I Sumeri – il popolo che inventò la ruota e la scrittura

Il popolo dei Sumeri fu uno dei primi popoli nella storia ad utilizzare la scrittura, e sa quel che ne sappiamo furono il primo popolo in assoluto ad inventare la scrittura, segnando così la fine della preistoria e l’inizio della “Storia”.

Non si hanno molte informazioni sulle origini del popolo sumero, ma secondo alcune ipotesi molto accreditate, è probabile che intorno quarto millennio avanti cristo lasciarono le proprie terre d’origine da qualche parte tra i monti del’odierna Turchia e l’Iran, per insediarsi in Mesopotamia, una vasta e fertile pianura, ricca d’acqua e vegetazione, in medio oriente tra i fiumi Tigri ed Eufrate, il cui territorio coincide in parte con l’odierno Iraq. La grande fertilità della terra rendeva estremamente semplice l’agricoltura e l’allevamento, inoltre la presenza dei due fiumi che fungevano da frontiere naturali rendevano la vita in quell’area particolarmente sicura e i villaggi poi città poterono svilupparsi senza particolare timore di eventuali invasioni o aggressioni straniere.

La civiltà sumera è considerata, insieme alla civiltà egizia, una delle prime civiltà urbane, i singoli villaggi crescendo divennero imponenti città, al cui centro solitamente si ergeva un tempio detto Ziqqurat, alla cui sommità si ergeva un sacello, il tempio vero e proprio, accessibile attraverso una scalinata esterna che simboleggiavano la comunicazione tra il cielo e la terra e tra l’uomo e le divinità. La civiltà Sumera è generalmente divisa in varie epoche, la prima delle quali detta Periodo di ‘Ubaid, in questa prima fase non si hanno molte informazioni, ciò che sappiamo però è che in quest’epoca la città stato di Ubaid avrebbe goduto di una certa centralità nella rete di città stato sumeriche. L’epoca Ubaid è solitamente divisa in due fasi dette Antico Ubaid e Tardo Ubaid, l’ultima delle quali sarebbe terminata intorno alla metà del quarto millennio con l’ascesa della città di Uruk.

Secondo alcuni teorici l’ascesa di Uruk segna l’inizio effettivo della civiltà sumera, mentre secondo altri già l’età di Ubaid rientrerebbe nella “storia sumera”. In questo stesso periodo è datata anche l’invenzione della ruota, che, sembrerebbe essere stata la chiave del potere di Uruk nel soppiantare Ubaid, tuttavia questa ipotesi non è mai stata dimostrata.

All’età di Uruk segue un breve periodo tra la fine del quarto millennio e l’inizio del terzo millennio, (3100 – 2900 circa ) in cui si sarebbe assistito all’ascesa della città di Gemdet Nasr, cui avrebbe fatto seguito un epoca detta “proto dinastico” , diviso a sua volta in quattro fasi governate da re sacerdoti che secondo la mitologia sarebbero stati diretti discendenti delle divinità.

L’età proto dinastica si conclude intorno al 2350 a.c. quando Sargon di Akkad avrebbe creato un vero e proprio impero, cancellando l’autonomia e l’indipendenza delle città stato sumere e riconducendo tutte le città sotto un unico vessillo imperiale.

Alla dinastia accadica avrebbe fatto seguito intorno al 2200 l’ascesa del popolo dei Gutei e successivamente, intorno al 2120 si sarebbe affermata la dinastia di Ur, instaurata da Ur III della città di Ur.

Dopo la dinastia di Ur la civiltà sumera sarebbe caduta in declino per via delle numerose interferenze provocate dall’arrivo in Mesopotamia di Assiri e Babilonesi, due popolazioni di origine Accadica-Semitica.

Intorno al 1900 avanti cristo i babilonesi, guidati da Sumu-abum avrebbero instaurato una dinastia regia nell’area meridionale della regione, facendo di Babilonia la propria capitale e tra i suoi discendenti, circa un secolo più tardi, intorno al 1792, sarebbe salito al potere Hammurabi, che avrebbe messo per iscritto le leggi cittadine creando il “Codice di Hammurabi“, una delle più antiche raccolte di leggi scritte che ci sia pervenuta.

Contemporaneamente all’ascesa babilonese e la conquista della Mesopotamia meridionale di Sumar-abum, Sargon I re di Assiria avrebbe esteso il proprio potere dal’area settentrionale della Mesopotamia fino all’Armenia meridionale.

 

Che cos’è la preistoria ?

Con il termine preistoria si intende un periodo di circa due milioni di anni che va dalla comparsa della specie umana sulla Terra fino al momento in cui l’uomo inventa la scrittura e inizia a lasciare testimonianze scritte, questo avviene circa cinquemilacinquecento anni fa, in Mesopotamia. Tra i primi ad utilizzare la scrittura come strumento per raccogliere dati furono i sumeri, ma di loro parleremo in un altro post e in un video dedicato.

