I migranti di Lipa, tra responsabilità e diritto internazionale

Salve a tutti, salve a tutte e benvenuti, benvenute a questo primo episodio del Podcast Radio Spenta. Un podcast che tratterà di Scienza, tecnologia e società e che da oggi subentra al mio precedente podcast L’osservatorio.

Io sono Antonio, fondatore di Historicaleye, un progetto di Public History attivo fin dal 2012 e questo è il primo episodio ufficiale di questo nuovo progetto che spero durerà nel tempo.

Parto affrontando un tema che a me è molto caro, vale a dire la questione balcanica tra responsabilità e diritto internazionale, in particolare voglio parlare di ciò che sta accadendo in questi primi giorni del 2021 in Bosnia.

Prima di arrivare a ciò però, voglio fare un piccolo passo indietro, finalizzato a creare un minimo di contesto su quella che è la realtà storica dell’area balcanica, l’avanguardia dell’Europa, quell’Europa un po’ speciale colonia culturale dell’Europa occidentale, percepita da noi Italiani, Francesi, Tedeschi, Spagnoli e Britannici, come un Europa minore, un Europa quasi di serie B, un Europa in definitiva non è considerata realmente Europa.

All’origine delle guerre Jugoslave svoltesi fra il 1991 e il 1999, scrive Joze Pirjevec nella propria introduzione al saggio monumentale “le guerre jugoslave 1991-199“, ci fu la volontà di dominio dell’etnia maggioritaria, quella serba, mal disposta a tollerare che il processo di emancipazione delle diverse realtà nazionali, già avviato negli anni settanta da Tito, portasse, dopo il crollo del Muro di Berlino, a una soluzione di tipo confederale.
Continua lo storico dei balcani, scrivendo che, a differenza del vecchio “maresciallo”, convinto che la Jugoslavia avrebbe potuto sopravvivergli solo garantendo l’uguaglianza alle sue numerose etnie, i serbi non accettavano l’idea di perdere una supremazia, conquistata con la forza delle armi fin dai tempi della prima guerra mondiale.

L’estremismo del nazionalismo Serbo è per Joze Pirjevec, uno dei più autorevoli e importanti studiosi e storici delle guerre Jugoslave, il motivo principale, se non addirittura l’unico motivo, alla base delle guerre Jugoslave che interessarono l’area dell’ex Jugoslavia negli anni 90.

Guerre che sono state riconosciute a posteriori come uno dei momenti più imbarazzanti e drammatici, teatro di scenari atroci consumati alle porte dell’europa, fin dai tempi della seconda guerra mondiale.
Ciò che diede scandalo negli anni 90 fu la parziale indifferenza, almeno iniziale, dell’Europa, che iniziò a mobilitarsi soltanto in seguito alle prime istanze Italiane, che, cercando di mediare tra le parti, riuscì alla fine a forzare la mano dell’intervento delle Nazioni Unite, un intervento che, anche se per molti considerato limitato, fu percepito dalle popolazioni locali, come unica salvezza possibile, e ancora oggi, a distanza di quasi 30 anni, molti oggetti lasciati lì dai caschi blu delle nazioni unite, sono custoditi e venerati come reliquie, in particolare in città come Mostar, una delle città più duramente colpita dalla guerra in Bosnia, e dove, oggi, nella piazza centrale, sorge una statua simbolo di conciliazione e riunificazione che attinge al patrimonio comune di quella generazione ferita e lacerata dalla guerra, una generazione cresciuta negli anni 70 e ottanta per la quale il suoperamento delle rivalità etniche ha le fattezze di Bruce Lee.

Parlerei per ore della guerra in Bosnia, ma l’oggetto di questo podcast è qualcosa di, purtroppo, molto più recente.
Mi riferisco alla catastrofe umanitaria in corso, agli inizi del 2021, tra Croazia e Bosnia e che vede protagonisti migranti diretti in Europa.

La politica migratori dei paesi balcanici è molto dura. Le frontiere sono chiuse per i migranti diretti in Europa e quelli che provano a passare di là, vengono arrestati, e sottoposti a trattamenti a dir poco discutibili.

