Continua la pericolosa guerra di Trump alle istituzioni USA. Il presidente torna ad attaccare Jerome Powell per come sta dirigendo la FED e a chiederne le dimissioni.
Secondo il presidente USA, l’attuale presidente della FED dovrebbe dimettersi ma pur essendo una carica nominata dal Presidente USA (e Powell è stato nominato da Trump, poi confermato da Biden), il presidente non ha l’autorità ne il potere di rimuoverlo dall’incarico prima della fine del mandato di 4 anni.
Le dimissioni volontarie sono quindi l’unico modo in cui Powell può essere “rimosso” dalla direzione della FED prima della fine del suo mandato, mandato che terminerà a maggio 2026.
Il motivo per cui il presidente USA può nominare, ma non deporre un presidente della FED è legato a diverse chiamiamole “clausole di sicurezza” che blindano la presidenza della FED e il suo consiglio di amministrazione, in modo che eventuali cambi politici al congresso e alla casa bianca, non influiscano sulla sua direzione, e per separare i due poteri “presidenza USA e presidenza FED” le nomine avvengono in maniera asincrona, entrambe le cariche hanno 4 anni, e il presidente USA nomina un presidente FED, circa un anno dopo l’inizio del proprio mandato. Per quanto riguarda i membri del CDA invece, questi rimangono in carica per 14 anni.
Insomma, la FED e la sua governance sono state progettate proprio per evitare che persone come Donald Trump potessero interferire con il suo funzionamento.
Jerome Powell è presidente della FED dal 2017 e membro del cda dal 2014, ciò significa che il suo mandato da presidente è stato già rinnovato (nel 2021 da Biden) e terminerà nel 2026, mentre il suo mandato da membro del cda terminerà nel 2028, e non può essere rimosso da nessuno dei due incarichi.
Più espressamente, Trump non può licenziare il presidente della FED e i membri del CDA della FED.
Se guardiamo alla carriera “politica” di Powell vengono fuori alcuni passaggi a mio avviso molto interessanti, la sua carriera nelle istituzioni USA inizia nel 2005, secondo mandato di Bush, con la carica di come Segretario del Tesoro e prosegue nel 2011, questa volta presidenza Obama, con la nomina nel consiglio di amministrazione della FED con un mandato triennale, rinnovato nel 2014 per ulteriori 14 anni, nomina confermata in maniera quasi plebiscitaria dal senato che approverà la nomina con una maggioranza assoluta, 84 voti a favore contro 13.
Nel 2017, sotto la presidenza Trump, viene nominato presidente della FED.
La presidenza della FED ha durata quadriennale e a fine mandato, in piena era COVID, il presidente Biden conferma Powell alla guida della FED per altri 4 anni, prolungando il suo mandato fino al 2026.
Sebbene sia stato Trump a nominare per la prima volta Powell alla presidenza della FED, da quando è tornato alla Casa Bianca, il presidente USA ha mostrato una certa reticenza nei confronti del lavoro di Powell, criticandolo e contestandolo in più di un occasione, arrivando spesso a chiederne il ritiro, ma come abbiamo già detto, Trump non ha il potere per rimuovere Powell dall’incarico, e allora Trump scalcia e fa pressione su Powell per ritirarlo a ritirarsi volontariamente dalla guida della FED.
Uno dei motivi di tale ostilità è legato ai tassi d’Interesse sul dollaro, misura anti-inflazione, innescata in epoca Covid e post-covid, e che in altre parti del mondo, come l’UE, ha iniziato ad essere disinnescata, mentre in USA i tassi rimangono “alti”.
Per Trump, mantenendo i tassi alti, Powell starebbe facendo un pessimo lavoro, e per questo ha più volte chiesto di ridurli, ma Trump non ha potere in materia e Powell e la stessa FED l’hanno più volte fatto presente.
In questo scontro unilaterale di Trump contro la FED, Powell non è rimasto in silenzio ed è recentemente intervenuto pubblicamente sottolineando che, l’interesse della FED è mantenere stabile l’economia USA e il Dollaro, e ridurre i tassi d’interesse sul dollaro, è qualcosa di prioritario per la FED, ma tali interventi devono essere rimandati poiché, per via dei Dazi voluti da Trump, la decrescita dell’inflazione è rallentata, di conseguenza, non vi sono più le condizioni per ridurre il tasso d’Interesse in modo sicuro.
Più semplicemente, nonostante i tassi d’interesse alti, il dollaro continua a perdere valore sul mercato, arrivando a valere circa 0,80€ negli ultimi giorni. Ridurre il tasso d’interesse ora, comporterebbe un crollo del dollaro, che potrebbe far collassare l’intera economia USA.
Nei prossimi mesi Trump potrebbe quindi annunciare il successore di Powell, e se si il nome sarà di un membro del CDA della FED, la nomina “prematura” potrebbe minare il peso del Presidente, creando un precedente pericoloso nella storia degli USA.
Cosa ne pensate?