Camerlengo: Funzioni e Significato nella Chiesa

La morte di papa Francesco apre discussioni sulla successione papale. Il Camerlengo, figura chiave, svolge ruoli cruciali durante la sede vacante.

La recente scomparsa di papa Francesco, dopo mesi di sofferenza e agonia che hanno lasciato il mondo cristiano con il fiato sospeso, riaccende il dibattito sulla successione del pontefice e le varie speculazioni su chi sarà il prossimo papa.

Lo scenario politico vaticano non ha subito molte trasformazioni rispetto a Febbraio e anche sul piano internazionale, le cose non sono cambiate, pertanto, i ragionamenti e le ipotesi avanzate durante il periodo di degenza del pontefice, rimangono invariate.

Con molta probabilità il prossimo Conclave vedrà l’elezione di un papa appartenente alla corrente politica di Papa Francesco e Benedetto XVI, con posizioni progressiste, ma non radicali, sarà quasi certamente un papa con posizioni più moderate e con una lieve apertura alle correnti più conservatrici.

Tutto avrà luogo nel segreto del conclave, sotto l’occhio vigile del Camerlengo della Santa Sede.

In questo articolo cercheremo di capire chi è e cosa fa il camerlengo durante il conclave, in cosa consiste questa carica.

Chi è il Camerlengo

Cominciamo col dire che quella del camerlengo è una delle figure più antiche e significative nell’amministrazione della Chiesa cattolica romana, il cui ruolo è cruciale durante il periodo di sede vacante e le votazioni in conclave.

La sede vacante inizia con la morte o le dimissioni del pontefice e dura fino alla nomina di un nuovo pontefice, in questo periodo la chiesa cattolica romana e lo stato vaticano sono retti da un reggente, appunto il camerlengo, che combina responsabilità amministrative, in quanto sovorano ad interim della monarchia vaticana, ma anche cerimoniali, poiché è il camerlengo è anche il reggente della Santa Romana Chiesa.

L’attuale camerlengo è il cardinale Kevin Joseph Farrell, nominato da Papa Francesco il 14 febbraio 2019. Generalmente il Camerlengo è una figura di fiducia del papa e da un certo punto di vista è il suo “vice”.

Questa carica è una delle più antiche per quanto riguarda il comparto amministrativo della chiesa, la sua istituzione risale al medioevo ed ha mantenuto un ruolo centrale nella struttura di governo vaticana in tutta la storia politica della chiesa romana, soprattutto nei momenti di transizione papale.

Origine Storica e Etimologia

Come molta della terminologia ecclesiastica, anche il termine “Camerlengo” deriva dal latino medievale, più precisamente da camarlingus, che a sua volta deriva dal germanico kamerling, il cui significato letterale è “addetto alla camera del sovrano“.

Le prime attestazioni di tale figura nel contesto ecclesiastico risalgono al XII secolo, da quel che sappiamo in quel tempo il camerarius svolgeva diverse funzioni legate alla camera thesauraria, ovvero all’organo responsabile dell’amministrazione finanziaria della Curia romana e dei beni temporali della Santa Sede. Una sorta di tesoriere del papa.

Nel corso del medioevo tuttavia la struttura organizzativa e amministrativa della chiesa evolve e la stessa amministrazione papale si sviluppa in modo significativo, consolidando sempre di più il potere temporale oltre che spirituale del papa.

È interessante notare come la creazione di questa carica si inserisaca in un contesto storico di trasformazione della chiesa, più precisamente si inserisce in un contesto in cui la chiesa iniziava a dotarsi di strutture amministrative più complesse e articolate e regolemantate, fondamentali per un istituzione che è sempre più temporale e gestisce un patrimonio materiale di grandi dimensioni.

Tra medioevo, età moderna e contemporanea, molte cariche ecclesiastiche, soprattutto amministrative, hanno subito profonde trasformazioni, molte sono state abolite altre sono state rimpiazzate, mentre il ruolo del Camerlengo è rimasto sostanzialmente invariato.

Responsabilità del Camerlengo tra pontificato e sede vacante

Le funzioni del camerlengo cambiano duranbte il pontificato sono diverse dalle funzioni del camerlengo durante la sede vacante.

Durante il pontificato, il camerlengo dirige l’amministrazione finanziaria della Santa Sede e amministra i beni temporali della chiesa quando il pontefice è in viaggio o temporaneamente assente. Per tali ragioni, è fondamentale che il camerlengo sia una figura di fiducia del Papa, anche perché in un certo senso è il suo vice, il suo più stretto collaboratore

Anche se il Camerlengo è una sorta di “vice papa”, va precisato che, durante situazioni come la temporanea indisposizione del Papa (ad esempio durante un ricovero ospedaliero), il Camerlengo non subentra automaticamente nella governance della Chiesa. Più precisamente, il camerlengo subentra in automatico solo in caso di sede impedita, condizione che si verifica solo in casi eccezionali come durante la sedazione per un’operazione chirurgica.

