La bandiera palestinese in Campidoglio? Per Feltri è indegna. Ma forse è Feltri ad essere Indegno di essere italiano.

Un lettore de Il Giornale ha scritto al quotidiano nello specifico al direttore Vittorio Feltri, chiedendo cosa ne pensasse della bandiera palestinese esposta in campidoglio.

“Caro Donato, ti dirò senza giri di parole quello che penso: vedere sventolare la bandiera palestinese sul Campidoglio, cuore simbolico e istituzionale d’Italia, è stato uno spettacolo indecente. Non è soltanto una provocazione, è un insulto deliberato all’identità, alla storia e ai valori fondanti del nostro Paese.”

In questa prima parte, il direttore Feltri dimostra di non essere degno della cittadinanza Italiana, in quanto non conosce, o forse ignora deliberatamente, la storia della nostra nazione e della nostra repubblica.

Vorrei ricordare infatti al signor Feltri che l’Italia è una repubblica nata e forgiata dalla resistenza al regime nazi-fascista, e che i nostri padri fondatori e costituenti, erano considerati dei terroristi dalle forze di occupazione Naziste, esattamente come oggi, i membri della resistenza palestinese, sono considerati dei terroristi dalle forze di occupazione di Israele.
Tra il 1943 d il 1945 innumerevoli patrioti italiani, fedeli alla nazione, e anche al Re che all’epoca era il capo dello stato, si ritrovarono a combattere contro una forza di occupazione immonda e disumana, che aveva trovato in italia il sostegno dei traditori leali a mussolini e al fascismo.

Quelle persone furono perseguitate massacrate e criminalizzate, e, ancora oggi, soffrono dell’immenso pregiudizio espresso dai nostalgici del fascismo, che per ragioni totalmente infondate, hanno tracciato un parallelismo inesistente tra antifascismo e comunismo.

Feltri continua scrivendo “Il Campidoglio non è un luogo qualsiasi. È Roma. Ed è Roma non solamente in senso geografico, ma culturale, spirituale. È la culla del diritto romano, il fondamento della civiltà giuridica occidentale. È la capitale della cristianità, il centro di irradiazione millenaria dei nostri valori. È il fulcro dell’italianità. E su quel palazzo, in quella sede, deve sventolare solo una bandiera: il tricolore. Tutto il resto è contaminazione ideologica.”

L’idea che Roma sia capitale della cristianità è errata e priva di valore e fondamento storico, al massimo, se proprio vogliamo legare in qualche modo Roma alla religione, possiamo assumere che sia la capitale del cattolicesimo, non della cristianità, vi sono infatti innumerevoli correnti cristiane, dai protestanti ai copti, ecc, che pur credendo in Cristo, negli Apostoli, nell’ascensione e nello spirito santo, non riconoscono l’autorità politica e temporale del pontefice quale capo della chiesa ecumenica, riconoscendo in lui tuttavia, il ruolo prettamente politico di capo dello stato vaticano, ex stato pontificuio.

Va anche detto che per per gran parte della propria storia, oltre 1000 anni, Roma è stata pagana. Roma infatti ha adottato il cristianesimo come religione ufficiale soltanto nel 380 d.c. e tale avvenimento non ha reso Roma la capitale della cristianità, solo con papa Leone I, nel 440, Roma ha visto nascere l’idea della supremazia petrina, ossia che il vescovo di roma fosse il successore di Pietro e in quanto tale dovesse essere il “capo” della chiesa.
In conclusione, Roma è stata una città pagana per oltre 1100 anni, e una città Cattolica per circa 1500 anni.
Sostenere che le radici della civiltà occidentale affondino nella Roma del V secolo dopo cristo è un insulto alla storia di Roma, che per oltre 1000 anni prima di tale momento, ha regnato sul mediterraneo e l’Europa.

Sostenere che le radici di Roma, una civiltà universale che per oltre 1000 anni dalla sua fondazione è stata pagana, siano cristiane, è quanto di più lontano possa esistere dalla realtà. Ancora una volta un insulto alla storia e soprattutto alla storia d’Italia e di Roma.

Feltri continua il suo discorso carico d’odio e di ignoranza sostenendo che “una bandiera straniera in cima ad una sede istituzionale è già di per sé un atto politicamente discutibile.”
In realtà gesto è da sempre un atto di diplomazia e civiltà. Abbiamo sempre affisso bandiere straniere accanto alle nostre, in segno di rispetto e amicizia. Ma comprendo che per Feltri concetti come diplomazia e solidarietà siano evidentementre concetti discutibili…. il che è paradossale se si considera che nell’passaggio precedente rivendicava una tradizione storica “cristiana” per l’Italia. E anche qui dimostra ignoranza e insulta non solo la storia ma anche il cristianesimo e i vangeli. Il messaggio fondamentale del cristianesimo è infatti l’amore, la pace, la solidarietà, il rispetto dell’altro, e non l’odio che Feltri vomita in questo intervento miserabile.

