Civiltà Dorica – Chi erano i Dori?

Chi erano i Dori, il misterioso popolo che si insediò in Grecia in secoli arcaici?
I dori erano popoli di origine europea o orientale? e giunsero in Grecia prima o dopo la caduta dell’impero Miceneo?

Sono molti gli interrogativi sul popolo dorico che ancora oggi non hanno una risposta, a partire dalla domanda fondamentale “Chi erano i Dori?” di loro sappiamo solo che si tratta di un popolo misterioso che in un momento non meglio specificato, si insediò in Grecia, e l’alone di mistero che ruota attorno a questo popolo ha suscitato non poche domande collaterali.

I dori erano di origine europea o orientale?
Giunsero in Grecia prima o dopo la caduta dell’impero Miceneo?

I Dori, così come Achei, Eoli e Ioni erano una delle grandi etnie che nell’antichità si insediarono nella penisola greca dando vita, attraverso un lungo periodo di trasformazione e riorganizzazione delle loro civiltà, villaggi, città, in quelle che noi oggi conosciamo come le Polis Greche. Di questi popoli abbiamo molte informazioni relative alla loro presenza in Grecia, conosciamo la loro cultura, le loro tradizioni, conosciamo la loro storia successiva all’VIII secolo, ma ciò che precede i secoli bui, è ancora oggi avvolto dal mistero e domande essenziali come chi erano esattamente i Dori, da dove venivano e quando giunsero in Grecia? sono ancora oggi senza una risposta certa.

In passato, qui su Historicaleye ci siamo già occupati delle origini della civiltà greca, affrontando la questione in un discorso di carattere generale molto ampio, senza però entrare nel merito delle singole popolazioni e della loro storia e in questo post voglio andare la superficie, scavare più affondo ed ad approfondire il discorso con un focus mirato sul popolo dei Dori, una per ognuna delle quattro grandi etnie del mondo greco.

I dori nella tradizione.

Secondo la tradizione, le origini mitiche del popolo dorico risalirebbero al tempo degli Dei e sarebbero discendenti di Doro, eroe mitico della tradizione arcaica che secondo Apollodoro di Atene, era il figlio primogenito di Elleno, re di Fria una città della Tessaglia, e della ninfa Orseide, fratello maggiore degli dei Eolo e Suto, e padre di Tettamo, Santippe e di tutto il popolo Dorico. Secondo il drammaturgo Euripide invece, Doro era figlio di Suto, a sua volta figlio di Apollo, e fratello di Acheo, il mitico capostipite del popolo degli Achei.

Dal punto di vista storico sappiamo poco sul periodo in cui Doro, o chi per lui, si stabilì in Grecia, poiché l’arrivo del popolo dorico coincide con i secoli bui del medioevo ellenico. Sappiamo che prima di questa fase oscura la civiltà micenea controllava gran parte della penisola finché in seguito alle scorrerie di alcuni popoli orientali noti come i popoli del mare, la civiltà micenea scomparve, le città furono abbandonate e per tre secoli non si seppe più nulla, poi, il sole tornò ad albeggiare sulla Grecia arcaica, i villaggi ricominciarono a prosperare e commerciare tra loro, ritornò in uso la lavorazione del ferro e le produzioni di vasellame, si ricominciò a costruire templi, palazzi e città, dando nuova vita alla Grecia.

Ma chi erano realmente i Dori? Da dove venivano e quando giunsero effettivamente in Grecia?

Vi sono due possibili teorie storiografiche riguardanti le origini della civiltà dorica, da un lato vi è la teoria migrazionista che ipotizza l’insediamento in Grecia di un popolo (quello dorico) proveniente da oriente, e dall’altro la teoria anti-migrazionista che fondamentalmente esclude l’ipotesi di una migrazione di popoli e teorizza la presenza dorica in Grecia già dai temi della civiltà micenea, ma andiamo con ordine.

Secondo la teoria delle grandi migrazioni, quella dorica era una civiltà mista greco-illirica, proveniente dall’area balcanica, più precisamente dalle regioni del medio Danubio, contribuendo alla distruzione della civiltà micenea, per poi espandersi nel Peloponneso e a Creta.


Secondo questa teoria, il popolo dorico era un popolo guerriero, molto primitivo, seguace del culto dei tumuli, dei veri e propri barbari selvaggi, senza storia ne cultura, se paragonati alla più avanzata civiltà micenea, e la loro penetrazione in Grecia rappresentò, secondo questa teoria, l’ultima grande ondata migratoria di tribù selvagge provenienti da nord e da est, che si insediarono nella penisola e nelle isole greche. Questa teoria delle “invasioni barbariche del mondo greco” parte dalla leggenda del ritorno degli Eraclidi, i mitici figli di Eracle.

