I Giochi Militari di Wuhan, l’origine della Pandemia?

Giochi Militari Mondiali di ottobre a Wuhan, possibile punto d’origine della pandemia di coronavirus, ecco la teoria

“che scandalo, la cina ad ottobre ha ospitato i giochi militari tenendo nascosto al mondo che lì c’era il coronavirus”

Virus di cui, in quel momento, neanche la Cina sapeva, visto che è stato identificato a dicembre e che in realtà potrebbe essere entrato in Cina proprio con quei giochi, ipotesi che non è da escludere visto che, ancora oggi, non sappiamo quando sia avvenuto il primo contagio in paesi come gli USA. MA andiamo con ordine.

Cosa dicono i Giornali

Intorno al 7 maggio 2020 sono apparsi in rete, diversi articoli, pubblicati da diversi quotidiani di rilevanza nazionale, in cui si parlava un ipotesi ancora molto acerba, e priva di prove, secondo la quale, già ad ottobre il governo Cinese sapesse del Coronavirus, e, nonostante questa consapevolezza, abbia tenuto comunque a Wuhan la settima edizione dei giochi mondiali militari, tra il 18 ed il 27 ottobre 2019. Si tratta di una sorta di olimpiadi militari, costituite da 28 discipline, inaugurate nel 1995.

Secondo questa teoria, gli oltre 10.000 atleti militari provenienti da tutto il mondo, sarebbero stati esposti al virus e infettati e, a riprova di ciò, le testimonianze di diversi atleti militari e riservisti che hanno partecipato ai giochi che, qualche settimana più tardi, avrebbero denunciato febbre altissima e difficoltà respiratorie, due dei sintomi più noti dell’infezione da coronavirus. Se si prende per vera questa teoria, sarebbero stati proprio i militari di ritorno dalla cina, a fine ottobre/inizio novembre, a diffondere il virus in tutto il mondo.

Questo primo dato trova conferma nello storico delle infezioni identificate fino ad oggi, che vedrebbero proprio a Novembre, i primi casi in europa.

Il principale effetto collaterale di questa teoria è che, nelle ultime settimane, numerosi atleti che hanno partecipato ai giochi sono stati oggetto di minacce di morte, e tra i tanti esempi, spicca particolarmente il caso dell’alteta statunitense Maatje Benassai.

Alcuni degli articoli che hanno riportato questa teoria, sono stati molto cauti, come nel caso dell’articolo pubblicato il 7 Maggio sul sito del Corriere e intitolato “I Giochi Militari di Wuhan a ottobre e il coronavirus: ora il sospetto per tutti quegli atleti malati” in cui Marco Bonarrigo si è limitano a riportare alcune informazioni sulle olimpiadi e l’ipotesi che queste potrebbero essere il punto d’origine dell’epidemia. Altri articoli invece, come quello apparso su Libero Quotidiano, rigorosamente in forma anonima e intitolato “Coronavirus, il primo focolaio ai Giochi Militari di Wuhan? Dalla Svezia le prime conferme“, non lascia troppo spazio a interpretazioni, e mentre il Corriere e Repubblica parlano di ipotesi non ancora comprovate, Libero già emette sentenze, lasciandosi andare ad una vera e propria teorie cospirativa secondo cui, la Cina, era a conoscenza del virus e dei suoi rischi, e nonostante ciò lo avrebbe tenuto nascosto al resto del mondo, permettendo lo svolgimento dei giochi.

Altri giornali on-line e blog vanno però addirittura oltre, arrivando ad ipotizzare che la Cina non solo sapesse, ma avrebbe utilizzato volontariamente i giochi militari per diffondere il virus nel mondo, secondo altre teorie,di segno opposto, i giochi militari avrebbero un ruolo importante nella diffusione del virus, non solo nel mondo, ma anche in Cina, perché sarebbe proprio quello il momento in cui il virus potrebbe essere entrato nella provincia di Hubei, in Cina.

La mia speculazione

Fingiamo allora che la più diffusa di queste teorie sia vera, e che la Cina effettivamente sapesse già tutto ad ottobre e che abbia volutamente tenuto nascosta la scoperta del virus, esponendo gli atleti militari al rischio. Questa teoria potrebbe essere facilmente avallata dal fatto che molti degli atleti che hanno partecipato ai giochi, hanno recentemente dichiarato di aver avuto alcuni dei sintomi dell’infezione da covid alcune settimane dopo il loro ritorno dalla Cina. Va però anche detto che molti di loro si sono rifiutati di fare dei test e tamponi per scoprire se effettivamente erano stati esposti.

