La casa in cui è nato Hitler, dopo anni di polemiche, diventerà un commissariato di polizia, speriamo solo non diventi un covo di agenti neo-nazisti
La casa in cui sembra essere nato Adolf Hitler, che da anni è oggetto di polemiche a causa dei continui “pellegrinaggi” di gruppi neo-nazisti che si recano sul luogo per rendere omaggio al luogo natale del Führer, dopo anni di polemiche ha trovato una propria dimensione nella città austriaca, diventerà la nuova sede del commissariato di polizia.
Per anni l’edificio è stato oggetto di numerose critiche e polemiche che ruotano attorno a i raduni neo-nazisti che hanno come epicentro l’edificio, il governo austriaco per tanto ha deciso di espropriare l’abitazione, versando ai proprietari circa 812 mila euro, e l’intento originale era quello di demolire l’edificio, tuttavia, è stato osservato trattarsi pur sempre di un edificio storico, risalente al XIX secolo, e il fatto che in quel luogo sia nato Hitler, non dovrebbe pregiudicare il valore storico della struttura. Cosa fare dunque?
Da quando l’edificio è stato acquistato nell’ormai lontano 2017, sono passati alcuni anni e alla fine, il governo ha trovato un intesa con la comunità locale e le associazioni per la tutela del patrimonio culturale locale.
L’edificio continuerà ad esistere, verrà ristrutturato e rimodernato, senza che queste modifiche alterino l’aspetto originale della struttura, ma aggiunge il ministro dell’interno austriaco, che, per evitare futuri pellegrinaggi neo-nazisti, la struttura verrà destinata alle forze dell’ordine e trasformata in un commissariato di polizia.
“Attraverso l’utilizzo di questa casa da parte della polizia intendiamo dare un segnale non fraintendibile del fatto che questo edificio verrà per sempre sottratto alla memoria del nazionalsocialismo”
Il ministro Wolfgang Peschorn è assolutamente certo che questa destinazione “sottrarrà per sempre l’edificio alla memoria del nazionalsocialismo” e non ci resta che sperare che sia così e che non vi siano infiltrazioni di gruppi politici di estrema destra tra le autorità che stanzieranno in quel luogo. Diciamo pure che sarebbe poco “carino” se tra qualche anno saltasse fuori che gli agenti che richiedono di essere assegnati a quel commissariato, anno particolari simpatie per alcuni gruppi politici, e il mio auspicio è che il governo e la polizia austriaca, saranno molto selettivi nel destinare agenti a quel commissariato e che verranno presi seri provvedimenti disciplinari nel caso dovessero scoprire che, agenti schierati politicamente, chiederanno l’assegnazione a quel commissariato, e sono pronto a scommettere che in molti chiederanno di essere assegnati lì.
Hitler aveva una sessualità confusa, probabilmente bisessuale e con alcune tendenze sadomaso, ma di cui non abbiamo alcuna certezza. Sappiamo però che andava facilmente in escandescenza, non era vegetariano poiché amava il riso con il pollo e il salmone affumicato, e non era astemio poiché ogni giorno alle 05:00 p.m. era solito bere una tazza di tè caldo con del Rum.
Hitler aveva una sessualità confusa, probabilmente bisessuale e con alcune tendenze sadomaso. Andava facilmente in escandescenza, non era vegetariano poiché amava il riso con il pollo e il salmone affumicato come antipasto e non era astemio poiché ogni giorno alle 05:00 p.m. era solito bere una tazza di tè caldo con del Rum.
Queste sono solo alcune delle tante, nuove, informazioni su Hitler pervenuteci da un fascicolo risalente al dicembre 1942 compilato dalla OSS, l’Office of Strategic Service, recentemente declassificato e reso pubblico dalla CIA, ma andiamo con ordine e prima di parlare del contenuto del fascicolo, cerchiamo di capire qual’era la sua funzione e perché è stato compilato, così da poter anche capire se le informazioni da esso riportato possono considerarsi valide o meno.
