M, Il figlio del secolo.

Sono finalmente riuscito a recuperare M, il figlio del secolo, la serie Sky con Luca Marinelli nei panni di Mussolini.

E visto che più di qualcuno me l’ha chiesto, vi do il mio parere.

Comincio col dire che la serie mi è piaciuta tantissimo è inquietante, divertente e ci mostra un Italia degli anni 20 molto attuale, diciamo pure che viviamo in un momento storico in cui tracciare un parallelismo con gli anni 20 del secolo scorso, è abbastanza “facile”.

Il Mussolini che incontriamo nella serie è un ottimo Mussolini, ben caratterizzato e forte di discorsi e riflessioni che sono presi direttamente dai suoi scritti, sia pubblici che privati.

Gli scritti pubblici ci mostrano un mussolini “forte”, quelli privati un mussolini più vulnerabile e la serie dosa bene questi momenti.

Piccola nota tecnica, molte scene sono prese direttamente da un ciclo di lezioni di storia del professor Emilio Gentile, tenute circa 15 anni fa, e per chi fosse interessato, sono disponibili come podcast su Audible.

Dico che sono prese da lì, e non da altre opere biografiche su Mussolini, perché Marinelli nella serie si rivolge direttamente allo spettatore, fa alcune considerazioni, battute e provocazioni che troviamo anche nelle lezioni di Emilio Gentile, come battute e provocazioni del professore.

Tornando a Mussolini, sebbene sia un ottimo personaggio negativo, quello ci viene mostrato non è proprio Mussolini, e volendo essere provocatori, non è più Mussolini del Mussolini di raccontato da Indro Montanelli in “Io e il Duce”, solo che lo vediamo dal punto di vista “opposto”.

La serie ci mostra un Mussolini surreale, scaltro e manipolatore ma anche codardo e opportunista, che sa girare a proprio vantaggio anche un evento negativo, mentre Montanelli ci fornisce un racconto molto assolutorio nei confronti del Duce, ci racconta un Mussolini vittima degli eventi, un uomo sostanzialmente buono che si circonda di cattive amicizie e commette “qualche errore” nel tentativo di inseguire il potere.

La verità sta nel mezzo, Mussolini è entrambi i Mussolini e non è nessuno dei due.

Mussolini nel ventennio fece un lavoro meticoloso per costruire attorno a se e alla propria figura un culto quasi religioso, una fede laica nell’uomo e, per usare proprio le parole di Emilio Gentile, divenne un autentico nume vivente, il primo e forse unico vero nume vivente della storia contemporanea… Hitler e Stalin dopo di lui lo hanno imitato, e pur facendo un ottimo lavoro, non sono riusciti a farsi “amare” quanto gli italiani amarono Mussolini.

E questo la serie lo sa, ce lo dice, e prova a decostruire quel mito, raccontando un Mussolini più umano e “miserabile”.

La serie strappa via quell’aura di sacralità e misticismo che da più di un secolo avvolge Mussolini e ci restituisce un uomo, che ha delle paure, che commette degli errori, e ne commette, senza che però questa sua umanizzazione lo assolva, ma anzi, diventa quasi un aggravante.

Nel complesso la serie l’ho già detto, l’ho apprezzata molto, e il fatto che parli più dell’attualità che degli anni 20, forse è un motivo in più per guardarla.

Autore: Antonio Coppola

Sono laureato in storia contemporanea presso Unipi. Su internet mi occupo di divulgazione, scrivo storie di storia, geopolitica, economia e tecnologia.

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