Un qualcosa di molto simile a ciò che accade in Libia, Marocco e Turchia, con un unica differenza, il luogo d’origine dei migranti.
Se infatti in Libia e Marocco, la maggior parte dei migranti Proviene dall’africa subsahariana e in Turchia i migranti provengono dal vicino oriente, i migranti bloccati tra Bosnia e Croazia provengono principalmente dall’area Balcanica, sudest asiatico e dal Medio Oriente.
Le gestione, estremamente dura dei migranti, da parte di questi paesi tende alla criminalizzazione dei migranti irregolari, considerati clandestini e dunque criminali.

C’è però un problema di carattere internazionale legato al concetto di immigrazione clandestina, un problema che trova origine nella dichiarazione dei diritti fondamentali dell’uomo, proclamata dall’assemblea generale delle nazioni unite il 10 dicembre 1948 e sottoscritta da tutti i paesi e organizzazioni membre dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Detto più semplicemente, Bosnia, Croazia, Libia, Turchia, Marocco, Unione Europea e tutti i paesi dell’Unione riconoscono, nel proprio corpo legislativo, i principi della dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu, il cui testo è disponibile in tutte le lingue riconosciute dall’ONU, oltre alle cinque lingue ufficiali dell’ONU, ovvero Cinese, Francese, Inglese, Russo e Spagnolo.

Sulla base di questi principi, sono stati creati diversi uffici delle nazioni unite, tra cui, la più importante, l‘alto commissariato delle nazioni Unite per i Diritti Umani, sul cui portale è disponibile il testo della dichiarazione.

Secondo questa dichiarazione, considerata dalla stessa ONU un tassello fondamentale della propria istituzione, per certi versi la pietra angolare da cui è stata edificata l’intera Civiltà Moderna, di cui l’ONU è espressione, nonché promotore e garante, l’immigrazione Non è mai Clandestina, e questo principio è richiamato in tre diversi articoli, a partire dal primo articolo della dichiarazione.

Questi Articoli puntualizzano alcuni principi, già di persè contenuti nell’articolo 1 e 3 della dichiarazione, vale a dire “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza” e “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona“.

E già qui, sulla base di questi principi, tutta l’impalcatura del concetto di immigrazione clandestina, crolla su se stessa, ma, volendo essere più puntigliosi ed escludendo ogni possibile dubbio sulla natura illegittima e incompatibile con la dichiarazione del principio di “clandestinità” delle migrazioni umane, l’articolo 13 recita “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.”

L’articolo 14 recita invece “Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni” precisando che, l’uncia eccezione a questo diritto si configua qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.”
Continua la dichiarazione con l’articolo 15, secondo il quale “Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.” e “Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della propria cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.”

Questi articoli non lasciano troppo spazio ad interpretazioni, ogni individuo, è libero e, a meno che non abbia commesso gravi crimini in contrasto con i principi delle Nazioni Unite, ha il pieno diritto di lasciare, in qualunque momento, e per qualunque ragione, il proprio paese di origine ed ha il diritto di raggiungere e stabilirsi in qualsiasi altro paese del mondo, e nessun uomo o istituzione, subordinata all’autorità internazionale delle Nazioni Unite può negargli questi diritti fondamentali.

In Bosnia, Croazia, ma anche in Libia, Marocco e Turchia, e in molte altre zone del mondo, in particolare in stati che si collocano ai confini di ricchi e prosperi paesi, questi principi, hanno un valore aleatorio e sistematicamente vengono ignorati.
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Ciò che da scandalo in questo momento in Bosnia, alle porte dell’Europa, oltre alle condizioni cui sono sotoposti i migranti, è il tacito consenso, il drammatico silenzio, dell’Europa, un Europa che pur di mantenere intatto il proprio benessere interno, pur di proteggere il proprio precario paradiso perduto, per citare Robert Kagan in Paradiso e Potere, America ed Europa nel nuovo ordine mondiale, sistematicamente si affida a questi stati esterni all’unione, ai quali viene concessa la libertà di violare impunemente alcuni dei più sacri principi sanciti dalle nazioni unite.
Questi Paesi, in questo caso specifico Bosnia e Croazia, possono agire in aperta violazione della dichiarazione dei diritti umani universalmente riconosciuti, per un motivo.

