L’ascesa al potere di Ottaviano Augusto

Il cesaricidio, ovvero l’assassinio di Gaio Giulio Cesare da parte di Bruto e altri cospiratori, avvenuta alle idi di marzo del 44 a.c. (15 marzo 44 a.c.), segna l’inizio dell’ascesa politica di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, ma procediamo con ordine.

Dopo la morte di Cesare, Marco Emilio Lepido e Marco Antonio stringono un’alleanza militare volta ad eliminare i cesaricidi, al tempo Lepido, già pretore nel 49 e governatore di spagna dal 48 al 47, si trovava a Roma con il suo esercito, un esercito che dopo le riforme dell’ordinamento militare di Gaio Mario era diventato un esercito mercenario, professionista, stipendiato e fedele prima al proprio comandante (ma soprattutto a chi versava loro il soldum) e poi a Roma. La presenza a Roma di Lepido ed il suo esercito lo poneva in una situazione di vantaggio rispetto ai cesaricidi, e grazie all’alleanza con Marco Antonio, già luogotenente di Cesare e suo erede militare, ottenne la carica di Pontifex Maximus (pontefice Massimo), precedentemente ricoperta da Cesare, si trattava della più alta carica religiosa e conferiva a chi la ricopriva, il pieno controllo del diritto romano, impegnandolo nella regolazione dei fasti, nel redigere annualmente la tabula dealbata e gli annales pontificum.

L’alleanza tra Lepido e Marco Antonio era percepita dal senato come una minaccia all’ordine repubblicano, forse persino più grande della minaccia precedentemente rappresentata da Cesare, in quanto Marco Antonio puntava a costituire a Roma una monarchia di stampo orientale, progetto dovuto al suo forte legame con l’oriente, in particolare con l’Egitto di Cleopatra.
Per frenare questo progetto monarchico e limitare il potere dei due, il senato doveva trovare il modo di privare Marco Antonio del proprio esercito, esercito che aveva “ereditato” da Cesare. Decisero quindi di portare in italia Gaio Giulio Cesare Ottaviano, erede materiale del tesoro di Cesare, in possesso quindi dell’oro necessario per pagare i soldati di Marco Antonio, consapevoli che, la sua presenza in italia avrebbe fatto vacillare la fedeltà dell’esercito nei confronti di Antonio.

Gli astuti membri del senato erano certi di poter controllare il giovane Ottaviano e di riuscire ad utilizzarlo come strumento per ripristinare l’ordine repubblicano, e conseguentemente dell’autorità e i privilegi del senato, ma Ottaviano si sarebbe rivelato molto più astuto del previsto e soprattutto, molto più difficile da controllare.

Ottaviano si sarebbe alleato inizialmente con il senato contro Marco Antonio e Lepido, successivamente si stipulò un accordato privato con i due cesariani, durante un incontro organizzato da Lepido, che si proponeva come mediatore tra i due eredi di Cesare. L’incontro sarebbe avvenuto nei pressi della colonia romana di Bononina (Bologna). Da questo incontro sarebbe nato il secondo triumvirato della storia romana, ma, a differenza del primo triumvirato tra Cesare, Pompeo e Crasso, questo triumvirato non sarebbe rimasto a lungo un accordo privato, e il 27 novembre del 43 a.c. con la Lex Titia, il patto fu ufficializzato ed istituzionalizzato, ottenendo valore legale, nominando i membri Triumviri Rei Publicae Constituendae Consulari Potestate (Triumviri per la Costituzione della Repubblica con Potere Consolare, abbreviato come “III VIR RPC“) e sarebbero rimasti in carica per una durata di cinque anni.

Prima che venisse varata la Lex Titia, il senato vide nell’accordo tra Ottaviano, Antonio e Lepido, un rischio per la repubblica, mobilitando di conseguenza i consoli Irzio e Penza contro gli eredi di Cesare. Ne seguì una dura battaglia che si sarebbe conclusa con il trionfo di Ottaviano e Marco Antonio, ed il successo militare avrebbe portato alla ratifica della Lex Titia.

Il ruolo “privilegiato” degli eredi di Cesare agli occhi dei soldati e della popolazione, unita al carisma di Ottaviano e Marco Antonio, avrebbe rapidamente messo in secondo piano la figura di Lepido, e durante la battaglia di Filippi, Ottaviano e Marco Antonio avrebbero marciato alla testa dei propri uomini, contro gli ultimi cesaricidi rifugiatisi in Grecia, mentre Lepido fu lasciato in Italia.
Dopo la Battaglia di Filippi, il triumvirato fu rinnovato per altri 5 anni, secondo i nuovi accordi presi a tra Ottaviano e Antonio a Brindisi nel 40.a.c. e suggellati dal matrimonio tra Marco Antonio e Ottavia minore, sorella di Ottaviano.
La nuova divisione territoriale lasciava a Lepido il governo dell’Africa, Antonio invece rinunciava alla Gallia per ottenere il pieno controllo sull’Oriente e Ottaviano manteneva il controllo dell’Illirico estendendo il proprio potere all’intero Occidente.

