Storia e mito del Lago d’Averno

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Negli ultimi anni il Lago d’Averno, in provincia di Napoli, è stato teatro di un raro fenomeno naturale, estremamente affascinante e suggestivo, che si verifica in poche altre parti del mondo. Le sue acque, sul finire dell’inverno e l’inizio della primavera, hanno iniziato a tingersi si rosa. Un fenomeno che interessa anche altri laghi in veri angoli del mondo, con elementi simili tra loro.

In questo articolo cercheremo di comprendere il fenomeno e l’importanza del lago d’averno, dal punto di vista storico e scientifico.

Origine del Lago d’Averno

Partiamo dal lago d’averno e le sue origini. Si tratta di un antico lago vulcanico, situato in Campania, nel cuore dei campi flegrei, un ampia area vulcanica attiva da migliaia di anni. La definizione corretta per il lago d’averno è lago di cratere, si tratta infatti di un lago che sorge all’interno del cratere di un vulcano, motivo per cui la sua forma è perfettamente circolare e d è circondato da ripide pareti in cui si aprono innumerevoli cavità sotterranee, caratteristiche tipiche di questa tipologia di laghi.

Il suo nome è molto antico, e si ipotizza gli sia stato attribuito tra i 2700 e i 2400 anni fa, quando nella regione si insediarono i primi coloni greci. Il nome Averno deriva infatti dal termine greco “Aornos” il cui significato letterale è “senza uccelli” e il motivo per cui gli venne dato questo nome è auto esplicativo, era un lago senza uccelli, e il motivo per cui in quel lago non c’erano uccelli è legato all’attività vulcanica della regione.

Nel primo millennio avanti cristo, e almeno fino al primo secolo avanti cristo, gran parte dell’area dei campi flegrei era ricca di fumarole, l’aria era impregnata di un odore acre e sulfureo, che la rendeva particolarmente pesante da respirare, e lo stesso valeva per le acque del lago, ricche di zolfo, dal sapore nauseabondo, e ostili alla vita, non vi erano quindi pesci e di conseguenza, non vi erano uccelli, da qui il nome “Aornos“, ad indicare un lago privo di uccelli.

Lago d’averno tra miti e legende

ll lago d’averno nel mondo antico era immerso in un paesaggio che oggi definiremmo infernale, e il motivo per cui oggi consideriamo infernale un ambiente inospitale, puzzolente, pieno di nebbia e fumi è legato proprio al lago d’Averno che, nel mondo greco venne associato alle antiche battaglie tra Zeus e i Titani, per poi divenire, nel mondo latino, la mitica porta di accesso all’Ade.

La natura suggestiva del lago, spinse i primi coloni grechi ad attribuire al lago un aura di mistero e sacralità, il lago era per gli antichi coloni greci, una prova tangibile della realtà della tangibilità dei propri miti, era un autentico punto d’incontro tra il mondo umano e quello divino, e questa percezione sopravvisse ai greci, radicandosi anche nella mitologia romana.

Se nella mitologia greca, il lago era un residuo delle antiche battaglie divine tra Zeus e i Titani, in epoca romana, il lago divenne la porta d’accesso al mondo sotterraneo e all’ade. A darci testimonianza di ciò, l’Eneide di Virgilio, dove il lago d’averno viene descritto come un luogo oscuro e inquietante, una “profonda grotta” che conduce al regno dei morti. Ma non solo, ci dice anche che la porta degli inferi collegava il regno dei morti a quello dei vivi con uno dei tanti fiumi infernali, l’Acheronte, un fiume spettrale, dalle cui acque rosse come il sangue si allungavano come tentacoli le braccia dei defunti che ribollivano e ed emettevano boati agghiaccianti. Una descrizione inquietante, suggestiva, e che trova perfettamente senso in un contesto ricco di fumarole, sorgenti termali e in cui in alcuni periodi dell’anno fioriscono alcune alghe dando all’acqua un colore rossastro.

Spiegazione del fenomeno delle acque rosa

Noi oggi sappiamo dare una spiegazione scientifica alla maggior parte dei fenomeni osservati dagli antichi e tramandati da Virgilio, e tra questi fenomeni, potrebbe esserci anche quello delle acque rosa che da qualche anno ha interessato il lago d’Averno.

Da qualche anno infatti il Lago d’Averno ha attirato l’attenzione dei locali, della scienza e dei turisti, per un fenomeno particolare: la sua periodica colorazione rosa o rossa. Dal 2022 questo fenomeno è stato osservato e in maniera più intensa, nello specifico, tra febbraio e marzo le acque del lago hanno assunto per qualche settimana una colorazione rossa molto intensa.

Dal punto di vista scientifico il fenomeno è noto da tempo e ampiamente documentato, il cambio di colore è infatti dovuto alla fioritura di alcune alghe e dal cianobatterio Planktothrix rubescens, un microrganismo che in determinate condizioni ambientali, può proliferare rapidamente e produrre pigmenti rossi, come la ficoeritrina, che conferiscono all’acqua una colorazione rossastra.

Le fioriture di cianobatteri sono spesso favorite da un aumento della disponibilità di nutrienti (eutrofizzazione), dalla stabilità della colonna d’acqua, dalla disponibilità di luce e da temperature elevate elevate. E se la maggior parte delle condizioni necessarie alla fioritura sono costanti negli anni, un elemento in particolare è invece variabile, ovvero la temperatura delle acque.

Eventuali riferimenti al fenomeno nell’antichità

Come abbiamo visto, nel mondo antico il Lago d’Averno ha giocato un ruolo centrale nella mitologia greco romana, e nei secoli medievali, l’intera area di Pozzuoli è stata molto frequentata e che vi erano nella regione diversi siti di interesse per i viaggiatori, tutti perfettamente descritti. Ne consegue che, se il fenomeno si fosse verificato nel corso dei secoli, qualche testimonianza autorevole dovremmo averla. Soprattutto nella mitologia greco-romana, dove un fenomeno simile, in un luogo così importante per la mitologia, avrebbe avuto certamente una spiegazione mitica. E se il fenomeno si fosse ripetuto nel tempo, ne avremmo certamente un qualche legame con la tradizione, come accade in altre parti del mondo dove si registrano fenomeni analoghi.

Ma nei campi flegrei, nonostante gli innumerevoli miti legati al Lago d’Averno, non abbiamo nulla di tutto ciò, le descrizioni antiche parlano di un lago d’averno lo descrivono con acque scure e non ci sono riferimenti o menzioni a possibili cambiamenti di colore. L’unico accenno di riferimento alle acque rosse che abbiamo è nella descrizione di alcuni fiumi infernali, che però, non sembrano una spiegazione molto forte.

L’assenza di testimonianze antiche potrebbe suggerire che tali fenomeni erano isolati e poco frequenti, e in effetti anche ad oggi lo sono. basti considerare che, dall’inizio degli anni duemila, il Lago d’Averno si è tinto di rosa soltanto nel 2022 per poche settimane.

Autore: Antonio Coppola

Sono laureato in storia contemporanea presso Unipi. Su internet mi occupo di divulgazione, scrivo storie di storia, geopolitica, economia e tecnologia.

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