C’è però qualcosa che non mi torna in tutto questo.

Se infatti la premessa è che i medici cinesi hanno tenuto tutto nascosto, quando ai primi di Novembre gli atleti che erano stati in Cina per i giochi e che ormai erano tornati da tempo ai propri paesi, hanno segnalato difficoltà respiratorie e febbre alta ai propri medici, come mai i loro medici nei propri paesi non hanno individuato il virus? erano anche loro sotto il controllo del governo cinese, o semplicemente sono stati poco attenti?

Voglio dire, perché a quegli atleti che fino a pochi giorni prima in perfetta forma, e che improvvisamente denunciavano febbre altissima e difficoltà respiratorie, non sono state fatte visite un po’ più accurate?

Va detta anche un altra cosa, durante i giochi quegli atleti sono stati sottoposti a diversi test ed esami, per verificare sia le loro condizioni di salute che la presenza di eventuali sostanze dopanti nel sangue, quei test, anche se non mirati ad identificare la presenza del virus, in teoria avrebbero dovuto rilevare la presenza nel sangue di un virus sconosciuto nell’organismo. Quegli esami rilevano persino la presenza dei farmaci che io prendo per tenere sotto controllo i trigliceridi. Ma assecondiamo ancora la teoria dell’occultamento, e fingiamo che chi ha eseguito i test in Cina abbia volutamente nascosto questa informazione.

La mia domanda non cambia, quando gli atleti hanno manifestato i sintomi, ormai lontani dalla Cina, perché non ci sono state analisi del sangue per individuare le cause di quei sintomi anomali per degli atleti militari?

L’ipotesi

La cosa più plausibile che almeno a me viene da pensare è che quei test non sono stati fatti, molto probabilmente perché i sintomi sono stati erroneamente associati a sintomi influenzali e molto probabilmente gli atleti sono stati curati come se avessero una comune influenza.

Se fosse andata andata realmente così, e credo sia andata effettivamente così, i medici, in tutto il mondo, hanno agito in modo superficiale. Una superficialità certamente dettata dall’ignoranza del virus, e della quale non è assolutamente possibile fare loro una colpa, perché con il senno del poi siamo tutti bravi ad identificare gli errori, ma le cose non vanno giudicate con il senno del poi e quella superficialità è un qualcosa che, a mio avviso, i nostri medici hanno avuto in comune con i propri colleghi cinesi. Hanno agito tutti ignorando l’esistenza di un virus, di cui non se ne conosceva l’esistenza, un virus che è stato identificato per la prima volta a dicembre 2020, quasi due mesi dopo lo svolgimento dei giochi.

Conclusioni

Quello che ci dice questa storia, non è che la Cina ha nascosto qualcosa, quello che ci dice è che dalla Cina agli USA, passando anche per l’Europa, Italia compresa, prima che il virus venisse identificato, nel dicembre 2020, i medici di tutto il mondo si sono comportati con gli infetti come se si trovassero di fronte ad una comune influenza fuori stagione, perché per loro era una comune influenza fuori stagione, e non avevano alcun motivo, ne prova, per pensare potesse essere qualcosa di diverso e più pericoloso. Nessuno ha fa fatto esami del sangue per identificare le cause delle difficoltà respiratorie, perché fino a qualche mese fa, nessun medico avrebbe fatto delle analisi del sangue, per confermare quella che ai suoi occhi era una comune influenza.

Questa storia però ci dice anche altro, ci dice che il primo paese ad aver provato ad andare oltre le apparenze e ad aver provato ad approfondire e identificare le cause di quella strana e anomala influenza, è stata propri la Cina. Quella stessa Cina che, articoli estremamente faziosi e politicamente scorretti, stanno cercando di denigrare, per un mero interesse politico, nel tentativo di scaricare sulla Cina quella che in realtà è una “responsabilità” che accomuna l’intera comunità internazionale, che forse è stata poco attenta, ma è un giudizio questo, che possiamo dare solo con il senno del poi.

