Di recente ho pubblicato un post in cui parlavo della storia della Lega Araba e mi soffermavo, nella seconda parte, sul perché l’Iran non fa parte della lega. Precisando, che la mancata adesione iraniana all’organizzazione è dovuta ad una scelta politica dell’Iran e non all’assenza di particolari caratteristiche o requisiti, ma la brevità del post ha creato un po’ di confusione, quindi ho deciso di ritornare su questo punto con un post dedicato.
Alcuni lettori hanno osservato e ipotizzato che il motivo della non adesione iraniana alla lega araba sia dovuto al fatto che l’Iran non è un paese Arabo, cosa che è sì vera, l’Iran non è propriamente un paese arabo, così come non lo sono la maggior parte dei paesi che compongono la lega.
La maggior parte della popolazione iraniana, ha origini vaghe e non ben delineabili, chi osserva che le origini del popolo iraniano siano prettamente “persiane” e affondino le proprie radici nell’antica Persia, probabilmente ha dimenticato che la popolazione persiana era una popolazione di guerrieri e mercanti che viaggiavano tra Asia e mediterraneo, e che, analogamente all’Italia, tra le sue città sono passate e si sono insediate genti provenienti da tutto il mondo conosciuto, cosa che rende estremamente difficile, per non dire impossibile, tracciare una linea di discendenza precisa e lineare. Questa immensa complessità accomuna sia l’odierno Iran che l’odierno Iraq, un tempo parti diverse di una stessa realtà, poi separati con la conquista ottomana che ha reso la regione irachena l’ultimo possedimento ad est dell’impero ottomano e la regione iraniana, geograficamente protetta da monti e deserti, l’unica realtà storica e politica ad essere sopravvissuta all’avanzata ottomana.
Questa distinzione storica, e non culturale o linguistica, è un elemento importante da citare, e che, nel mio precedente post, è emerso solo in maniera superficiale.
Quando è stata creata la Lega Araba, che tra le altre cose, univa in un organizzazione sovranazionale quasi tutti gli ex possedimenti ottomani, l’Iran che non aver fatto parte dell’impero, si auto-percepiva come un elemento di discontinuità, non in linea, nella storia recente, con le altre nazioni della nascente lega che, banalmente, ambivano a diventare ciò che l’Iran era già, ovvero delle realtà politiche, autonome, indipendenti, libere di autodefinirsi.
Tuttavia, l’idea di cooperare con nazioni vicine sia geograficamente che culturalmente che puntavano a porsi come una sorta di terzo polo polo mondiale, (soprattutto durante la guerra fredda) era un idea interessante, che l’Iran ha più volte preso in considerazione, salvo poi decidere di restarne fuori definitivamente dopo l’avvento della rivoluzione nel 1979.
Se, come alcuni hanno osservato, la non adesione dell’Iran alla Lega, fosse stata di carattere prettamente linguistico, allora la maggior parte dei paesi che attualmente fanno parte della lega araba, non ne farebbero parte poiché non tutti i paesi della lega araba sono propriamente paesi di lingua araba.
Lo stesso statuto precisa che la lingua araba come lingua nazionale, non è un elemento pregiudicante l’adesione, e fanno infatti parte della lega, diversi paesi in cui la lingua araba non è la lingua ufficiale, o addirittura, è una minoranza linguistica. Se diversamente la non adesione fosse scaturita da un problema etnico (cosa abbastanza inverosimile sul finire della seconda guerra mondiale), allora, fatta eccezione per i soli paesi della penisola arabica, unici paesi propriamente arabi, tutti gli altri, compreso l’Egitto che è uno dei paesi fondatori e principale promotore della lega araba, non ne farebbero parte.
L’Iran, per la propria storia, è paradossalmente più “arabo” dell’Egitto, del Libano, del Marocco, e pure, Egitto, Libano e Marocco, fanno parte della lega, mentre l’Iran no, e questo perché la non adesione iraniana, non è dovuta all’assenza di appositi requisiti d’accesso alla lega, ma perché il paese ha scelto, per diverse ragioni, di non farne parte.
La lega Araba è un organizzazione internazionale, sovranazionale e intergovernativa (molto simile nella sua forma al Consiglio Europeo) che riguarda esclusivamente il mondo arabo e paesi del Nord Africa, e del medio e vicino oriente, detto più semplicemente, è un organizzazione che raccoglie insieme tutti i paesi di lingua araba (tranne l’Iran).