Contestualizzare il fascicolo, il momento in cui è stato redatto e le sue finalità è molto importante per almeno due motivi, da un lato perché moltissime testate on-line hanno riportato alcuni passaggi del fascicolo, travisandone completamente il senso e dando informazioni parziali e fuorvianti, indicando il fascicolo come fonte ma senza fornire un link per poter effettivamente verificare e visionare questa fonte, e dall’altra parte perché non tutti si fidano della documentazione resa pubblica dalla CIA.
Cominciamo col dire che nelle ultime settimane in tantissimi mi avete segnalato post di vari blog in cui si parlava di questo fantomatico fascicolo pubblicato dalla CIA e dopo non poche ore di ricerche in cui sono rimbalzato tra un sito all’altro in cui si riportavano le stesse quattro informazioni in croce, sono finalmente riuscito a risalire al fascicolo vero e proprio ed ho scoperto che il fascicolo in questione è effettivamente un fascicolo dell’Office of Strategic Services (OSS), un agenzia di servizi segreti statunitense che possiamo considerare come il più diretto predecessore della CIA, operativo in Europa durante la seconda guerra mondiale e successivamente dismesso nel 1945, con la fine della guerra. La CIA fu istituita soltanto nel 1947 e nei suoi archivi confluì gran parte della documentazione e del materiale raccolto durante la guerra dall’OSS. Tra le migliaia di fascicoli archiviati e spesso dimenticati negli anni a venire, vi era anche un fascicolo di circa 96 pagine diviso in 2 parti da 68 e 28 pagine, compilato dall’antropologo statunitense Henry Field che, nel dicembre del 1942 fu inviato al maggiore dell’aviazione statunitense John P. McDonough. In questo fascicolo etichettato come “Biographical Sketches of Hitler and Himmler” erano raccolte una serie di informazioni biografiche e personali relative alle persone di Hitler (68 pagine) ed Himmler (28).
Il motivo per cui l’OSS fece ricorso alla consulenza di un Antropologo e di alcuni esperti di psicologia dell’epoca per raccogliere queste informazioni, se bene non siano dichiarati, possiamo facilmente presumerli e supporre col senno di poi che l’intento della OSS fosse quello di ottenere informazioni e dati analitici, di natura scientifica più che militare, e solo in un secondo momento affidare questi dati strategici al comparto militare, al fine di utilizzarli per colpire alla testa il terzo Reich.
Le informazioni presenti nel fascicolo, ad una prima lettura superficiale possono sembrare banali e irrilevanti, ma dal punto di vista strategico militare, conoscere le abitudini di Hitler, i suoi gusti alimentari e sessuali, era qualcosa di fondamentale, l’OSS voleva conoscere Hitler meglio di quanto Hitler non conoscesse se stesso, così da poter prevedere e prevenire le sue mosse e poter vincere la guerra.
Il contenuto del fascicolo.
Hitler era Vegetariano?
La prima cosa che scopriamo leggendo questo fascicolo è che, la storia secondo cui Hitler fosse vegetariano, sostenuta da alcuni, è praticamente falsa, Hitler mangiava carne, non ne mangiava tantissima perché non ne gradiva il sapore ne la consistenza, ma comunque la mangiava e bastava partecipare ad un qualsiasi banchetto o cena di gala in cui era presente anche Hitler per notare come questi mangiasse di tutto in mancanza del suo amato salmone affumicato. All’epoca comunque questa informazione era ben nota, Hitler non impazziva per la carne di manzo o maiale e potendo scegliere preferiva mangiare pesce, pollo o tacchino. Su questo punto quindi, il fascicolo non ci da nessuna informazione aggiunge nulla di nuovo a quanto già sapevamo, ma ci fornisce l’ennesima testimonianza del fatto che Hitler non fosse vegetariano.
Hitler era astemio?