Feltri sostiene che “Esporre la bandiera palestinese, in questo momento storico, è qualcosa di ben peggiore: è uno schiaffo a Israele, Paese democratico, alleato dell’Italia, che ha subito un massacro terroristico il 7 ottobre.”

Non vedo in che modo riconoscere lo stato di palestina, previsto dalla stessa risoluzione dell’ONU del 1947 con cui si riconosce lo stato di Israele possa essere uno schiaffo ad Israele, lo è solo nella misura in cui i due stati non sono visti come entità distinte, ma si escludono a vicenda, ma riconoscere la Palestina, la dignità dei suoi abitanti a vivere liberi, non significa disconoscere Israele, si possono infatti riconoscere entrambe le nazioni, come dovrebbe essere. Va inoltre detto che, il vile attentato subito da Israele il 7 ottobre 2023, non c’entra nulla con la Palestina. Tale attentato è stato compiuto da Hamas, non dall’intero popolo palestinese. E come si condanna, giustamente, quell’attentato, vanno condannati e non giustificati i crimini commessi da israele nei tre anni successivi.
I crimini dell’uno non giustificano i crimini dell’altro, sono entrambi deprecabili, un insulto alla civiltà e alla dignità umana, e nel negare i crimini di una delle parti, è il vero atto di infamia e disumanità.

Feltri continua, dicendo che quella bandiera è “anche uno sberleffo ai cittadini italiani che non ne possono più del fanatismo ideologico, delle solidarietà unilaterali, dell’odio travestito da attivismo.”

Un passaggio che contraddice se stesso poiché lo stesso Feltri in questo video, sostiene il terrorismo travestito da diritto alla difesa, mostra una solidarietà unilaterale nei confronti di Israele, e si fa portavoce di un fanatismo ideologico, carico di odio e privo di qualsiasi forma di umanità e dignità.

Come già detto sostenere i diritti civili del popolo palestinese, la sua dignità ad esistere, non significa negare questi stessi diritti ad Israele, entrambi i popoli devono avere gli stessi diritti, la stessa dignità di esistere. E come va condannato Hamas che vorrebbe negare tale diritto ad Israele, così va fatto per Netanyahu e il suo governo che più volte ha dichiarato di voler negare tale diritto al popolo palestinese.

Feltri si chiede con quale logica si possa giustificare una simile esibizione. Davvero qualcuno crede che issare la bandiera palestinese sia un gesto «di pace»? Ed è imbarazzante che ci si possa chiedere se, sostenere il diritto di esistere di un popolo oppresso da bombardamenti quotidiani, sia o meno un segno di solidarietà.

Mi chiedo piuttosto come possa Feltri essere indifferente alle migliaia di morti civili, agli ospedali in fiamme, ai bambini morti di fame, sete e malattia.

Per lui esporre una bandiera “È un gesto fazioso, divisivo, pericoloso. Perché quella bandiera lo si voglia o no è oggi diventata emblema di un mondo che odia l’Occidente”, questa frase è pura follia, priva di alcun senso. Quella bandiera non esprime odio nei confronti dell’occidente, ma anzi, è l’esatto contrario, è una bandiera che si appella ai valori e i principi dell’occidente. Esporre quella bandiera significa riporre fiducia nelle istituzioni occidentali, nella comunità internazionale, nel diritto internazionale. 

Per Feltri, nella sua fanatica e islamofobica visione del mondo quella bandiera significa disprezza la nostra cultura e giustificare la violenza. Eppure, chi sta giustificando la violenza indiscriminata, è proprio Feltri, che rigirando contro di lui le sue stesse parole, considera il popolo palestinese “un nemico da conquistare o da punire”. 

Feltri continua dicendo “Non tutti i palestinesi sono terroristi, certo. Ma quella bandiera è ormai associata a troppi crimini, troppi massacri, troppi festeggiamenti in piazza per attentati contro civili, donne, bambini, anziani.” Lo stesso si può dire della bandiera di Israele, responsabile di oltre 60mila morti, tra cui innumerevoli volontari occidentali della croce rossa e dell’ONU, ma non c’è repulsione verso la bandiera di Israele, ed è giusto che sia così, perché Israele e il suo popolo, non sono responsabili dei crimini di Netanyahu, tale principio però vale anche per il popolo palestinese che non è responsabile dei crimini di Hamas.