Il 22 Marzo 1945, un mese prima dell’inizio della conferenza di San Francisco (che avrebbe dato i natali all’ONU), nasceva, da, dalla volontà di Arabia Saudita, Egitto, Transgiordania (divenuta Giordania dopo il 1946), Iraq, Libano e Siria, di formare un istituto internazionale che si interessasse del mondo arabo, quella che noi oggi conosciamo come Lega degli stati Arabi, meglio nota come Lega Araba, un organizzazione che comprende tutti i paesi di lingua araba.
Oggi la Lega Araba conta conta 22 paesi Membri, tra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kwait, Iraq, Oman ecc ovvero tutti i paesi che affacciano sul golfo persico, meno l’Iran. L’Iran non fa infatti parte della Lega Araba e in passato, in diverse occasioni, ha assunto, per via della propria fede sciita, posizioni in aperto contrasto con quelle assunte dalla lega araba.Per intenderci, quando tra il 1980 ed il 1988 Iraq e Iran furono in guerra tra loro, l’Iraq ricevette tanti finanziamenti dai paesi della lega Araba, finanziamenti e prestiti che l’Iraq avrebbe dovuto ripagare dopo il conflitto, ma questa è un altra storia che riguarda soprattutto Iraq, Kwait e I’ONU (il mondo conosce la vicenda come prima guerra del golfo).
La storia della lega Araba è lunga è complessa, e parte da lontano, la sua nascita è avvenuta nel 45, ma l’idea di un’organizzazione (all’epoca simile alla Società delle Nazioni) che potesse tutelare lo status di indipendenza di quei paesi un tempo governati dall’impero ottomano e che da poco avevano ottenuto l’indipendenza o erano caduti sotto il “protettorato” di alcune potenze europee, precede il 1945.
Già nel 1926, si tenne in Egitto a Il Cairo, quello che è noto come primo Congresso islamico, congresso che avrebbe portato alla crescita di un forte sentimento panarabista e che, molti anni dopo, sarebbe stato in qualche modo celebrato, con l’insediamento, proprio a Il Cairo, della sede della Lega Araba le cui origini affondano proprio in quel congresso.
L’Egitto, che negli anni venti era ufficialmente una monarchia indipendente, ma formalmente sotto il controllo britannico, negli anni a venire avrebbe giocato un ruolo portante nell’evoluzione di quella che sarebbe diventata la lega araba, producendo, nel 1944 il Protocollo di Alessandria, che incontrò non poche diffidenze e resistenze, in particolare dal Libano, un paese cristiano incastrato in un mondo prevalentemente musulmano, tuttavia, con non poche difficoltà, le divergenze vennero superate ed il protocollo venne sottoscritto.
Quando nacque la lega araba, vi era al mondo un unica altra organizzazione internazionale, la società delle nazioni, il cui fallimento era ben noto e sotto gli occhi di tutti nel 1944, e la lega araba aveva un inclinazione e propositi diversi, che potremmo associare a quelli che oggi sono i valori ed i propositi della comunità europea più che quelli dell’ONU.
Anzitutto questa nuova organizzazione era la prima organizzazione internazionale caratterizzata dalla presenza esclusiva di paesi che, agli occhi degli occidentali, apparivano poveri e sottosviluppati, anticipando di quasi un quarto di secolo il movimento dei paesi non allineati da cui sarebbe nato il termine “terzo mondo”
In secondo luogo, ma non meno importante, la lega Araba si poneva come un obbiettivo primario, la Decolonizzazione, ovvero la restituzione delle terre mediorientali e nordafricane, occupate dagli occidentali, alle popolazioni indigene, in modo che queste potessero scegliere liberamente la propria strada da seguire, in un mondo che non fosse necessariamente filo-occidentale o filo-sovietico (anticipando, anche in questo caso, quello che sarebbe stato il tema portante del movimento dei paesi non allineati).
Per i fondatori della Lega Araba, la lotta per la decolonizzazione, in linea con quelli che in seguito sarebbero stati i principi dell’organizzazione delle Nazioni Unite, in particolare il principio di Autodeterminazione dei popoli, già presente nello statuto della società delle nazioni (e tradito dalla società delle nazioni con il colonialismo francese e britannico). Il tema della decolonizzazione e della lotta per l’indipendenza e autonomia, venne proiettato negli anni avvenire nel dibattito interno alle nazioni unite, inserendo, agli occhi della lega araba e dell’ONU, questo principio tra i valori portanti della teoria della “guerra giusta” (dove, citando Norberto Bobbio, “almeno da Aristotele in poi Giusto è inteso in senso di Conforme a Legge, e non in termini morali).