La verità è che quando il problema si è manifestato nessuno ci ha fatto realmente caso, e non perché qualcuno avesse interesse nel nasconderlo, ma semplicemente perché non lo abbiamo notato, perché per notarlo era necessario fare un po più di quello che siamo abituati a fare, era necessaria un attenzione superiore a quella ordinaria.

La Cina ha certamente commesso degli errori di valutazione, soprattutto nelle prime fasi dell’epidemia, in particolare quando non sapeva ancora bene con cosa avesse a che fare, e quegli stessi errori sono stati commessi anche fuori dalla Cina, e ben oltre le prime fasi, quando il problema era ormai noto e all’attenzione di tutti, e questo forse rende quegli errori più gravi. Perché la Cina in un certo senso può essere giustificata per non essere intervenuta in tempo, altri paesi, che anche dopo la proclamazione della pandemia, hanno deciso di non fare nulla, non sono perdonabili.

Forse se qualcuno all’inizio di tutto avesse fatto più attenzione alle condizioni di salute di quegli atleti rientrati malati dalla Cina, l’epidemia globale sarebbe stata contenuta, non sarebbe diventata una pandemia, e grazie anche alla complicità dell’inverno, ci avrebbe risparmiato diverse decine di migliaia di morti. Inoltre avremmo identificato il virus molto prima e magari non sarebbe cambiato molto, ma credo che iniziare le ricerche per trovare una cura o un vaccino con quattro mesi d’anticipo, forse, qualche differenza l’avrebbe fatta e certamente ci avrebbe donato un estate più tranquilla e serena.

Ma il dado è tratto, gli errori sono stati commessi, ovunque e da chiunque, le vittime ci sono state e continuano ad esserci, e purtroppo non è possibile tornare in dietro. Ciò che però possiamo fare è cercare di ricostruire tutti i passaggi di questa pandemia, fin dal paziente 0, così da imparare, per il futuro, a non ripetere nuovamente gli stessi errori.

Tra i tanti insegnamenti che questa crisi globale ci lascia, forse uno spicca su tutti gli altri. In futuro dovremmo stare più attenti, e magari, cercare di approfondire e identificare le cause reali di un problema, anche quando non sembra troppo grave, e non limitarci a superficiali diagnosi errate. Del resto, un antico proverbio recita “prevenire è meglio che curare” e nel caso del Coronavirus con il senno del poi, avremmo potuto prevenire la pandemia, ma non siamo stati abbastanza attenti e cauti.

Curdi traditi dagli USA?

Per anni, gli Stati Uniti sono stati accusati di trovarsi abusivamente in curdistan (turchia, siria, iraq, iran) e ora che vanno via, vengono criticati per essere andati via …

Curdi traditi dall’occidente, Curdi abbandonati dagli USA, gli USA si ritirano lasciando campo libero alla Turchia, ecc ecc ecc.

Questi sono, a grandi linee i titoli dei giornali nazionali e internazionali, sulla vicenda curda, la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi e la conseguente avanzata turca di occupazione di quei territori.

Oggi, intorno alla metà di ottobre del 2019 il mondo intero guarda con rabbia e punta il dito contro gli Stati Uniti, contro il presidente Trump, per aver abbandonato il popolo curdo, popolo che, durante la guerra all’ISIS è stato determinante nel conseguimento di alcuni importanti vittorie contro lo stato islamico.

Oggi la situazione è questa, i curdi vengono raccontati in questo modo, come un popolo senza stato. che è stato sfruttato durante la guerra e poi è stato abbandonato al proprio destino, gettato via come uno straccio vecchio che non serve più, dagli stati uniti.

Se però facciamo un salto in dietro nel tempo, di uno, due, tre, cinque anni, la narrazione cambia, pur non cambiando di una virgola.

La regione del Kurdistan

Per anni, durante la propria presenza nel vicino oriente, in quell’angolo di mondo diviso principalmente tra Siria, Turchia, Iraq e Iran, in cui dimora, separato da confini politici, il popolo curdo, gli Stati Uniti, sono stati accusati, rispettivamente da Siria, Turchia, Iran e Russia, di trovarsi lì’ illegalmente, di aver occupato in maniera illegittima il territorio siriano o turco.

