I Medici di Claudia Tripodi, Guida alla lettura

Dopo tanto tempo, finalmente, ritorno a pubblicare, e lo faccio con una guida alla lettura, in particolare la guida alla lettura del saggio I Medici di Claudia tripodi.

Questa guida sarebbe dovuta uscire ad ottobre, ma, una serie di sfortunati eventi, mi hanno impedito di lavorarci per molto tempo, ho quindi rimandato la scrittura e pubblicazione a dopo le feste, forte di una seconda rilettura del saggio di Claudia Tripodi.

Prima di cominciare con la guida, voglio ringraziare l’editore Diarkos per avermi fornito una copia del libro finalizzata alla produzione di questa guida.

I medici, ascesa e potere di una grande dinastia

Il saggio I medici, ascesa e potere di una grande dinastia, di Claudia Tripodi si presenta come una raccolta di saggi di carattere biografico, riguardanti le principali personalità che hanno fatto la storia della famiglia de Medici, partendo dal capostipite Giovanni di Bicci de Medici, vissuto tra XIV e XV secolo, fino ad arrivare alla principessa palatina Anna Maria Luisa de Medici, vissuta tra XVII e XVIII secolo.

L’arco temporale coperto dal saggio è dunque molto ampio, e coincide con l’ultimo medioevo e gran parte dell’età moderna, epoche di cui è consigliato avere un infarinatura generale al fine di affrontare la lettura del saggio in modo armonioso. Il saggio è comunque di carattere divulgativo, e fornisce, tra le proprie pagine, tutti gli strumenti necessari per poter ricostruire e comprendere a pieno, la dimensione politica e sociale in cui si collocano le vite presentate nell’opera.

In poco più di 300 pagine, il saggio condensa una narrazione enciclopedica delle vite e delle vicende che hanno reso grande la dinastia de Medici, protagonista, non di secondo piano, di gran parte della storia italica ed europea.

La raccolta di saggi può essere letta sia come una “storia familiare” che come una storia europea che parte dalla toscana, giunge Roma, presso la corte papale di Leone X, al secolo Giovanni Lorenzo de Medici, si trasferisce poi a Parigi, presso la corte del re di Francia Enrico II, di cui Caterina de Medici era consorte, per poi tornare in Italia, presso la corte medicea del Granducato di Toscana.

I Medici

La storia della famiglia de Medici è una storia immensa ed estremamente complicata, e non basterebbe una vita intera per studiarla completamente, poiché tante, forse troppe, sono le personalità di alto rilievo appartenute a quella che è stata una delle più importanti dinastia dell’intera storia d’Italia.

Nonostante il saggio si muova in un campo a dir poco sterminato, l’autrice riesce a mantenere ben saldo il timone ed impostare una rotta precisa e puntuale, organizzata in modo schematico attraverso la ricostruzione dei momenti più importanti delle vite degli uomini e delle donne della famiglia de Medici.

Uno degli aspetti che ho apprezzato particolarmente di questo libro è la sua struttura verticale, ogni saggio biografico infatti, può essere letto indipendentemente dagli altri, e può essere visto come punto di partenza per uno studio più approfondito, sulla vita dei singoli protagonisti dell’opera. Fermo restando che, per alcuni membri della famiglia de Medici è più facile reperire informazioni rispetto ad altri.

Uomini e donne come Cosimo il Vecchio, Lorenzo il Magnifico e Caterina de Medici, hanno nomi estremamente celebri e la letteratura storiografica attorno a queste personalità, è a dir poco infinita, altri membri della famiglia invece, come ad esempio Giovanni di Bicci, Cosimo III e Anna Maria Luisa, sono decisamente meno noti, e la letteratura che li riguarda è circoscritta ad un numero estremamente esiguo di opere molto puntuali e, sotto un certo punto di vista, complicate da leggere.

Il saggio I Medici, di Claudia Tripodi, permette, in modo semplice e immediato, di accedere ad informazioni significative, sulla vita di queste personalità, e se per personaggi più noti, può sembrare un qualcosa di non particolarmente significativo, se si sposta la lente sui personaggi minori della dinastia, il saggio diventa estremamente interessante ed utile.

I saggi verticali sui medici

Nell’immaginario collettivo, la dinastia de Medici inizia la propria ascesa al potere, tra Arezzo e Firenze, grazie al genio e l’acume politico di Cosimo de Medici, noto alla storia come Cosimo il Vecchio, tuttavia, Cosimo non è un uomo comune che costruisce un impero dal nulla, Cosimo è in vero figlio di Giovanni di Bicci de Medici, piccolo e ambizioso banchiere fiorentino, la cui eredità avrebbe permesso a Cosimo di gettare le basi dell’Impero della famiglia medicea.

