I Medici di Claudia Tripodi, Guida alla lettura

Dopo tanto tempo, finalmente, ritorno a pubblicare, e lo faccio con una guida alla lettura, in particolare la guida alla lettura del saggio I Medici di Claudia tripodi.

Questa guida sarebbe dovuta uscire ad ottobre, ma, una serie di sfortunati eventi, mi hanno impedito di lavorarci per molto tempo, ho quindi rimandato la scrittura e pubblicazione a dopo le feste, forte di una seconda rilettura del saggio di Claudia Tripodi.

Prima di cominciare con la guida, voglio ringraziare l’editore Diarkos per avermi fornito una copia del libro finalizzata alla produzione di questa guida.

I medici, ascesa e potere di una grande dinastia

Il saggio I medici, ascesa e potere di una grande dinastia, di Claudia Tripodi si presenta come una raccolta di saggi di carattere biografico, riguardanti le principali personalità che hanno fatto la storia della famiglia de Medici, partendo dal capostipite Giovanni di Bicci de Medici, vissuto tra XIV e XV secolo, fino ad arrivare alla principessa palatina Anna Maria Luisa de Medici, vissuta tra XVII e XVIII secolo.

L’arco temporale coperto dal saggio è dunque molto ampio, e coincide con l’ultimo medioevo e gran parte dell’età moderna, epoche di cui è consigliato avere un infarinatura generale al fine di affrontare la lettura del saggio in modo armonioso. Il saggio è comunque di carattere divulgativo, e fornisce, tra le proprie pagine, tutti gli strumenti necessari per poter ricostruire e comprendere a pieno, la dimensione politica e sociale in cui si collocano le vite presentate nell’opera.

In poco più di 300 pagine, il saggio condensa una narrazione enciclopedica delle vite e delle vicende che hanno reso grande la dinastia de Medici, protagonista, non di secondo piano, di gran parte della storia italica ed europea.

La raccolta di saggi può essere letta sia come una “storia familiare” che come una storia europea che parte dalla toscana, giunge Roma, presso la corte papale di Leone X, al secolo Giovanni Lorenzo de Medici, si trasferisce poi a Parigi, presso la corte del re di Francia Enrico II, di cui Caterina de Medici era consorte, per poi tornare in Italia, presso la corte medicea del Granducato di Toscana.

I Medici

La storia della famiglia de Medici è una storia immensa ed estremamente complicata, e non basterebbe una vita intera per studiarla completamente, poiché tante, forse troppe, sono le personalità di alto rilievo appartenute a quella che è stata una delle più importanti dinastia dell’intera storia d’Italia.

Nonostante il saggio si muova in un campo a dir poco sterminato, l’autrice riesce a mantenere ben saldo il timone ed impostare una rotta precisa e puntuale, organizzata in modo schematico attraverso la ricostruzione dei momenti più importanti delle vite degli uomini e delle donne della famiglia de Medici.

Uno degli aspetti che ho apprezzato particolarmente di questo libro è la sua struttura verticale, ogni saggio biografico infatti, può essere letto indipendentemente dagli altri, e può essere visto come punto di partenza per uno studio più approfondito, sulla vita dei singoli protagonisti dell’opera. Fermo restando che, per alcuni membri della famiglia de Medici è più facile reperire informazioni rispetto ad altri.

Uomini e donne come Cosimo il Vecchio, Lorenzo il Magnifico e Caterina de Medici, hanno nomi estremamente celebri e la letteratura storiografica attorno a queste personalità, è a dir poco infinita, altri membri della famiglia invece, come ad esempio Giovanni di Bicci, Cosimo III e Anna Maria Luisa, sono decisamente meno noti, e la letteratura che li riguarda è circoscritta ad un numero estremamente esiguo di opere molto puntuali e, sotto un certo punto di vista, complicate da leggere.

Il saggio I Medici, di Claudia Tripodi, permette, in modo semplice e immediato, di accedere ad informazioni significative, sulla vita di queste personalità, e se per personaggi più noti, può sembrare un qualcosa di non particolarmente significativo, se si sposta la lente sui personaggi minori della dinastia, il saggio diventa estremamente interessante ed utile.