La seconda cosa che scopriamo leggendo il fascicolo è che Hitler non era astemio, anche questa in realtà non è una novità, che Hitler amasse bere una birra particolarmente dolce e fruttata prodotta in quel di Monaco è noto da tempo, tuttavia per molto tempo si è creduto che il consumo di alcolici da parte di Hitler si limitasse a qualche birra di frumento molto fruttata solo in occasioni speciali, e che non gradisse particolarmente il suo rapporto con liquori e superalcolici, ed è proprio qui che il fascicolo sconvolge il lettore introducendo un elemento realmente nuovo nel profilo di Hitler.
Hitler, ci viene detto nel fascicolo, era solito bere del tè nero caldo corretto con del Rum, ne beveva una tazza ogni giorno, alle 5 del pomeriggio, il suo era un rituale quotidiano in cui, molto probabilmente, il leader tedesco si prendeva qualche minuto per se, al culmine di una lunga ed impegnativa giornata.
I personaggi storici che Hitler Amava
Uno dei capitoli del fascicolo è dedicato all’educazione e le letture di Hitler, un capitolo in cui emergono le fondamenta letterarie alla base del suo libro, il Mein Kampf, e tra queste letture incontriamo non pochi saggi storici scoprendo che Hitler nutriva un certo amore per alcuni personaggi storici non sempre legati al mondo tedesco, tra questi incontriamo, in ordine cronologico, il legislatore ateniese Solone, Alessandro Magno, Silla, Bruto, Catilina, Cesare, Gesù, Maometto, Henrico VIII, Oliver Cromwell, Federico II di Prussia, Kutusov, Napoleone, Blucher, Richard Wagner e Otto Von Bismarck.
Possiamo osservare da questi personaggi come vi sia una grande attenzione per alcuni grandi personaggi storici, ma soprattutto come vi sia una linea diretta tra il mondo classico Greco Romano ed il mondo contemporaneo, la Germania ottocentesca in particolare, possiamo inoltre osservare come, tutti questi uomini furono in qualche modo protagonisti delle varie componenti del pensiero hitleriano.
Solone aveva riorganizzato la costituzione e lo stato ateniese, superando in qualche modo la tradizione aristocratica e sollevando le masse popolari contro gli antichi signori per diventare egli stesso il signore di Atene, Alessandro aveva costruito in pochissimi anni uno degli imperi più grandi mai conosciuti dall’uomo, Silla, Cesare e Catillina, erano stati protagonisti della repubblica romana, maestri nelll’eliminazione delle opposizioni (liste di proscrizione sillana) e nel combattere presunte minacce interne o esterne (guerre civili di Silla e Cesare), Cromwell e Napoleone, pur non avendo origini nobiliari, erano de facto, subentrati alla guida delle proprie nazioni, in momenti di caos istituzionale, ottenendo un enorme consenso popolare, e poi vi erano loro, gli uomini che avevano reso edificato e reso grande la Germania contemporanea, una Germania che era stata schiacciata ed oppressa da potenze straniere che ne temevano il potenziale.
Questi uomini, la cui vita era stata fonte di grande ispirazione per Hitler, ci dicono però anche altro, ci dicono perché Hitler aveva così tanta ammirazione per Benito Mussolini e allo stesso tempo, mettono in discussione la teoria del mito del popolo ariano. Lo mettono in discussione perché non vi sono eroi germanici tra gli eroi di Hitler, non vi sono i re barbari che avevano saccheggiato Roma, al contrario vi erano Cesare, Silla e Catillina, eroi romani che avevano combattuto i barbari invasori germanici.
Hitler era Bisessuale?
Arriviamo così al punto focale dell’articolo, il motivo per cui avete aperto questo articolo e anche il motivo per cui lo sto scrivendo, fare i pettegoli e mettere il naso nella camera da letto di uno degli uomini più iconici e in un certo senso affascinanti del secolo scorso.
Hitler era Etero? era Gay o era Bisessuale? In realtà non lo sappiamo, o meglio, non abbiamo informazioni dirette e precise che possano fornirci una risposta netta, non abbiamo informazioni chiare che ci permettano di dire, Hitler era etero, Hitler era gay o Hitler era bisessuale, tuttavia, Field nella sua indagine ha intervistato alcuni esperti della psiche umana del tempo, tra cui il dottor Sedgwick.