Quei Migranti, che in alcuni casi fuggono dalla guerra, in altri fuggono dalla povertà, in altri ancora cercano semplicemente migliori condizioni di vita, e che da una fetta importante dell’opinione pubblica sono considerati Clandestini, concetto che tuttavia è alieno al diritto internazionale, quei migranti che non hanno alcun motivo o interesse nel rimanere in Bosnia e che sono lì solo di passaggio, diretti in Europa, in Europa non sono voluti, ne da chi li chiama clandestini, ne da chi, pubblicamente dichiara che sono i benvenuti, per poi non intervenire in loro difesa quando paesi come la Libia, Turchia e in questo caso Bosnia, si macchiano di comportamenti atroci imputabili come crimini contro l’umanità.

E la Bosnia, per quello che ha vissuto negli anni 90, di crimini contro l’umanità, dovrebbe averne una buona memoria. anche perché, il tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, costituito nel 1993 al fine di perseguire i criminali di guerra responsabili di eventi disumani negli anni 90, è stato sciolto soltanto nel 2017.

Ma di questo magari parleremo in un prossimo episodio, qui su Radio Spenta, il mio podcast.

Rimozione statue di uomini controversi

Chiedere la rimozione delle statue di personaggi storici dal passato controverso è a mio avviso qualcosa di folle e delirante, perché qualsiasi personaggio storico ha, in un modo o nell’altro un passato controverso, poiché figlio di un mondo diverso dal nostro, figlio di un mondo in cui cose che noi oggi reputiamo abominevoli, erano considerate accettabili, e cose all’epoca considerate abominevoli, oggi sono rivendicate come diritti.

Chi decide fin dove possiamo spingerci? Un conto è mettere in discussione il passato, e con esso il presente, altro discorso è cercare di cancellare e oscurare il passato e per quanto mi riguarda, la rimozione delle statue, è il primo passo verso un oscurantismo pericoloso, lesivo della memoria storica.

Nomi e Date, quanto contano davvero?

Nomi e date sono importanti, ma non dobbiamo commettere l’errore di far ruotare l’intera comprensione della storia attorno alla pronuncia dei nomi e la data esatta.

Nomi e date sono importanti, ma non dobbiamo commettere l’errore di far ruotare l’intera comprensione della storia attorno alla pronuncia dei nomi e la data esatta.

Della rivoluzione Francese ad esempio, è importante il contesto, gli ideali, le idee, le forze in gioco, il dramma sociale e politico, la presa della Bastiglia ha un suo significato strategico e simbolico, ed è quello che bisogna comprendere, sapere in che giorno e a che ora è stata assaltata è un informazione sicuramente importante e utile, ma non funzionale alla comprensione di ciò che stava accadendo, se non nell’ottica di collocarla temporalmente prima di alcuni avvenimenti e dopo altri.

Lo stesso discorso vale per i nomi, non è importante sapere qual è l’esatta pronuncia del nome del ministro dell’economia e del tesoro francese, ma è importante sapere in che modo quest’uomo ha giocato un ruolo negli eventi che avrebbero portato alla rivoluzione.

Sapere come si pronuncia il suo nome, e ignorare cosa ha fatto, è totalmente inutile, sapere cosa ha fatto e non saper pronunciare il suo nome, non preclude in alcun modo la comprensione di quegli avvenimenti.

Preferiti di Giugno 2020

Buongiorno o forse dovrei dire buonasera visto che sono passate le 14.
Voglio inaugurare oggi una rubrica che forse da settembre porterò su youtube, ma che per il momento, riserverò a Telegram, ovvero, i Preferiti del mese.

Nei miei preferiti ci saranno un po’ di cose sparse, tipo, un saggio storico, cho ho letto o che sto legendo, dei romanzi, una canzone con cui sono in fissa e boh, altre cose che hanno monopolizzato il mio mese.