Questa teoria fu formulata per la prima volta nel XIX secolo, ma per lo storico Martin Bernal, ha un carattere puramente ideologico ed è un tentativo di vincolare la civiltà greca ad una tradizione europea, sostenendo, dal canto suo, che le origini della civiltà Greca andrebbero ricercate in oriente, e nei secoli bui, la Grecia fu colonizzata dagli Egiziani.
Questa teoria molto controversa è stata avanzata per la prima volta nel libro atene nera, le radici afroasiatiche della civiltà classica.

Il punto di partenza della teoria di Bernal sono i numerosi contatti, noti e documentati, della civiltà Micenea con il mondo Egizio da cui, si ipotizza, i Micenei abbiano appreso le prime forme di scrittura e le tecniche di lavorazione del metallo e della ceramica. Dall’altra parte Bernal critica la teoria che vedrebbe i Dori provenire dal cuore dell’europa, perché questa teoria ha un carattere puramente ideologico, e nacque in un contesto storico in cui era in corso un processo di epurazione ed espulsione dalla civiltà greca di ogni riferimento e connessione alle civiltà anatoliche, medio-orientali, fenicio-semite ed egizie, il cui fine era quello di rendere la civiltà greca qualcosa di tipicamente ed esclusivamente europeo, e quindi connessa alla teoria razziale che vedrebbe una connessione diretta tra i popoli del nord europa e il mondo greco. Insomma, una teoria volta ad includere il popolo ariano nella genesi della civiltà greca più che una teoria volta a comprendere realmente le origini della civiltà greca.

Per Bernal questa teoria definita come un “modello ariano” era una teoria astorica, derivata da teorie pseudoscentifiche di carattere razzista, di grande moda tra il XIX e il XX secolo nel mondo accademico.

Ovviamente per mettere in discussione una teoria non è sufficiente criticarla ma è necessario proporre una teoria alternativa, supportata da  prove empiriche e fonti, nel caso di Bernal, lo studioso osservando che la stessa mitologia greca era ricca di riferimenti a fondatori arcaici provenienti da oriente, dalla Fenicia e dall’Egitto, propose una teoria che partiva dal recupero del modello antico, comparando i dati provenienti dalla mitologia ad altre fonti storiche, archeologiche e linguistiche, per tracciare una storia delle origini dei Dori, nelle sue mire Bernal puntava ad escludendo ogni possibile preconcetto di matrice arianocentrica, per dare alla ricerca una reale impronta scientifica. La sua proposta fu accolta dal mondo accademico con non poche riserve e perplessità, e va detto che ancora oggi è fonte di un acceso dibattito storiografico.

Lo studio di Bernal portò alla formulazione di una teoria secondo cui i greci ritenevano che i re Dori fossero di origine micenea e straniera, probabilmente discendenti di matrimoni politici tra notabili micenei e stranieri volti a costruire alleanze politiche e militari, mentre il popolo dorico, volendo accettare l’ipotesi di una origine nordica, provenivano non dall’Europa centrale ma, più probabilmente, dalle regioni a nord-ovest della Grecia, più precisamente da una regione nota come Doride, situata tra l’Etolia e la Locride. A sostegno di questa ipotesi il fatto che, in epoca classica, proprio in questa regione vi erano diverse città doriche (Erineo, Bois, Citinio, Akyptias).

Uno dei punti di forza della teoria di Bernal è che in un certo senso rappresenta un punto di convergenza tra la teoria migrazionista e la teoria ant-migrazionista.

Bibliografia e fonti :

M.Bernal, Atene nera, le radici afroasiatiche della civiltà classicahttps://amzn.to/2OUiwfm
C.Orrieux, P. Schmitt Pantel, Storia Greca, https://amzn.to/2PoAqq7
C.Mossé, A Schnapp Gourbeillon, Storia dei Greci, dalle origini alla conquista romana, https://amzn.to/2z2Ud48

La civiltà greca : Dalle origini minoiche alle Polis

La storia dei greci non inizia in Grecia o meglio, non inizia nella Grecia continentale, ma sull’isola di Creta dove verso la fine del terzo e l’inizio del secondo millennio a.c. si sviluppa la civiltà Minoica, non sappiamo esattamente quando questo popolo si sia effettivamente insediato a Creta, ma diverse fonti archeologiche ci dicono che molto probabilmente i minoici popolassero l’isola già dal neolitico.

