Prada compra Versace: Nuovo capitolo nella storia della moda made in Italy

Prada ha acquistato Versace, dando vita ad un polo italiano del lusso.

Prada è uno degli storici marchi italiani del settore del lusso e insieme a Gucci, Versace, Armani, Dolce & Gabbana e Fendi ha contribuito a scrivere pagine su pagine della storia del costume e della moda, ma non solo. Prada infatti non è più solo un brand di moda e di lusso, ma è anche un importante holding finanziaria, che rivaleggia nel settore con giganti come Louis Vuitton che su carta è la società di moda e di lusso più grande al mondo.

In questo articolo scaveremo nella storia di Prada.

La nascita di Prada

Il marchio Prada ha una storia lunga e complessa che parte dalla Milano del 1913 e arriva fino ai giorni nostri. Nasce a Milano da Mario e Martino Prada, due fratelli la cui azienda inizialmente si chiamava Fratelli Prada.

I Fratelli Prada gestivano una piccola boutique situata nella Galleria Vittorio Emanuele II, posizione che permise loro di specializzarsi in articoli di pelletteria di alta qualità, come borse, bauli da viaggio e accessori di lusso, che in quegli anni iniziavano ad essere sempre più richiesti, grazie alla spinta propulsiva data al settore dai grandi magazzini e da grandi marchi.

Come abbiamo visto, nel 1913 i fratelli Prada aprono la propria boutique e si specializzano in prodotti artigianali realizzati con materiali pregiati, destinati principalmente all’aristocrazia e l’alta borghesia milanese.

Il 1913 è un anno particolare, c’è forte tensione in Europa e meno di un anno dopo l’avvio della boutique, nel 1914 inizia la prima guerra mondiale che causerà una forte contrazione del mercato in diversi settori, e anche l’artigianato di lusso ne risentirà, e ad essere più colpiti saranno soprattutto i grandi marchi del lusso come Louis Vuitton, per i fratelli Prada invece, non cambia quasi nulla.

Finita la guerra, il mondo ricomincia a muoversi, aristocrazia e alta borghesia europea ricominciano a viaggiare e soprattutto e nel 1919, Prada riesce a diventare uno dei fornitori ufficiali della Real Casa Italiana, guadagnandosi il diritto di utilizzare lo stemma della Casa Savoia nel proprio logo.

Da questo momento quella dei fratelli Prada non è più solo una piccola boutique milanese e il nome Prada inizia a diffondersi anche fuori dall’italia.

Evoluzione e gestione familiare

Durante il ventennio Prada subisce una sorta di battuta d’arresto nella propria crescita, soprattutto all’estero. Prada continua a fornire la casa reale, che per tutto il ventennio sarà il suo cliente principale.

Le cose però cambiano nel secondo dopoguerra. Più precisamente nel 1958, con il boom economico.

Come abbiamo visto, la bottega dei Fratelli Prada è inizialmente gestita da Mario e Martino Prada. Da quel che sappiamo Martino Prada non ebbe figli, mentre suo fratello Mario ebbe un unica figlia, Luisa che, per molto tempo, è stata tenuta fuori dagli affari della bottega. Mario inizialmente era restio all’idea che le donne potessero avere un ruolo negli affari, e non voleva che sua figlia si occupasse della bottega, tuttavia Luisa Prada era l’unica erede dei due fratelli e alla fine, ereditò l’intera bottega.

Arriviamo così al 1958, anno in cui figlia Luisa prende le redini dell’azienda, gestendola per circa 20 anni insieme al marito e alla figlia. Tra 1958 e 1978 Prada continua a lavorare come ha sempre fatto, senza brillare particolarmente, ma nel 1978, con il passaggio di consegne tra Luisa e Miuccia Bianchi, figlia di Luisa Prada e Gino Bianchi, l’azienda verrà trasformata radicalmente.

Sotto la guida di Miuccia, Prada inizia a sperimentare nuove tecniche e materiali di produzione, e soprattutto, dopo quasi 50 anni di attività ella bottega, deciderà di inserire l’abbigliamento tra i prodotti dell’azienda di famiglia.

Miuccia non è sola in questa impresa rivoluzionaria che trasformerà non solo l’azienda di famiglia, ma l’intero concetto globale di lusso. Supportata da suo marito, Patrizio Bertelli, Miuccia porterà in Prada una nuova visione minimalista che rinnoverà il concetto stesso di lusso.

Crescita globale e innovazione

Gli anni 80 e 90 sono per Prada un periodo d’oro. L’azienda si afferma in questo periodo come uno dei marchi di moda più influenti al mondo, sia per la sua visione in termini di moda, che per la sua visione in termini di impresa. Prada in questi anni cresce tanto e inizia ad inglobare altre aziende di lusso, come Church’s e Car Shoe, che le permetteranno di diversifica la propria offerta, ma non solo.

