Benito Mussolini, il Duce, o meglio, il Duce del fascismo, perché in realtà questo titolo che rievoca la tradizione romana, non arriva a Mussolini direttamente da Roma, ma lo eredita, in un certo senso, dalla sua precedente esperienza socialista.
Politicamente Mussolini nasce socialista, e la sua visione del mondo, le sue battaglie, le sue idee, sono frutto di una progressiva evoluzione, contaminazione e radicalizzazione, di quel socialismo riformista, belligerante e nazionalista, di cui fu fomentatore e prodotto e che in alcune occasioni gli valse il titolo di duce. Titolo ereditò e mantenne anche durante l’esperienza fascista.
In questo articolo non mi interessa l’uomo o il fascista, in questo articolo parleremo di un duce che divenne il duce.
Il termine “duce” tra etimologia
Incontriamo la prima volta la parola Duce, nel lessico politico italiano, nel XIX secolo, nel contesto del dibattito politico interno al partito socialista italiano. Questo termine, come ben riporta la tradizione, deriva dal latino dux che letteralmente significa «capo» o «guida».
La parola dux è di uso comune in epoca romana, la troviamo in tantissimi documenti e monumenti, e generalmente indica comandanti militari o leader politici di alto rango, o più in generale, figure molto carismatiche. Viene ad esempio, utilizzato in alcuni contesti, per riferirsi a Giulio Cesare.
Tra il medioevo e l’età moderna, il termine mantiene un aura di prestigio, ma è usata sempre meno, è uno degli innumerevoli termini latini che si conoscono, ma sono usati molto raramente fino a sparire quasi del tutto dal lessico comune.
Il duce socialista
Nel XIX secolo tuttavia, la riscoperta del mondo classico ad una riscoperta del termine, che nel frattempo è mutato e a tratti frainteso, e diventa un termine abbastanza generico, e privo di prestigio, per indicare leader politici o militari. Per dirla tutta, nell’Europa sul finire del XIX secolo e inizio del XX secolo, il termine duce, non ha alcuna connotazioni ideologica o politica, indica semplicemente un ruolo, e sarà solo in Italia, tramite Mussolini, che il significato di questo termine muterà nuovamente, ma a questo arriveremo a breve.
Tornando all’Italia di fine ottocento, il movimento socialista italiano, utilizza occasionalmente il termine duce, quasi sempre in contesti informali, per descrivere figure carismatiche all’interno del Partito Socialista Italiano (PSI), questo utilizzo permane anche agli inizi del novecento e viene utilizzato anche per descrivere personaggi di spicco del partito come un giovane Benito Mussolini.
Mussolini è un socialista rivoluzionario, molto carismatico, e soprattutto molto informale nel suo modo d’essere. Mussolini è un “uomo nuovo” della politica, non viene da una grande famiglia e questo termine gli calza a pennello, soprattutto negli anni della militanza rivoluzionaria.
Come abbiamo detto, il termine duce all’epoca è un termine informale, e rimane circoscritto a contesti locali e correnti interne del partito. In sostanza, non rappresenta un titolo ufficiale e Mussolini è uno dei tanti Duce del partito socialista italiano, anzi, romagnolo.
Il duce del fascismo
La fuoriuscita di Mussolini dal PSI e la costituzione del fascismo nel 1919, sono due momenti importanti tanto per mussolini quanto per il termine Duce. Da questo momento in poi, Mussolini inizia a costruire la propria immagine di leader carismatico, e, sebbene il termine duce sia ancora usato dai socialisti, inizia ad essere usato anche dai primi fascisti, in riferimento proprio a Mussolini.
A partire dal 1923 per volontà di Mussolini, il termine duce smette di essere un termine generico e informale, senza colore politico e diventa un vero e proprio titolo. Mussolini non è più uno dei tanti duce socialisti o di altre forze politiche rivoluzionarie o reazionarie, Mussolini non è più il duce del fascismo, Mussolini è il Duce. Questo momento segna la trasformazione del termine in un titolo esclusivo e onnipresente, diventa un simbolo di quel culto della persona, ripreso successivamente da altri leader carismatici, da Stalin a Trump, che cercheranno, e in alcuni casi riusciranno ad emulare la trasformazione di Mussolini in un autentico “Nume Vivente”, per usare le parole di Emilio Gentile.
La trasformazione del termine avviene attraverso la propaganda, gli slogan e l’arte di regime. Il fascismo riuscì nell’impresa epocale di elevare il Duce ad un entità quasi metafisica, legittimata dalla retorica della “romanità” e della “rivoluzione fascista”.
Inutile dire che l’adozione ufficiale del titolo di Duce da parte di Benito Mussolini, in un contesto di enorme polarizzazione politica, portò al totale abbandono di tale termine nell’universo socialista italiano ed europeo, contribuendo a renderlo un titolo esclusivo del fascismo.