Accuse abbastanza ridicole se lanciate dalla Russia che contemporaneamente portava avanti l'occupazione della Crimea, sottraendola con la forza all'Ucraina ed annettendola ai territori russi, dico ai territori e non allo stato perché se da un lato la Russia rivendica l'appartenenza della Crimea alla Russia, dall'altro, le persone che vivono in crimea, non godono di alcun diritto politico e civile, ma questa è un altra storia.

Per anni, gli Stati Uniti sono stati accusati, pubblicamente, sia dai leader delle singole nazioni, che dai loro rappresenanti alle Nazioni Unite, di trovarsi abusivamente nel vicino oriente, di torvarsi abusivamente in Siria e turchia e di interferire in operazioni che riguardavano esclusivamente Turchia e Siria, competenza poi estesa alla russia perché alleata della Siria e la cui presenza era legittimata dalle richieste del “legittimo” leader Siriano.

La cui legittimità è più quella di un principe ereditario che di un leader democraticamente eletto in una repubblica, ma anche questa è un altra storia.

Coem dicevo, per anni, è stato richiesto agli USA, dal mondo intero, e dal diritto internazionale, di ritirarsi dal “kurdistan”, ed ora che lo hanno fatto vengono, gli USA vengono accusati di aver abbandonato i curdi.

Insomma, che gli USA fossero rimasti o fossero andati via, sarebbero stati accusati di qualcosa.

Se ne evince che, il presidente Trump, ha fatto una scelta politica, ha messo sulla bilancia le due opzioni ed ha scelto quella più conveniente per il proprio paese, ed è questo, secondo me, il punto davvero interessante dell’intera vicenda, proverò quindi a fare la stessa cosa, e comparare le due opzioni, nel tentativo di capire perché gli USA hanno preferito ritirarsi, piuttosto che rimanere lì, garantire coperture al kurdistan e assicurarsi la fedeltà di un potenziale nuovo stato, in un area del mondo particolarmente problematica e interessante.

Per rispondere a questa domanda, bisogna ampliare lo sguardo, e guardare all’intero asset geopolitico degli USA in questo dato momento storico, e facendolo osserviamo che, la presenza gli USA nel mondo è fortemente ridimensionata rispetto a qualche anno fa.

Sul piano economico gli USA non sono poiù i padroni assoluti del mondo, e devono fare i conti con la concorrenziale economia dell’Unione Europea e l’ancora più pesante e competitiva economia Cinese.

Sul piano militare i suoi “nemici” storici, sembrano essersi rifugiati tutti sotto l’ombrello della Russia che a colpi di veto nel consiglio di sicurezza dell’ONU sta garantendo protezione a chiunque provi ad opporsi agli Stati Uniti, radunando attorno a se, una serie di stati, caratterizzati da una visione del mondo, fortemente anti americana, e tendenzialmente autoritaria, per non dire totalitaria (vedi la Corea del nord, Iran, Turchia, Siria e le new entry Venezuela e Brasile).

L’attuale asset internazionale delinea una politica estera statunitense, fondamentalmente in declino, e dall’altra parte un imperialismo russo sempre più incisivo ed espansivo.

Stiamo entrando in una nuova fase storica, in cui Mosca ha iniziato ad allungare i propri tentacoli sul mondo intero, e temo che questa nuova fase, sarà molto più violenta e controversa di quella che ci stiamo lasciando alle spalle in cui i tentacoli sul mondo partivano da Washington.

Il minor peso internazionale degli USA è facilmente individuabile attraverso le sue decisioni in poplitica estera, tra ritiri forzati e imposizione di dazi doganali, ed è ancora più concreta se ci spostiamo nel luogo in cui risiede il diritto internazionale, l’ONU.

Se ci pensate, è molto curioso che, poche settimane dopo la decisione dell’ONU di “condannare” la politica estera statunitense e le sue interferenze nella politica interna del Venezuela (che ricordiamo essere un alleato della Russia), gli stati uniti abbiano deciso di ritirarsi dal kurdistan, che ricordiamo, non esistere come stato e che si tratta di una regione condivisa tra Siria, Turchia Iraq e Iran, ed è curioso osservare come Tre di questi stati, siano alleati della Russia e dichiaratamente anti americani.

