Olimpiadi, il vero volto deli giochi tra sport e politica estera

In questi giorni si sta svolgendo la trentunesima edizione delle Olimpiadi, o per meglio dire, dei giochi olimpici estivi. Nell’immagine qui di seguito possiamo vedere i marchi/loghi di tutte le edizioni olimpiche svolte dal 1896, anno della prima edizione del nuovo corso olimpico, fino ad oggi.

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Guardando attentamente le immagini si noterà che le olimpiadi del 1916, 1940 e 1944 non figurano nell’elenco, questo perché in quegli anni i giochi olimpici non si svolsero, tuttavia, quelle edizioni furono ugualmente conteggiate e di conseguenza si passò dalla V edizione,  svoltasi a Stoccolma nel 1912, alla VII edizione, svoltasi ad Anversa) o ancora, si passò dalla XI edizione, svoltasi a Berlino nel 1936, alla XIV edizione (svoltasi a Londra nel 1948).

In questo modo il conteggio delle edizioni sarebbe continuato, incrementandosi di uno ogni quattro anni, indipendentemente dallo svolgimento o meno dei giochi, dando così un senso visivo di continuità che superava i limiti dell’uomo.

I giochi olimpici assumono in questo senso una veste molto più alta di quella di semplice torneo sportivo, sono un evento internazionale a tutti gli effetti, luogo di scontro e rivalità tra le nazioni in cui sfidarsi direttamente sul campo da gioco, mettendo in tavola le eccellenze atletiche di ogni paese. Eccellenze che hanno, da un lato, il compito di mantenere alto il nome della propria nazione nel mondo, e dall’altro di assicurare la presenza della propria nazione nel mondo.

Come scriveva il New York Time dopo l’edizione di Berlino del 1936

with these Olympics Germany has got its place among the nations.

con queste olimpiadi, la germania ha riottenuto il proprio posto tra le nazioni

Le olimpiadi dunque servono ad unire i popoli nella competizione e proiettare la civiltà umana oltre i confini della propria nazione, in una dimensione collettiva globale, riuscendo la dove, probabilmente anche le Nazioni Unite hanno fallito.

Probabilmente è per questo che oggi, i giochi olimpici sono riconosciuti, tutelati e patrocinati dalle nazioni unite. E in questo senso gli esempi di efficacia diplomatica dei giochi olimpici ed i giochi politici nei confronti delle olimpiadi, sono più che numerosi.

Dalla scelta di Berlino nel 1931, come città ospite dell’undicesima edizione dei giochi, al fine di riportare la Germania nella comunità internazionale dopo le vicende della prima guerra mondiale, e soprattutto dopo le decisioni prese nel corso dei trattati di Versailles. Oppure la scelta di Londra per le olimpiadi del 1948, la prima edizione dopo la fine della seconda guerra mondiale. O ancora, la scelta di Mosca, capitale e città simbolo dell’unione sovietica, per l’edizione del 1980.

Possiamo considerare questi episodi come esempi “positivi”, diversamente il tentato boicottaggio delle olimpiadi del 1936 o il boicottaggio effettivo delle olimpiadi di Mosca del 1980 da parte degli Stati Uniti d’America, totalmente inserito nelle dinamiche della guerra fredda, ci mostrano l’altra faccia della medaglia, ovvero l’utilizzo delle Olimpiadi come strumento di pressione politica, di conseguenza il loro boicottaggio diventa uno strumento diplomatico di un’efficacia straordinaria.

La natura internazionale e in un certo senso sovranazionale dei giochi olimpici spalanca le porte ad una lettura più “politica” dei giochi, una lettura politica dalla doppia faccia. Le olimpiadi hanno il compito indiretto di delineare il profilo della civiltà umana ed i rapporti tra gli stati, in maniera forse più chiara di quanto non possa fare un vertice internazionale.
Ad un vertice i capi di stato sono “obbligati” ad andare e magari, saranno presenti anche là dove non vorrebbero essere, durante i giochi olimpici invece, non vi è alcun “obbligo di presenza”, e dunque, dalla presenza o dall’assenza di uno o l’altro leader mondiale è possibile intuire i veri rapporti diplomatici ed i rapporti di forza tra gli stati.

Va detto, per completezza che le olimpiadi, in questa chiave di lettura, si caricano di propaganda, soprattutto da parte del paese ospite, il quale, forse più di chiunque altro, può utilizzare la competizione come strumento di propaganda, sia interno che esterno, dando così al mondo un immagine di se, un immagine volta a rafforzare la propria posizione internazionale, anche se, non sempre questa immagine è totalmente in linea con la realtà.

Le olimpiadi dei Nazisti

Nell’agosto del 1936 per circa due settimane, dal primo al sedici del mese, la città di Berlino avrebbe ospitato, per quell’anno, i giochi olimpici.

