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Quale destino per il Medio Oriente Post Americano?

Riassunto delle puntate precedenti, per gran parte dell’opinione pubblica mondiale, gli USA devono lasciare il Medi Oriente perché la loro presenza lì è espressione di una politica estera imperialista, e sempre per un importante fetta dell’opinione pubblica mondiale, gli USA non devono interferire nella politica interna delle altre nazioni, e si, stiamo parlando della Siria.

Però, per quella stessa fetta dell’opinione pubblica mondiale, se gli USA si ritirano dal Medio Oriente (stiamo ancora parlando della Siria), sono dei traditori che hanno abbandonato i loro alleati, di conseguenza, gli USA sono responsabili della crisi che consegue al loro ritiro e devono quindi prendere una posizione contro la Turchia di Erdogan, senza però intervenire direttamente in medio oriente, con azioni militari dirette o con sanzioni tardive e soprattutto, senza interferire con la politica interna della Siria, perché, se lo facessero, tornerebbero alla politica imperialista.

Il Medio Oriente si sa, è una polveriera, un posto instabile e complicato, così come sono complicate le operazioni internazionali, e in questo caso, la posizione della superpotenza americana non è mai stata tanto controversa, poiché la scelta che si trovano a dover fare, porta con se, da un lato, una serie di critiche all’imperialismo americano, e dall’altro, una serie di critiche all’imperialismo americano. Va da se, che la scelta più semplice è probabilmente la non scelta, che si manifesta in un banale “ma chi ce lo fa fare, in fondo, non sono problemi nostri, tra gli USA e il Medio oriente c’è un intero oceano ed un continente”, meglio definibile come una politica nazionalista, protezionista e isolazionista, fortemente orientata a destra.

Anche se gli USA per molto tempo si sono convinti di essere i garanti della sicurezza globale, e si sono improvvisati sceriffo autoproclamato del mondo, in realtà, il mondo dispone di un organizzazione che ha il compito di promuovere la pace e la sicurezza globale e di difendere i più deboli, e questa organizzazione internazionale, è l’ONU.

ONU che in teoria è l’unico ente internazionale legittimato ad intervenire in medio oriente, ma non può, non può intervenire per un veto esercitato della Russia, Russia che all’inizio di questa vicenda, ha coperto le spalle alla Turchia di Erdogan e prima ancora alla Siria e che ora, sembra essersi schierata dalla parte della Siria facendo da mediatore tra il governo di Bashar al Assad e i rappresentanti del popolo Curdo contro cui sta muovendo le proprie truppe Erdogan.

Lo sapevamo, lo abbiamo detto ed è giusto ripeterlo, il medio oriente è una polveriera e qualunque cosa accada in quell’angolo di mondo, è molto più complessa e controversa di quanto noi figli dell’europa, della pace, della libertà e del benessere, possiamo immaginare.

Cosa impariamo da questa vicenda? Impariamo almeno tre lezioni.

La prima lezione che impariamo è che qualunque cosa facciano gli Stati Uniti d’America, che intervengano, che non intervengano, che sanzionino o finanzino, per l’una fetta importante dell’opinione pubblica mondiale, gli USA sono in errore e sbagliano, perché in fondo, c’è sempre una buona ragione per criticare le scelte degli USA e la loro politica imperialista, anche quando non lo è.

La seconda lezione che impariamo è che l’ONU, il cui compito primario è promuovere la cooperazione tra le nazioni e garantire della pace globale, nel rispetto dei popoli e delle minoranze, in questo momento è sotto scacco da parte russa. Non c’è nulla di anomalo o di nuovo in questo, Russia, anzi URSS e Stati Uniti hanno tenuto sotto scacco l’ONU per più di quarant’anni durante la guerra fredda, ed il ruolo di membro permanente del consiglio di sicurezza dell’ONU in fondo, è stato creato proprio per questo.

