Che prima o poi sarebbe successo, tutto il mondo lo sapeva, ma così presto e così bene nessuno se lo aspettava. Con queste parole si apre Giai Phong, di Eugenio Finardi, una canzone che parla della guerra del Vietnam, inquadrandola per quella che era realmente, una guerra civile alimentata da interessi stranieri. E personalmente trovo che sia un ottima “metafora” per riassumere ciò che è successo negli ultimi giorni nel panorama tech e finanziario, legato alle IA.
La mattina del 20 gennaio 2025 la startup cinese Deepseek, fondata da Liang Wenfeng, classe 1985, ha lanciato il nuovo modello R1, un modello linguistico ad alte prestazioni in grado di competere, e secondo alcuni persino più performante, di ChatGPT 4o di OpenAI, il colosso statunitense leader del settore fondato da Sam Altman.
Le performance di DeepSeek sono state effettivamente sorprendenti e questo è stato visto come un campanello d’allarme per molti investitori, poiché questo modello sembrerebbe essere stato sviluppato, addestrato e attualmente alimentato, con finanziamenti nettamente inferiori a quelli richiesti da ChatGPT.
Da qui due domande: Quello delle IA è davvero, come si temeva, una bolla pronta ad esplodere e DeepSeek ha acceso la miccia?
Il mercato delle IA
Il mercato delle IA si compone di diversi elementi di cui le società IA che stanno monopolizzando il dibattito pubblico, sono in realtà solo la punta dell’Iceberg, mentre più in profondità, ci sono almeno due segmenti di mercato, il primo, forse il più dibattuto, è quello legato all’hardware in particolare aziende produttrici di GPU e più a monte il mercato dei chip logici e microprocessori, che comprende aziende come AMD, Nvidia, e TMSC. L’altro grande segmento invece, forse quello più profondo, è legato ai dataset, i pacchetti di dati, i database, fondamentali per l’addestramento delle IA, in questo senso, coinvolge aziende come Oracle e Snowflake Frasnk Slootman.
Scavando ancora più in profondità emergono almeno altri due segmenti di mercato, quello energetico, fondamentale per il funzionamento dei calcolatori e dei server dati, e quello delle materie prime, fondamentale quest’ultimo per la produzione di Chip. E, visto che le materie prime, le aziende che producono microprocessori e le società che utilizzano GPU su larga scala, non condividono propriamente la stessa collocazione geografica, il settore trasporti viene coinvolto in maniera trasversale, in particolare il trasporto marittimo dall’Asia all’America che quindi rende anche il canale di Panama, un target strategico per il mercato delle IA.
Il lancio di DeepSeek R4 ha causato un vero e proprio terremoto finanziario, facendo crollare diversi titoli quotati a WallStreet, per lo più titoli di aziende vicine ad OpenAI e fortemente interconnesse con il mercato statunitense delle IA, e questo terremoto ha spinto molti a chiedersi se la temuta bolla stesse per esplodere.
Tra i molti che hanno investito, in vari asset legati al settore, vi è anche Warren Buffet, uno dei più celebri e importanti investitori, soprannominato l’Oracolo di Omaha per la sua incredibile abilità nell’intuire e prevedere l’evoluzione dei mercati finanziati, e ad Ottobre 2023, Warren Buffet, o più precisamente la Berkshire Hataway, la sua società di investimento, ha acquisito una quota del 6,46% di Snowflake Frank Slootman, stimando una crescita del 200% entro il 2027.
Snowflake Frank Slootman, come anticipato, è una società che si occupa sostanzialmente di dati, fornendo servizi id archiviazione e analisi basati su cloud, e generalmente definiti data as a service.
Non solo Hatawey, ma anche Morgan Stanley, JPMorgan e altre banche di investimento, nel quarto trimestre del 2023 e nel primo trimestre del 2024, hanno fatto a gara per accaparrarsi una quota di Snowflake e altre società specializzate in archiviazione e analisi dei dati. Il motivo è che queste società gestiscono una materia prima fondamentale per lo sviluppo delle IA, ovvero i dati.
La potenza di calcolo, per quanto anch’essa essenziale, per i grandi modelli linguistici, è invece sempre meno centrale, perché grazie ai nuovi processi di sintesi e distillazione dei dati, è possibile sviluppare modelli estremamente verticali, in grado di performare meglio dei grandi modelli in un caso d’uso specifico, richiedendo una potenza di calcolo nettamente inferiore.
