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Solo di fronte alla morte gli uomini sono tutti uguali

Non c'è strumento migliore della guerra, per conseguire la pace, l'Europa ne è testimone, dopo secoli insanguinati da conflitti e scontri di popoli e civiltà, ha conosciuto uno dei massimi momenti di pace (interna) solo dopo aver sfiorato l'annichilimento totale.

L’Europa ha conosciuto una primordiale forma di pace (interna) solo in seguito ai due conflitti mondiali, solo dopo aver visto le porprie città bruciare, ridotte in macerie dai bombardamenti aerei dei vari partecipanti al conflitto, solo dopo aver visto intere generazioni mandate al macello, a morire di stenti, freddo e fame, in una qualche linea di frontiera ai confini del mondo, o in qualche campo di lavoro e di morte, in un inferno glaciale, dove il ghiaccio stesso e la neve, non erano abbastanza freddi se paragonati ai cuori degli uomini, aguzzini, che sorvegliavano quei campi.

Di questo mondo inquietante che sembra uscito dalla perversa mente di uno scrittore in preda ad un trip allucinogeno, ne abbiamo, purtroppo, infinite testimonianze, uomini, donne e bambini sopravvissuti all’inferno, esseri umani che avevano perduto la propria umanità ed erano diventati spettri, meri contenitori vuoti, di un anima ormai perduta. Le loro menti erano state annientate, i loro corpi deturpati, ed i più fortunati tra loro, avevano conosciuto il privilegio della morte.

L’europa, dopo quell’esperienza ha deciso di voltare pagina, di andare avanti, di costruire un mondo nuovo fondato non più sulla guerra, ma sulla pace, sul compromesso, sul dialogo, un mondo al cui vertice era posto un delicato ed effimero intreccio di istituzioni internazionali e sovranazionali a cui venne affidato il compito di sorvegliare, se pur in modo limitato, sui rapporti tra le nazioni, nel vano tentativo di trovare e proporre soluzioni diplomatiche ai conflitti.

Italia, Francia, la Germania Regno Unito e ancor di più il Giappone, videro con i propri occhi la fine inesorabile dell’umanità, videro l’atomo dare voce alla propria collera, videro la morte affacciata ai balconi e nelle strade, acclamata da folle festanti, sentirono il suo sospiro, la sua ferma carezza, ed il suo fetido odore, che per puro caso aveva lo stesso odore di un corpo umano che brucia tra i ghiacci del nord.

Alcuni dei paesi che sopravvissero, a fatica, a questo scempio, decisero di rivolgere lo sguardo al futuro e di consegnare alla storia quei terrificanti momenti, fu un tentativo estremo di esorcizzare quel crimine immane che fu l’indifferenza totale, ma questo non è bastato.

Quei demoni umani, dalle fattezze di uomini comuni, mediamente intelligenti ed estremamente stupidi, rimasero dormienti, nell’ombra, approfittando della più grande fallacia della democrazia, la sua natura democratica ed inclusiva. E fu così, che uomini intolleranti pretesero di essere accolti in un mondo che puntava a diventare civile, ad emanciparsi, e in quel mondo, iniziarono, di nuovo, a sfasciare ogni cosa, a reprimere nel sangue qualunque visione del mondo diversa dalla propria, e si sa, la stupidità è più contagiosa di un raffreddore.

La guerra ha costretto l’europa ad abbracciare la pace, o almeno a provarci, ma la pace forse non appartiene all’uomo, e come sosteneva Hobbes, è solo un momento di transizione, di recupero delle energie e di riorganizzazione prima di una nuova guerra. L’umanità sembra ancora incastrata in quel sistema di guerra permanente dalla quale Hobbes non vedeva scampo, e forse aveva ragione, perché in fondo, all’umanità la pace piace, ma piace di più la guerra, e la guerra appare come necessaria per il conseguimento di brevi momenti di riposo e di pace.

C’è quasi la necessità, per gli uomini, di sacrificare periodicamente qualche generazione affinché i posteri possano vivere in un apparente armonia. Sembra quasi, che l’unico modo reale per conseguire la pace, sia attraverso la guerra, attraverso la paura, attraverso la repressione del diverso.

E allora, solo in un mondo dove non c’è più libertà di espressione ne di pensiero, dove l’opposizione politica è repressa nel sangue, solo lì, può prospera la pace. Certo, è una pace armata, fittizia, una pace apparente in cui non vi è serneità e la paura regola i più elementari rapporti umani, ma in fondo è pur sempre pace no?

Nel secolo scorso persino Hitler e Mussolini, a modo loro, sono stati portatori di pace… non arrabiatevi, è una provocazione… dopo aver eliminato e fatto assassinare i propri oppositori politici, dopo aver chiuso in cella, messo a tacere o fatto sparire chiunque la pensasse diversamente da loro, e dopo aver provato a sterminare un intera etnia (forse più di una), avrebbero sicuramente condotto ciò che restava dell’umanità, il popolo eletto, eletto da chi poi boh, verso una società più salda e sicura (applausi e ovazioni dal senato intergalattico della repubblica appena trasformata in Impero).

E del resto cosa vuoi che sia qualche milione di esseri umani ridotti in schiavitù e assassinati nei campi, cosa vuoi che sia qualche migliaio di morti in mare, in fondo, se sono nati nella parte “sbagliata” del pianeta la colpa non è mica di noi altri più fortunati che siamo nati con le chiappe al caldo. E se sono morti, in fondo se la sono cercata, potevano stare più attenti al momento della nascita e da adulti potevano adeguarsi alla visione unica di chi deteenva il potere… se hanno scelto di opporsi e cercato di cambiare il proprio status, che se ne assumano la responsabilità.

E allora, W il pensiero unico, poiché solo in un mondo totalmente privo di ogni diversità, dove l’umanità è ridotta ad un insieme di automi accondiscendenti e privi della propria volontà, privi della propria individualità, solo lì, quel mondo distopico che neanche Orwell avrebbe mai osato immaginare, può prosperare la pace reale… tutti gli altri possono anche morire.

Sotto l’occhio vigile del signore oscuro di mordor, dove il potere oscuro dei Sith si estende ben oltre l’orizzonte, in un mondo oscuro e selvaggio, dove vige la legge della paura, dove vige la legge del più forte, solo lì può esistere la pace, certo, una pace fittizia, illusiria, silenziosa, ma pur sempre pace… poiché è solo nell’ombra che gli uomini sono davvero tutti uguali, lì, nel buio più totale, dove l’oscurità è così fitta da impedire alla luce di passare, dove gli occhi sono chiusi e non vedono, dove le orecchie non sentono e le bocche non parlano, lì, dove non è possibile percepire alcun che, non esistono differenze, del resto, come scriveva anche Totò “A morte ‘o ssaje ched”e?…è una livella”.

Sono tentato di chiedere asilo politico alla Cina, che di questi tempi sembra essere forse il paese più progressista del globo.

A.De Curtis, A livella
H.Aarendt, Le origini del totalitarismo
H.Arendt, La banalità del male
I.Kant, Per la pace perpetua
J.R.R.Tolkien, Il signore degli Anelli
Star Wars
T.Hobbes, Leviatano

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