La storia di Giovanni di Bicci è una storia molto sottotono rispetto a quella dell’erede Cosimo, ma non meno significativa o importante, e, nell’ottica di un lavoro ampio e completo sulla famiglia de Medici, è necessario partire da Giovanni per poter comprendere meglio la figura di Cosimo.

Come anticipato nel paragrafo precedente, ho trovato particolarmente utili i saggi sui “medici minori”, di cui, il più delle volte, al di fuori di campi di studio estremamente specifici sulla toscana in età moderna, si conosce forse il nome ed il titolo, ma nulla di più. Questo saggio, grazie allo spazio dedicato a queste personalità, mi ha permesso di conoscere meglio un mondo che mi era lontano, donandomi la chiave di accesso a storie e vite, fino a quel momento collocate in strade quasi completamente sconoscute.

Uno dei miei saggi preferiti del libro è il sesto, intitolato I medici fuori da Firenze, saggio in cui, in modo molto rapido, si raccontano le storie dei pontefici Leone X e Clemente VII oltre che del duca d’Urbino, Lorenzo de Medici, da non confondere con Lorenzo il Magnifico.

Altro saggio che ho apprezzato in modo particolare è il nono, intitolato Caterina dei Medici, la regina Nera, saggio in cui, senza troppi giri di parole, si parla della regina di Francia Caterina de Medici, consorte del re di Francia Enrico II di Valois.

Questi due saggi sono quelli che meglio racchiudono e definiscono il potere temporale della famiglia de Medici, una famiglia così potente da riuscire a partecipare al gioco del trono papale, insediando per ben due volte un membro della propria famiglia al soglio pontificio, e ancora, una famiglia così ricca e potente, da riuscire ad insediarsi, al fianco, e secondo alcuni, riuscendo a controllare, il re di Francia. Caterina non è però stata solo la regina di Francia, ma anche la regina reggente di Francia, per ben due volte, la prima, alla morte di Enrico II, tra il 1560 ed il 1563, per conto del figlio primogenito Carlo IX di Francia e la seconda, nel 1574, alla morte del figlio Carlo, per conto del secondogenito Francesco II di Francia.

Durante la propria presenza alla corte di Francia, Caterina de Medici, fu una donna estremamente presente nella vita politica, sia in veste di regina, che di regina madre, oltre che ovviamente di regina reggente. Ben note sono infatti le rivalità tra Caterina de Medici e Maria Stuart, regina di Scozia e regina consorte di Francia in quanto moglie di Francesco II di Francia.

Il saggio su Caterina de Medici, ci mostra quel mondo controverso e complicato delle relazioni politiche e internazionali del XVI secolo, attraverso la vita di una donna decisamente fuori dal comune che, per un lungo periodo della propria vita, si ritrovo al centro dell’universo politico europeo.

Il saggio sui Medici

Il saggio I medici, di Claudia Tripodi, è nell’insieme, un libro di ampio respiro, in grado di fornire al lettore un infarinatura generale sulla storia politica ed economica dell’Europa moderna, attraverso il racconto delle vite di uomini e donne che, chi più, chi meno, sono stati determinanti nella costruzione di un concetto europeo.

Come già detto altre volte, il saggio ha una struttura verticale, che lo rende particolarmente adatto ad una lettura occasionale o non necessariamente consequenziale. I saggi che compongono l’opera possono essere letti in modo isolato o in ordine sparso, ed è proprio in quest’ultimo medo che ho affrontato la seconda lettura del testo, preferendo soffermarmi su quei saggi che reputavo più interessanti, per quello che era il mio gusto personale e i miei interessi. In soldoni, durante la seconda lettura, ho preferito dare maggiore spazio a saggi che mi incuriosivano e interessavano maggiormente, ovvero saggi su quei personaggi di cui avevo letto e sapevo poco o nulla, e sui quali avevo difficoltà a reperire informazioni.

I Medici, una lettura utile e consapevole

Sfogliando le pagine del libro si noterà immediatamente un enorme varietà di fonti consultate dall’autrice per la realizzazione di quest’opera, i cui contenuti sono tanti quanti i protagonisti della dinastia de medici, e per chi vuole addentrarsi nello studio della famiglia de Medici, o più semplicemente vuole conoscere meglio uno dei suoi protagonisti, questo libro si presenta come uno strumento estremamente utile per due motivi.

