Scusami se oggi parlo di politica ed attualità su una blog di storia, ma è la storia stessa che mi impone di esprimermi a riguardo, perché nell’immagine che vedete si fa riferimento alla storia, ed è un qualcosa che da storico non accetto.
Da storico mi fa ribrezzo una tale strumentalizzazione politica della storia e sempre da storico, mi sento violato, offeso e in questa immagine, vedo buttare al casso il lavoro di storici che per decenni hanno cercato di ricostruire con efficacia e razionalismo, cosa è realmente successo nel ventennio, con tutte le enormi difficoltà del caso e al di la delle proprie opini personali.
Da “storico“, trovo aberrante questa strumentalizzazione della storia che propone il ricordo di un passato falsato e distorto, di una storia imposta dall’alto e non per amor di conoscenza, ma per interesse politico, una storia che viaggia a senso unico, senza competenza, senza alcuna forma di comparazione delle fonti, senza indagini approfondite, senza contestualizzazione, senza storia.
Una narrazione storica falsata che parte da un opinione personale e attorno ad essa rielabora gli avvenimenti del passato, un opinione per cui, Mussolini è passato dall’aver fatto “anche” cose buone, (osservazione opinabile ma non del tutto errata) che col tempo è evoluta ed invertito il trend. Mussolini negli ultimi anni non è più stato il dittatore che nell’ampiezza del proprio regime, compì anche cose buone, ma è diventato un uomo giusto e buono, che nella sua lunga carriera politica, ha commesso qualche errore, e tutti successivi all’alleanza con la Germania, insomma, oggi, l’idea sempre più diffusa è che Mussolini abbia fatto “solo” cose buone.
E se “ha fatto anche cose buone” era un osservazione opinabile, la nuova chiave interpretativa, è semplicemente disgustosa.
Questo post si intitola “Già le mani dalla storia” anche se inizialmente pensavo di chiamarlo “Tenete la Storia fuori dalla politica“, perché la storia, la nostra storia non è una componente politica e non appartiene all’una o all’altra corrente di pensiero, all’una o all’altra fazione, ma è di tutti, vincitori e vinti, giusti e malvagi, vittime e carnefici e in questo caso specifico, possiamo dire, con coscienza storica che la storia richiamata dal nipote del dittatore è tutt’altro che dalla loro parte, e farebbe meglio pensarci due volte prima di richiamare un passato di cui il nostro paese dovrebbe vergognarsi ma di cui, a quanto pare, ultimamente va sempre più fiero.
Il futuro verso cui viaggiamo, verso cui viaggia l’umanità non ha spazio per gli spettri di un passato burrascoso, barbarico ed incivile, in cui non esistevano libertà ne diritti, ma solo doveri, e la storia ci insegna, attraverso i propri corsi e ricorsi, che chiunque abbia provato a cancellare i diritti altrui, prima o poi è stato sopraffatto. Da Giulio Cesare a Benito Mussolini, passando per Oliver Cromwell e Napoleone, e non escludendo ovviamente il regime Sovietico, quello Maoista e quello Castrista, o le innumerevoli giunte militati che nel corso dell’ultimo secolo hanno preso il potere in america Latina e Africa o i vari imperi coloniali.
Aggiungo inoltre che il tempo inasprisce i sentimenti di chi è stato privato dei propri diritti e generalmente più questo tempo aumenta, più brutale e violenta stata la sopraffazione degli oppressori da parte degli oppressi, vedi la sorte di dello stesso Mussolini o più recentemente Gheddafi.
If you’re wondering what fascism leads to, just ask Benito Mussolini and his mistress Claretta. pic.twitter.com/uc2wZl0YBu
— Jim Carrey (@JimCarrey) 30 marzo 2019
Reputo del tutto irrazionale che un uomo, candidato in un partito improntato sulla staticità e che cerca di contrastare la storia, osi parlare di “storia” e si riempia la bocca di parole e frasi assurde sul fascismo e sul proprio antenato, dicendo allo stesso tempo di non avere idee vicine a quelle del proprio avo, ma allo stesso tempo, difendendolo e dicendo di “aprire un libro di storia”, a chi osserva che quel regime totalmente nelle mani di Mussolini, compì crimini immani in tutto il proprio corso e al di fuori dell’alleanza con la Germania.
Personalmente mi reputo una persona che i libri di storia, non si è limitata ad aprirli, ma li ha studiati, sviscerati, analizzati fino al midollo, e non ho dubbi su chi abbia e chi non abbia mai aperto un libro di storia tra chi critica e chi difende il regime fascista e nel caso ci fossero dubbi a riguardo, chi difende il fascismo, evidentemente non ha idea di cosa sia stato il fascismo in italia.
