C’è un punto fondamentale che allontana Reich dal marxismo ortodosso. Vale a dire che mentre Marx vedeva nella presa di coscienza dello sfruttamento il motore dei sommovimenti sociali, Reich si rende conto di vivere in una società – la Germania nazista – che non si ribella all’oppressione, anzi, la desidera – Hitler fu eletto a stragrande maggioranza dei voti, e la presa che ebbe sulle masse è ben nota. La questione è per Reich di capire come ciò avvenga, e come si possano gettare le basi della liberazione.
Secondo Reich, una leva fondamentale del potere è la repressione sessuale. Attraverso la repressione, la libido che non viene naturalmente soddisfatta può rifluire come passione distruttiva e sadica nelle atrocità del nazismo e della guerra. La repressione dell’individuo genera il servizio entusiastico dello Stato fascista.
Ecco dunque il punto di partenza per Deleuze: il potere non è qualcosa che venga imposto alle masse, al contrario, è da esse desiderato. Attraverso la repressione del desiderio si ottiene l’impotenza dell’individuo. Nei suoi studi su Spinoza, Deleuze può visualizzare “un corpo” nel suo sforzo – conatus – verso ciò che può aumentare la sua “potenza”. Un esempio ne è una bella canzone: essa permette a un corpo di realizzare una potenza, ossia la potenza di emozionarsi per una melodia;
DELEUZE: Obiezioni? [risata di Deleuze]. Divento triste, molto triste. Invece, quando metto la musica che amo, il mio corpo e la mia anima – è chiaro – si combinano con i suoni. Il significato di “la musica che amo” è, dunque: “la mia potenza aumenta”.
Esattamente il problema di Reich: egli nota un problema nei suoi pazienti, che non è l’impotenza erettile, bensì orgastica. I suoi pazienti hanno una buona potenza erettile, ma una scarsa capacità di provare godimento, una scarsa potenza nello sperimentare l’orgasmo. La repressione ha portato i pazienti a costruirsi un’armatura caratteriale che si è incrostata sul corpo, il che consente a Reich di esercitare delle pressioni sul corpo per liberarlo dalla tensione accumulata, correlativa della tensione psichica accumulata.
Le “passioni tristi”, come l’odio, il risentimento, sono il prodotto della repressione delle pulsioni e allo stesso tempo il principio produttivo della violenza fascista. Per questo gli studi di Deleuze su Nietzsche sono tanto importanti: attraverso l’annichilimento della potenza si arriverebbe all’odio per la vita e per ciò che è in grado di provare gioia, essendo incapaci di provarla.
Una soluzione possibile, che trova realizzazione nella pratica psicoanalitica di Reich, è quello della cura del paziente attraverso il suo proprio metodo. Un’altra, quella di una rieducazione della gioventù nella sfera sessuale, consentendogli di raggiungere il massimo soddisfacimento possibile. Tuttavia questo, non coincide con la liberazione vera e propria, bensì ne costituisce la condizione necessaria.
In Deleuze, specialmente nei due testi Anti-Edipo e Millepiani, la liberazione del desiderio dalla repressione familiare e dagli apparati di Stato è vista come mezzo di lotta a livello sociale, generando una guerra contro lo Stato, considerando la guerra un fenomeno di desiderio, una guerra contro lo Stato che però non mira ad impadronirsene; tale guerra, nella concezione di Millepiani, è destinata a non appropriarsi del potere, perché quello sarebbe il caso dei fascismi. Deleuze vedeva nel ’68 non una rivoluzione dove si stava prendendo possesso del potere o dei mezzi di produzione, bensì una rivoluzione del desiderio.
E’ quindi in sintonia con Reich (seppure con le dovute differenze) che si considera la liberazione del desiderio, il suo naturale soddisfacimento, come un grande strumento di liberazione.
Bibliografia
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La questione è ampiamente trattata in Wilhelm Reich. La psicologia di massa del fascismo. Giulio Einaudi Editore s.p.a., Torino, 2009
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Gilles Deleuze. Che cosa può un corpo?, ombre corte, Verona, 2013
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Wilhelm Reich. La funzione dell’orgasmo. Dalla cura delle nevrosi alla rivoluzione sessuale e politica. Il Saggiatore S.r.l., Milano 2016
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Gilles Deleuze. Nietzsche e la filosofia. Giulio Einaudi Editore s.p.a., Torino, 2002