Il primo motivo è che questo libro fornisce una porta d’accesso a quelle biografie, attraverso dei saggi monografici, brevi, semplici e di ampio respiro, il saggio su Caterina de Medici, per citarne uno, è un ottimo strumento per acquisire informazioni di base sulla regina di Francia, da cui partire per un lavoro di analisi e ricerca, magari più ampio, inoltre, qualora si fosse intenzionati ad approfondire la figura di Caterina, il saggio, come ogni buon saggio, permette di accedere ad un ampia bibliografia, che, nel caso del saggio su Caterina, si configura come un indice di testi, articoli e documenti, riguardanti questa donna, letture che chiunque può prendere in mano al fine di conoscere meglio e più da vicino la figura di Caterina de Medici.

Qualche parola sull’autrice de I Medici, Claudia Tripodi

Archivista e storica di professione, Claudia Tripodi ha studiato presso l’accademia Paleografica e Università di Firenze, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia Medievale nel 2009, per poi spostare la propria attività di ricerca sulla storia delle famiglie e la mobilità sociale tra Medioevo e Rinascimento, ed è proprio in questo campo che si colloca, perfettamente, il saggio I Medici, un saggio che, come detto più volte in questa guida, è una storia di famiglia, la famiglia de Medici, ma anche una storia politica ed economica europea a cavallo tra medioevo ed età moderna.

Claudia tripodi è attualmente collaboratrice archivista presso l’Archivio di Stato di Firenze, per conto dell’Università Neubauer di Chicago, oltre che redattrice per la rivista “Archivio storico Italiano”.

La maggior parte delle pubblicazioni della dottoressa Tripodi sono di carattere tecnico, in particolare review realizzate per conto di alcune riviste di settore.

Nonostante ciò, è anche autrice di diversi saggi, ultimo dei quali, I Medici, ascesa e potere di una grande dinastia, un saggio che segue lo stile narrativo e strutturale dei precedenti saggi, su Vespucci, edito da Viella Editore e pubblicato nel 2018 con il titolo Prima di Amerigo. I Vespucci da Peretola a Firenze e, prima ancora, del saggio sulla famiglia Spini del 2013, intitolato Gli Spini tra XIV e XV secolo. Il declino di un antico casato fiorentino ed edito da Olschki nella collana Biblioteca storica toscana.

I saggi di Claudia Tripodi sono accomunati, oltre che da un forte carattere divulgativo, che vuole raccontare, in modo chiaro, semplice e diretto, un ampio e complesso percorso di ricerca molto puntuale e specifico. Il saggio sui Medici sintetizza, tra le proprie pagine, anni di studio e ricerca compiuti dall’autrice, sulla nobiltà fiorentina e la società europea tra medioevo e rinascimento.

Conclusioni

Il libro I Medici, ascesa e potere di una grande famiglia di Claudia Tripodi è una raccolta di brevi saggi biografici, realizzati dall’autrice ed aventi come protagonisti, la famiglia de Medici, di cui ci vengono raccontate storie, vite, intrighi, ma anche ambizioni, ostacoli, difficoltà e successi. Il tutto è scritto in modo semplice e chiaro, con uno stile molto lineare e conciso, senza troppi fronzoli e senza dare troppo spazio a concetti e informazioni irrilevanti.

questo libro di Claudia Tripodi si concentra su quelli che sono i momenti più importanti delle vite raccontate, e, se c’è un difetto che è possibile incontrare in questo saggio, forse è proprio la puntualità con cui sono narrate le vicende.

Il saggio ha un carattere divulgativo molto spinto ed acceso, tuttavia, senza una preliminare conoscenza (molto superficiale) delle dinamiche sociali degli ultimi anni del basso medioevo e del rinascimento, alcuni passaggi potrebbero risultare complicati da comprendere e potrebbero richiedere una seconda lettura. Nonostante ciò, il libro non presenta ostacoli insuperabili, le conoscenze e competenze preliminari richieste per poter leggere il libro in modo completo, sono davvero pochissime, e, chiunque sia interessato a leggere un saggio biografico sulla famiglia de Medici, quasi per definizione, dispone già delle conoscenze preliminari richieste.

La struttura verticale del libro, diviso in capitoli monografici riservati ai singoli protagonisti della dinastia medicea, rende il saggio estremamente dinamico, e può essere letto, in vari modi e dimensioni, io stesso, la prima volta che ho letto il libro l’ho letto in un modo “classico” ovvero seguendo l’ordine naturale dei capitoli, mentre, la seconda volta che l’ho letto, mi sono mosso tra i capitoli in ordine sparso, leggendo ad esempio il saggio su Caterina de Medici parallelamente al saggio su Cosimo il Vecchio, ho voluto leggere parallelamente quei due saggi perché da un certo punto di vista, parallele sono le figure di Caterina e Cosimo, entrambi infatti portano la famiglia de Medici su un più alto piano sociale, il primo, Cosimo, introducendo la famiglia all’aristocrazia Italica, la seconda, portando l’aristocratica famiglia italica sul piano delle teste coronate che in quel momento governavano l’Europa, insediandosi sul trono di Francia e dando i natali all’erede di casa Valois.