Per Feltri, “chi espone oggi la bandiera palestinese, lo fa contro qualcosa, non per qualcosa. È contro Israele, contro l’Occidente, contro le regole della convivenza civile.” in realtà è esattamente il contrario di ciò che sostiene Feltri, chi oggi espone la bandiera palestinese lo fa perché è perché la comunità internazionale riconosca uno stato e un popolo, e riconosca a quel popolo il suo diritto innegabile di esister. Non è contro di noi, non è contro Israele, non è contro il diritto. Al massimo è contro l’oppressione, la violenza indiscriminata, i crimini di guerra, è contro l’odio che nega ad un popolo la sua dignità..

Qui arriva forse il passaggio peggiore dell’intervento di Feltri, dice “E poi, scusami, provaci tu a portare una bandiera italiana a Gaza, a Beirut, a Teheran. Non ti lascerebbero nemmeno entrare. E allora perché mai noi dovremmo sventolare simboli altrui, soprattutto quando sono i simboli di una causa ambigua, intrisa di fanatismo religioso e odio antisemita?”

Per Feltri il fatto che in alcuni posti del mondo i diritti vengono negati, noi dovremmo fare altrettanto, dovremmo prendere esempio da quelle realtà opprimenti e in cui domina l’intolleranza? Non dovremmo invece essere noi l’esempio, promuovere il rispetto e la tolleranza, anche, garantire diritto di esistere e di esprimere le proprie idee anche a chi vorrebbe negare a noi quei diritti?

Se adottassimo la linea di principio proposta da Feltri, lo stesso feltri non dovrebbe avere diritto di parola, e pure dirige un giornale.

Conclude il direttore, dicendo “che abbiamo perso il lume della ragione. In nome di un «progressismo» malato, abbiamo rinunciato ai nostri simboli, alla nostra identità, alla nostra fierezza nazionale.”

Non so di cosa parli feltri, io sono estremamente fiero di essere Italiano, un paese civile, la cui bandiera è segno di uguaglianza, di libertà, è un memento a persone che sono morte per difendere quei principi che Feltri nega e insulta. Feltri si vergogniamo della solidarietà, dei principi cristiani, dell’umanesimo, che costituiscono i principi fondamentali della nostra costituzione, che sono espressi dal nostro tricolore, e dunque, nel dirsi “disgustato da un italia progressista” veltri si dice disgustato dalla costituzione italiana, dai suoi principi democratici e repubblicani, dalla sua dedizione incondizionata alla pace.

C’è però un passaggio di questo intervento di Feltri, che condivido, ma che per assurdo, contraddice tutto ciò che Feltri ha scritto fino a quel momento. Il direttore scrive “chi vuole la pace deve sostenere chi difende la civiltà, non chi la minaccia. Chi crede nella libertà, nella democrazia, nel diritto…” il passaggio continua dicendo che “… non può mettere sullo stesso piano uno Stato come Israele e una organizzazione terroristica come Hamas. La smettano una volta per tutte con questi gesti di servilismo mascherato da solidarietà. E si ricordino che la bandiera italiana non è un optional: è l’unico simbolo che ha il diritto di sventolare sulla casa degli italiani.”

Ho diviso in due quel passaggio perché, sono totalmente d’accordo con la prima parte, “chi vuole la pace deve sostenere chi difende la civiltà, non chi la minaccia. Chi crede nella libertà, nella democrazia, nel diritto” ma non sono e non posso essere d’accordo con la seconda, perché chi uccide in nome dell’odio, chi nega a qualcuno il diritto di esistere, chi si batte affinché un popolo non venga riconosciuto come tale, chi ha sulla coscienza decine di migliaia di vittime civili, deve essere necessariamente posto sullo stesso piano di qualunque altro criminale regime criminale. 

Non vi è distinzione tra i leader di Hamas e i leader dell’attuale governo Israeliano, così come non c’è differenza tra il popolo palestinese e quello israeliano, negarlo è un insulto alla fingità umana, difendere l’uno e condannare l’altro, riconoscere all’uno il diritto di esistere e negarlo all’altro, è qualcosa di vergognoso, indecoroso, disgustoso e spregevole. Una manifestazione d’odio contro la dignità umana.

Autore: Antonio Coppola

Sono laureato in storia contemporanea presso Unipi. Su internet mi occupo di divulgazione, scrivo storie di storia, geopolitica, economia e tecnologia.

RispondiAnnulla risposta

Exit mobile version