Personalmente credo che le due vicende siano strettamente collegate, e questo mi preoccupa non poco, perché se la mia ipotesi dovesse risultare esatta, se gli USA si stanno ritirando dal kurdistan per le pressioni di Mosca e dei suoi alleati in seno all’ONU, allora saremmo di fronte ad un grande problema, perché ciò significherebbe che ormai siamo prossimi al declino dell’ONU, che, ormai, è sempre più spesso abusato dalla Russia (e degli USA), molto più che durante la guerra fredda.

Personalmente dubito che assisteremo a breve allo scioglimento dell’organizzazione, temo invece che non assisteremo ad una sua riorganizzazione in senso democratico e al contrario, vedremo sempre più spesso l’ONU con le mani legate di fronte alle violazioni e agli abusi compiute da alcuni popoli e nazioni.

Concludendo, il problema degli USA è che dovevano scegliere se essere criticati per aver fatto la cosa “giusta”, ma non del tutto legittima, ovvero rimanere al fianco dei Curdi e riconoscere la loro esistenza come stato, oppure fare la cosa “sbagliata” ma muoversi nella legittimità del diritto internazionale.
Personalmente avrei preferito che gli USA rimanessero al fianco dei Curdi, perché ritengo che la loro presenza lì era “illegittima” semplicemente perché la Russia abusando di uno strumento obsoleto, nelle mani dei vincitori della seconda guerra mondiale, in seno all’onu, ovvero il diritto di veto.

La Lega contro un libro “anti-Salvini” utilizzato dall’Università di Bologna

Ho una domanda apparentemente politica, ma legata al mondo universitario.

Secondo voi fino a che punto le università sono e devono essere luoghi in cui la politica non dovrebbe entrare (che poi ci entra da sempre anche a livello di nomine, concorsi e via discorrendo, ma non voglio fare polemica) ?

Questa domanda sorge da due avvenimenti recenti, uno all’università di Bologna ed uno all’università di Pisa.

Nell’ordine, nel programma di un corso all’università di Bologna, è stato inserito un libro che “critica” in un certo senso la Lega di Salvini, e per questo, il consiglio regionale e lo stesso partito nazionale (lega) hanno richiesto la rimozione di quel testo dal programma, considerandolo un attacco politico ed una forma di propaganda anti Salvini, ribadendo che, le università non devono essere luoghi di propaganda politica (affermazione con cui sono assolutamente d’accordo).

Fonte :

https://www.tpi.it/2019/04/16/lega-vieta-libro-universita-bologna/?fbclid=IwAR3cEt88oRxfBpkSfQMtfWwkX3JVBbjVsVqV2VQ1wGJSYk-IfGRKCaxas_g

Alla luce di queste osservazioni però, è importante citare anche l’altro episodio, quello legato all’università di Pisa, dove, non molto tempo fa è stato approvato il finanziamento di un intervento del vicepremier Matteo Salvini, in vista delle elezioni europee, all’interno della stessa università.Un intervento dunque politico, visto che Salvini è, non solo un ministro e parlamentare, ma anche il leader di un partito nazionale.

Vista la poca distanza tra il suo intervento e le elezioni europee, mi chiedo, perché, in quel caso, la regola del “le università non devono essere luoghi di propaganda politica” non è valsa, e anzi, è stata proprio la Lega a fare, dichiaratamente, propaganda? (tra l’altro, a spese degli studenti, ma ripeto, non voglio fare polemica).

https://www.nextquotidiano.it/universita-pisa-salvini-finanziamento-comizi/

A mio personale avviso, un libro in un programma, è solo un tassello, di un puzzle più grande, e lo spirito critico che aleggia sul mondo accademico, mi induce a pensare che quel libro è in quel programma, in parte anche per ragioni politiche, ma anche, e soprattutto, perché ha un senso nel programma generale del corso.

Trovo altresì estremamente incoerente che la richiesta di rimozione del libro arrivi da un partito che a non poca distanza da questo episodio ha organizzato un proprio comizio all’interno di una università pubblica.


Sembra che, il motivo per cui il libro è stato considerato “politicamente scorretto” dalla lega, è che in un paragrafo viene definita un partito “che ha assunto i tratti di una formazione di estrema destra, con tratti razzisti, xenofobi, politicamente e socialmente violenti”.

C’è una profonda differenza tra critica e propaganda, il libro in questione non l’ho letto, e suppongo non lo abbia fatto neanche chi ha proposto la sua rimozione, ipotizzo invece che il docente che lo ha selezionato lo abbia letto, e che abbia deciso di inserirlo nel programma del proprio corso, in virtù dello spirito critico che aleggia sul mondo accademico.