Secondo il dottor Sedwick, la sessualità di Hitler era doppia, come lo era la sua politica e questo è dovuto ad alcuni episodi legati al suo passato ,in particolare al 1909/1910 e al periodo 1923/1925.
Procediamo in ordine cronologico, noi sappiamo e lo sapeva anche il dottor Sedwick che, tra il 1909 ed il 1910 Hitler attraversò un momento particolarmente difficile, il suo fratellastro Alois II fuggì a Liverpool insieme all’irlandese Bridget Dowling, mentre lui, Adolf, venne sfrattato per morosità per due volte da due abitazioni particolarmente degradate nel quartiere viennese di Alsergund e in quello stesso anno, secondo quanto riportato da un aneddoto presente nel Mein Kampf, contrasse una malattia venerea da una prostituta ebraica. Di questo periodo della vita di Hitler non sappiamo molto altro.
Per quanto riguarda il periodo 1923 – 1925 invece, sappiamo che questo è il periodo in cui Hitler partecipò ad un colpo di stato a Monaco e in seguito al fallimento del colpo di stato Hitler fu condannato a cinque anni di prigionia, per poi scontarne soltanto pochi mesi poiché il giudice non riteneva l’uomo particolarmente pericoloso. In questo periodo, durante la prigionia nel carcere di Landsberg, Hitler conobbe Rudolf Hess e tra i due nacque una profonda e, per il dottor Sedwick, sospetta amicizia. La vita sessuale di Hess a differenza di quella di Hitler era molto meno riservata, sappiamo infatti che nel 1935 Hess partecipò vestito da donna ad una “festa”, con il nome di Fraelein Anna.
Questa amicizia, al netto del passato di Hitler a Vienna e del rapporto con suo fratello Alois II, potrebbe essere stata molto più che una semplice amicizia. Per Sedwick, anche se non ci sono prove a sostegno di questa teoria, non vi sono dubbi, la sessualità di Hitler era doppia, era allo stesso tempo eterosessuale ed omosessuale, alternando queste sue tendenze in maniera involontaria.
Hitler Sadomaso?
Sempre secondo le osservazioni di Sedwick, Hitler aveva una certa inclinazione per il sadomaso, e come per il suo orientamento sessuale anche questa è solo una teoria speculativa priva di prove a supporto.
Il motivo per cui Sedwick sospetta questa inclinazione è perché, stando a quanto riportato nel fascicolo, Hitler aveva un carattere particolarmente aggressivo, andava facilmente in escandescenza e questa sua indole violenta, unita ad una personalità dominante, potevano scaturire in alcune perversioni in ambito sessuale quali il sadomasochismo.
Fino a che punto queste informazioni sono valide?
Per quanto riguarda la validità delle informazioni raccolte, non credo vi siano particolari dubbi in merito, se Field ha ritenuto opportuno inserirle nel proprio rapporto al maggiore McDonough è perché evidentemente reputava valide e veritiere queste informazioni, e si fidava dell’interpretazione degli esperti che aveva consultato, va fatta però una precisazione di carattere analitico.
Le teorie del dottor Sedwick vanno prese con i guanti poiché si tratta per lo più di congetture legate alle credenze psichiatriche del tempo, congetture e teorie ormai superate e considerate errate. Per essere più precisi secondo Sedwick, e di conseguenza secondo il fascicolo, Hitler era bisessuale e incline al sadomaso perché aveva avuto un rapporto complicato e controverso con la famiglia, in particolare con la madre e con il suo fratellastro, aveva amici gay, aveva vissuto in un quartiere in cui vi era una casa di appuntamenti per omosessuali e tra i suoi personaggi storici preferiti vi erano Alessandro Magno e Cesare, la cui bisessualità è un fatto noto. Per quanto riguarda la sua inclinazione al sadomaso invece, questa sarebbe evidente per via del suo temperamento irruento, una personalità dominante, ed un carattere particolarmente violento e aggressivo.
