Negli ultimi mesi dell’amministrazione Biden e nei primi giorni della seconda amministrazione Trump, il presidente degli USA Donald Trump ha più volte rilanciato un concetto, il canale di Panama appartiene agli USA, perché costruito e finanziato dagli USA, e la repubblica di Panama lo aveva ricevuto in “affidamento” come dono, ma tale dono può essere revocato dagli USA in qualsiasi momento e gli USA di Trump faranno di tutto per riprendersi il canale.
Argomentazioni che per qualcuno lasciano il tempo che trovano, per altri sono provocazioni , per altri ancora una dichiarazione di intenti e una concreta minaccia alla sovranità di Panama, e forse, tutte e tre le ipotesi sono vere, in misura differente.
Probabilmente si tratta di dichiarazioni radicali e provocatorie, volte a testare l’opinione pubblica internazionale e i limiti del diritto internazionale, per sondare con mano fin dove gli USA possono spingersi. Tuttavia, va osservato anche che tali dichiarazioni nascondono un pericoloso precedente, soprattutto per l’Europa.
La questione del canale di Panama in Europa appare lontana, interessa prevalentemente gli scambi navali tra Americhe ed Asia, e solo in misura marginale gli interessi Europei, o almeno così sembra.
Se si guarda più da vicino la retorica di Trump nasconde un concetto pericoloso, ossia la possibilità per gli USA di rivendicare la propria sovranità, ed esercitare diritti, ovunque gli USA abbiano investito negli anni, soprattutto se con fondi pubblici. E se il canale di Panama, costruito a ridosso della prima guerra mondiale, in America Latina, appare qualcosa di lontano dagli interessi europei, le infrastrutture europee, soprattutto in Germania, Italia, Francia e Regno Unito, costruite, ricostruite e ampiamente finanziate nel secondo dopoguerra con gli aiuti del Piano Marshall, lo sono un po’ meno.
L’Europa, distrutta dai bombardamenti di alleati e nazisti nella seconda guerra mondiale, è stata ampiamente ricostruita, ed ha potuto fondare la sua nuova economia, proprio grazie agli aiuti dell’European Recovery Program, meglio noto come Piano Marshall. Ed è proprio in quegli aiuti che si annida la minaccia all’Europa, rappresentata dalle rivendicazioni di Donald Trump sul canale di Panama.
Senza troppi giri di parole, così come Trump può dire che il canale di Panama deve “servire” gli interessi USA, perché è stato costruito dagli USA, lo stesso vale per l’industria europea, per i porti, ferrovie, autostrade, ecc, che negli anni 50 e 60 poterono prendere forma grazie agli aiuti USA.
Se si guarda ai dati puri, il canale di Panama ha visto investimenti per circa 2 miliardi di dollari dell’epoca, mentre gli aiuti del piano Marshall furono di circa 12 miliardi, solo in valore assoluto, senza contare l’inflazione, l’ERP costò diverse volte più della costruzione del canale, se però si tiene conto anche dell’inflazione, il dato appare sorprendente.
I 2 miliardi investiti per Panama ad oggi equivarrebbero a decine di miliardi di dollari, mente i 12 miliardi del Piano Marshall, equivarrebbero a diverse centinaia di miliardi di dollari.
Ad un primo sguardo può sembrare inverosimile e improbabile, che Donald Trump rivendichi gli aiuti del piano Marshall, tuttavia, non è proprio così, parlando infatti della Russia di Putin, in merito al conflitto in Ucraina, Donald Trump ha dichiarato che la Russia ha giocato un ruolo cruciale nella vittoria alleata della seconda guerra mondiale, e tale impegno non può essere “dimenticato”, insomma, l’Europa è in debito con la Russia, quindi bisognerebbe accettare le sue rivendicazioni, e se la Russia erede dell’Unione Sovietica, può rivendicare il solo impegno nella seconda guerra mondiale contro i regimi Nazi-Fascisti, gli USA possono rivendicare molto di più.
La retorica di Trump sta andando in una direzione pericolosa, una minaccia concreta per l’Europa, un Europa che, per il presidente è in debito con gli USA, e che non ha il diritto di opporsi ad essa.
Il debito europeo nei confronti degli USA si compone di 3 elementi, la liberazione dai regimi nazifascisti, la ricostruzione e la difesa attraverso il patto atlantico. E proprio in termini di NATO abbiamo le prime rivendicazioni di Trump sull’Europa, Trump chiede che l’Europa aumenti i propri finanziamenti alla NATO fino almeno al 5% del proprio PIL, una cifra significativa che, in vero, neanche gli USA coprono.
Secondo gli accordi, i membri della NATO contribuiscono all’alleanza, con investimenti per la difesa, stimati intorno al 2%, cifra ridimensionata rispetto agli anni della guerra fredda quando il contribuito era stimato intorno al 3% del PIL. Dal 1992 in poi, con la fine dell’URSS, i vari stati membri hanno progressivamente tagliato la propria spesa militare, arrivando ad investire mediamente tra l’! ed il 2% del PIL, ad eccezione degli USA, unico paese NATO ad aver mantenuto investimenti per la difesa nell’ordine del 3% del proprio PIL.
In conclusione, oggi Trump sta rivendicando la propria autorità sul Canale di Panama, e allo stesso tempo sta provando a determinare gli investimenti militari dei membri della NATO e dell’Europa, minacciando l’Europa stessa di conseguenza e ripercussioni se non si adegueranno al dictat statunitense. Usa un registro diverso, apparentemente più moderato, più amichevole, ma in realtà, l’argomentazione di fondo, appare la stessa, per Trump, l’Europa, così come Panama, “appartiene” agli USA, poiché gli USA l’hanno finanziata e resa libera. Una libertà di facciata dunque, con buon piacere dei cospirazionisti antiamericani, una libertà ad ore, un premio per i fedeli alleati ma che, per il presidente 47° presidente degli USA, Donald Trump, evidentemente può essere revocata in qualunque momento se ci si oppone alla sua volontà.
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