Ciò che penso, non che sia rilevante, e probabilmente non importa a nessuno, è che la richiesta di rimozione di questo libro sia un semplice (ed allarmante) tentativo di censura del mondo accademico e della libertà di pensiero e di espressione rivendicati dal docente, che purtroppo, non so per quanto ancora rimarrà docente.Sembra quasi che sia diventato “vietato” criticare determinate formazioni politiche, ma sono sicuro che non sia così, sono invece sicuro che la stessa richiesta di rimozione del libro, sarebbe è stata mossa al professor Savona, oggi Ministro, quando non molto tempo fa, nei propri corsi universitari, in altri atenei, inseriva testi critici nei confronti del governo monti e dell’europa.

Se questo libro che critica la Lega, è considerato politicamente scorretto e non può essere utilizzato, cosa ci impedisce di utilizzare lo stesso parametro per rimuovere qualsiasi altro libro, a questo punto, parlo da “storico”, cosa ci impedisce di reputare “politicamente scorretto” un libro critico sul fascismo, magari un libro sui crimini di guerra degli italiani durante il secondo conflitto mondiale o sulle brigate rosse?

Lascio a voi le risposte, perché, come ho già detto, non voglio fare polemica.

Adrian di Celentano, criticato da chi neanche ha visto l’anteprima.

Stavo leggendo alcune delle critiche mosse al primo episodio della serie “Adrian” e anche se non l’ho ancora visto (ieri ho visto solo l’anteprima), sono davvero tentato di pubblicare anche io una mia recensione, tanto… da quello che sto leggendo chi lo ha recensito su testate nazionali non lo ha visto e chi lo ha visto o comunque ha assistito all’anteprima, evidentemente non l’ha capita.

Io lo ammetto, ho visto solo l’anteprima e tutto ciò che si sta scrivendo in queste ore a proposito di Adrian era stato scritto, detto e predetto nella stessa anteprima, e questo non è accaduto perché Celentano conosce il futuro attraverso viaggi nel tempo o possiede una sfera di cristallo, semplicemente conosce la stampa, la sua disattenzione, la sua passione per il clamore e lo scandalo ed ha fatto sì che questi elementi mettessero in ombra, tra le pagine dei giornali, tutto il resto.

Non ho letto un solo articolo che parlasse di Adrian, ma ne ho letti a dozzine che parlavano dell’anteprima e visto che, almeno quella l’ho vista, ho alcune domande e osservazioni da sottoporvi.

Ho letto molte critiche, davvero tante, alle illustrazioni “troppo spinte” del cartone animato mandato in onda e che, a detta di molti, avrebbero dovuto segnalare con un bollino rosso. Mi chiedo se queste persone hanno mai visto un illustrazione di Milo Manara, Avanti Un Altro, un qualsiasi altro programma mediaset in cui ci sono delle ballerine e non c’è Gerry Scotty, o uno dei classici cine-panettone, lo chiedo perché il tasso di volgarità e nudità raggiunto nei suddetti film e programmi è di gran lunga superiore alle illustrazioni realizzate da Manara, e a proposito di Manara, Adrian è stato illustrato da Milo Manara, che, è uno dei più grandi illustratori erotici al mondo, dire che le sue illustrazioni sono erotiche è un po’ come scoprire l’acqua calda, e criticare queste illustrazioni, mentre si tace sulle prorompendi scollature e allusioni sessuali della Bonas di Avanti un altro è un chiaro segno di ipocrisia e malafede.

Ho letto critiche riguardanti la poca presenza di Celentano durante l’anteprima, e non posso fare a meno di chiedermi, queste persone dov’erano e cosa facevano, mentre il Natalino Balasso, comico bergamasco vestito da barbone, scherzava dicendo “avete pagato per non vedere Celentano” ? ma soprattutto, dove erano quando, durante le varie interviste che hanno preceduto la “serie evento” lo stesso Celentano dichiarava apertamente “Non ci saranno monologhi” e che la sua presenza fisica nello “show” sarebbe stata minima.

Sono curioso, voglio capire, perché vi aspettavate da Celentano qualcosa che lo stesso Celentano aveva dichiarato non ci sarebbe stato sottolineando che il cuore di Adrian sarebbe stato il “cartone animato” e non lo spettacolo Live?