Queste osservazioni sul carattere, la personalità e la vita sessuale di Hitler, sono presenti nel rapporto, non perché informazioni verificate, ma perché informazioni potenzialmente utili per fini strategici e militari.
Al netto di tutte le osservazioni fatte fino a questo punto, possiamo dire che da questo fascicolo emergono alcune informazioni ed ipotesi sulla personalità di Hitler, più precisamente possiamo dire che forse aveva una sessualità confusa, probabilmente bisessuale e con alcune tendenze sadomaso, ma di cui non abbiamo alcuna certezza. Sappiamo però che andava facilmente in escandescenza, non era vegetariano poiché amava il riso con il pollo e il salmone affumicato, e non era astemio poiché ogni giorno alle 05:00 p.m. era solito bere una tazza di tè caldo con del Rum.
Fonte:
Fascicolo OSS declassificato dalla CIA https://www.cia.gov/library/readingroom/docs/HITLER%2C%20ADOLF_0001.pdf
La proiezione del vissuto infantile nella storia mondiale
Le gesta di Adolf Hitler sono note, in modo più o meno dettagliato, a tutti. Quello che c’è stato dietro quelle gesta, ciò che ha prodotto quel risultato: se lo chiedono in pochi. In molti si soffermano sulle date, sugli avvenimenti, sulle invasioni, sulle alleanze. In pochi si chiedono chi sia stato veramente A. Hitler, e ancora meno si soffermano a capire il ragionamento di un dittatore o di un folle, come alcuni lo definiscono. In molti si affrettano a dare giudizi: il nazismo un bene o un male? Hitler, bravo o cattivo? Non diamo giudizi, cerchiamo di capire.
L’Infanzia
Adolf Hitler era figlio di Kiara Polzi e Alois Hitler, entrambi austriaci, di probabile origine ebrea e quasi sicuramente consanguinei. Adolf era il quarto ed unico figlio della coppia, sopravvissuto sano fino all’età adulta. Proprio per questo motivo la madre, Kiara, si dice che lo amò profondamente. Ma se ragioniamo sul concetto di amore vero e puro, sappiamo tutti che questo corrisponde ad un’apertura e ad un’attenzione nel comprendere quelli che sono i veri bisogni di un figlio. Il comportamento di Kiara non corrisponde a questo concetto, perché in lei non c’era quest’apertura e attenzione e proprio quando manca questa disponibilità, il bambino viene viziato, vale a dire colmato di concessioni e sommerso di oggetti di cui non ha affatto bisogno, solo come surrogato per ciò che non gli si può dare a causa dei propri problemi personali. Se Adolf fosse stato davvero amato, avrebbe acquisito anch’egli la capacità di amare. Le sue relazioni con le donne, le perversioni dimostrano che non aveva ricevuto affetto da nessuno dei due genitori. Ma come Kiara poteva amare Adolf, dopo che gli erano morti tre figli? Lei visse questi decessi come uno shock, che la portarono così ad aver paura di amare. Una paura inconscia derivante dal costante timore che anche quest’ultimo figlio potesse andare incontro alla stessa sorte degli altri tre. Neanche Alois amò Adolf, al contrario lo picchiava spesso e picchiava anche la moglie. Alois rappresentava la figura dominante della famiglia, tutti dovevano essere sottomessi alla sua volontà ed alla sua eccessiva intransigenza, specialmente in pubblico. Bello, affascinante, forte, feroce: questo era il padre di Adolf Hitler.