In definitiva, il libro I Medici di Claudia Tripodi un libro che consiglio a chiunque, sia a chi è incuriosito dalla storia della famiglia de Medici e vuole iniziare un percorso di studio e letture, sia a chi è già addentrato nel mondo della letteratura storiografica e vuole andare ad approfondire determinati aspetti della società europea, in particolare la mobilità sociale tra medioevo e rinascimento, che, in questo libro, la fa da padrona.

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I Lobgobardi, di Elena Percivaldi.
Il Formaggio e i Vermi, di Carlo Ginzburg.
La Fine della cultura di Erich Hobsbaem
Wonderland, di Alberto Mario Banti.

Il formaggio e i Vermi di Carlo Ginzburg | Recensione

Recensione e guida alla lettura del saggio “il formaggio e i vermi” di Carl Ginzburg, capolavoro dello storico italiano che ha reinventato la microstoria.

E se la terra fosse in realtà un enorme forma di formaggio, se la vita animale non fosse altro che vermi schiusi nutrendosi dei succhi del formaggio, come accade sul Casu Marzu e se tutti i vegetali del pianeta non fossero altro che muffa, come nel più pregiato formaggio gorgonzola e se in fine le cavità della terra non fossero altro che bolle d’aria come quelle presenti nel groviera svizzero?

Queste osservazioni possono far sorridere, ma nel 500 c’era ben poco da sorridere e l’inquisizione era pronta ad intervenire, soprattutto se qualcuno, sostenendo un parallelismo tra la vita sulla terra ed i vermi del formaggio, avesse involontariamente negato l’esistenza di Dio passando per eretico. E se proprio vogliamo dirla tutta, qualcuno lo fece davvero, qualcuno nel cinquecento sostenne realmente, razionalmente e in maniera consapevole, un possibile parallelismo tra una forma di formaggio e la vita sulla terra, ma questo qualcuno non era un filosofo, un fisico, uno studioso, questa teoria non venne da uomini come Newton o Galilei, ma da un umile mugnaio friulano che la storia ricorda con il nome di Menocchio.

Menocchio era un mugnaio friulano, nato Domenico Scandella dalle parti di Montereale Valcellina, presumibilmente nel 1532, e passò la sua vita a fare il formaggio e sfuggire al tribunale dell’inquisizione che voleva condannarlo per eresia e che alla fine, intorno al 1600 lo mise a morte condannandolo al rogo per le sue stravaganti teorie eretiche secondo cui, la vita sulla terra non sarebbe stata opera di Dio, ma proprio come accade al formaggio con i vermi, sarebbe nata in maniera spontanea.

Nel grande pentolone della storia dei grandi eventi, tra i grandi uomini, generali, principi e imperatori, vescovi, cardinali e papi, non c’è posto per un uomo come Menocchio ma il suo ricordo è sopravvissuto per secoli e in un modo o nell’altro, il suo nome sarebbe diventato un tassello importantissimo per definire il fenomeno inquisitorio nel cinquecento.

Tra i primi che ricostruì e raccontò la storia di Menocchio, va certamente annoverato Carlo Ghinzburg, storico italiano di fama mondiale che, durante gli anni settanta, si mise al lavoro sul curioso caso di Domenico Scandella, e del suo scontro con l’inquisizione, dando vita ad un opera di straordinaria bellezza quale il saggio storico “il formaggio e i vermi”.

Al di la del racconto quasi aneddotico e biografico della vita di Menocchio e delle vicende che lo avrebbero portato alla morte, Carlo Ghinzburg ricostruisce in maniera estremamente precisa e particolare la questione dell’inquisizione in italia agli inizi dell’età moderna. Il Formaggio e i vermi è un saggio di “microstoria” che non si limita però all’analisi del singolo caso particolare, ma al contrario, proprio partendo da questo caso particolare, e diversamente dal classico modo di fare storiografia, in cui si tende a partire dal generale scendendo sempre più nel particolare, qui accade l’esatto contrario, si parte dal particolare, si parte da Menocchio, si parte da Montereale Valcellina, si parte dall’inquisizione friulana, per poi andare a sviscerare l’intera struttura inquisitoria italiana tra sedicesimo e diciassettesimo secolo.

