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I sette migliori generali di Napoleone Bonaparte

Stavo cercando un modo diverso per parlare di Napoleone, ed mi sono detto, quale modo migliore per parlare di Napoleone, senza parlare di Napoleone, se non attraverso gli uomini e le donne che hanno reso grande il minuto generale francese?

Pensando che fosse una buona idea ho cominciato a cercare del materiale sui suoi generali e mi sono imbattuto in una striminzita classifica di quelli che sono i suoi migliori generali, e mi sono detto, perché non partire da lì, da questo elenco di nomi, per raccontare l’esercito di napoleone visto dal dietro le quinte?

I generali che seguirono Napoleone furono tutti eccezionali, la “Grande Armée“, l’esercito napoleonico, a differenza di un qualsiasi altro esercito europeo di inizio XIX secolo, era guidato da generali fuori dal comune, uomini che si erano distinti sul campo di battaglia e che arrivarono alla testa degli eserciti per merito e non per diritto di nascita. Detto molto semplicemente, Napoleone non avrebbe mai affidato il comando dell’esercito al nipote di suo cugino, o al principe ereditario di poggibonsi, come invece facevano , almeno inizialmente, i suoi nemici.

Ad Austerlitz, la Grande Armée ha ragione dei propri nemici, proprio perché, tra le altre cose, i suoi generali erano abili strateghi che si erano formati sul campo di battaglia, mentre, dall’altra parte, ad avere l’ultima parola sulle scelte strategiche da compiere, tra gli altri, c’era il principe Alessandro I di Russia, che, se bene avesse studiato tecniche e strategie e probabilmente aveva una conoscenza teorica di gran lunga superiore a quella degli uomini di Napoleone, all’atto pratico non aveva mai combattuto, non sapeva cosa significasse cavalcare nel fango sotto i colpi d’artiglieria del nemico e non sapeva cosa significasse vedere il proprio compagno morirgli tra le braccia, annegato dal proprio sangue che lentamente gli riempiva i polmoni.

Napoleone, va detto, aveva un rapporto speciale con i propri generali, non propriamente definibile un rapporto di fiducia quanto di stima e di rispetto.

Napoleone sa che non può fidarsi di nessuno, sa perfettamente che i suoi generali lo servono fedelmente e con efficienza soltanto per il ritorno, in termini economici, politici e di prestigio, che ne hanno, e sa perfettamente che se le cose dovessero mettersi male, potrebbe ritrovarseli tutti contro, ma sa anche che quegli uomini sono dei soldati, sa che hanno un codice d’onore e sa che finché lui avrebbe tenuto fede alla parola data, loro, i suoi generali, avrebbero fatto altrettanto.

Nelle prossime sette settimane quindi, partiremo da qui, da questa dimensione di stima e diffidenza, di lealtà ed opportunismo, di carisma e fredde decisione, per guardare più da vicino, i sette migliori generali di napoleone.

Sono sette e non cinque, dieci, quindici o venti, semplicemente per una questione di tempi, e di liste precompilate, come vi anticipavo, partirò da una “classifica” che non ho elaborato io, in cui si parlava dei cinque migliori generali di Napoleone, lista alla quale ho voluto aggiungere di mia iniziativa altri due nomi, che a mio avviso meritano di essere citati.

Questi generali che ora andrò a presentarvi e che approfondiremo nelle prossime settimane, sono i “migliori” non in termini assoluti, anche perché stabilire chi è stato il migliore credo sia impossibile, tuttavia, sono i “migliori” sulla base di una semplice questione statistica, ovvero, sono i generali che hanno conseguito quelle che sono state le più grandi, inaspettate e importanti vittorie della Grand Armée.

Per intenderci, parliamo dei generali di Napoleone che hanno avuto ragione dei propri nemici ad Austerliz, Eylau, Jena, Hamburgo, Ulm, Valencia, Zaragoza, Zurigo, ecc ecc.

Il primo generale da citare è Michel Ney, detto il coraggioso, Ney è uno dei due generali che ho aggiunto io alla lista, perché è uno dei pochissimi generale di Napoleone, ad aver conseguito una vittoria significativa durante la fase di ritirata dalla Russia nel 1812. Mentre gli altri generali si ritiravano causa freddo e fame, Ney, insieme ai suoi uomini assediava e conquistava Smolensk.

Ma di Ney, che fu definito dai contemporanei come il più coraggioso tra i coraggiosi, e di cui Napoleone disse essere “indispensabile” sul campo di battaglia, parleremo la prossima settimana.

Ney guida le truppe alla conquista di Kowno in un dipinto di Denis-Auguste-Marie Raffet conservato al Museo del Louvre

Il secondo generale da citare in questa veloce rassegna di apertura, è Nicolas Jean-de-Dieu Soult che Napoleone definì “il miglior manovriero d’Europa”. Stando ai resoconti, Soult fu determinante nella vittoria bonapartista sia ad Austerlitz che a Jena, e sembra che proprio dopo Austerlitz, sia entrato nelle grazie dell’Imperatore, anche se comunque già in quell’occasione aveva servito come Generale.

Il maresciallo Soult discende, sotto gli occhi di Napoleone Bonaparte, dal colle dello Zurlan per prendere il comando dei suoi uomini all’inizio della battaglia di Austerlitz e guidare l’assalto all’altopiano del Pratzen

Il terzo generale di cui parleremo è Louis Alexandre Berthier, lui è uno dei pochissimi “figli d’arte” che incontriamo tra gli alti ranghi dell’esercito di napoleone. Berthier era figlio del tenente colonnello Jean Baptiste Berthier del corpo degli ingegneri topografici. Luis Alexander va detto che non fu l’unico Berthier a diventare un generale di Napoleone, ben tre dei suoi cinque fratelli infatti ascesero al rango di generale sotto napoleone, e qualcuno potrebbe giustamente mettere in discussione ciò che dicevamo in apertura a proposito della carriera meritocratica nella Grande Armée, se non fosse che i fratelli Berthier avevano dimostrato il proprio valore e le proprie capacità sul campo, durante la rivoluzione e servendo sotto Lunkor e La Fayette, in particolare Louis Alexandre Berthier era stato capo dello stato maggiore di Lunkor e La Fayette, ed aveva combattuto fianco a fianco, spalla a spalla, con il giovane Bonaparte.