La proiezione
Sulla scena della politica mondiale egli recitò senza rendersene conto il vero dramma della sua infanzia. La struttura della sua famiglia si può descrivere come il prototipo di un regime totalitario. Il suo unico e incontrastato signore è il padre. La moglie e i figli sono completamente sottomessi al suo volere, l’obbedienza è la loro principale regola di vita. Il regime totalitario istituito da Adolf Hitler non è quindi altro che il prodotto della pedagogia nera, ovvero di un’infanzia tragica e segnata da continue violenze ed abusi. Proprio nelle gesta di Hitler, nell’istituzione del suo regime, si vede come egli per reagire a questa pedagogia nera abbia scomposto il proprio sé reagendo con la proiezione ovvero con l’attribuire a persone o oggetti esterni i propri impulsi e desideri proibiti; l’intolleranza dell’individuo nei riguardi degli altri è accompagnata dalla severità verso sé stesso; l’effetto di questo meccanismo è la rottura del legame tra gli istinti inaccettabili e l’io. Un regime totalitario che probabilmente non sarebbe mai nato se Hitler avesse avuto un’infanzia diversa. Egli, inconsciamente, incarnò quindi il padre. Alois era rappresentato da Hitler in entrambe le sue forme: il ridicolo dittatore in uniforme, così come lo vedeva Adolf ed il grande dittatore, ammirato ed amato dalle masse, visione che invece aveva la madre Kiara di Alois. Ma se da un lato Adolf incarnò, inconsciamente, la figura del padre, sul piano conscio egli voleva vendicarsi di lui. Il sospetto che il padre fosse ebreo, fece in modo che Adolf identificò negli ebrei il nemico da estirpare e su cui consumare la propria vendetta. Egli trasferì alle masse, ovvero a se stesso e a sua madre, tale concetto. Possiamo, in conclusione, affermare che anche dietro lo scenario più folle ed abominevole della storia c’era una logica, criminale, ma neanche tanto complessa e strana. Hitler non è stato quindi un semplice dittatore, un folle, un malato, bensì il risultato di un’educazione sbagliata e del tentativo di correggere il proprio passato non gradito, attraverso la proiezione del proprio vissuto infantile in uno scenario mondiale. A farne le spese sono stati milioni di uomini e donne che hanno avuto la sfortuna di appartenere a quel target che Hitler identificò come nemico. Adolf adulto e nelle vesti del führer rappresentava il padre nel senso autoritario, le masse erano identificate come Kiara ed Hitler bambino e gli ebrei come il padre nel senso del nemico da cui Hitler bambino doveva a tutti i costi difendersi e difendere sua madre. E tutto torna, tutto ha una sua logica.
Fonti:
I Meccanismi di Difesa secondo A. Freud (http://www.igorvitale.org/2015/01/27/9-meccanismi-di-difesa-secondo-anna-freud/)
Psicopatologia di Hitler (http://www.igorvitale.org/2016/06/04/psicopatologia-di-hitler/)
Il profilo psicologico di un criminale (http://www.igorvitale.org/2016/07/05/psicologia-di-hitler-profilo-psicologico-criminale/)
L’ascesa al potere di Adolf Hitler (http://www.raistoria.rai.it/articoli/l%E2%80%99ascesa-di-hitler/32524/default.aspx)
Nell’agosto del 1936 per circa due settimane, dal primo al sedici del mese, la città di Berlino avrebbe ospitato, per quell’anno, i giochi olimpici.
Come da tradizione, i giochi olimpici estivi si svolgono ogni quattro anni, e saranno ospitati da una città designata già prima dell’inizio dell’edizione precedente, e il 1936 non venne meno a questa tradizione. La scelta della capitale tedesca di fatto risaliva al 1931, si tratto di una scelta di natura politica, un segno di riavvicinamento alla Germania che nel primo periodo dopo la fine della grande guerra era stata messa al bando dalla comunità internazionale.
La scelta tuttavia avvenne ben prima dell’avvento al potere di Adolf Hitler e del partito Nazionalsocialista, e quando il cancelliere tedesco iniziò ad accentrare nelle proprie mani numerosi poteri, in diversi paesi europei ed extraeuropei sorsero numerosi movimenti di protesta che avrebbero portato alla decisione di un boicottaggio dei giochi olimpici berlinesi.
Il boicottaggio tuttavia fallì quando nel 1935 l’Associazione degli atleti dilettanti degli stati uniti d’America, votò a favore della partecipazione, il suo voto fu immediatamente seguito da quello di altre associazioni e organizzazioni negli USA e in Europa.