Questo concetto in realtà era già emerso nei mesi scorsi con l’arrivo di modelli più compatti e verticali, in grado di girare localmente, ma DeepSeek ha alzato l’asticella, proponendo R4, un LLM, un grande modello linguistico, che basa il proprio funzionamento sulla distillazione dei dati, realizzando in sostanza un grande modello che è la summa di diversi modelli specializzati, tutti sotto un unico ombrello.
L’effetto, un IA che apparentemente ha stravolto il mercato e fatto tremare wall street, ma se siamo qui a parlarne, evidentemente non è solo questo e sotto c’è dell’altro.
Cosa ha scosso realmente Wall Street?
Un IA cinese, più economica di Chat GPT fa il proprio debutto, e Wall Street va in crisi, almeno in apparenza. Se si guarda ai vari titoli finanziari si osserverà che in realtà ad essere stati colpiti dallo scossone DeepSeek, sono state prevalentemente società di hardware, AMD, Nvidia, TSMC, società che si trovano sotto il fuoco incrociato di Cina e USA. Da un lato col divieto di commercializzare i chip di queste società in Cina, e dall’altro con l’amministrazione Trump, sempre più orientata a premiare chi produce in USA e penalizzare chi importa negli USA, e la maggior parte delle società coinvolte nella “crisi” importano negli USA, producono anche, ma principalmente importano. Società come Snowflake Frank Slootman o Oracle, legate all’archiviazione dei dati invece, non hanno subito alcun contraccolpo.
Non solo, a pochi giorni dalla crisi, tra 27 e 28 gennaio, il presidente Trump, ha annunciato che potrebbe portare i dazi nel settore chip, anche al 100%. Ipotesi che era nell’aria già da tempo e che ora sembra essere stata ufficialmente ufficializzata, segnando un duro colpo a TSMC, la holding di Taiwan, leader del settore chip, che fornisce microprocessori e chip logici all’intero pianeta. Azienda contro la quale Trump si era già scagliato la scorsa estate, in piena campagna elettorale, quando tra le altre cose propose che Taiwan dovesse pagare gli USA per la protezione ricevuta.
è dunque solo una coincidenza? una sovrapposizione di fattori, che ha portato Deepseek a debuttare poche ore prima dell’insediamento di Donald Trump alla casa bianca, e ha portato ad un crollo del mercato IA, a circa una settimana dal suo insediamento? Ovviamente no.
In realtà i due scenari non si escludono a vicenda, e anzi, si completano e rafforzano a vicenda.
Da un lato DeepSeek, ha messo in evidenza l’ondata speculativa legata agli investimenti sulle IA, portando così ad un rallentamento dei finanziamenti globali in un settore che ha assorbito più risorse economiche di quante potesse effettivamente utilizzarle, detto più semplicemente, ha sprecato molte risorse finanziarie, attraverso innumerevoli progetti IA senza alcuna reale utilità e per i quali non c’era alcuna domanda.
La bolla IA è esplosa? Esploderà?
Da quando nel 2022 OpenAI ha presentato al mondo la prima versione di ChatGPT, in molti si chiedono se sia una bolla destinata ad esplodere o se invece rappresenti il prossimo passo per lo sviluppo tecnologico, e come è stato negli anni 90 per la bolla dei “dot com”, un ondata speculativa che vide l’apparizione di innumerevoli siti web, che puntavano ad usare la rete per cambiare il mondo, alla fine, solo pochi di quei siti sono sopravvissuti, solo pochi di quegli investimenti hanno realmente fruttato, mentre milioni di altri andavano in fumo portando con se miliardi di dollari.
Lo stesso sta accadendo per il mercato delle IA, e DeepSeek, non ha fatto altro che spingere sull’acceleratore, mentre dall’altra parte OpenAI (per sua stessa ammissione) procede ancora a rallentatore.
Nell’estate 2024 Sam Altman, founder e CEO di OpenAI aveva infatti annunciato che la tecnologia in loro possesso era molto più avanzata di quanto non sembrasse dai software commercializzati, ma, preferivano rilasciarla per gradi perché il mondo non era pronto, e soprattutto, per evitare un terremoto finanziario. Quello stesso terremoto che Altman ha cercato di evitare tuttavia, alla fine è arrivato comunque, innescato da DeepSeek, uno dei principali rivali asiatici di OpenAI.
Un rivale che lo stesso Sam Altman, considera impressionante, soprattutto per il rapporto qualità prezzo.

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