Complotti, congiure, cospirazioni, esistono da sempre, ne abbiamo traccia, testimonianza e memoria nei libri di storia. Credere nei complotti non è sbagliato, il problema è quando si crede a complotti finti, inventati ad hoc, e che non hanno ragione d’essere.

In questo articolo voglio spiegarvi, in modo semplice, come distinguere un complotto vero (perché di complottiveri è pieno il mondo e la storia) ed un complotto falso.

Prometto che non sarà un articolo troppo lungo, anche perché le “regole d’oro” da seguire per riconoscere un vero complotto e distinguerlo dalla fuffa, sono davvero poche, diciamo che sono solo 5.

Regola numero 1 – Un complotto per essere vero deve essere semplice

A meno che non siate i protagonisti di un film o di un romanzo di spionaggio, vi assicuro che la maggior parte dei complotti reali sono estremamente semplici, non ci sono svolte improvvise, colpi di scena, e generalmente richiedono pochi passaggi, poche azioni, e soprattutto coinvolgono poche persone, e questo ci riporta alla regola numero dure.

Regola numero 2 – Pochi partecipanti

Si avete letto bene, un complotto per essere vero deve avere pochi partecipanti, deve coinvolgere poche persone, perché si sa, gli esseri umani sono teste di cazzo, e se invitando la persona sbagliata ad una festa a sorpresa, questa rischia di far saltare la sorpresa, immaginate i rischi del coinvolgere in una cospirazione globale qualcuno che non è in grado di gestire la situazione e per errore divulga informazioni fondamentali sulla cospirazione.

Troppe persone coinvolte possono mettere a rischio il buon esito del complotto, e sicuramente rappresentano una falla enorme nella sicurezza, ed se si sta complottando per assumere il controllo del pianeta, magari è meglio stare attenti alla sicurezza, soprattutto la propria.

Regola numero 3 – Un complottodeve essere segreto

Si lo so, può sembrare strano, ma è così, un vero complotto è segreto, e chi sta cospirando è disposto a tutto pur di mantenere il segreto, anche ad eliminare fisicamente chiunque possa causare una qualche fuga di informazioni.

Nel momento in cui un complotto non è più segreto, ha perso la sua efficacia, diventa un azione pubblica ricondicubile a delle persone, ed è questo il motivo per cui i cospiratori (quelli veri) ci tengono alla segretezza, perché non vogliono essere ricondotti al complotto e ai suoi effetti.

Per fare un esempio pratico, se una persona cospira per assumere il controllo di un paese, difficilmente andrà a candidarsi alle politiche, ma resterà nelle retrovie e diriggerà dall’esterno, con finanziamenti, pressioni e altro, cercando di influenzare il più possibile determinate figure chiave dello stato, senza però farsi coinvolgere nella vita politica ufficiale.

Regola numero 4 – un vero complotto non ha parametri casuali

Quando qualcuno cospira per ottenere qualcosa , prende in esame ogni possibile soluzione, ogni variabile, ed alla fine avrà due e soltanto due esiti possibili, o il complotto ha successo e si ottiene ciò che si desiderava, o il complotto fallisce, e in quel caso, essere rimasti nell’ombra può salvare la vita ai cospiratori. Nel mezzo non c’è nulla, non ci sono sfumature e soprattutto, non ci sono parametri casuali.

Prendo ad esempio il “complotto dell’11 settembre” per cui gli USA avrebbero organizzato l’attentato perché in quel modo, il valore del dollaro sarebbe aumentato.

Questa teoria è fallata, perché chi ipoteticamente ha ordito il complotto, non poteva sapere se quell’effetto ci sarebbe stato o meno.

Sul piano economico, quando sono state attaccate le torri gemelle, è come se fosse stata tirata una moneta, ed è stato solo un caso che il dollaro, grazie all’azione degli speculatori finanziari, abbia acquisio valore. Poteva accadere, come poteva accadere l’esatto contrario, e in quel caso non solo sarebbe stato un totale fallimento, ma sarebbe stato anche controproducendo, provocando un danno agli stessi cospiratori, e questo ci conduce al prossimo punto.

Quando un cospiratore agisce, lo fa per uno scopo, e questo scopo è materiale, sempre.

Regola numero 5 – un vero complotto ha un fine ed una fine.