Se durante il pontificato il Camerlengo non ha “potere di iniziativa“, ed è sostanzialmente una sorta di commissario prefettizio della santa sede, le sue funzioni e le sue responsabilità cambiano durante la sede vacante.

In caso di sede vacante (per decesso del pontefice) il primo compito speciale del Camerlengo è accertare il decesso.

Tradizionalmente, questa verifica avvene attraverso un rituale simbolico in cui il Camerlengo chiama il Papa tre volte con il suo nome di battesimo mentre gli percuote lievemente la fronte con un martelletto d’argento. Se il camerlengo non riceve alcuna risposta, ne dichiara ufficialmente la morte con la formula latina “Vere Papa mortuus est” (Veramente il Papa è morto).

Questo passaggio rituale è in realtà un vero e proprio atto giuridico, poiché secondo il diritto canonico, il Camerlengo è l’unico a possedere l’habilitas (capacità giuridica) richiesta per accertare ufficialmente la morte del Papa.

Questo rituale di accertamento non è privato, e avviene di fronte al Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dei Prelati Chierici e del Segretario e Cancelliere della stessa Camera Apostolica, che fungono sostanzialmente da testimoni. 

Una volta accertato il decesso del pontefice, la Cancelliere della Camera apostolica ha il compito di compilare il documento o atto autentico di morte, mentre il Camerlengo deve comunicarla al Cardinale Vicario per l’Urbe, il quale ne darà notizia al popolo romano. 

A questo punto il Camerlengo assume la presidenza della sede vacante, durante il quale ha il diritto e il dovere di “curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede“.

Chi può diventare Camerlengo?

Quella del Camerlengo è una carica estremamente importante, è l’equivalente del maestro di palazzo delle costi medievali, è la figura politica, amministrativa e religiosa più vicina al papa. Nella gerarchia ecclesiastica è la seconda istituzione della Santa Romana Chiesa, per questo deve necessariamente essere un cardinale. Non sono previsti altri requisiti, ma esperienza e vicinanza al pontefice risultano elementi impliciti.

La nomina del Camerlengo, così come la nomina di altre importanti figure del governo della Chiesa, è prerogativa esclusiva del Papa, tuttavia, diversamente dalla maggior parte delle cariche ecclesiastiche, non esistono limitazioni temporali al mandato del Camerlengo che quindi rimane in carica fino a quando il Papa non decide diversamente o fino alla sua morte o rinuncia.

Il ruolo del Camerlengo è generalmente legato al Pontefice e non è rato che, dopo l’elezione di un nuovo Papa, questi nomini un nuovo Camerlengo.

Camerlengo e Conclave

Diventare Camerlengo è una grande responsabilità, un grande onore, ma comporta anche importanti rinunce.

Il Camerlengo come abbiamo visto durante la sede vacante è sostanzialmente il reggente della Santa Romana Chiesa, ma allo stesso tempo, non ha potere di iniziativa, non può produrre iniziative o innovazione, questa limitazione in vero è molto “recente” ed è stata introdotta con la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis (1996) e la Praedicate Evangelium (2022).

Durante la sede vacante comunque, il Camerlengo ha numerose responsabilità, tra cui il coordinamento del colleggio cardinalizio, la convocazione del concistoro e la convocazione dei cardinali per il Conclave ed ha un ruolo di rilievo durante lo stesso Conclave.

Il Concistoro: possibili dimissioni del papa

Il Papa non è solo il capo della chiesa cattolica, ma è anche il sovrano assoluto dello stato Vaticano, uno stato che sorge nel cuore di Roma entro le mura di “città del vaticano”, ed è l’unica e ultima monarchia assoluta al mondo.

Il governo dello stato vaticano è affidato a diversi funzionari, principalmente cardinali, scelti e nominati dal Papa e generalmente risiedenti al Vaticano. Nella gerarchia della Chiesa, il Papa nomina Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, questi invece ordinano i sacerdoti.

Il Papa, la cui carica è a vita, ma può dimettersi, è a sua volta eletto dai Cardinali riuniti nel Conclave, quest’ultimo ovvero è un organo collegiale che si riunisce esclusivamente per l’elezione del nuovo papa a circa 15 giorni dall’inizio della sede vacante. La sede vacante inizia con la morte o dimissione del pontefice.

Il collegio cardinalizio, ovvero l’insieme di tutti i cardinali, può essere convocato dal pontefice per definire l’andamento spirituale e politico della chiesa, e tale convocazione può avere forma più o meno estesa, a seconda delle decisioni e della rilevanza delle decisioni che verranno prese.

