Perché l’esperienza del Sistema monetario europeo si conclude con la drammatica crisi valutaria del 1992 ?
Per rispondere a questa domanda è opportuno fare un passo in dietro e fissare alcuni paletti concettuali, spieghiamo quindi brevemente che cosa fu il Sistema Monetario Europeo.
Gli accordi dello SME (Sistema Monetario Europeo), vengono stipulati nel 1979 tra i paesi della Comunità Economica Europea, con l’obbiettivo di creare in Europa una zona di stabilità monetaria che rappresenti una risposta all’elevata inflazione e instabilità dei cambi succeduti alla fine del sistema di Bretton Woods.
Per raggiungere questo obbiettivo viene fissata una parità di cambio per i cambi bilaterali dei paesi membri, definiti attraverso una griglia di parità, con un margine di oscillazione del ±2,25%, e, nel caso questo margine fosse stato raggiunto, le banche centrali dei paesi interessati erano obbligate ad intervenire, acquistando o vendendo valuta1.
La recessione che si sviluppa a partire dal 1991 unita ad un elevato tasso di disoccupazione, destinato ad aumentare, rese particolarmente difficile la progettazione di un aumento della tassazione e tagli alle spese necessari a ridurre i deficit di bilancio verso il 3% e mantenere i tassi di inflazione entro l’1,5% da quello dei paesi con il minor tasso di inflazione, come richiesto dai trattati di Maastricht.
Con l’assorbimento da parte della Rft della debole economia della Rdt, con la sostituzione del deutsche mark all‘Ostmark, allo stesso valore, si ebbe un aumento della offerta di moneta superiore alla domanda che produsse un inflazione del 4%, che costrinse la banca centrale tedesca, la Boundsbank, ad innalzare i tassi di interesse.2
Quasi contemporaneamente una sempre più frequente serie di attacchi speculativi mette in evidenza i punti deboli del sistema monetario europeo, costringendo sempre più spesso le banche centrali ad intervenire, paesi come Italia, Francia e Gran Bretagna sono costrette a svalutare le propria monete nazionali, provocando una forte diminuzione delle riserve creando così le condizioni per per la recessione.3
Recessione e Nazionalismo rappresentano un terreno fertile per la nascita di correnti e movimenti antieuropei, i quali, per consolidare il proprio potere scelgono, di volta in volta, la via più semplice, delegando ad un ipotetico “altro” le proprie responsabilità, si viene così a creare un circolo vizioso che porta i vari paesi ad abbandonare il progetto del Sistema Monetario Europeo, ma, l’impossibilità al sopravvivere in un mondo ormai interconnesso in una maniera mai vista prima, rappresenta un freno velato che, impedisce il totale abbandono dei progetti comunitari. Italia, Francia e Gran Bretagna, se bene fuoriusciti dallo SME, sono ancora fortemente inserite nelle dinamiche comunitari, e ciò spinge “l’Europa” alla creazione di una nuova soluzione che possa garantire stabilità finanziaria, portando così nel giro di un decennio alla nascita della Comunità Monetaria Europea, con l’istituzione della moneta unica europea.
Bibliografia :
1 – La Nascita dell’economia Europea – Barry Eichengreen, Cap. 09 pp 216-223
2 – La Nascita dell’economia Europea – Barry Eichengreen, Cap. 11 pp 270-272
3 – La Nascita dell’economia Europea – Barry Eichengreen, Cap. 10 pp 242-249