I saggi verticali sui medici

Nell’immaginario collettivo, la dinastia de Medici inizia la propria ascesa al potere, tra Arezzo e Firenze, grazie al genio e l’acume politico di Cosimo de Medici, noto alla storia come Cosimo il Vecchio, tuttavia, Cosimo non è un uomo comune che costruisce un impero dal nulla, Cosimo è in vero figlio di Giovanni di Bicci de Medici, piccolo e ambizioso banchiere fiorentino, la cui eredità avrebbe permesso a Cosimo di gettare le basi dell’Impero della famiglia medicea.

La storia di Giovanni di Bicci è una storia molto sottotono rispetto a quella dell’erede Cosimo, ma non meno significativa o importante, e, nell’ottica di un lavoro ampio e completo sulla famiglia de Medici, è necessario partire da Giovanni per poter comprendere meglio la figura di Cosimo.

Come anticipato nel paragrafo precedente, ho trovato particolarmente utili i saggi sui “medici minori”, di cui, il più delle volte, al di fuori di campi di studio estremamente specifici sulla toscana in età moderna, si conosce forse il nome ed il titolo, ma nulla di più. Questo saggio, grazie allo spazio dedicato a queste personalità, mi ha permesso di conoscere meglio un mondo che mi era lontano, donandomi la chiave di accesso a storie e vite, fino a quel momento collocate in strade quasi completamente sconoscute.

Uno dei miei saggi preferiti del libro è il sesto, intitolato I medici fuori da Firenze, saggio in cui, in modo molto rapido, si raccontano le storie dei pontefici Leone X e Clemente VII oltre che del duca d’Urbino, Lorenzo de Medici, da non confondere con Lorenzo il Magnifico.

Altro saggio che ho apprezzato in modo particolare è il nono, intitolato Caterina dei Medici, la regina Nera, saggio in cui, senza troppi giri di parole, si parla della regina di Francia Caterina de Medici, consorte del re di Francia Enrico II di Valois.

Questi due saggi sono quelli che meglio racchiudono e definiscono il potere temporale della famiglia de Medici, una famiglia così potente da riuscire a partecipare al gioco del trono papale, insediando per ben due volte un membro della propria famiglia al soglio pontificio, e ancora, una famiglia così ricca e potente, da riuscire ad insediarsi, al fianco, e secondo alcuni, riuscendo a controllare, il re di Francia. Caterina non è però stata solo la regina di Francia, ma anche la regina reggente di Francia, per ben due volte, la prima, alla morte di Enrico II, tra il 1560 ed il 1563, per conto del figlio primogenito Carlo IX di Francia e la seconda, nel 1574, alla morte del figlio Carlo, per conto del secondogenito Francesco II di Francia.

Durante la propria presenza alla corte di Francia, Caterina de Medici, fu una donna estremamente presente nella vita politica, sia in veste di regina, che di regina madre, oltre che ovviamente di regina reggente. Ben note sono infatti le rivalità tra Caterina de Medici e Maria Stuart, regina di Scozia e regina consorte di Francia in quanto moglie di Francesco II di Francia.

Il saggio su Caterina de Medici, ci mostra quel mondo controverso e complicato delle relazioni politiche e internazionali del XVI secolo, attraverso la vita di una donna decisamente fuori dal comune che, per un lungo periodo della propria vita, si ritrovo al centro dell’universo politico europeo.

Il saggio sui Medici

Il saggio I medici, di Claudia Tripodi, è nell’insieme, un libro di ampio respiro, in grado di fornire al lettore un infarinatura generale sulla storia politica ed economica dell’Europa moderna, attraverso il racconto delle vite di uomini e donne che, chi più, chi meno, sono stati determinanti nella costruzione di un concetto europeo.

Come già detto altre volte, il saggio ha una struttura verticale, che lo rende particolarmente adatto ad una lettura occasionale o non necessariamente consequenziale. I saggi che compongono l’opera possono essere letti in modo isolato o in ordine sparso, ed è proprio in quest’ultimo medo che ho affrontato la seconda lettura del testo, preferendo soffermarmi su quei saggi che reputavo più interessanti, per quello che era il mio gusto personale e i miei interessi. In soldoni, durante la seconda lettura, ho preferito dare maggiore spazio a saggi che mi incuriosivano e interessavano maggiormente, ovvero saggi su quei personaggi di cui avevo letto e sapevo poco o nulla, e sui quali avevo difficoltà a reperire informazioni.