Più leggevo recensioni e critiche, più la mia perplessità cresceva ed aumentavano i miei interrogativi. Come è possibile che nessuna delle recensioni e critiche sia andata a segno? come è possibile che chiunque (o quasi) si sia espresso su Adrian abbia puntato la lente sulle sagome, senza vedere cosa queste contenevano? come è possibile che la maggior parte delle recensioni abbiano osservato solo ed esclusivamente gli aspetti più superficiali dell’anteprima?

Cerco di spiegarmi meglio, nell’anteprima, chi ha prestato attenzione alla fila per l’arca, sottolineando la banale comicità di Nino Frassica e
Francesco Scali, era forse distratto quando quella stessa comicità banale “allontanava brutalmente dall’arca” gli animatori, gli illustratori e gli sceneggiatori della graphic novel Adrian, lasciando però “passare senza particolari obiezioni” verso la società del futuro, una bella ragazza senza alcun talento, un esibizionista ed un uomo a cui non serviva fare domande perché ad assicurare il suo passaggio era bastata una tangente da 250 mila euro pagata in contante ai frati doganieri.

Mi chiedo inoltre cosa stessero guardando questi severi critici durante il monologo di Natalino Balasso, quando il comico vestito da barbone, puntava il dito e attaccava duramente il governo ed i suoi sostenitori, dichiarando che avrebbe pagato volentieri “5000€ per non vedere Povia” (che ricordiamo essere uno dei più ferventi sostenitori di uno delle due forze di governo) per poi inasprire il monologo, riprendendo il discorso di fine anno del Presidente Mattarella, critica le politiche incentrate sulla sicurezza che però ignorano la criminalità organizzata e guardano dall’altra parte quando si ritrovano di fronte a dei crimini e abusi “domestici”, siano essi “femminicidio” o altro, dall’altra parte invece, in nome del decoro, persegue in maniera sproporzionata, la povera gente colpevole solo di avere tanta fame e nessun posto dove dormire.

Tutte critiche che ovviamente incontrano l’approvazione di Celentano che, nella sua breve apparizione, male interpretata, dichiara che approva tutto ciò che Balasso ha detto nel proprio monologo prima che i due bevano insieme, un gesto banale, classico che proietta su Balasso la figura di Celentano, i due in quei pochi istanti si fondono e quello che è stato il monologo critico di Balasso si configura come un vero e proprio monologo di Celentano.

Forse è vero che Adriano è stato fisicamente poco presente sul palco durante l’anteprima, ma la sua presenza in realtà è stata totale, in sua vece hanno parlato Frassica, Scali e Balasso ed hanno parlato ininterrottamente per più di 30 minuti… un po’ tanti se si considera che “non ci sarebbero stati lunghi monologhi” .

Ho letto critiche sugli ospiti assenti o defilati dallo show, che non parteciperanno ai prossimi episodi, senza che questi personaggi abbiano mai dichiarato la propria partecipazione o assenza …è un po’ come dire che io non sarò presente sul palco dell’Ariston, come ospite durante il Festival di Sanremo… altra scoperta dell’acqua calda visto che ancora una volta, nell’anteprima già tutto era stato detto e predetto.

Nei primissimi minuti di anteprima, nell’anteprima dell’anteprima, tra una pubblicità e l’altra, abbiamo potuto vedere Balasso parlare al confessionale, in cui, stando alle sue parole, Celentano si era ritirato in meditazione, invocandolo e invitandolo a palesarsi perché i giornali erano impazziti e stavano scrivendo di tutto, “ci accusano di tutto, dicono che hai lasciato lo spettacolo, e lo spettacolo non è ancora cominciato“.

Quanto ai commenti veri e propri su Adrian invece, si legge poco o nulla, qualcuno dice “Adrian è stato esattamente ciò che ci si aspettava”, e a questo punto è doveroso chiederlo, quale Adrian? di cosa state parlate? non avete speso una parola su Adrian, tutto ciò che è stato scritto riguarda l’anteprima ed è stato scritto esattamente ciò che Celentano voleva venisse scritto, è stato scritto ciò che si è detto nell’anteprima, facendo, di proposito o meno, il gioco di Celentano.
Per quanto riguarda la serie animata invece, io quella non l’ho vista, e credo non l’abbia vista nessuno (o quasi) di coloro che si sono espressi in merito.