Louis Alexandre Berthier e due dei suoi fratelli, durante una battaglia della campagna d’italia, dipinto di Louis-Francois Lejeune

Louis Gabriel Suchet, è l’altro generale che ho inserito io nella lista, lui era un uomo totalmente alieno al mondo militare, era figlio di setaioli ed è l’esempio più iconico di soldato che fa carriera sul campo, fino a diventare generale. Suchet era un volontario nell’armata repubblicana, e nel 1793 venne promosso sul campo, al rango di Tenente Colonnello, da un suo superiore che in quel momento aveva bisogno di un tenente colonnello di cui il 4 battaglione disponeva e quella che fu quasi una promozione fortuita, segnò l’inizio della carriera di un generale che si sarebbe fatto valere soprattutto in spagna, per intenderci Suchet è uno dei comandanti durante l’assedio di Tolone e durante la battaglia di Valencia. Lui è un uomo che passerà l’intera sua vita negli accampamenti e sul campo di battaglia e per questo, purtroppo, di lui ci sono giunti per lo più ritratti a matita di autori anonimi o sconosciuti.

Ritratto a matita di Louis Gabriel Suchet, realizzato sul campo, autore sconosciuto

Andrea Massena è un generale italico che servì napoleone soprattutto in italia, fu notato dal futuro imperatore soprattutto per la sua intraprendenza, elemento che in un armata “tradizionale” lo avrebbe penalizzato e probabilmente sottoposto a numerose punizioni per insubordinazione, ma per Napoleone i suoi successi e la sua fedeltà alla causa bonapartista, furono sufficienti a perdonare le iniziative della testa calda italica. Purtroppo per lui, quella stessa intraprendenza che gli aveva permesso di scalare i ranghi, fu anche la causa della sua caduta, così, dopo un sonoro fallimento in Portogallo nel 1810, la sua carriera militare, finì prematuramente e fu costretto a ritirarsi a vita privata, almeno fino al 1817, anno della sua morte.

Il generale Massena guida le sue truppe alla seconda battaglia di Zurigo, dipinto di François Bouchot .

Jean Lannes come Louis Gabriel Suchet prima di lui, è un eccellente esempio di brillante generale che non aveva nulla a che vedere con la vita militare.
Lannes era figlio di tintori e iniziala propria carriera militare come volontario della Guardia Nazionale francese, e di lui ci sarebbe così tanto, troppo, da dire. In questa sede mi limiterò a citare i suoi soprannomi, “L’Orlando dell’Armata d’Italia” e “L’Achille della Grande Armata“.
Sono due soprannomi importanti, autorevoli, che fanno riferimento alla letteratura classica e l’epica cavalleresca, e non è un caso, ma di questo ne parleremo meglio nel post dedicato a Lannes.

La battaglia di Fombio, di Giuseppe Pietro. Lannes fu uno dei comandanti francesi durante questa battaglia in italia.

Arriviamo a quello che i libri di storia annoverano come il miglior generale di Napoleone Bonaparte, ovvero Louis Nicolas Davout.
Credo che non serva specificare che quest’uomo era un generale infallibile, si dice che non abbia mai perso una battaglia, o comunque che non subì mai una sconfitta troppo dolorosa, e che dove lui combatteva la francia avrebbe trovato una vittoria.
Davout è il generale che intervenne ad Eylau nel 1807 quando ormai sembrava tutto perduto e riuscì a trasformare una certa sconfitta in una sorta di pareggio, che è considerato da molti come un incredibile successo visto l’inizio disastroso dello scontro.

Ritratto di Davout, Pierre Gautherot

Questi sono quelli che i libri di storia ricordano come alcuni dei più grandi e importanti generali di Napoleone Bonaparte, da questa prima, superficiale introduzione, abbiamo già avuto un assaggio di quanto questi uomini siano stati straordinari e come, il loro ruolo nella storia, sconosciuto ai più è stato in realtà determinante per la consacrazione dell’imperatore Francese.
Napoleone probabilmente non sarebbe nulla senza i suoi generali, e come questi stessi generali ci hanno insegnato, loro stessi non sarebbero stati nulla, senza gli uomini che li seguivano, uomini che, nella maggior parte dei casi erano volontari, figli di contadini, mugnai, fabbri, tintori, e che, si erano arruolati nella Grande Armée, spinti dal sogno di libertà e dalla promessa che forse, un giorno, sarebbero diventati grandi e potenti, come alcuni di quei generali, che certo non venivano da nobili famiglie.

Uomini come Davout hanno contribuito a consegnare a Napoleone importanti vittorie, ma allo stesso tempo, uomini come Lannes, hanno contribuito a consegnare a Napoleone un immenso esercito, con cui, Lannes, Davout e lo stesso Napoleone avrebbero potuto conquistare l’Europa.

Ed è importante sottolineare e ricordare che il modello a cui ambivano i volontari di napoleone, l’uomo con cui si immedesimavano, non era l’imperatore che comunque veniva da una buona famiglia, ma erano uomini come Lannes e Suchet, di fatto uomini comuni che avevano raggiunto il potere solo grazie alle proprie capacità.

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