Intorno al secondo millennio avanti cristo la civiltà minoica inizia a crescere molto rapidamente, riuscendo in breve tempo a diventare una delle più grande potenza navali dell’antichità, le loro navi costruite con legno di cipresso solcano le acque del mediterraneo orientale arrivando a commerciare con l’Egitto, da cui si ipotizza che i minoici abbiano appreso la scrittura e siano stati fortemente influenzati sul piano artistico, e in questo senso molti colgono un qualche legame tra la raffigurazione delle divinità egizie e la figura del minotauro, entrambi raffigurati con il corpo di uomo e la testa ti animale.

Mentre le navi minoiche solcano il mediterraneo sulla terra ferma si sviluppa la così detta civiltà dei palazzi, in questo periodo vengono edificati grandi palazzi a Cnosso, Hanghia, Festo e Triada, che rappresentano l’epicentro della civiltà minoica, possiamo immaginare questi palazzi come delle fortezze medievali, almeno per quanto riguarda l’organizzazione, al loro interno vi erano stanze destinate ad artigiani, luoghi religiosi, depositi e magazini ecc, successivamente, in seguito all’eruzione del vulcano dell’isola di Tera (odierna santorini) avvenuta intorno al 1750 una serie di violenti terremoti avrebbe raso al suolo i palazzi costringendo i minoici a lasciare l’isola, ma vi sarebbero ritornati non molto tempo dopo.

Si ipotizza che i racconti dei profughi minoici sulla grecia continentale per quanto riguarda gli effetti dell’eruzione di Tera, possano essere alla base del mito delle origini della civiltà greca, in cui Dei e Titani si combattono in una guerra all’ultimo sangue, provocando violenti terremoti, maremoti e piogge di fuoco sulla terra, coerenti con quanto vissuto dai minoici in fuga.

Il ritorno dei minoici sull’isola di creta avviene presumibilmente intorno al 1600 e in questa seconda fase la loro civiltà diventa ancora più splendente, il numero di palazzi aumentano notevolmente anche se in questa fase abbiamo palazzi più piccoli e la loro “flotta” si pone in diretta competizione con la flotta fenicia che nel frattempo aveva iniziato a muoversi tra le acque del mediterraneo.

La grande ricchezza dell’isola di Creta e la crescente diffusione della navigazione d’altura tra i popoli ellenici, avrebbero fatto di Creta la meta ideale per le scorribande dei pirati, e l’isola di Creta sarebbe stata più volte depredata e in fine conquistata dagli Achei, la cui città più importante era Micene, presumibilmente intorno al 1400 a.C., cui seguirono tra il 1200-1100 a.C. i Dori.

Achei e Dori sono due delle quattro popolazioni provenienti dall’Asia che nel secondo millennio si sarebbero stabilite nella penisola greca, ma di loro parleremo più avanti. Il duro colpo inferto dalle invasioni ed alcuni cataclismi naturali di portata minore rispetto all’eruzione del 1750 avrebbero portato alla definitiva scomparsa della civiltà minoica lasciando molti misteri per quanto riguarda il reale livello di conoscenza tecnica dei minoici e alcuni ipotizzano che la scomparsa di questo popolo abbia in qualche modo ispirato il mito di Atlantide.

Per quanto riguarda la storia continentale della Grecia, come già accennato, la penisola greca fu meta di periodiche migrazioni da parte di numerosi popoli.

Nel II millennio a.C. diverse popolazioni indoeuropee provenienti da oriente, si sarebbero stabilite nella penisola greca ribattezzando con il nome di Ellade, tra queste popolazioni Ioni, Eoli, Achei e Dori saranno quelle più importanti.

Il primo popolo che si insedia nella penisola greca è il popolo guerriero degli Ioni, che si sarebbe stabilito in Grecia intorno al 2000 a.C., successivamente, intorno al 1600 sarebbero arrivati Eoli e Achei che avrebbero spinto gli Ioni verso l’Attica e la Tessaglia mentre Eoli ed Achei avrebbero occupato rispettivamente la Beozia e il Peloponneso.
Tra le varie città achee la città di Micene sarebbe stata quella più grande e importante che in poco tempo sarebbe riuscita a prendere il controllo su gran parte della penisola e grazie alla navigazione d’altura sarebbero riusciti ad entrare in contato con i minoici, commerciando e saccheggiando.