Braccio di ferro tra Donald Trump e la Corte Suprema

Il braccio di ferro giuridico tra la Donald Trump e la corte suprema, più politico che giuridico, sulla legalità di alcune decisioni presidenziali non è certo priva di precedenti. Sono numerosi i casi in cui giudici federali sono intervenuti per bloccare l’iniziativa presidenziale i cui ordini esecutivi e decreti erano in contrasto, più o meno aperto, con la costituzione.

Non sorprende quindi che l’ordine esecutivo per l’espulsione e il divieto di ammissione di alcune minoranze religiose, per motivi di sicurezza nazionale, abbia scatenato la risposta di alcuni giudici federali, secondo i quali quell’ordine andava in conflitto con diverse parti della costituzione, in particolare con il primo emendamento, nel quale si stabilisce che l’america è una nazione laica, in cui è possibile professare liberamente ogni culto religioso.

Tra le ragioni del presidente però una legge sull’immigrazione del 1954 in cui si stabilisce che il presidente può limitare l’immigrazione impedendo l’accesso al paese qualora un determinato gruppo di immigrati, possa rappresentare un pericolo per la nazione, secondo i giudici federali tuttavia, questa legge non garantirebbe una libera uscita al presidente poiché in un successivo emendamento questa stabilisce che la limitazione non può avvenire per ragioni etniche, religiose, ecc, aggiungendo inoltre che, le ragioni prese in considerazione dal presidente per attuare l’espulsione ed impedire l’accesso, sono puramente frutto di un suo pensiero personale, prive di alcuna prova empirica o scientifica.

Secondo i giudici federali inoltre, ne il presidente, ne il congresso, hanno l’autorità politica per legiferare in materia religiosa, in quanto, secondo il primo emendamento, gli stati uniti d’america sono una nazione laica, e priva di una religione di stato, definire “minoranza” una o l’altra religiosa, significa de facto stabilire una gerarchia religiosa, al cui vertice vi è un culto di stato, non ufficializzato, e questo sarebbe in contrasto con il primo emendamento della costituzione.

 

In questo lungo braccio di ferro politico più che giuridico, tra il presidente Donald Trump e i giudici federali, il presidente ha rivendicato l’autorità presidenziale garantitagli dallo spoils system, per far pulizia ai vertici del sistema giuridico statunitense, nominando Neil Gorsuch, un giudice conservatore vicino all’ideologia presidenziale di Trump, nuovo giudice della corte suprema.

Questa decisione rappresenta a tutti gli effetti un intromissione politica nel sistema giuridico, il cui compito dovrebbe essere quello di garantire la giustizia e l’equità per ogni uomo sul suolo americano, indipendentemente dal suo status sociale, dal suo lavoro, dalla sua fede religiosa e politica e soprattutto dalla sua posizione, sia esso un immigrato o il presidente degli USA, la legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma Trump non sembra essere di questa idea.

Secondo il presidente e il nuovo giudice Gorsuch, uno straniero in terra straniera non gode di alcun diritto civile, sociale e politico. Su questo punto la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ricordato al presidente Trump che gli USA hanno firmato la convenzione di Ginevra, ed è compito della nazione ospitare rifugiati politici da zone di guerra, e quindi, quei rifugiati godono dei diritti civili riconosciuti loro dalla convenzione di Ginevra, e secondo alcuni giudici federali anche dalla costituzione.
Trump dal canto suo invoca ancora una volta l’autorità presidenziale, che in tempo di guerra, permette al presidente di scavalcare la legge e la costituzione al fine di salvaguardare la nazione, invocando poteri straordinari che autorizzerebbero la presidenza a prendere decisioni in campi che normalmente non sarebbero di sua competenza. In queste dichiarazioni si può leggere tra le righe un agghiacciante e drammatica svolta autoritaria del presidente eletto, mostrando una strada oscura e su un terreno spinoso. La nomina di un giudice della corte suprema a lui favorevole, cosa che rientra nei suoi poteri ordinari, potrebbe essere vista dalla magistratura come un attacco al sistema giuridico da parte del presidente, e del suo sconfinamento in campi fuori dalla sua autorità, con il conseguente avvio di una procedura di impeachment.

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