A Ovest di Thule

La prima cosa che voglio consigliarvi tra i miei preferiti di Giugno è il romanzo “A ovest di Thule”, di Alberto Costantini è un romanzo ucronico, che raccona la scopera delle Americhe, da parte di un nobile romano, un tale Publio Valerio Hirpus, è un romanzo figo, il viaggio che racconta è avventuroso e ben critto, la fantasia (viaggio oltreoceano du un imbarcazione romana) si posa egregiamente con la realtà storica, la vita su una nave da gurra romana. L’imbarcazione che ci viene e fa da sfondo al viaggio è una via di mezzo tra una galera romana ed una caravella, con tanti remi ma anche grose e possenti vele.

Il libro è disponibile gratuitamente su Amazon se avete l’abbonamento a Kindle Unlimited, altrimenti il formato kindle costa 4€ e il cartaceo 15€.

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L’Infanzia dei dittatori

Secondo protagonista dei preferiti di giugno, è il saggio L’infanzia dei dittatori, di Véronique Chalmet, è un libro interessante, all’apparenza uno dei tanti saggi sui dittatori del novecento, ma che affronta la storia di questi uomini che, in un modo o nell’altro hanno efinito il secolo breve, in un modo nuovo, ovvero, raccontando non i loro regimi, non la loro crudeltà, ma la loro vita prima del potere, si tratta di una raccolta di brevi biografie, circoscritte ai primi anni della vita dei dittatori più celebri e spietati del novecento.

Il libro costa 16,15€ su amazon, ma è disponibile anche l’audiolibro su audible.

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Person of Interest

Tra fine maggio e giugno ho avuto modo di recuperare la serie Person of Interest, di Jonathan Nolan e diretta da J.J. Abrams, la serie è fighissima, i personaggi ben caratterizzati, e tocca temi interessanti e estremamente attuali (nonostante sia stata cancellata nel 2016, sembra scritta ieri).

Il BG della storia è questo, dopo l’11 settembre, il governo USA ha commissionato la creazione di una macchina per prevenire gli attentati e un genio dell’informatica ha creato una Intelligenza Artificiale a questo scopo, il governo quindi controlla e spia tutti, costantemente, la serie si interroga su quale sia il limite accettabile per la sicurezza, fin dove ci sipuò spingere, e nel farlo, dalla quarta stagione in poi, ci mostra il lato oscuro di ciò, mettendo in campo una seconda IA controllata da privati che ambiscono alla riorganizzazione dell’umanità.

La serie è fantascientifica, distopica, con una forte componente action, ed unisce alla trama orizzontale, delle trame verticali classiche delle serie tv thriller e poliziesche, che personalmente apprezzo.

La serie è ricca di citazioni a film e serie TV, da Matrix ad Inception, dal Padrino ad John Wick.

Personalmente l’ho apprezzata molto e ve la straconsiglio, la trovate sia su Netflix che su Amazon Prime Video.

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Nella Mia Testa

Voglio chiudere i preferiti di giugno consigliandovi una canzone con cui sono in fissa in questo periodo. Anche se non è il mio genere, praticamente da Marzo non faccio altro che riascoltare Nella mia testa di Marasco, non so perché, ma da quando l’ho ascoltata per caso al supermercato, citando canesecco, sto in fissa.

Anticipazioni

In questo momento sto leggendo il libro “La nuda” di Sabrina Marineo, è un romanzo strico, ma non mi ha ancora convinto del tutto, per ora è in forse, probabilmente ve ne parlerò nei preferiti di Luglio, in ogni caso, questi erano i miei preferiti del mese di giugno, in realtà maggio e giungo.

Voi cosa avete letto o state leggendo in questo periodo? quali serie state seguendo? e quale canzone non riuscite a smettere di ascoltare? Fatemelo sapere con un commento 😀

Bianca Maria Visconti, la Signora di Milano

Biancamaria Visconti, unica erede di Filippo Maria visconti, duca di Milano, sposa del signore della guerra Francesco Sforza e madre del duca e signore della guerra, Galeazzo Maria Sforza. Chi era davvero Biancamaria Visconti? Questa è la sua storia.