Prada è infatti una delle prime aziende di moda ad investire in ricerca di nuovi materiali e tecniche di produzione, e fin dagli anni 90 Prada adotta un approccio sostenibile, investendo sempre di più per ridurre il proprio impatto ambientale. In altri termini Prada è una delle prime aziende di moda al mondo ad adottare, su larga scala, materiali riciclati e pratiche eco-sostenibili.

L’acquisizione di Versace

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Prada, agli inizi del secolo scorso, era solo una piccola boutique di lusso nel centro di Milano, e oggi l’azienda è uno dei giganti mondiali della moda, 17,51 miliardi di dollari è la settima società di moda ala mondo per capitalizzazione.

Il settore è dominato da colossi come LVMH, con un un capitale di mercato di 261,97 miliardi, seguito da Hermès con 239,94 miliardi di capitalizzazione, Dior con 118 miliardi di capitalizzazione, Luxottica, con 106 miliardi di capitalizzazione, Richemont con 87 miliardi di capitalizzazione e Chanel con 60 miliardi di capitalizzazione.

Tuttavia, un dato interessante è che negli anni post Pandemia, Prada è stato uno dei pochi brand del lusso in crescita, con un aumento delle vendite medio del 18% e un incremento del fatturato del 105% nel terzo trimestre del 2023.

Nel 2025 Prada continua a crescere, di più e più velocemente dei competitor, nonostante la crisi del settore, e questa crescita ha permesso a Prada di acquisire Versace da Capri Holdings per 1,3 miliardi di. Un prezzo al ribasso rispetto ai 2,1 miliardi di dollari pagati da Capri Holdings nel 2018 per l’acquisizione di Versace.

Fonti e approfondimenti

Prada. La storia della celebre casa di moda
History of Prada: Celebrating 140 Years of Prada | The Handbag Clinic
The History Of Prada | myGemma | IT
The History of Prada – GLAM OBSERVER
La storia di Prada è la storia della moda italiana
Azionariato Prada

Cosa succede ai Treasury USA? Investitori in fuga, volano i rendimenti.

I titoli di stato statunitensi (Treasury), come ci si aspettava, stanno attraversando un periodo di forte instabilità per effetto della crisi dei mercati innescata dai nuovi dazi USA e i contro dazi che il resto del mondo ha e potrebbe applicare nel breve periodo.

L’effetto più diretto, in questi primi giorni, è un impennata dei rendimenti dei Treasuay conseguente al crollo dei prezzi e per la prima volta dalla crisi del 2008 i Treasury sono percepiti dagli investitori non più come un “porto sicuro”. De facto in questo momento (9 aprile 2025) sono considerati come strumenti che, pur presentando maggiori rischi, offrono potenziali rendimenti più elevati.

Come funzionano i titoli di stato

I titoli di stato sono sostanzialmente dei titoli di debito, quando uno stato li emette, ciò che succede è che chi li “acquista” presta dei soldi all’emittente e alla scadenza, l’emittente rimborserà il titolo, in base alla quotazione che il titolo ha in quel momento. Su questo titolo è applicato un tasso d’interesse che l’emissione è tenuto a pagare, con rate intermedie o al saldo.

Facendo un esempio pratico e banale, “io stato” emetto un titolo a 1000$ con scadenza a 10 anni, con un tasso d’interessi minimo del 2% annuo. “Tu investitore” mi presti 1000$ e tra 10 anni, io ti restituirò 1000$ , più 20$ all’anno, pagato per ognuno dei 10 anni, quindi un totale di 1200$.

Di base il funzionamento è questo, tuttavia, la quotazione il tasso d’interesse, possono variare nel tempo, a seconda della “credibilità” di chi emette il titolo.

Sostanzialmente, ciò che succede è che, se l’emittente gode di buona reputazione, allora il valore dei suoi titoli aumenta, perché sono emessi in maniera controllata e limitata e la domanda eccede l’offerta, quindi, se 10 persone vogliono i titoli di stato di un paese ma questi ne ha emesso solo 1, quel titolo varrà tanto e se tutti lo vogliono il tasso d’interesse rimane al minimo stabilito al momento dell’emissione. Se però quel titolo non lo vuole nessuno, allora l’emittente ne aumenta il tasso d’interesse, al fine di convincere gli investitori a comprarlo.

Rimanendo sull’esempio di poco fa, questo significa che se la quotazione scende, il tasso d’interesse sale dal minimo del 2% fino ad un massimo non definito.

