sono sviluppate le varie teorie del complotto, in particolare le teorie risalenti al XVIII e XIX secolo, venisse raccontato non solo per fare da sfondo alla narrazione delle teorie cospirative che circolavano in quegli anni, ma anche, e soprattutto, per ragionare sulle origini di quelle teorie cospirative.

In definitiva, il libro di Roberto Paura è un racconto quasi cronistico delle varie società segrete e teorie cospirative ad esse collegate e che si sono succedute nei secoli, è un libro sicuramente interessante, ma poco ambizioso, al quale però manca quello slancio in più, quella componente più analitica e riflessiva, sui fenomeni storici che va a raccontare, che lo avrebbe reso un piccolo tesoro, storiografico oltre che divulgativo.

Il saggio ha un carattere prettamente divulgativo, la narrazione è avvincente, densa, divertente e mai noiosa, ed è un vero peccato che manchi quella decina di pagine, quel capitolo, quella postfazione analitica, in più che lo avrebbe reso, allo stesso tempo, più semplice per un pubblico inesperto e adatto anche ad un pubblico esperto.
Così com’è il libro si colloca in un limbo per il quale non riesco a trovare un pubblico adatto, nel senso che sono richieste, per una lettura ampia e completa, diverse conoscenze preliminari, storiche e filosofiche, senza le quali i vari saggi contenuti nel libro possono risultare incompleti, confusionari, o, nel peggiore dei casi, portare il lettore ad un errata comprensione del fenomeno storico raccontato.

Allo stesso tempo però, ad un lettore più esperto, che ha già una discreta conoscenza delle varie teorie relative a società segrete e cospirazioni, il libro non da molto in più su cui riflettere.

Detto questo, per una buona lettura del saggio, da parte di un lettore inesperto, consiglio caldamente, come già detto in precedenza, di fare molta attenzione alle note bibliografiche e alle fonti citate, in modo da avere ben chiaro ciò di cui si è letto e riuscire a mettere in ordine le informazioni, senza che elementi storici e narrativi si intreccino tra loro.

5 Regole doro per riconoscere una Vera cospirazione dalla Fuffa.

Complotti, congiure, cospirazioni, esistono da sempre, ne abbiamo traccia, testimonianza e memoria nei libri di storia. Credere nei complotti non è sbagliato, il problema è quando si crede a complotti finti, inventati ad hoc, e che non hanno ragione d’essere.

In questo articolo voglio spiegarvi, in modo semplice, come distinguere un complotto vero (perché di complottiveri è pieno il mondo e la storia) ed un complotto falso.

Prometto che non sarà un articolo troppo lungo, anche perché le “regole d’oro” da seguire per riconoscere un vero complotto e distinguerlo dalla fuffa, sono davvero poche, diciamo che sono solo 5.

Regola numero 1 – Un complotto per essere vero deve essere semplice

A meno che non siate i protagonisti di un film o di un romanzo di spionaggio, vi assicuro che la maggior parte dei complotti reali sono estremamente semplici, non ci sono svolte improvvise, colpi di scena, e generalmente richiedono pochi passaggi, poche azioni, e soprattutto coinvolgono poche persone, e questo ci riporta alla regola numero dure.

Regola numero 2 – Pochi partecipanti

Si avete letto bene, un complotto per essere vero deve avere pochi partecipanti, deve coinvolgere poche persone, perché si sa, gli esseri umani sono teste di cazzo, e se invitando la persona sbagliata ad una festa a sorpresa, questa rischia di far saltare la sorpresa, immaginate i rischi del coinvolgere in una cospirazione globale qualcuno che non è in grado di gestire la situazione e per errore divulga informazioni fondamentali sulla cospirazione.

Troppe persone coinvolte possono mettere a rischio il buon esito del complotto, e sicuramente rappresentano una falla enorme nella sicurezza, ed se si sta complottando per assumere il controllo del pianeta, magari è meglio stare attenti alla sicurezza, soprattutto la propria.

Regola numero 3 – Un complottodeve essere segreto

Si lo so, può sembrare strano, ma è così, un vero complotto è segreto, e chi sta cospirando è disposto a tutto pur di mantenere il segreto, anche ad eliminare fisicamente chiunque possa causare una qualche fuga di informazioni.

Nel momento in cui un complotto non è più segreto, ha perso la sua efficacia, diventa un azione pubblica ricondicubile a delle persone, ed è questo il motivo per cui i cospiratori (quelli veri) ci tengono alla segretezza, perché non vogliono essere ricondotti al complotto e ai suoi effetti.

Per fare un esempio pratico, se una persona cospira per assumere il controllo di un paese, difficilmente andrà a candidarsi alle politiche, ma resterà nelle retrovie e diriggerà dall’esterno, con finanziamenti, pressioni e altro, cercando di influenzare il più possibile determinate figure chiave dello stato, senza però farsi coinvolgere nella vita politica ufficiale.

Regola numero 4 – un vero complotto non ha parametri casuali

Quando qualcuno cospira per ottenere qualcosa , prende in esame ogni possibile soluzione, ogni variabile, ed alla fine avrà due e soltanto due esiti possibili, o il complotto ha successo e si ottiene ciò che si desiderava, o il complotto fallisce, e in quel caso, essere rimasti nell’ombra può salvare la vita ai cospiratori. Nel mezzo non c’è nulla, non ci sono sfumature e soprattutto, non ci sono parametri casuali.