Con il suo saggio Ghinzburg ha ribaltato il modello storiografico, sottolineando l’importanza e della “storia dal basso”, della microstoria, dedicando proprio alla definizione di questo modello storiografico un importante fetta della prefazione e va detto che il modello analitico proposto da Ghinzburg negli anni settanta avrebbe avuto molta fortuna, soprattutto negli Stati Uniti e nel mondo divulgativo. Altro elemento caratterizzante e distintivo di questo testo di Ghinzburg è la sua capacità di analizzare e comparare il rapporto reale, esistente e troppo spesso dimenticato tra la cultura ufficiale, la cultura delle classi dominanti, e cultura popolare.

Il caso di Menocchio è stato dimenticato, è stato ignorato per secoli dalla cultura ufficiale, Menocchio era solo un mugnaio, la sua storia era una storia comune, una storia banale, una storia che non valeva la pena ricordare, almeno per le classi dominanti, ma a livello popolare il suo ricordo divenne leggenda e sopravvisse negli anni, nei racconti e nei ricordi fiabeschi di un passato ormai dimenticato.

Questo testo di Ghinzburg ha un triplice valore, perché si impone su tre diversi piani, con tre diverse chiavi interpretative che riguardano il mondo storico e storiografico ed è per queste ragioni che ho deciso di consigliarlo.

Il testo è anzitutto un saggio storico molto complesso, che affronta tematiche importanti, ma è anche un buon manuale di tecnica storiografica, oltre che un saggio critico ed un ottima fonte aneddotica, ma andiamo con ordine.

Dal punto di vista puramente divulgativo, la storia di Menocchio, le sue teorie ed il suo scontro con la chiesa e l’inquisizione è sicuramente, dal punto di vista narrativo, molto avvincente e interessante, ci viene raccontata la storia di un uomo comune catapultato in situazioni più grandi di lui, chiamato a rispondere di accuse che non riesce a comprendere, chiamato a giustificarsi per un semplice pensiero genuino e “ignorante” che, agli occhi di chi aveva la pretesa di custodire la sola verità valida, era un qualcosa di abominevole e ripugnante, i pensieri, le idee, le osservazioni di Menocchio erano eretiche, anche se Menocchio non si reputava un eretico, era semplicemente un uomo pieno di dubbi con troppe domande a cui il suo tempo non era ancora in grado di rispondere. Del resto, le sue teorie avrebbero preceduto di diversi secoli teorie, ipotesi analoghe, formulate da uomini di scienza e non da mugnai, in un epoca e in un clima molto più positivo e tollerante nei confronti dell’innovazione.

Dal punto di vista critico e analitico, come abbiamo già osservato, soprattutto nella prefazione, Ghinzburg definisce un nuovo modello analitico, stabilisce nuovi canoni di ricerca, nuove linee di costruzione per le opere storiografiche, ribalta la storia portando gli uomini comuni nella storia, screditando in qualche modo l’idea che le masse popolari fecero la propria irruzione nella storia soltanto nell’ottocento, Menocchio è testimone di ben altra storia, Menocchio è un uomo del popolo ed è al centro di una vicenda storica realtà, completa, valida, Menocchio rappresenta la quotidianità del proprio tempo ed è attraverso quella quotidianità che Ghinzburg riesce a ricostruire magistralmente la società friulana del cinquecento e le dinamiche dell’inquisizione. Inoltre, il fatto che il testo ribalti quello che, fino a quel momento era il canonico ordine stilistico dei testi storiografici, passando quindi dal particolare al generale invece che dal generale al particolare, come si era soliti fare all’epoca (e ancora oggi) è estremamente importante perché avrebbe spianato la strada ad un nuovo modello globale di pubblicazione storica, inaugurando in un certo senso la letteratura storiografica “divulgativa”.

Il testo “il formaggio e i vermi” edito da Einaudi per la prima volta nel 1976 è a tutti gli effetti un testo divulgativo, diventa letteratura scientifica, letteratura tecnica grazie alla sua lunga prefazione, ma se si ignora la prefazione, ciò che ci troviamo sotto gli occhi è un testo relativamente semplice, scritto in maniera estremamente elegante da un autore brillante che ci racconta la vita di un mugnaio friulano e attraverso ad essa ci racconta la società in cui quel mugnaio viveva e le difficoltà che un uomo come lui era chiamato ad affrontare, dal formaggio che va a male perché fa i vermi o ammuffisce, alle pesanti accuse di eresia dinanzi al tribunale dell’inquisizione.

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