Come da tradizione, i giochi olimpici estivi si svolgono ogni quattro anni, e saranno ospitati da una città designata già prima dell’inizio dell’edizione precedente, e il 1936 non venne meno a questa tradizione. La scelta della capitale tedesca di fatto risaliva al 1931, si tratto di una scelta di natura politica, un segno di riavvicinamento alla Germania che nel primo periodo dopo la fine della grande guerra era stata messa al bando dalla comunità internazionale.

La scelta tuttavia avvenne ben prima dell’avvento al potere di Adolf Hitler e del partito Nazionalsocialista, e quando il cancelliere tedesco iniziò ad accentrare nelle proprie mani numerosi poteri, in diversi paesi europei ed extraeuropei sorsero numerosi movimenti di protesta che avrebbero portato alla decisione di un boicottaggio dei giochi olimpici berlinesi.

Il boicottaggio tuttavia fallì quando nel 1935 l’Associazione degli atleti dilettanti degli stati uniti d’America, votò a favore della partecipazione, il suo voto fu immediatamente seguito da quello di altre associazioni e organizzazioni negli USA e in Europa.

L’organizzazione e la promozione dei giochi olimpici nazisti fu molto meticolosa e curata nei minimi dettagli, Hitler e la Germania approfittarono di questa opportunità per mostrarsi al mondo con un abito nuovo, nascondendo alle apparenze l’ideologia razzista ed antisemita. Per questi motivi, vista la grande presenza a Berlino di turisti e giornalisti provenienti da tutto il mondo, in previsione delle olimpiadi la città si ripulì di ogni simbolo e riferimento razzista, portando avanti le proprie operazioni nella maniera più cauta possibile, e in questo senso riuscì a nascondere il rastrellamento di Rom avvenuto proprio a Berlino in quei giorni. E ci si assicurò che gli ospiti stranieri non sottoposti alla legge tedesca contro gli omosessuali, evitando loro le eventuali conseguenze penali.

Furono costruiti palazzetti dello sport, stadi e quant’altro, il tutto adornato in maniera fatiscente con stendardi, bandiere e svastiche.

Per quanto riguarda la promozione e la propaganda, il Reich non mancò di fare largo uso dei mezzi a propria disposizione. Fu creato un legame mitico tra la Germania e l’Antica Grecia, la quale rappresentava visivamente il mito nazista della superiorità della civiltà tedesca come “l’erede di diritto dell’antica cultura classica Ariana”.

Quella visione dell’antichità classica enfatizzava i caratteri somatici “Ariani”

Portamento eroico, occhi azzurri, capelli biondi e lineamenti finemente cesellati.”

Lo sforzo propagandistico continuò ben oltre la conclusione dei giochi e raggiunse il suo culmine nel 1938, con la proiezione del film “Olympia” diretto da Leni Riefenstahl, un film commissionato dal regime prima dell’inizio dei giochi e che aveva il compito di documentare lo svolgimento delle olimpiadi.

L’XI edizione dei giochi olimpici estivi fu inaugurata ufficialmente, da Hitler in persona, il 1 agosto 1936 quando un atleta giunse nello stadio con in mano una fiaccola che con un sistema di staffe era arrivato da Olimpia in Grecia.

Presero parte a quella edizione 49 squadre e un totale di circa 15.000 atleti, la squadra più numerosa fu schierata dalla Germania nazista con un totale di 348 atleti, seguita a ruota dagli Stati Uniti d’America con i suoi 312 atleti di cui 18 afro-americani.

Le olimpiadi si conclusero con un trionfo tedesco in quasi tutti i giochi, e non solo, l’ospitalità tedesca fu particolarmente apprezzata dai visitatori giunti in città ed i giornali di tutto il mondo si espressero in favore del finalmente avvenuto rientro della Germania nella comunità internazionale.

Il New York Times scrisse che, grazie ai giochi, la Germania aveva riavuto “il suo posto tra le nazioni” e “un volto nuovamente umano”.

Purtroppo però, si trattò solo di una bella facciata, e gli scheletri nazisti furono tirati fuori dagli armadi già all’indomani della conclusione dei giochi.

 

Non appena gli articoli post-olimpici furono archiviati Hitler e la leadership nazista accelerarono l’attuazione dei propri progetti espansionistici e ricominciarono epurazioni, rastrellamenti e persecuzioni. Il 18 agosto 1936 appena due giorni dalla fine delle XI Olimpiadi, il capitano Wolfgang Fuerstner, responsabile del villaggio olimpico, fu espulso dall’esercito perché discendente di Ebrei, questa espulsione avrebbe portato al suo suicidio.

L’accelerazione subita dall’autoritarismo nazista si tradusse nella trasformazione in fuorilegge di rom ed ebrei, i quali furono considerati “nemici dello stato” e in quanto tali, sistematicamente perseguitati e privati dei propri averi e dei propri diritti.

Fonte
L’enciclopedia dell’Olocausto


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