L’organizzazione e la promozione dei giochi olimpici nazisti fu molto meticolosa e curata nei minimi dettagli, Hitler e la Germania approfittarono di questa opportunità per mostrarsi al mondo con un abito nuovo, nascondendo alle apparenze l’ideologia razzista ed antisemita. Per questi motivi, vista la grande presenza a Berlino di turisti e giornalisti provenienti da tutto il mondo, in previsione delle olimpiadi la città si ripulì di ogni simbolo e riferimento razzista, portando avanti le proprie operazioni nella maniera più cauta possibile, e in questo senso riuscì a nascondere il rastrellamento di Rom avvenuto proprio a Berlino in quei giorni. E ci si assicurò che gli ospiti stranieri non sottoposti alla legge tedesca contro gli omosessuali, evitando loro le eventuali conseguenze penali.
Furono costruiti palazzetti dello sport, stadi e quant’altro, il tutto adornato in maniera fatiscente con stendardi, bandiere e svastiche.
Per quanto riguarda la promozione e la propaganda, il Reich non mancò di fare largo uso dei mezzi a propria disposizione. Fu creato un legame mitico tra la Germania e l’Antica Grecia, la quale rappresentava visivamente il mito nazista della superiorità della civiltà tedesca come “l’erede di diritto dell’antica cultura classica Ariana”.
Quella visione dell’antichità classica enfatizzava i caratteri somatici “Ariani”
Portamento eroico, occhi azzurri, capelli biondi e lineamenti finemente cesellati.”
Lo sforzo propagandistico continuò ben oltre la conclusione dei giochi e raggiunse il suo culmine nel 1938, con la proiezione del film “Olympia” diretto da Leni Riefenstahl, un film commissionato dal regime prima dell’inizio dei giochi e che aveva il compito di documentare lo svolgimento delle olimpiadi.
L’XI edizione dei giochi olimpici estivi fu inaugurata ufficialmente, da Hitler in persona, il 1 agosto 1936 quando un atleta giunse nello stadio con in mano una fiaccola che con un sistema di staffe era arrivato da Olimpia in Grecia.
Presero parte a quella edizione 49 squadre e un totale di circa 15.000 atleti, la squadra più numerosa fu schierata dalla Germania nazista con un totale di 348 atleti, seguita a ruota dagli Stati Uniti d’America con i suoi 312 atleti di cui 18 afro-americani.
Le olimpiadi si conclusero con un trionfo tedesco in quasi tutti i giochi, e non solo, l’ospitalità tedesca fu particolarmente apprezzata dai visitatori giunti in città ed i giornali di tutto il mondo si espressero in favore del finalmente avvenuto rientro della Germania nella comunità internazionale.
Il New York Times scrisse che, grazie ai giochi, la Germania aveva riavuto “il suo posto tra le nazioni” e “un volto nuovamente umano”.
Purtroppo però, si trattò solo di una bella facciata, e gli scheletri nazisti furono tirati fuori dagli armadi già all’indomani della conclusione dei giochi.
Non appena gli articoli post-olimpici furono archiviati Hitler e la leadership nazista accelerarono l’attuazione dei propri progetti espansionistici e ricominciarono epurazioni, rastrellamenti e persecuzioni. Il 18 agosto 1936 appena due giorni dalla fine delle XI Olimpiadi, il capitano Wolfgang Fuerstner, responsabile del villaggio olimpico, fu espulso dall’esercito perché discendente di Ebrei, questa espulsione avrebbe portato al suo suicidio.
L’accelerazione subita dall’autoritarismo nazista si tradusse nella trasformazione in fuorilegge di rom ed ebrei, i quali furono considerati “nemici dello stato” e in quanto tali, sistematicamente perseguitati e privati dei propri averi e dei propri diritti.
Il Mein Kampf (la mia battaglia) opera principale, per non dire unica, di Adolf Hitler, torna in Germania con una nuova edizione critica a cura dell’istituto di storia contemporanea bavarese (Institut fur Zeitgeschichte).
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