Il concistoro

Come anticipato, il collegio Cardinalizio può essere convocato dal papa in vari momenti e modalità ed una di queste modalità è detta concistoro, si tratta di un’assemblea solenne della Chiesa Cattolica Romana, presieduta dal Papa e composta dai cardinali del Collegio Cardinalizio e rappresenta uno dei momenti più antichi e significativi del governo ecclesiastico.

Il termine concistoro deriva dal latino consistorium che significa luogo di riunione o assemblea. L’oggetto di questa assemblea è solitamente relativo a questiono dottrinali, disciplinari o per la creazione di nuovi cardinali, vi sono tuttavia anche altre possibili “motivazioni”.

In effetti l’evoluzione storica del Concistoro è estremamente ampia e complessa, i primi esempi di concistoro di cui abbiamo traccia risalgono al IV secolo. All’epoca i vescovi si riunivano intorno al Papa per discutere questioni dottrinali. A partire dal XII secolo tuttavia, il concistoro divenne un organo amministrativo, molto strutturato e dal 1215, a seguito del Concilio Lateranense IV, il ruolo del concistoro venne formalizzò. Da quel momento il concistoro gode di potere decisionale in materia di fede, elezione dei vescovi (e cardinali) e riforme legislative.

In epoca più moderna, a partire dal Rinascimento, il concistoro ha visto aumentare la propria valenza politica, ed è diventato uno strumento estremamente importante nel determinare gli equilibri tra Santa Sede prima e lo stato vaticano poi, e le varie potenze europee. A partire dal 1870, con il Concilio Vaticano I, in cui si definì il dogma dell’infallibilità papale, il concistoro si è fortemente ridimensionato, ed ha perso gran parte del potere e peso decisionale acquisito in precedenza, diventando tuttavia, un momento chiave nella selezione dei cardinali e nella preparazione dei conclavi.

Struttura e Partecipanti

Esistono diverse forme di Concistoro di cui siamo a conoscenza, tutte presiedute dal Papa. Tra questi abbiamo il Concistoro Ordinario, generalmente convocato per questioni routine, come la canonizzazione di santi o nomine episcopali. Il Concistoro Straordinario, riservato a temi urgenti o complessi, come crisi dottrinali o riforme istituzionali, abbiamo poi il Concistoro Pubblico, una cerimonia aperta ai fedeli, spesso per la creazione di nuovi cardinali e in fine, il Concistoro Segreto, una sessione riservata ai cardinali per discutere argomenti delicati, tra cui le possibili dimissioni del pontefice.

Concistoro e dimissioni

Nel proprio pontificato, Papa Francesco ha convocato diversi concistori tra cui un concistoro straordinario nel 2014, per discutere la famiglia, in preparazione al Sinodo del 2015 o il concistoro del dicembre 2024, cui ha creato 21 nuovi cardinali. Nel 2013 invece, il predecessore di Bergoglio, Papa Benedetto XVI ha convocato un concistoro segreto, alla cui conclusione ha annunciato le proprie dimissioni, l’inizio della sede vacante e il successivo conclave in cui come sappiamo, venne eletto Papa Francesco.

Conclusione

In definitiva quindi, il concistoro rappresenta una delle colonne portanti del governo ecclesiastico, sintetizza in esso tradizione e adattamento ai contesti storici. Durante il Concistoro il Papa esercita quello che è detto munus petrinum (compito di Pietro), garantendo continuità dottrinale e rispondendo alle sfide contemporanee e la sua convocazione segnala sempre un momento di svolta, sia per la vita interna della Chiesa sia per il suo rapporto con il mondo.

Sul finire di febbraio 2025, più precisamente il 26 febbraio, durante la propria degenza in ospedale, e il susseguirsi di bollettini clinici complessi che hanno messo in agitazione milioni di fedeli, Papa Francesco ha convocato un concistoro. Non si conosce ancora l’oggetto di tale vertice ecclesiastico, ciò che sappiamo è che il Collegio dei Cardinali Elettori è al momento composto da 138 cardinali, 21 dei quali nominati a dicembre 2024, e al massimo possono esserci 150 cardinali elettori. È quindi improbabile che il concistoro convocato d’urgenza da papa francesco presso l’ospedale gemelli di Roma, serva per la nomina di nuovi cardinali, siamo inoltre in pieno giubileo ed è quindi da ritenersi altamente improbabile un grande dibattito dottrinale, anche perché il policlinico gemelli non è proprio il luogo più adatto per dibattiti dottrinali.

Molti ipotizzano ad un possibile passo in dietro di Papa Francesco, che come il proprio predecessore, in un momento di grande sofferenza, scelse le dimissioni rimettendo la guida della chiesa cattolica nelle mani di un nuovo papa, più “giovane” e in salute.

Leggi anche il mio articolo sui cardinali papabili.

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