Intorno al XI secolo con l’arrivo dei Dori la penisola greca è attraversata da una nuova fase migratoria che avrebbe portato alla scomparsa quasi completa scomparsa degli Achei mentre gli Eoli si stabiliti sull‘isola di Lesbo e sulle coste anatoliche in Eolide, infine i Dori si sarebbero stabiliti nell’area settentrionale della Grecia espandendosi poi in Acacia e nel Peloponneso

La scomparsa della civiltà micenea coincide con l’inizio di un periodo di decadenza della cultura greca che la storiografia generalmente indica con il nome di “medioevo greco” o “secoli bui” tuttavia questi secoli vedranno l’introduzione in Grecia di nuove tecniche di costruzione e di lavorazione dei metalli, si avrà inoltre una grande diffusione dell’alfabeto fonetico importato dai fenici.

Convenzionalmente la fine dei secoli bui viene fatta coincidere con i primi giochi olimpici avvenuti secondo tradizione nel 776 a.c. la cui istituzione viene coincide con l’inizio dell’età delle polis la cui nascita e la cui autonomia è favorita dalla particolare configurazione geografica le cui catene montuose e numerose isole rendono difficile l’unificazione dei villaggi in un unica entità statale.
Tra il VIII al VI secolo a.C., la civiltà greca inizia ad espandersi anche oltre la penisola greca con la fondazione di numerose colonie in tutto il mediterraneo, queste colonie mantengono invariata la tradizione, la lingua e la cultura della madre patria se bene ogni colonia mantenga una notevole autonomia che avrebbe fatto delle colonie delle vere e proprie nuove polis.

Tra il VI e il V secolo la Grecia attraversa una fase detta “periodo dei tieanni”, in quest’epoca l’intensificazione delle vie commerciali soprattutto tra madre patria e colonie avrebbe portato alla diffusione dell’economia monetaria, inoltre si sarebbe sviluppato un nuovo ceto benestante, fatto di mercanti e artigiani che grazie alle opportunità offerte dal commercio con le colonie aveva acquisito un grande potere economico.
Queste famiglie, che etichetteremo un po anacronisticamente con il termine borghesia greca”, analogamente a quanto sarebbe successo alla borghesia europea nel XVIII, avrebbero iniziato a chiedere maggiore presenza e rappresentanza a livello politico e sfruttando il malcontento popolare, dovuto all’oppressione dei ceti più poveri della società riusciranno ad indirizzare quelle energie popolari contro la nobiltà. Da questa contrapposizione sociale tra nobiltà e classe popolare, la “borghesia greca” grazie all’appoggio popolare sarebbe riuscita a ribaltare i governi presieduti dalla classe nobile, promettendo in cambio alcune importanti riforme sociali.

Per sedare i disordini sociali ed intermediare con il popolo, i nobili sono costretti a chiedere aiuto alla classe “borghesia greca” concendendo loro il governo autocratico che sarebbero diventati noti con il nome di tirannidi.

La sola instaurazione delle tirannidi rappresenta agli occhi del popolo un importante vittoria contro il precedente potere assoluto degli aristocratici, inoltre la nuova classe benestante ha origini umili e, a differenza dell’aristocrazia, non è una classe sociale chiusa, si tratta invece di una classe aperta all’ingresso da parte dei ceti sociali inferiori.
I tiranni impareranno presto a gestire il potere continuando a cercare il consenso popolare e questo avrebbe portato ad una sempre maggiore partecipazione popolare nella gestione della politica e della vita pubblica, e nel V secolo le tirannidi iniziano a trasformarsi in nuovi governi composti da più soggetti politici assumendo generalmente due modelli di riferimento, da una parte si afferma l’Oligarchia e dall’altra si afferma la Democrazia.

Nei governi oligarchici vi è un numero ristretto di soggetti politici, che è comunque maggiore rispetto alle tirannidi e alle monarchie assolute, in questo sistema di governo gli aristocratici mantengono i propri privilegi di casta, e partecipano al governo della polis con cariche a vita.

Nei governi democratici vi è una moltitudine di soggetti politici che avranno il compito di rappresentare il popolo, di fatto il potere è riconosciuto al popolo. Diversamente dall’oligarchia nei sistemi democratici, tutti i cittadini della polis, indipendentemente dalla propria classe di censo, possono partecipare all’assemblea primaria e al consiglio, i cui membri sono eletti oppure sorteggiati e le decisioni pubbliche sono prese a maggioranza popolare.

Queste due forme di governo che si sono sostituite alla tirannide non riusciranno a convivere tra loro e nelle guerre del Peloponneso ci sarà un duro scontro tra le polis democratiche guidate da Atene e quelle oligarchiche guidate da Sparta.

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