Tra il 39 ed il 36 Ottaviano si sarebbe scontrato in Sicilia contro Sesto Pompeo, durante la guerra avrebbe chiesto l’aiuto di Lepido che però lo avrebbe tradito accordandosi con Pompeo. La poca fedeltà di Lepido nei confronti di Ottaviano, gli sarebbe costata la fiducia dell’esercito che lo avrebbe abbandonato, costringendolo ad implorare il perdono di Ottaviano prima di uscire definitivamente dalla scena politica romana e ritirarsi a vita privata al Circeo dove sarebbe rimasto fino alla morte nel 12 a.c.

L’uscita di Lepido dalla scena politica segna la fine del triumvirato formale del triumvirato che si comporrà d’ora in avanti di soli due membri, sempre più in conflitto tra loro a causa della divisione territoriale ed i successi militare contro pirati illirici e parti.
Antonio ormai relegato in Egitto avrebbe sposato la regina Cleopatra, ripudiando la moglie romana (sorella di Ottaviano) e abbandonando progressivamente le tradizioni ed i costumi romani per adottare quelli orientali, e quando Antonio deciderà di lasciare in eredità ai figli di Cleopatra, i territori orientali di Roma, provocherà l’ira del senato che, appoggiato da Ottaviano, entrerà in guerra contro l’Egitto.

La guerra di Egitto si conclude nel 31 a.C. con la battaglia di Azio dove Ottaviano riuscì a sconfiggere le truppe di Marco Antonio. In seguito alla sconfitta di Azio, Cleopatra ed Antonio si toglieranno la vita e l’oriente sarebbe passato nelle mani di Ottaviano che avrebbe trasformato l’Egitto in provincia romana, privandolo così dell’autonomia di cui aveva goduto fino a quel momento ed unificando tutti i possedimenti romani sotto il suo controllo.

Ottaviano si ritrova quindi ad essere il padrone assoluto dello stato romano, anche se formalmente roma è ancora una repubblica e ufficialmente Ottaviano non aveva ricevuto alcuna investitura, ma poté governare al sicuro, poiché e la sua vittoria contro Marco Antonio, fu interpretata come una vittoria dell’Italia e della romanità, sull’oriente.

Negli anni che seguirono alla vittoria di Azio, Ottaviano ricevette dal senato numerose onorificenze e privilegi, lasciando però intatta la natura repubblicana di roma. In fine, come già accaduto a Cesare prima di lui, gli fu offerta la dittatura a vita, ma Ottaviano a differenza di cesare rifiutò tale investitura, mostrando al popolo romano di agire in rispetto della Repubblica e non in funzione di un potere personale.

Il 16 gennaio del 27 a.c. Ottaviano restituì formalmente al senato del popolo romano i poteri straordinari che aveva ottenuto durante la guerra contro Marco Antonio, ricevendo in cambio il titolo di console, che doveva essere rinnovato annualmente ed aveva una potestas con maggiore auctoritas rispetto agli altri magistrati (consoli e proconsoli) che gli garantiva il diritto di veto in tutti i territori di Roma e che non lo assoggettava ad alcun veto da parte di qualunque altro magistrato. Ricevette anche l’imperium proconsolaris sulle province “imperiali” ovvero le province in cui era necessario un comando militare, ottenendo di fatto il comando di tutto l’esercito romano, l’imperium proconsolaris aveva durata decennale e sarebbe stato rinnovato nel 19 a.c.
In fine, ma non meno importante, ottenne il titolo di Augustodegno di venerazione e di onore“, che avrebbe sancito la sua posizione sacra, fondata sul consensus universorum di Senato e popolo romano. Gli fu inoltre concesso di utilizzare il titolo di Princeps “primo cittadino” e gli fu garantito il diritto di condurre trattative con chiunque volesse, e il diritto di dichiarare guerra o stipulare trattati di pace con qualunque popolo straniero.

La concentrazione di tutti questi poteri e privilegi nelle mani di Ottaviano Augusto segna, secondo la storiografia, la fine dell’età Repubblicana e l’inizio dell’Impero Augusteo, facendo di Ottaviano il primo Imperatore della storia romana, anche se, va detto che per molto tempo gli storici non si sono riferiti ad Ottaviano ed i suoi successori con il titolo di Imperatore, ma utilizzando il termine Augustus. Sottolineando la natura ancora una volta innovatrice di roma, il cui sistema politico era formalmente una monarchia, ma di fatto, non lo era ancora.