L’8 Agosto 1452 Bianca Maria Visconte, scrive al marito, Francesco Sforza, in quel momento impegnato in battaglia nel bresciano, mentre lei è impegnata a Milano, a reggere il governo della città e nel mentre, partoriva il suo quartogenito.

Nella lettera scrive queste parole

“Ho aparturito uno bello fiolo”, ho scelto per lui “certi nomi de santi che ho in devotione”, ma lascio a voi l’ultima parola e vi raccomando di scegliere un bel nome, perché il neonato è proprio bruttino: “pur prego la vostra illustre signoria che se degni de pensare de metergli uno bello nome acciò che’l suplisca in parte ala figura del puto che è il più sozo de tuti li altri. De fronte et dela bocha el someglia mi et dela parucca el somiglia la signoria vostra, siché podeti pensare come el debe essere bello!”, aggiunge poi, quando lo vedrete, però, vi piacerà lo stesso e “non vi parrà troppo deforme”.

Ne segue uno scambio epistolare sulla scelta del nome del nascituro, per Francesco Sforza il nome del pargolo dovrebbe essere Carlo, anche perché in quel momento, nel Bresciano, al campo di Francesco Sforza, c’era Carlo VII, da poco asceso al rango di Re di Francia, ma, per Bianca Maria, Carlo non era un nome adeguato, anche perché in quanto Visconte, aveva una tradizione familiare ghibellina e non pochi antichi rancori con la casa d’Angiò, di cui Carlo VII era un esponente, e così, dopo non poche lettere, la signora di Milano, riuscì a convince il marito a scegliere un nome diverso per il figlio quartogenito, con tutto ciò che ne sarebbe conseguito, dal perdere l’importante alleanza con la Francia, ma di contro, nel 1464, all’età di dodici anni, il giovane Sforza Maria Sforza, ricevette in dono il ducato di Bari da Ferdinando I di Napoli .
Di fronte a tale ironia, di fronte a tale genio, di fronte a tale determinazione e fermezza, ma anche tanta tenerezza, ho deciso di parlarvi di lei, di Biancamaria Visconti, duchessa di Milano dal 1450 al 1468, anno della sua morte per malattia.

La lettera è oggi conservata presso l’ASMi, Sforzesco, PS, 1452, edita in

G.Lopez, Una signora fra due epoche, in Gli Sforza a Milano, Milano, 1978, pp 7-10, https://amzn.to/2PrtUhQ
G.Lopez, I Signori di Milano. Dai Visconti agli Sforza. Storia e segreti, https://amzn.to/32MtQNC

Leggi anche,
D.Pizzagalli, La signora di Milano, https://amzn.to/2onONzC

Per fare l’organo, serve un cannone – Podcast Episodio IV

Gli studi sulla pressione di Ctesibio di Alessandria, riportati da Vitruvio, hanno portato alla creazione dei una primitiva pompa a pressione, ancora oggi usata in tutto il mondo, un orologio ad acqua estremamente preciso, usato nel mondo islamico almeno fino al XIV secolo, e alla creazione di un cannone ad aria compressa, mai usato in battaglia, ma da cui sarebbe nato il primo esemplare di organo a Canne.

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La difficoltà di vivere nell’uomo che inventò il futuro

Episodio 1 del podcast L’Osservatorio

Parliamo di Alan Turing, l’uomo che con i propri studi sulle macchine gettò le basi per la creazione dei primi computer e dell’informatica moderna, l’uomo che con le proprie idee e teorie inventò il futuro, l’uomo che con, nonostante il proprio dolore segnò il punto definitivo nello scontro tra Democrazia e Totalitarismo, infliggendo il più duro dei colpi, al Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale.
L’uomo che vinse la seconda guerra mondiale, restando nell’ombra, senza che il mondo lo acclamasse come eroe.

Cosa ne pensi di questo libro (che non hai letto)?

