Trump e Musk rivogliono il canale di Panama

Trump e Musk rivogliono il canale di Panama

Trump e Musk rivogliono il canale di Panama, perché controllarlo rappresenta un vantaggio strategico non indifferente, ma non possono dirlo apertamente, così, hanno puntato sull’ignoranza e la stupidità.

Secondo il futuro presidente, il canale costa ai contribuenti statunitensi migliaia di dollari l’anno, inoltre visto che è stato costruito dagli USA, negli anni 80 del XIX secolo, e la sua costruzione ha avuto un costo non solo economico ma anche in vite umane, gli USA devono riprenderselo.

Partiamo dal costo per i contribuenti, che non vuol dire nulla, poiché è vero che le tariffe di transito per il canale di panama incidono sul costo dei noli delle navi in transito nel canale e quindi incidono (per meno dell’1%) sul prezzo del prodotto che provengono dall’asia o che usano componenti provenienti dall’asia, tale incidenza tuttavia, se quelle navi passassero per lo stretto di magellano, è vero che non pagherebbero tariffe, ma consumerebbero molto più carburante rispetto a quello consumato nel passaggio per il canale, il cui impatto sui noli sarebbe nettamente superiore a quello delle tariffe di transito. 

Un esempio concreto ci arriva da Suez, dove, la crisi dello Yemen, ha spinto molte compagnie a scegliere di passare da Suez a Cape Town, con un incremento dei noli, dovuto a tratta più lunga, maggiori costi di equipaggio e carburante, che in alcuni casi ha superato il 200%.

Suez  riduce la navigazione molto meno rispetto a Panama, significa che passare per “magellano” costerebbe certamente più del 200% in più rispetto a Panama nonostante le tariffe “alte”.

PEr quanto riguarda la costruzione del canale, questi è stato costruito prevalentemente da operai europei, italiani e polacchi, con capitali inglesi, francesi e statunitensi. Nel 1901 gli USA ottengono la concessione, dalla Colombia, per la costruzione e gestione del canale per 100 anni, lavori iniziati nel 1907 e conclusi nel 1914, quindi la concessione Colombiana sarebbe in teoria terminata nel 2014, nel mentre però un po’ di cose sono cambiate. Nel 1903 il governo Colombiano decide di non ratificare la concessione, di risposta ci fu un colpo di stato, organizzato e finanziato dagli USA che avrebbe portato alla scissione di Panama dalla Colombia, Panama ottiene la protezione degli USA e gli USA l’affitto perpetuo della zona del canale, e l’autorizzazione alla costruzione, così, nel 1907 iniziano effettivamente i lavori di costruzione del canale.

Nel 1971 il presidente USA Jimmy Carter rinegozia con Panama le condizioni di accesso all’area del canale, viene costruita una nuova tratta e il canale viene “nazionalizzato” ma lasciato in gestione agli USA fino al 1999. Nel 1999 Panama riacquisisce la piena sovranità e autorità nella gestione del canale.

Trump ora fa un “passo indietro” sostenendo che gli USA dovrebbero avere un trattamento privilegiato (cosa che già hanno, le navi con bandiera USA godono di una riduzione delle tariffe rispetto a navi battenti altre bandiere) e che intende riprenderselo perché, secondo le stime del DOGE guidato da Elon Musk, il transito per il canale di Panama costa ai cittadini USA 15,7 miliardi l’anno, per via dei pedaggi che le navi USA pagano per transitare nel canale di Panama. Come già detto questa stima, non tiene conto dei costi enormemente superiori che si avrebbero se quelle stesse navi transitassero da Magellano.

Secondo il futuro presidente, gli USA che hanno costruito il canale, e che hanno guadagnato dalla sua gestione per circa 75 anni, devono essere ulteriormente risarciti per lo sforzo sostenuto, prima della prima guerra mondiale, e se Panama non risarcirà gli USA, gli USA si riprenderanno il controllo del canale, perché solo Panama può gestirlo. Secondo il presidente eletto, Panama favorisce la Cina, le cui navi pagano tariffe più alte rispetto a quelle USA, dettaglio mi rendo conto irrilevante nella visione di Trump e Musk.

Si tratta ovviamente di argomentazioni pretestuose, e mal congeniate, non per giustificare l’invasione di Panama o un nuovo colpo di stato nella regione, come qualcuno potrebbe ipotizzare, ma per, a mio avviso, fare pressione sul governo panamense, per far sì che questi innalzi ulteriormente le tariffe per le navi battenti bandiera cinese, o ne limiti il transito, avvantaggiando gli USA, e soprattutto, per causare un terremoto finanziario come successo qualche mese fa, quando lo stesso Trump ha dichiarato che Taiwan avrebbe dovuto pagare la protezione degli USA, dichiarazione che ha causato un crollo delle azioni di numerose aziende, a tutto vantaggio dell’uomo che qualche mese più tardi sarebbe diventato l’uomo più ricco di sempre.

Qui si apre una questione importante. Elon Musk come sappiamo coprirà un ruolo chiave nel prossimo governo Trump, una posizione che gli darà accesso ad informazioni e dati di altissimo valore, che costituiscono un innegabile vantaggio strategico in termini finanziari, ma, senza alcuna limitazione. Se Trump e i membri del suo staff, in quanto rappresentanti pubblici devono allontanarsi dalla gestione delle proprie imprese e attività finanziarie, Musk può continuare ad investire liberamente in aziende che il dipartimento federale, non governativo, che guiderà, potrebbe avvantaggiare.

Insomma, c’è il rischio concreto, che Musk possa adoperare il proprio potere e la propria influenza su Trump, per i propri interessi personali, senza alcuna limitazione, e a danno dei cittadini statunitensi, e non solo.

La presa di posizione di Trump su Panama, le cui argomentazioni di base appaiono ridicole e pretestuose, possono scatenare un autentico terremoto finanziario e bruciare miliardi di dollari, di piccoli risparmiatori, a tutto vantaggio dell’uomo più ricco del mondo.

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