Prendo ad esempio il “complotto dell’11 settembre” per cui gli USA avrebbero organizzato l’attentato perché in quel modo, il valore del dollaro sarebbe aumentato.

Questa teoria è fallata, perché chi ipoteticamente ha ordito il complotto, non poteva sapere se quell’effetto ci sarebbe stato o meno.

Sul piano economico, quando sono state attaccate le torri gemelle, è come se fosse stata tirata una moneta, ed è stato solo un caso che il dollaro, grazie all’azione degli speculatori finanziari, abbia acquisio valore. Poteva accadere, come poteva accadere l’esatto contrario, e in quel caso non solo sarebbe stato un totale fallimento, ma sarebbe stato anche controproducendo, provocando un danno agli stessi cospiratori, e questo ci conduce al prossimo punto.

Quando un cospiratore agisce, lo fa per uno scopo, e questo scopo è materiale, sempre.

Regola numero 5 – un vero complotto ha un fine ed una fine.

Questa è forse la regola più importante, un complotto, per essere reale deve avere un fine ultimo tangibile, reale quanto il complotto stesso.

Avere un fine, avere una finalità, avere uno scopo, significa che da quel complotto, una volta che si è compiuto ciò che si stava cercando di ottenere clandestinamente, c’è un ritorno di qualche tipo. Questo ritorno nella maggior parte dei casi è economico o politico, ma può anche essere strategico, in tutti i casi comunque, è un ritorno reale, misurabile.

Quando ci parlano di una teoria del complotto, chiediamoci sempre “perché lo fanno?” e vi assicuro che di fronte a questa domanda, ogni cospirazione falsa cade.

Non esistono complotti fine a se stessi, ecco le prove

Non esistono complotti fine a se stessi, se non nella mente di chi crede ai complotti. Prendiamo ad esempio la teoria della terra piatta e chiediamoci se questo complotto per farci credere che la terra è sferica ha un effetto pratico, o è fine a se stessa.

La risposta è semplice, questo complotto, se fosse reale, non avrebbe alcuna utilità pratica e non ci sarebbe alcun ritorno per i cospiratori, e già questo basterebbe per etichettare la cospirazione come falsa e insensata ma, per anare sul sucuro, vediamo all’atto pratico, su questa teoria, quante delle tre regole sono rispettate.

Il “complotto” per nascondere la reale forma della terra non è un complotto semplice, ha richiesto la cooperazione di USA e URSS nel vivo della guerra fredda, per la produzione di materiale fotografico che ritraeva una terra sferica dallo spazio, inoltre ha coinvolto innumerevoli agenzie spaziali di tutto il mondo, nella produzione di materiale “falso” per un costo esorbitante.

Questa complessità si riflette anche sul numero enorme di persone coinvolte nella cospirazione che, tra piloti di aerei, civili e militari, professionisti e amatoriali, di tutto il mondo, che quotidianamente vedono dal cielo un orizzonte curvo dai, astronauti e cosmonauti, ingegneri aereospaziali, fisici, matematici, ecc per non parlare poi di politici e diplomatici. Insomma, una quantità infinita di persone coinvolte in un complotto per nascondere la forma della terra, in cambio di … nulla. All’umanità, in fin dei conti non cambia nulla se la terra è piatta o tonda o ha la forma di un fallo gigante, ma andiamo con ordine e torniamo alle regole del complotto.

Eravamo arrivati alla terza regola, la segretezza, ma con così tante persone coinvolte nella cospirazione, parlare di segretezza sarebbe superfluo, passiamo quindi alla quarta regola, ovvero i parametri casuali.

Ogni persona coinvolta nella cospirazione è una variabile casuale, che mina la sicurezza e la segretezza, e di riflesso, troppe persone coinvolte rappresentano un rischio enorme e insostenibile, qualunque sia il complotto. Mantnere viva e segreta una cospirazione con così tanti partecipanti e così tante variabili, per così tanto tempo, senza che venga rivelata, è impensabile, persino per il più geniale autore di romanzi distopici.

Arriviamo quindi all’ultima regola, lo scopo, il fine e la fine. è evidente che una cospirazione volta a nascondere la forma della terra, non ha una fine, e non ha un vero fine. Ha un obiettivo certo, un obbiettivo chiaro, dire alla popolazione mondiale che la terra è tonda e non è piatta, ma questo obiettivo diciamocelo, è fine a se stesso, e non comporta alcun vantaggio per i cospiratori.

Spero di essere stato chiaro e illuminante, e spero che grazie a questa guida sarete in grado di scindere i veri complotti dalla fuffa, e vi assicuro che di complotti reali ce ne sono e ce ne sono stati tantissimi, e nessuno di questi è stato mantenuto segreto per più di un paio d’anni, qualche decennio al massimo e tutti avevano uno scopo ben preciso che desse ai cospiranti un qualcosa. Complotti che coinvolgono milioni di persone e che sono in corso da decenni o addirittura secoli senza dare nulla ai cospiratori… beh, traete voi le vostre conclusioni, le mie credo siano fin troppo evidenti.

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