I Medici, una lettura utile e consapevole

Sfogliando le pagine del libro si noterà immediatamente un enorme varietà di fonti consultate dall’autrice per la realizzazione di quest’opera, i cui contenuti sono tanti quanti i protagonisti della dinastia de medici, e per chi vuole addentrarsi nello studio della famiglia de Medici, o più semplicemente vuole conoscere meglio uno dei suoi protagonisti, questo libro si presenta come uno strumento estremamente utile per due motivi.

Il primo motivo è che questo libro fornisce una porta d’accesso a quelle biografie, attraverso dei saggi monografici, brevi, semplici e di ampio respiro, il saggio su Caterina de Medici, per citarne uno, è un ottimo strumento per acquisire informazioni di base sulla regina di Francia, da cui partire per un lavoro di analisi e ricerca, magari più ampio, inoltre, qualora si fosse intenzionati ad approfondire la figura di Caterina, il saggio, come ogni buon saggio, permette di accedere ad un ampia bibliografia, che, nel caso del saggio su Caterina, si configura come un indice di testi, articoli e documenti, riguardanti questa donna, letture che chiunque può prendere in mano al fine di conoscere meglio e più da vicino la figura di Caterina de Medici.

Qualche parola sull’autrice de I Medici, Claudia Tripodi

Archivista e storica di professione, Claudia Tripodi ha studiato presso l’accademia Paleografica e Università di Firenze, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia Medievale nel 2009, per poi spostare la propria attività di ricerca sulla storia delle famiglie e la mobilità sociale tra Medioevo e Rinascimento, ed è proprio in questo campo che si colloca, perfettamente, il saggio I Medici, un saggio che, come detto più volte in questa guida, è una storia di famiglia, la famiglia de Medici, ma anche una storia politica ed economica europea a cavallo tra medioevo ed età moderna.

Claudia tripodi è attualmente collaboratrice archivista presso l’Archivio di Stato di Firenze, per conto dell’Università Neubauer di Chicago, oltre che redattrice per la rivista “Archivio storico Italiano”.

La maggior parte delle pubblicazioni della dottoressa Tripodi sono di carattere tecnico, in particolare review realizzate per conto di alcune riviste di settore.

Nonostante ciò, è anche autrice di diversi saggi, ultimo dei quali, I Medici, ascesa e potere di una grande dinastia, un saggio che segue lo stile narrativo e strutturale dei precedenti saggi, su Vespucci, edito da Viella Editore e pubblicato nel 2018 con il titolo Prima di Amerigo. I Vespucci da Peretola a Firenze e, prima ancora, del saggio sulla famiglia Spini del 2013, intitolato Gli Spini tra XIV e XV secolo. Il declino di un antico casato fiorentino ed edito da Olschki nella collana Biblioteca storica toscana.

I saggi di Claudia Tripodi sono accomunati, oltre che da un forte carattere divulgativo, che vuole raccontare, in modo chiaro, semplice e diretto, un ampio e complesso percorso di ricerca molto puntuale e specifico. Il saggio sui Medici sintetizza, tra le proprie pagine, anni di studio e ricerca compiuti dall’autrice, sulla nobiltà fiorentina e la società europea tra medioevo e rinascimento.

Conclusioni

Il libro I Medici, ascesa e potere di una grande famiglia di Claudia Tripodi è una raccolta di brevi saggi biografici, realizzati dall’autrice ed aventi come protagonisti, la famiglia de Medici, di cui ci vengono raccontate storie, vite, intrighi, ma anche ambizioni, ostacoli, difficoltà e successi. Il tutto è scritto in modo semplice e chiaro, con uno stile molto lineare e conciso, senza troppi fronzoli e senza dare troppo spazio a concetti e informazioni irrilevanti.

questo libro di Claudia Tripodi si concentra su quelli che sono i momenti più importanti delle vite raccontate, e, se c’è un difetto che è possibile incontrare in questo saggio, forse è proprio la puntualità con cui sono narrate le vicende.

Il saggio ha un carattere divulgativo molto spinto ed acceso, tuttavia, senza una preliminare conoscenza (molto superficiale) delle dinamiche sociali degli ultimi anni del basso medioevo e del rinascimento, alcuni passaggi potrebbero risultare complicati da comprendere e potrebbero richiedere una seconda lettura. Nonostante ciò, il libro non presenta ostacoli insuperabili, le conoscenze e competenze preliminari richieste per poter leggere il libro in modo completo, sono davvero pochissime, e, chiunque sia interessato a leggere un saggio biografico sulla famiglia de Medici, quasi per definizione, dispone già delle conoscenze preliminari richieste.

