Il mostro pollo senza testa

Fotografato sul fondale dell’oceano Antartico e nel golfo del Messico, il pesce pollo senza testa, è una creatura marina appartenente alla famiglia degli Enypniastes eximia, noti anche come cetrioli di mare.

I fondali oceanici sono qualcosa di oscuro e misterioso, apparentemente vicini e pure, a volte più lontani ed irraggiungibili dello spazio profondo, e può sembrare paradossale ma abbiamo realmente più occhi puntati verso le stelle che vero i fondali oceanici, disponiamo di immensi database contenenti informazioni su milioni di pianeti, stelle, conosciamo innumerevoli sistemi solari al di fuori del nostro e pure, ancora ci sorprendiamo delle bizzarre creature che dimorano nei fondali oceanici , e ancora ci sorprendiamo di scoprire nuove specie animali che dimorano nelle oscure profondità del mare.

Il pesce noto come “mostro pollo senza testa” non è nulla di realmente mostruoso e non è una creatura sconosciuta, è semplicemente una creatura molto rara di cui si sa ben poco, ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa sappiamo di questo mostriciattolo marino e perché è chiamato così.

Cominciamo col dire che appartiene alla specie Enypniastes eximia facente parte della classe di echinodermi noti comunemente come cetrioli di mare, specie comune anche nei nostri mari, questa variante in particolare è nota con il nome di pesce pollo senza testa o ballerina spagnola, ed il perché di questo nomignolo è facilmente intuibile.

Proprio come il cetriolo di mare, anche il pesce pollo senza testa ricorda ciò che il suo nome evoca, le sue fattezze sono quelle di un pollo arrosto, quindi decapitato e spennato, che però, invece di ruotare su di uno spiedo accanto al fuoco, vaga tra i fondali oceanici, e da quel po’ che sappiamo di questa creatura, vaga anche tanto, o meglio, è una creatura molto diffusa negli oceani di tutto il mondo e se bene non se ne abbia alcuna stima del numero di esemplari, sappiamo che è possibile incontrarli sia tra le acque del Golfo del Messico, dove nel 2017 è stato filmato per la prima volta, sia al largo della costa australiana nell’oceano Antartico, dove è stato fotografato nell’estate del 2018.

Tra i principali motivi per cui questa creatura dall’aspetto appetitoso ed inquietante, è stata fotografata e filmata per la prima volta soltanto nel 2017, nonostante si sappia della sua esistenza da oltre un secolo, è perché vive solitamente ad una profondità di circa 3000 metri e le sue dimensioni variano tra i 10 ed i 25 centimetri, analogamente al cetriolo di mare, suo cugino più comune poiché vive in acque meno profonde ed è facile da incontrare anche a riva.

Il primo avvistamento documentato del pesce pollo senza testa, che gli è valso questo simpatico soprannome, risale al finire del XIX secolo, anche se è molto probabile che vi siano avvistamenti precedenti che però sono rimasti ancorati alle storie di mare e marinai che hanno alimentato miti e leggende di mostri marini… chissà che il pesce pollo senza testa non sia una delle creature che hanno ispirato i miti di Cthulhu e degli altri antichi, anche se, trattandosi di una creatura mite ed innocua, è molto probabile che non sia proprio un parente diretto del possente Cthulhu, forse un lontano cugino da parte di padre.

Tornando al pesce pollo senza testa, diversamente dai suoi cugini più comuni, il pesce pollo è dotato di piccoli tentacoli che usa per muoversi sul fondale oceanico ed una sorta di velo che gli permette di sfruttare le correnti oceaniche per muoversi molto rapidamente in acqua in caso di necessità, ad esempio per sfuggire ai predatori. 

Brexit Nucleare

Nuclear Brexit … il titolo dice tutto, ed è terrificante.

Guardiamo all’Unione Europea spesso, troppo spesso, solo in termini di accordi economici e monetari, dimenticando con troppa semplicità che l’europa è anche altro, e in questo altro vi è anche una serie di accordi bilaterali per la gestione del nucleare. Il Regno Unito è una delle sole due “potenze europee” ad aver sviluppato un proprio programma nucleare (l’altra potenza è la Francia, che ha sviluppato un programma di armamenti nucleari, inizialmente in maniera congiunta con la RFT e l’Italia, poi Italia e RFT si sono chiamate fuori).
Ad oggi soltanto Francia e Regno Unito dispongono di propri ordigni nucleari, se bene avviano entrambi aderito al Trattato di non proliferazione Nucleare e alla convenzione sul nucleare, mentre altri paesi (come l’Italia e la Germania) ospitano e controllano ordigni di proprietà della NATO. Ed è proprio su questo punto che inizia il ragionamento di Hugh Gusternson, docente di antropologia e affari internazionali alla George Washington University, esperto di cultura degli scienziati nucleari e attivisti antinucleari, che lo scorso 30 giugno ha pubblicato un’articolo sul Bollettino degli Scienziati Atomici, intitolato appunto Nuclear Brexit.
Gusterson nel suo articolo osserva che, una delle voci più forti della campagna Brexit, verteva sul desiderio di ridare alla nazione britannica un ruolo centrale nelle dinamiche planetarie, e accusava l’Unione Europea di aver , in questo senso, limitato la potenza britannica, sia in termini economici che politici e militari, “costringendo” il paese ad aderire ai trattati di non proliferazione nucleare e la convenzione sulla sicurezza nucleare del 1994, adesione “imposta” secondo i sostenitori del brexit, dalla commissione europea attraverso la decisione 1999/819/Euratom, del 16 novembre 1999.
Questi accordi impongono da un lato una limitazione nello sviluppo e nella produzione di ordigni nucleari, e dall’altro ed è ciò che sembra spaventare Gusternson, la produzione di energia nucleare e la regolamentazione delle normative di sicurezza delle centrali nucleari secondo rigidi protocolli sviluppati in seguito al disastro nucleare di Chernobyl.

Uscire dall’Unione Europea significa uscire anche dalla convenzione sulla sicurezza nucleare, con possibili e terrificanti risvolti sulle condizioni ambientali del paese. Ed in effetti, sulla stessa linea di Gusternson, si muovono diverse associazioni ambientalistiche e sindacali, che temono in questo possibile allontanamento dalle direttive europee, una possibile e probabile presa di distanza anche da quelle regole ferree che rendevano il Regno Unito, un “isola verde” riuscendo a cancellare la storica macchia grigia del fumo di londra, nei cieli britannici, che ora potrebbero ripiombare nell’oscurità divorati dal fumo di nuove mitiche ciminiere.

La paura di un Brexit Nucleare è dunque reale, e se da un lato, la stabilità del Trattato di non proliferazione per gli ordigni nucleari, non sembra essere in discussione, lo stesso non si può dire per i trattati sulla preservazione dell’ambiente e della salute dei cittadini mondiali, ne per la convenzione sull’energia nucleare.

Qualora foste interessati vi allego l’articolo originale di Hugh Gusternson, intitolato appunto Nuclear Brexit.

 

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