Tuttavia, vi è una profonda differenza tra oggi e gli anni della cortina di ferro, poiché all’epoca USA e URSS presentavano al mondo due facce della stessa medaglia, utilizzando le stesse armi e gli stessi strumenti per ottenere fondamentalmente la stessa cosa, cambiava solo il soggetto e la visione che questi aveva del mondo. Oggi invece, non vediamo più contrapposti i valori e gli ideali del sogno americano ai valori e gli ideali del mondo sovietico, vediamo invece contrapposti il mondo del diritto e della legittimità, espresso dall’ONU ad un mondo autoritario e totalitario, guerrafondaio e avverso alla democrazia, espresso dalla politica di Putin in Russia.

Il mondo in cui viviamo oggi, è un mondo in cui l’ONU che dovrebbe garantire la pace nel mondo ha le mani legate e la Russia, che sembra avere tutto l’interesse a promuovere scontri, conflitti e guerre nel mondo, non trova alcun ostacolo degno di nota sulla propria strada. Praticamente la politica estera della Russia, promotrice dell’annessione della Crimea alla Russia in violazione dello statuto delle Nazioni Unite, che ha venduto armi illegali alla Siria, armi illegali che poi sono state utilizzate sui civili dalla stessa Siria, garantito poi impunità ad Assad, salvandolo dal giudizio di una corte internazionale, che ha garantito intoccabilità ad Erdogan, utilizzando il proprio diritto di veto, quando l’ONU ha provato a sanzionarlo per i crimini di guerra e contro l’umanità compiuti in Siria a danno della popolazione civile, e in fine, armando e promuovendo la controffensiva Siriana nelle aree colpire dalle forze turche al confine con la Turchia.

Scontri che si sarebbero potuti evitare se gli USA non avessero abbandonato i Curdi, ma anche se la Russia non avesse coperto le spalle ad Erdogan e avesse invece permesso all’ONU di sanzionare la Turchia, ponendo il paese sotto embargo totale, come previsto dall’articolo 41 dello statuto delle Nazioni Unite.

La Russia è responsabile di quanto sta accadendo al confine tra Siria e Turchia, molto più di quanto non siano gli USA, ma per motivi ancora ignoti, ci rifiutiamo di vedere l’imperialismo Russo e continuiamo a portare l’attenzione sull’imperialismo Americano ormai sulla via del tramonto.

La terza lezione che impariamo è che, in tutto questo, l’Europa ha passato decisamente troppo tempo isolata nel proprio paradiso perduto, decisamente troppo lontana dal mondo reale, e ormai completamente incapace di rendersi conto che appena fuori dalle porte dell’europa ci sono i barbari selvaggi, che danno fuoco alle città, che sterminano i bambini e calpestano (volevo dire si puliscono il culo, ma non voglio essere volgare) quotidianamente tutto ciò che l’europa dovrebbe rappresentare.

Dovevamo essere l’avanguardia del nuovo “nuovo mondo” , dovevamo essere i figli prediletti dell’illuminismo, della ragione, della libertà e della democrazia, ma evidentemente abbiamo perso la via di casa, e ormai non siamo più in grado di distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato.

L’europa doveva rappresentare il modello su cui costruire una società internazionale, preludio ad un autentica unificazione dei popoli del mondo sotto la bandiera del diritto internazionale, dell’uguaglianza e del rispetto tra tutti i popoli, l’Europa doveva essere un esempio di pace, doveva portare l’equilibrio nel mondo, ma purtroppo, anche l’Europa ha ceduto al lato oscuro ed ha edificato il proprio paradiso, perduto, sulle spalle e sul sangue dei poveri disgraziati lasciati a morire ad un passo dall’Europa.

Palestina, Ruanda, Bosnia, Kosovo, Iraq, Nigeria, Somalia, Suda, Mali, Africa Centrale, Egitto, Mozambico, Congo, Libia, Siria, Turchia … solo per citare alcuni dei più recenti teatri bellici che, nell’ultimo quarto di secolo, sono stati tacitamente alimentati ed ignorati dall’Europa.

L’era post americana sta sorgendo all’orizzonte, e come ogni grande impero in declino, anche quello americano si lascia alle spalle morte, pestilenza, guerre e miseria.

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