La struttura verticale del libro, diviso in capitoli monografici riservati ai singoli protagonisti della dinastia medicea, rende il saggio estremamente dinamico, e può essere letto, in vari modi e dimensioni, io stesso, la prima volta che ho letto il libro l’ho letto in un modo “classico” ovvero seguendo l’ordine naturale dei capitoli, mentre, la seconda volta che l’ho letto, mi sono mosso tra i capitoli in ordine sparso, leggendo ad esempio il saggio su Caterina de Medici parallelamente al saggio su Cosimo il Vecchio, ho voluto leggere parallelamente quei due saggi perché da un certo punto di vista, parallele sono le figure di Caterina e Cosimo, entrambi infatti portano la famiglia de Medici su un più alto piano sociale, il primo, Cosimo, introducendo la famiglia all’aristocrazia Italica, la seconda, portando l’aristocratica famiglia italica sul piano delle teste coronate che in quel momento governavano l’Europa, insediandosi sul trono di Francia e dando i natali all’erede di casa Valois.

In definitiva, il libro I Medici di Claudia Tripodi un libro che consiglio a chiunque, sia a chi è incuriosito dalla storia della famiglia de Medici e vuole iniziare un percorso di studio e letture, sia a chi è già addentrato nel mondo della letteratura storiografica e vuole andare ad approfondire determinati aspetti della società europea, in particolare la mobilità sociale tra medioevo e rinascimento, che, in questo libro, la fa da padrona.

Altre guide alla Lettura

Se questa guida alla lettura ti è stata utile e vuoi leggerne altre, ti consiglio la lettura di:

I Lobgobardi, di Elena Percivaldi.
Il Formaggio e i Vermi, di Carlo Ginzburg.
La Fine della cultura di Erich Hobsbaem
Wonderland, di Alberto Mario Banti.

I Medici, il declino della serie TV

La terza stagione de I Medici snatura totalmente la serie, banalizzandola e livellandola verso il basso. La prima stagione de i Medici era a suo modo un capolavoro, la terza stagione, sembra la versione ad alto budget di Elisa di Rivombrosa

I Medici, nel nome della famiglia, questo è il titolo della terza stagione della fiction Rai sulla famiglia de Medici, ma forse un nome più adatto sarebbe I Medici di Rivombrosa, perché questa stagione, almeno dai primi episodi, mi ricorda più Elisa di Rivombrosa che la prima stagione de I Medici che personalmente ho apprezzato, nonostante i molti difetti e le forzature storiche finalizzate ad una narrazione avvincente.

Purtroppo in questa stagione il livello qualitativo, generale, della serie si abbassa, si abbassa tanto, livellandosi verso il basso, in un modo tale che, le scelte stilistiche e le esigenze narrative, non possono e non riescono a spiegare.

La prima stagione rappresentava, a mio avviso, un giusto compromesso tra accuratezza storica e intrattenimento, mentre nella terza, l’equilibrio, già alterato nella seconda stagione, è totalmente saltato, restituendo al pubblico una serie che va avanti per inerzia e grazie al titolo importante che porta, ma la cui qualità generale è solo un lontano ricordo e in questo post, vi spiegherò perché non ho apprezzato i primi episodi di questa stagione.

La prima stagione de I Medici, che raccontava parte della vita del capostipite della signorile famiglia fiorentina, Cosimo de Medici, è stata un successo non troppo inaspettato, la serie era caratterizzata da una storia avvincente, personaggi carismatici come Contessina De Bardi, che ha conquistato i cuori di gran parte degli spettatori, con un cast internazionale e attori diretti in modo sapiente.

Questi elementi, che hanno fatto la fortuna della serie, anche di fronte a qualche buco di trama e forzatura storica di troppo, che nel contesto risultava gradevole, una serie di grande intrattenimento, dal respiro internazionale, che dava allo spettatore ciò che voleva … un Richard Madden in costume medievale, interpretare un Cosimo de Medici in un arco temporale di oltre 30 anni, al centro di intrighi, tradimenti, scontri e colpi di scena, per quanto possano esserci colpi di scena in una serie che si ispira al mondo reale e alla storia reale.