Quando l’uomo apparve sulla terra il suo aspetto era tutt’altro che “umano” si trattava di una versione molto primitiva della specie umana, più simile alle scimmie (tipo Adriano Celentano) e successivamente, rutto di molteplici incroci e di una lunga e lenta evoluzione, il suo aspetto sarebbe diventato più simile a quello odierno, ma, se bene avessero tratti fisici animaleschi, i primi ominidi erano in grado di reggersi in piedi sui soli arti inferiori lasciando quindi gli arti superiori (le braccia) libere di afferrare e reggere utensili in legno e pietra, secondo alcuni antropologi del secolo scorso, questa capacità sarebbe alle origini dello sviluppo cognitivo della specie umana, detto più semplicemente, l’uomo, imparando a camminare su due gambe, iniziò a sviluppare maggiormente l’intelligenza per trovare nuovi usi agli ormai inutili arti superiori.

Nei due millenni che precedono l’invenzione della scrittura l’uomo modifica progressivamente il proprio aspetto e sviluppa sempre di più le proprie capacità tecniche imparando a controllare e modificare sempre di più l’ambiente in cui viveva, passa così dall’adattarsi al luogo in cui viveva, raccogliendo carni, bacche, frutti ecc per nutrirsi a cacciare e coltivare, passa inoltre dal vivere in caverne al costruire abitazioni sempre più sofisticate, inizialmente utilizzando ciò che la natura forniva, quindi rami, tronchi e pelli di animale, per poi passare a “materiali edili” sempre più sofisticati, come pietra e fango utilizzato come collante o mattoni di argilla essiccati al sole o cotti, cui avrebbero fatto seguito recinzioni e mura per proteggere abitazioni e villaggi.

Il progressivo miglioramento dello stile di vita, e la riduzione della mortalità causata da belve feroci produce un primo significativo aumento della popolazione umana sulla terra che inizia quindi a costruire villaggi e città sempre più grandi in cui risiedevano centinaia di nuclei familiari e di conseguenza, con l’accrescere della popolazione, la struttura organizzativa delle città inizia a cambiare e si inizia a sentire la necessità di uno strumento di comunicazione “testuale/visivo” più complesso del semplice graffito che i loro antenati lasciavano nelle caverne per testimoniare la vicinanza di branchi di animali o corsi d’acqua. Questo bisogno pratico di organizzare e amministrare la vita nelle città sarebbe sfociata nell’invenzione delle prime forme di scritture.

Codice di Hamurabi

Non è quindi un caso se i primi testi scritti di cui abbiamo traccia riguardano codici per la regolamentazione della vita urbana, e progressivamente assistiamo alla nascita e alla crescita di immensi archivi in cui venivano conservate centinaia di migliaia di tavolette d’argilla incise e lasciate a seccare al sole, e successivamente tavolette d’argilla incise e cotte e seguendo l’evoluzione dei supporti per la scrittura, ad un certo punto si arriva all’invenzione della pergamena che avrebbe permesso di concentrare in pochissimo spazio centinaia di migliaia di rotoli scritti, permettendo così l’evoluzione della scrittura che, mentre diventava più complessa, si prestava anche ad altri utilizzi, meno utili per l’organizzazione delle città, ma fondamentali per lo sviluppo di arte e letteratura.

Mentre la scrittura evolve da una parte, anche la tecnologia migliora, e progressivamente si sarebbe passati dall’utilizzo della pietra come materiale principale per la produzione di utensili, all’utilizzo dei primi metalli. L’uomo avrebbe infatti scoperto che alcune rocce, se riscaldate, si trasformavano in liquidi roventi e una volta raffreddati quei liquidi diventavano estremamente duri e resistenti, e se affilati, molto più efficaci della pietra. L’uomo entra così nell’età dei metalli, un epoca iniziata circa ottomila anni fa con la scoperta del rame, uno dei metalli più morbidi e facili da manipolare, successivamente avrebbe scoperto, intorno al terzo millennio a.c., che unendo il rame ad altri metalli, questi avrebbero prodotto delle leghe metalliche molto più resistenti dei singoli metalli di partenza, inizia così l’età delle leghe una delle tre fasi dell’età dei metalli.

La prima lega scoperta dall’uomo fu il bronzo, prodotto dall’unione del rame che aveva caratterizzato l’epoca precedente e lo stagno, un metallo estremamente morbido e malleabile, poco adatto alla produzione di utensili, ma la sua unione con il rame produceva un nuovo materiale diverse volte più resistente del rame. L’ultima fase dell’età dei metalli è detta età del ferro, questa è un epoca estremamente recente, iniziata appena tremila duecento anni fa, intorno al primo millennio avanti cristo. I primi a manipolare il ferro sarebbero stati gli Hittiti, un misterioso popolo di cui su hanno pochissime informazioni, e che scomparve soppiantato dagli Assiri, un popolo di cui abbiamo molte più informazioni.

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