Dire che Mussolini fece anche cose buone, è opinabile, ma accettabile, perché è assolutamente vero. In vent’anni di governo qualcosa di buono l’ha effettivamente fatto, è una questione puramente statistica, nella maggior parte dei casi, queste cose buone furono il frutto di continuità con il passato e il proseguimento di politiche “positive” che precedono (in alcuni casi di qualche decennio) l’avvento del fascismo, in altri casi, furono operazioni originali e proprie del governo fascista, ma nel computo generale di positivo e negativo, dubito che aver bonificato qualche palude, edificato qualche casa popolare e completato parte dell’infrastruttura ferroviaria, possa essere solo minimamente sufficiente a giustificare o rendere tollerabili gli immani crimini compiuti dal regime, i quali, per portata e varietà, va precisato, furono nettamente superiori alle “cose positive”. E se da un lato dire che Mussolini fece anche cose buone è opinabile, ma nel complesso generale vero, negare i suoi crimini e dire che il suo unico errore fu l’alleanza con Hitler, è frutto o di malafede o ignoranza, in entrambi i casi però, significa mentire spudoratamente.
Evidentemente i pestaggi, gli eccidi, i massacri, i brogli, la corruzione, la speculazione edilizia, i sequestri di persona e gli omicidi, compiuti dalle squadre fasciste nei primissimi anni dell’esperienza fascista, e fino almeno al 1929, per chi ha determinate idee, sono probabilmente atti dovuti, sono dei valori, dei pregi, sono un qualcosa di positivo di cui andare fieri, del resto, tutto questo è avvenuto non solo prima dell’alleanza con Hitler, ma addirittura prima dell’apparizione stessa di Hitler sulla scena politica tedesca. Insomma, di cose discutibili il Fascismo ne ha fatte ben prima dell’alleanza con Hitler. Non parliamo poi degli arresti, dei pestaggi e degli omicidi politici, che colpirono esclusivamente chi aveva un opinione o idea diversa da quella unica imposta dal regime, e stendiamo un velo pietoso sul modo in cui l’italia trattò gli indigeni nei propri possedimenti coloniali, perché non voglio aprire la questione sui crimini di guerra, i linciaggi, la riduzione in schiavitù e la compravendita di esseri umani, per decenni negati non solo dal regime, ma anche di illustri figure della stampa italiana negli anni della repubblica (ogni riferimento a Montanelli è puramente voluto). Restando quindi all’Italia e fingendo che le colonie non esistono e che quindi i crimini compiuti nelle colonie sono solo un invenzione degli storici. Ricordiamo che, in Italia, durante gli anni del regime fascista, per godere dei pochi diritti rimasti, essere italiani era una condizione necessaria ma non sufficiente, e se non sie era iscritti al Partito Nazionale Fascista, essere “cittadini italiani” era solo una formalità retorica, ma serviva a ben poco, di fatto, chi non era iscritto al partito, era come se non fosse un cittadino, o peggio, era un cittadino di serie B, al quale erano negati assistenza sociale, diritti civili e lavoro. Da questo punto di vista fa sorridere che nei suoi discorsi pubblici, Mussolini stesso ripetesse più volte “italiani”, riferendosi però, non a tutti gli italiani, ma solo a quelli tesserati.
Se oggi alcuni leader di partiti che in un modo o nell’altro sono eredi del partito fascista, ritengono opportuno e lecito dichiarare pubblicamente che “il pensiero unico ci impone di ascoltare tutti” facendolo passare quasi come un qualcosa di negativo, di vergognoso e assolutamente “antidemocratico”, è forse solo un eredità di quegli anni in cui, il partito fascista si era sostituito allo stato, ed aveva il potere di decidere arbitrariamente chi potesse e chi non potesse godere dei pochi diritti costituzionali ancora esistenti.
Mi permetto di aggiungere un ultima riflessione personale, a mio avviso, da storico ed osservatore attivo del mio tempo, il pensiero unico non è quello internazionalista e in un certo senso sancito dalla nostra stessa costituzione, costituzione che ricordiamo, parla di diritti universali per tutti (e sottolineo tutti) i cittadini, senza distinzione di sesso, etnia, origini, religione o pensiero politico. Il pensiero unico è, a mio avviso, quello di chi censura, denigra, minaccia, zittisce ed uccide chiunque la pensi diversamente, e questo, oltre ad essere in aperta violazione di uno dei principi fondamentali della nostra costituzione, è anche e soprattutto antistorico e non accetto che, fautori del pensiero unico, nostalgici di un tempo in cui in italia non esisteva alcuna forma di libertà, si permettano di distorcere la realtà storica, per le proprie finalità politiche. Di fatto, sparando cazzate senza ritegno, ne rispetto per la storia.