Tutti questo, nella seconda stagione, ispirata alla figura di Lorenzo de Medici, il più celebre esponente della famiglia fiorentina, è venuto a mancare, la narrazione ha perso di spessore, il carisma dei personaggi è andato scemando, i colpi di scena sono stati ridicoli, e, il cambio di regia che ha visto passare le redini della serie dalle mani del regista italo americano Sergio Mimica-Gezzan alle mani degli sconosciuti Jon Cassar e Jan Maria Michelini è stato percepito è stato percepito e decisamente poco apprezzato dal pubblico che, si è detto abbastanza contrario ad alcune scelte stilistiche e narrative… come quella volta che un uomo, senza scudo è stato colpito al petto da una lancia durante una giostra e ne è uscito totalmente illeso… qui andiamo ben oltre la sospensione dell’incredulità.

Nella seconda stagione, ne hera l’antagonista principale della narrazione, Iacopo Pazzi, e di lui ricordo solo che era interpretato da Sean Bean, vi giuro, ho dovuto cercare su google che personaggio interpretasse, perché non lo ricordavo, per non parlare di papa Sisto IV interpretato da Raul Bova che viene presentato come un ridicolo personaggio minore, facilmente manipolabile e senza personalità … Sisto IV, uno dei pontefici più controversi della storia, considerato un “machiavellico” genio della politica, capace di tessere trame fitte e talmente intricate da confondere qualsiasi rivale, un uomo che la storia ha raccontato come due uomini distinti, tanto era grande e inesplorabile la sua intelligenza, e tanto era incomprensibile la sua mente, che viene ridotto ad un inetto.

Va però spesa una nota in favore di questo personaggio nella terza stagione, poiché il ruolo di papa Sisto passa nella terza stagione da Raul Bova a John Lynch, e questo potrebbe riflettere un cambio significativo nella sua personalità… vedremo.

Nessuno dei personaggi della seconda stagione de I Medici, ha lasciato qualcosa di se al pubblico, e mentre ricordo ancora con entusiasmo la scena di Contessina che irrompe a cavallo in palazzo vecchio durante un consiglio, non ricordo assolutamente nulla, nessuna scena, della seconda stagione, se non forse l’ultima sequenza, in cui i pazzi vengono gettati dalle finestre del palazzo della signoria.

E arriviamo quindi alla terza stagione, sono andate in onda solo due episodi, e tanto mi basta per trarre le conclusioni su questa serie, che a questo punto possiamo certificare essere stata prolungata in modo innaturale, ben oltre la propria prefissata conclusione.

Se i Medici fosse rimasto alla prima stagione, l’avrei amata, se avesse mantenuto lo stile della prima stagione, l’avrei amata comunque, nonostante le distorsioni storiche, perché ne avrei riconosciuto il valore di serie tv di alto profilo e che ha come obbiettivo finale l’intrattenimento e non l’istruzione del pubblico. Purtroppo però, così non è stato e alla seconda, discutibile, ma comunque tollerabile stagione, se n’è aggiunta una terza che, nei primi episodi, appare non all’altezza della prima stagione.

Questa stagione, dalle promesse, sembra potenzialmente avvincente, è ambientata in un momento di grande fermento nella storia fiorentina e italica, e ruota attorno ad una delle più grandi crisi che la famiglia medicea, nella figura di Lorenzo de Medici, abbia mai affrontato, una vicenda dalla quale, non vi anticipo nulla sulla serie, e anzi, vano di 10 anni più avanti rispetto a quella che ipotizzo sarà la fine di questa stagione, in termini storici la famiglia de Medici ne sarebbe alla fine uscita vittoriosa e trionfale, accrescendo enormemente il proprio potere e la propria influenza internazionale. Questo posso dirlo, pur non avendo ancora visto gli ultimi 6 episodi della stagione, perché è comunque una serie che si ispira ad una narrazione storica e non serve che veda la serie per sapere che alla fine, nel 1498, Savonarola verrà ucciso in malo modo dal popolo fiorentino, e che nel 1513 Giovanni de Medici, il figlio quartogenito di Lorenzo de Medici e Clarice Orsini, sarebbe asceso al soglio pontificio, assumendo il nome di papa Leone X.