Questa è forse la regola più importante, un complotto, per essere reale deve avere un fine ultimo tangibile, reale quanto il complotto stesso.

Avere un fine, avere una finalità, avere uno scopo, significa che da quel complotto, una volta che si è compiuto ciò che si stava cercando di ottenere clandestinamente, c’è un ritorno di qualche tipo. Questo ritorno nella maggior parte dei casi è economico o politico, ma può anche essere strategico, in tutti i casi comunque, è un ritorno reale, misurabile.

Quando ci parlano di una teoria del complotto, chiediamoci sempre “perché lo fanno?” e vi assicuro che di fronte a questa domanda, ogni cospirazione falsa cade.

Non esistono complotti fine a se stessi, ecco le prove

Non esistono complotti fine a se stessi, se non nella mente di chi crede ai complotti. Prendiamo ad esempio la teoria della terra piatta e chiediamoci se questo complotto per farci credere che la terra è sferica ha un effetto pratico, o è fine a se stessa.

La risposta è semplice, questo complotto, se fosse reale, non avrebbe alcuna utilità pratica e non ci sarebbe alcun ritorno per i cospiratori, e già questo basterebbe per etichettare la cospirazione come falsa e insensata ma, per anare sul sucuro, vediamo all’atto pratico, su questa teoria, quante delle tre regole sono rispettate.

Il “complotto” per nascondere la reale forma della terra non è un complotto semplice, ha richiesto la cooperazione di USA e URSS nel vivo della guerra fredda, per la produzione di materiale fotografico che ritraeva una terra sferica dallo spazio, inoltre ha coinvolto innumerevoli agenzie spaziali di tutto il mondo, nella produzione di materiale “falso” per un costo esorbitante.

Questa complessità si riflette anche sul numero enorme di persone coinvolte nella cospirazione che, tra piloti di aerei, civili e militari, professionisti e amatoriali, di tutto il mondo, che quotidianamente vedono dal cielo un orizzonte curvo dai, astronauti e cosmonauti, ingegneri aereospaziali, fisici, matematici, ecc per non parlare poi di politici e diplomatici. Insomma, una quantità infinita di persone coinvolte in un complotto per nascondere la forma della terra, in cambio di … nulla. All’umanità, in fin dei conti non cambia nulla se la terra è piatta o tonda o ha la forma di un fallo gigante, ma andiamo con ordine e torniamo alle regole del complotto.

Eravamo arrivati alla terza regola, la segretezza, ma con così tante persone coinvolte nella cospirazione, parlare di segretezza sarebbe superfluo, passiamo quindi alla quarta regola, ovvero i parametri casuali.

Ogni persona coinvolta nella cospirazione è una variabile casuale, che mina la sicurezza e la segretezza, e di riflesso, troppe persone coinvolte rappresentano un rischio enorme e insostenibile, qualunque sia il complotto. Mantnere viva e segreta una cospirazione con così tanti partecipanti e così tante variabili, per così tanto tempo, senza che venga rivelata, è impensabile, persino per il più geniale autore di romanzi distopici.

Arriviamo quindi all’ultima regola, lo scopo, il fine e la fine. è evidente che una cospirazione volta a nascondere la forma della terra, non ha una fine, e non ha un vero fine. Ha un obiettivo certo, un obbiettivo chiaro, dire alla popolazione mondiale che la terra è tonda e non è piatta, ma questo obiettivo diciamocelo, è fine a se stesso, e non comporta alcun vantaggio per i cospiratori.

Spero di essere stato chiaro e illuminante, e spero che grazie a questa guida sarete in grado di scindere i veri complotti dalla fuffa, e vi assicuro che di complotti reali ce ne sono e ce ne sono stati tantissimi, e nessuno di questi è stato mantenuto segreto per più di un paio d’anni, qualche decennio al massimo e tutti avevano uno scopo ben preciso che desse ai cospiranti un qualcosa. Complotti che coinvolgono milioni di persone e che sono in corso da decenni o addirittura secoli senza dare nulla ai cospiratori… beh, traete voi le vostre conclusioni, le mie credo siano fin troppo evidenti.

Di Antonio Coppola

Studente di storia contemporanea, geopolitica e relazioni internazionali. Appassionato di musica, tecnologia e interessato ad un po tutto quello che accade nel mondo.

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