Ho creato una Wishlist su Amazon, Così potrete regalarmi dei libri che, leggerò, recensirò e vi spiegherò come leggere, con delle guide alla lettura che pubblicherò, (forse) a cadenza mensile.

Mi capita spesso di ricevere domande del tipo “cosa ne pensi di questo libro” o “cosa ne pensi di questo autore” e generalmente rispondo in due modi.

Se ho letto il libro o conosco l’autore, spiego un po’ cosa ne penso, cosa mi piace e cosa non mi piace di quel libro in particolare o di quell’autore, sulla base di ciò che, di quello stesso autore, ho già letto.

Se invece non ho letto il libro, non conosco l’autore, perché non ho mai letto nulla di suo o, in alcuni casi, non l’ho mai sentito neanche nominare, dico semplicemente la verità, ovvero, non ho letto quel libro, non conosco quell’autore oppure lo conosco di fama, ma non ho mai letto nulla di suo.

Qualche volta è capitato che mi venisse chiesto un parere su dei libri che non avevo letto, ma che, dal titolo sembravano interessanti, e più di una volta mi è capitato di acquistarli in un secondo momento, come ad esempio è successo per il libro di Philippe Jacquin “storia degli indiani d’america”.

Quando qualche mese fa uno di voi mi ha chiesto cosa ne pensassi ho risposto di non averlo letto e di non conoscere Jacquin, e quasi in un beffardo scherzo del destino, pochi giorni dopo ho trovato quel libro, in offerta, in una libreria, ne ho quindi approfittato subito per acquistarlo (molto scontato) ed un po’ alla volta l’ho letto, finendolo qualche settimana prima di natale.

Questo episodio mi ha in qualche modo colpito e in un certo senso segnato, più di una volta, quando non avevo letto il libro su cui mi chiedevate un parere, sono stato tentato di acquistarlo, ma il più delle volte ho desistito per un semplice motivo, già non riesco a stare dietro a tutti i libri che acquisto per conto mio, se a questi ne aggiungessi altri proposti da voi, probabilmente a quest’ora avrei bisogno di un altra libreria, che riempirei con libri che non ho ancora letto.

Ho quindi passato le ultime settimane a cercare una soluzione a questo problema, già in passato avevo provato a risolverla con le “guide alla lettura” che ho pubblicato, ma senza molto successo, quelle guide, probabilmente perché trattavano di libri scelti da me in maniera arbitraria, hanno interessato pochissime persone, e fatta eccezione per le prime due guide, realizzate in collaborazione con 21 editore, che mi ha inviato gratutiamente i libri “il libro nero dell’impero britannico” e “i sette miti della conquista spagnola”, con le successive guide in realtà, non sono riuscito a recuperare neanche le spese per l’acquisto del primo libro.

Scegliere un libro, acquistarlo, e proporvi una guida alla lettura, non si è rivelata una soluzione economicamente sostenibile, poi, nelle ultime settimane, ho scoperto una funzione di amazon che non avevo mai realmente preso in considerazione, ovvero la funzione “lista dei desideri”.

Con le wishlist di Amazon posso inserire dei libri che mi interessano o che interessano a voi, in una lista specifica lista e se qualcuno di voi vuole, può acquistarlo e far e in modo che quel libro mi arrivi direttamente a casa.
Ho quindi deciso di creare una wishlist su amazon, chiamata Historicaleye (mamma mia che originalità), in cui, un po’ alla volta, inserirò i libri su cui mi verrà chiesto un parere, o di autori che non ho mai letto, e se mi arriverà qualcuno di quei libri, allora lo leggerò, lo studierò e ne pubblicherò una guida alla lettura, suggerendo eventualmente altri testi integrativi, e , nel caso estremo in cui dovessero arrivarmi molti libri, vi dico già da ora che, pubblicherò al massimo due guide al mese, così da non saturare il sito ed il canale youtube.

Spero che questa iniziativa possa in qualche modo coinvolgervi ed appassionarvi, spero ovviamente che parteciperete in tanti, sia chiedendomi pareri su libri e consigliandomi libri da inserire nella lista, che in maniera più incisiva, acquistando quei libri.

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