L’aumento del tasso d’interessi rappresenta una buona opportunità per gli investitori, ma non per l’emittente e il paese, perché sostanzialmente significa più debito e debito più costoso da dover pagare agli investitori.

Il crollo del valore dei Treasury USA

Nelle ultime settimane il mercato dei titoli di stato americani ha registrato numerose e significative variazioni, che hanno fatto crollare il valore dei Treasury USA al ridosso dell’annuncio di nuovi Dazi da parte di Trump. Il crollo è causato da un incremento delle vendite dei titoli da parte degli investitori, e come abbiamo visto questo ha spinto l’aumento dei tassi d’interesse e di conseguenza dei rendimenti de Treasury USA, un evento più unico che raro poiché sono generalmente considerati dagli investitori tra i titoli più sicuri al mondo.

I titoli più colpiti sembrano essere i rendimenti dei Treasury a lungo termine, ad esempio i rendimenti dei Treasury trentennali sono passati dal 4,7 della scorsa settimana ad oltre l 5%mentre il decennale ha raggiunto il 4,35%. 

Un andamento di questo tipo non lo si vedeva dalla primavera 2020, con l’inizio della pandemia e il congelamento degli scambi internazionali. Con una significativa differenza rispetto a quella crisi. Diversamente dal 2020, la crisi è innescata da una scelta politica che ha causato una forte perdita di fiducia è degli investitori nell’economia statunitense.

La perdita di fiducia è legata in larga parte al timore che i dazi voluti da Trump possano spingere gli Stati Uniti verso una recessione e, contemporaneamente, alimentare l’inflazione che negli USA è ancora molto alta per gli strascichi post pandemia.

Treasury a breve termine con rendimenti elevati

Volendo cercare un lato positivo in uno scenario di questo tipo, l’elevata volatilità dei Treasury rappresenta una buona opportunità di investimento, soprattutto per quanto riguarda Treasury a breve termine o con scadenza a breve termine.

Ipotizziamo di acquistare un Treasury dal valore di 1000$ da un investitore che lo sta liquidando, e pagarlo 900$ o anche meno, ipotizziamo anche che questo titolo scadrà tra un anno e in quest’anno il titolo pagherà a noi i tassi d’interesse, per assurdo ipotizziamo al 3%.
Tra un anno gli USA, in teoria, dovranno liquidarci 1000$ più il 3% annuo, per un totale di 1130€, che significa un rendimento del 13%.

Sembra tantissimo e in effetti è tantissimo, ma come è possibile? Perché non c’è una corsa a questi titoli? E la risposta sta nel fatto che non sappiamo e non possiamo sapere domani quanto varrà questo titolo, quale sarà il suo rendimento al momento del pagamento e soprattutto, la sfiducia nei confronti dell’emittente fa sì che non abbiamo la certezza che il titolo verrà rimborsato al 100% del proprio valore di emissione. Ed è proprio questo elevato margine di rischio, che rende i rendimenti così alti.

In definitiva quindi, l’attuale contesto di mercato presenta sia rischi che opportunità per gli investitori interessati ai Treasury USA. La volatilità e l’aumento dei rendimenti offrono potenziali guadagni più elevati rispetto al passato, ma con un incremento proporzionale del rischio.

Rischi e opportunità legate ai Treasury USA

L’instabilità del mercato dei Treasury USA come abbiamo più volte ripetuto, è strettamente collegata alle tensioni commerciali e alle potenziali ripercussioni economiche dei dazi voluti da Trump.

In questo contesto i principali rischi per l’economia USA, ovvero la maggiore volatilità dei prezzi dei Treasury, possibile recessione economica negli Stati Uniti, pressioni inflazionistiche che potrebbero erodere i rendimenti reali e limitata capacità della Federal Reserve di intervenire efficacemente, rendono gli eventuali investimenti in Treasury USA non particolarmente sicuri.

Questi rischi però portano con se anche delle opportunità di Investimento, a patto che si accettino i rischi.

La prima e più visibile opportunità sono i rendimenti superiori al 4% per i Treasury a breve e medio termine, rendimenti assimilabili a quelli di alcuni ETF ETF come l’iShares e iBonds Dec 2025.

Inoltre un mercato volatile rappresenta un opportunità per gli operatori di trading, soprattutto per le transazioni e scambi di breve durata.

Conclusione

I Dazi di Trump hanno causato un vero e proprio terremoto finanziario e il mercato dei Treasury USA ne sta risentendo in modo particolare e sta vivendo una significativa trasformazione. Il tradizionale ruolo di “investimento sicuro” è messo in discussione dalle tensioni commerciali e le incertezze economiche.

Allo stesso tempo però, l’aumento dei rendimenti che hanno superato il 5% offre nuove opportunità per gli investitori disposti ad accettare maggiori rischi.