L’ONU però, quando venne istituita la Lega Araba non esisteva ancora, tuttavia, la Lega Araba, all’Articolo 3 della propria carta istitutiva, fa riferimento alla possibile futura creazione di enti internazionali che abbiano come fine ultimo il mantenimento della pace, della sicurezza e il perseguimento di relazioni socio-economiche fra stati, prefigurando e auspicando una reciproca collaborazione con questi. Detto più semplicemente, i fondatori della Lega Araba, ipotizzando la nascita di future organizzazioni sul modello della società delle nazioni, lasciarono aperta la porta affinché potessero collaborare reciprocamente ed entrarne a fare parte.
Tutti i paesi della lega araba sono oggi membri dell’ONU e la Lega Stessa è dal 1 novembre 1950, un membro osservatore dell’ONU e dal 1954 ha una propria sede che garantisce una presenza permanente all’ONU nella sede di New York (dal 56 anche presso la sede di Ginevra).
Come detto all’inizio, del mondo arabo e dei paesi che affacciano sul golfo persico, l’Iran è l’unico paese non membro della Lega Araba. Diversamente da quello che in molti credono, il motivo non è di carattere religioso, la lega araba non è la lega dei paesi Sunniti, molti paesi di confessione sunnita non sono membri della Lega, e nella stessa organizzazione vi sono paesi come il libano, a maggioranza cristiana o l’Iraq che, durante gli anni 80 e i primi anni 90 (dal 79 al 2003), ebbe come seconda carica dello stato dopo Saddam Hussein, Tareq Aziz, di fede cristiana, de facto l’uomo più potente dell’Iraq dopo Saddam Hussein era cristiano.
Il motivo per cui l’Iran non fa parte della lega e legato alle origini stesse della lega araba e le posizioni assunte dall’allora primo ministro iraniano.
La Lega Araba, come scritto in precedenza era nata dall’azione egiziana, che formalmente si impegnava nella lotta alle politiche coloniali per favorire la decolonizzazione dei paesi di lingua araba, tuttavia, quel paese e quel capo di stato, erano, agli occhi di Mohammad Mossadeq, dei burattini della corona Britannica, corona britannica con cui l’Iran aveva ottimi rapporti di amicizia e collaborazione, amicizia che avrebbe portato, nel 1943 “i leader del mondo” Churchill, Roosvelet e Stalin, ad incontrarsi per la prima volta, proprio in Iran, durante la conferenza di Teheran, per discutere e accordarsi sulla strategia comune da adottare contro le forze dell’Asse.
Dopo la guerra e fino alla metà degli anni 50, l’influenza britannica nel paese venne progressivamente sostituita da quella statunitense, che accompagnò il paese (almeno fino al 1953) in un processo di ricostruzione e ammodernamento. Gli ingenti investimenti degli USA, vennero utilizzati per aumentare l’influenza americana nel paese, che, grazie ad amicizie e legami costruiti in quegli anni, alla fine provò a stimolare una “transizione politica” volta a deporre il primo ministro Mohammad Mossadeq, impegnato a riformare il paese per renderlo una monarchia costituzionale. Senza troppi giri di parole, l’operazione operazione Ajax, firmata CIA e SIS, fu un tentato colpo di stato per portare alla guida del paese un primo ministro più “accomodante” ed incline ad appoggiare e favorire gli interessi occidentali nell’area del golfo. L’operazione fallì e l’Iran, che in quegli anni stava osservando l’azione della Lega Araba, ripiegò su un progressivo isolamento, che avrebbe portato non troppo tempo dopo alla Rivoluzione Islamica, ma questa è un altra storia.
Il fallito colpo di stato in Iran, spinse il paese su posizioni sempre più isolazioniste, alimentando una crescente diffidenza nel mondo occidentale, che con una mano prometteva democrazia e con l’altra appoggiava colpi di stato, e nella lega araba, percepita sempre di più, come una costola del mondo occidentale impiantata nel mondo arabo.
Gli USA negli anni 50 avevano puntato sull’Iran, quale proprio alleato di punta in medio oriente, ma una volta cambiate le carte in tavola e, con l’avvento della rivoluzione islamica, furono costretti a ripiegare sul meno affidabile, se bene altrettanto strategico Iraq, ma anche questa è un altra storia.
Ad oggi l’Iran non è un membro della Lega Araba e rivendica il proprio status di unico paese di lingua araba, totalmente libero dalle influenze e interferenze occidentali, de facto, riconoscendosi come unico paese arabo ad aver compiuto quella che era la missione originale della Lega dei paesi arabi.
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