Qualche giorno fa ho scritto un articolo in cui parlavo dei rumors relativi alla possibile vendita dei servizi USA di TikTok ad Elon Musk da parte di ByteDance, come ancora di salvataggio per rimanere attiva sul mercato USA, e oggi torniamo sul possibile bando di Tik Tok dagli USA, bando che è sempre più vicino a meno che ByteDance non venda ad una società con sede in USA.
Il 19 gennaio infatti, l’ultimo giorno di presidenza Biden, potrebbe anche essere l’ultimo giorno in cui si potrà accedere a TikTok dagli USA , senza una VPN, questo perché la corte suprema, il 17 gennaio 20925 ha confermato la validità della legge, varata nell’aprile 2024, con cui si impone a Bytedance la vendita di TikTok, pena il bando dagli USA.
Questa legge, che nasce nel timore che il governo cinese possa sfruttare TikTok per spiare i cittadini USA è stata contestata da Bytedance, la holding cinese proprietaria di TikTok, secondo la Holding, questa legge violerebbe il primo emendamento, con cui si sancisce la libertà di parola, di stampa, di religione, ecc, e in quanto piattaforma mediatica, TikTok secondo Bytedance godrebbe della libertà di parola e di stampa, e sostiene che, il governo statunitense, voglia limitare questa libertà, impedendo di utilizzare una piattaforma “libera” e non sotto il controllo degli USA.
La corte suprema tuttavia ha respinto il ricorso di Bytedance, sostenendo la legittimità e la costituzionalità della legge, poiché questa non vuole limitare la libertà di espressione, ma evitare il possibile utilizzo dei dati dei cittadini USA da parte di un governo straniero. La legge in soldoni, si fonda sulla necessità di garantire e tutelare la sicurezza nazionale, che, grazie all’articolo II sezione 2, in cui sono elencati i poteri e le responsabilità del presidente, si conferisce al presidente USA il ruolo di comandante in capo delle forze armate, nonché il potere di gestire crisi che minacciano la sicurezza nazionale. Inoltre, il presidente può adottare misure urgenti per proteggere il paese e i suoi cittadini. L’articolo I della sezione 8 invece consente al congresso di approvare leggi necessarie per la difesa nazionale e il potere di regolare il commercio con nazioni straniere.
Ed è proprio in questi poteri del congresso che si fonda il RESTRICT Act del 2023, ancora in discussione al congresso e non completamene approvato, si tratta di una legge finalizzata a regolamentare e mitigare eventuali rischi derivanti dalla tecnologia e da piattaforme digitali, una legge che, senza girarci troppo attorno, è stata costruita ad hoc, per mettere un freno a Tik Tok e altre piattaforme digitali non statunitensi, e che ha portato all’ordine esecutivo e la sentenza che dal 20 gennaio 2025 mettono al bando, proprio TikTok, se questi non venderà i servizi USA ad una società statunitense.
Il presidente eletto Donald Trump tuttavia, non sembra essere d’accordo al bando, è molto legato alla piattaforma e alla propria cerimonia di insediamento che avrà luogo il 20 gennaio 2025 e alla quale è stato invitato anche Shou Zi Chew, il CEO di TikTok.
Con la sentenza del 17 gennaio 2025 la corte suprema ha ribadito il bando, a partire dal 20 gennaio, per Tik tok se questi non venderà i propri servizi USA ad una società statunitense e a questa sentenza, ha fatto immediatamente eco una dichiarazione dello stesso Trump, che sostiene il congresso gli ha dato il potere di decisione, e quindi sarò lui a decidere sul bando di tik tok, lasciando quindi intendere che cercherà di evitarlo, ma cosa può effettivamente fare? Vediamo cosa dice il RESTRICT Act.
Cosa dice il Restrict Act?
Il RESTRICT Act ha come obbiettivo quello di identificare, valutare e mitigare rischi legati alla tecnologia straniera su suolo USA, questi rischi includono la compromissione di dati personali e sensibili dei cittadini USA, l’utilizzo dei suddetti dati al fine di manipolare l’informazione o per fini di spionaggio e analisi, e, più di tutti, creare vulnerabilità nelle infrastrutture.
Prendiamo ad esempio Tik Tok, che, se installato su un dispositivo, può fornire dati sulla posizione, o raccogliere dati personali dell’utente, esattamente come fanno Google, Apple, Meta, X, Microsoft, Amazon, ecc, ma a differenza di queste big tech statunitensi, essendo controllata da una società vicina ad un governo straniero, può rappresentare un rischio alla sicurezza nazionale. Motivo per cui, molti dei servizi delle big tech sopracitate sono bandite dalla Cina, e al contrario, molti fornitori di tecnologia cinesi sono banditi dagli USA.
Tornando al RESTRICT Act, questi punta a sorvegliare le tecnologie straniere conferendo al Segretario al Commercio, il potere di esaminare e intervenire su Applicazioni, Software, Hardware, ecc. Dal 20 gennaio, il segretario al commercio USA sarà Howard Lutnick, a capo dei Cantor Fitzgerald e grande sostenitore dei dazi alla Cina, che potrebbero arrivare al 60%, e all’Europa. Il RESTRICT Act stabilisce inoltre che il segretario al commercio debba collaborare con il dipartimento di sicurezza nazionale e l’ufficio del direttore della National Intelligence, per valutare eventuali minacce.
Possibile revoca del bando?
Allo stato attuale, TikTok è stata considerata una possibile minaccia per la sicurezza nazionale dal governo federale guidato da Joe Biden, e il futuro presidente Trump, una volta in carica, potrà procedere su diverse strade per annullare l’ordine esecutivo di Biden.
Più precisamente, in quanto presidente in carica, Trump potrà emettere un nuovo ordine esecutivo e annullare o modificare il precedente. Questa procedura può tuttavia portare a dei controlli da parte delle autorità federali.
Vi è però una seconda strada, più lenta, meno diretta, ma più sicura per il presidente, che passa per il CFIUS, il Comitato sugli Investimenti Esteri negli Stati Uniti. Il presidente può autorizzare un riesame di una data tecnologia al CFIUS per una nuova valutazione, e la nuova valutazione potrebbe confermare o ribaltare il precedente status di minaccia alla sicurezza nazionale.
In entrambi i casi comunque, la revoca dello status di minaccia deve basarsi su una documentazione chiara e dati che attestino tale circostanza, in caso contrario, sia il congresso che la corte suprema, possono bloccare la revoca, mantenendo il bando.
TikTok verrà bandita dagli USA?
In questo momento, al 17 gennaio 2025, la corte suprema si è espressa a favore del bando di Tik Tok dagli USA, mentre il presidente eletto Trump sembra essere intenzionato a revocare tale bando, ed è molto probabile che, uno sei suoi primi ordini esecutivi andrà proprio in quella direzione, tuttavia, come osservato poco sopra, l’ultima parola non spetta al presidente. Spetterebbe al Presidente se si dovesse decidere di bandire tik tok, ma, visto che il bando è già stato autorizzato e bisogna autorizzare la revoca del bando, il presidente potrebbe avere le mani legate, anche in vista della sua posizione conflittuale nei confronti della corte suprema. Di fatto, il congresso ha dato al presidente il potere per bandire, TikTok, ma non il potere di riammetterlo. Potrà farlo, quasi certamente lo farà, ma non nei primi giorni di mandato e non con un ordine esecutivo.