Che quindi la terza stagione de I Medici, terminerà con una nuova primavera della famiglia, posso dirlo senza timore di spoilerare nulla, e posso anche dire che, almeno che nella produzione non siano completamente impazziti, questa stagione non giungerà ai momenti da me citati, ma rimarrà ancorata al periodo 1482-1487, quando Savonarola giunge per la prima volta a Firenze. Sarebbe stupido, per non dire ridicolo, accorpare insieme questa fase della storia medicea, estremamente intensa e vivace, alle successive.

Per quanto riguarda la stagione in se, mi riservo di vedere tutta la stagione per un giudizio definitivo, basandomi sui primi due episodi, posso dire di non apprezzarla. Non l’apprezzo perché non è all’altezza della stagione precedente, che a sua volta non era all’altezza della prima stagione.

Quando l’avventura de i Medici è iniziata, quando ho visto la prima stagione, ne ero entusiasta, questa serie è stata presentata al mondo come una grande fiction storica, che narrava le vicende di una delle più importanti famiglie italiche del XV secolo, in modo abbastanza accurato, e la serie faceva esattamente questo e il fatto che vi fossero delle incongruenze e forzature storiche dettate da esigenze narrative, era più che tollerabile. L’ho detto in video, l’ho detto in live, l’ho detto in decine di post, l’accuratezza storica, se danneggia l’intrattenimento, per me è più che sacrificabile. Nella seconda stagione, l’accuratezza è passata diminuita, e, cosa più grave, il livello qualitativo generale della stagione è sceso, e a quel punto, il valore “storico” di una serie che viene presentata come una docu-fiction inizia a diventare incisivo.

Se la serie è bella, se la storia è avvincente e i personaggi sono carismatici, profondi e riesco ad entrare in empatia con loro, non mi importa troppo se Papa Sisto IV è presentato come un inetto, ma se la storia è noiosa e ripetitiva, se i personaggi non sono carismatici e risultano piatti, allora il fatto che papa Sisto IV venga presentato come un inetto, mi da oltremodo fastidio e da quel che si può percepire dai primi episodi della terza stagione, ci troviamo proprio in quest’ultimo caso.

Come anticipavo però, il papa Sisto della terza stagione è un uomo diverso dal Sisto della seconda, è un uomo più maturo, con una maggiore esperienza politica, ma soprattutto, interpretato da un attore diverso che, voglio sperare, essere una manifestazione visiva del cambio della personalità dell’uomo. Voglio sperare che ci sia una motivazione più profonda nella sostituzione di Bova con John Lynch rispetto alla differenza d’età. Ricordiamo che Richard Madden ha interpretato Cosimo de Medici a 16 e 40 anni, non credo che invecchiare un attore con del trucco sia un operazione così complicata da giustificare il cambio di un attore.

Il ruolo di Papa Sisto è uno di quelli che guardo con maggiore attenzione e spero possa essere una discriminante che mi porterà a rivalutare questa stagione che, per il momento, da quanto emerso dalla visione dei primi due episodi, non mi sta entusiasmando, nonostante lo sfondo storico sia uno dei più ricchi e vitali che la fiction abbia mai conosciuto, e ci siano in scena personaggi come Lorenzo il Magnifico, Gian Galeazzo Sforza, Papa Sisto IV, Innocenzio VIII e Savonarola.

Mi sorprende e un po’ ma non troppo, scoprire che in scena, almeno per il momento, non figura il ruolo do Ferdinando I di Aragona, nonostante abbia legami di amicizia con la famiglia Orsini, con la famiglia Sforza e con i pontefici Sisto IV e successivamente Innocenzio VIII.
Credo però che il motivo principale dell’assenza di Ferdinando sia il suo peso, Ferdinando I di Aragona sarebbe in questa narrazione un personaggio molto ingombrante, e credo che sia stato escluso dalla narrazione, dando spazio ai suoi emissari e feudatari, che invece compaiono in gran numero, e in ruoli minori.

Ad ogni modo, il mio giudizio finale sulla terza stagione de I Medici, resta in sospeso della conclusione, per il momento mi sta deludendo, ma potrebbe rifarsi. Aspetto di vedere come evolverà il ruolo di Papa Sisto e di Savonarola.

Se dovessi esprimere un voto, credo che non assegnerei oltre la sufficienza, forse un 6 di incoraggiamento, che però può facilmente diventare un insufficienza, un 4 o anche meno, se non dovesse esserci un evoluzione reale dei personaggi, da Bruno Bernardi a Papa Sisto, passando per Lorenzo e Savonarola.

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