Perché l’Iran non fa parte della lega araba?

Di recente ho pubblicato un post in cui parlavo della storia della Lega Araba e mi soffermavo, nella seconda parte, sul perché l’Iran non fa parte della lega. Precisando, che la mancata adesione iraniana all’organizzazione è dovuta ad una scelta politica dell’Iran e non all’assenza di particolari caratteristiche o requisiti, ma la brevità del post ha creato un po’ di confusione, quindi ho deciso di ritornare su questo punto con un post dedicato.

Alcuni lettori hanno osservato e ipotizzato che il motivo della non adesione iraniana alla lega araba sia dovuto al fatto che l’Iran non è un paese Arabo, cosa che è sì vera, l’Iran non è propriamente un paese arabo, così come non lo sono la maggior parte dei paesi che compongono la lega.

La maggior parte della popolazione iraniana, ha origini vaghe e non ben delineabili, chi osserva che le origini del popolo iraniano siano prettamente “persiane” e affondino le proprie radici nell’antica Persia, probabilmente ha dimenticato che la popolazione persiana era una popolazione di guerrieri e mercanti che viaggiavano tra Asia e mediterraneo, e che, analogamente all’Italia, tra le sue città sono passate e si sono insediate genti provenienti da tutto il mondo conosciuto, cosa che rende estremamente difficile, per non dire impossibile, tracciare una linea di discendenza precisa e lineare. Questa immensa complessità accomuna sia l’odierno Iran che l’odierno Iraq, un tempo parti diverse di una stessa realtà, poi separati con la conquista ottomana che ha reso la regione irachena l’ultimo possedimento ad est dell’impero ottomano e la regione iraniana, geograficamente protetta da monti e deserti, l’unica realtà storica e politica ad essere sopravvissuta all’avanzata ottomana.

Questa distinzione storica, e non culturale o linguistica, è un elemento importante da citare, e che, nel mio precedente post, è emerso solo in maniera superficiale. 

Quando è stata creata la Lega Araba, che tra le altre cose, univa in un organizzazione sovranazionale quasi tutti gli ex possedimenti ottomani, l’Iran che non aver fatto parte dell’impero, si auto-percepiva come un elemento di discontinuità, non in linea, nella storia recente, con le altre nazioni della nascente lega che, banalmente, ambivano a diventare ciò che l’Iran era già, ovvero delle realtà politiche, autonome, indipendenti, libere di autodefinirsi.

Tuttavia, l’idea di cooperare con nazioni vicine sia geograficamente che culturalmente che puntavano a porsi come una sorta di terzo polo polo mondiale, (soprattutto durante la guerra fredda) era un idea interessante, che l’Iran ha più volte preso in considerazione, salvo poi decidere di restarne fuori definitivamente dopo l’avvento della rivoluzione nel 1979.

Se, come alcuni hanno osservato, la non adesione dell’Iran alla Lega, fosse stata di carattere prettamente linguistico, allora la maggior parte dei paesi che attualmente fanno parte della lega araba, non ne farebbero parte poiché non tutti i paesi della lega araba sono propriamente paesi di lingua araba.

Lo stesso statuto precisa che la lingua araba come lingua nazionale, non è un elemento pregiudicante l’adesione, e fanno infatti parte della lega, diversi paesi in cui la lingua araba non è la lingua ufficiale, o addirittura, è una minoranza linguistica. Se diversamente la non adesione fosse scaturita da un problema etnico (cosa abbastanza inverosimile sul finire della seconda guerra mondiale), allora, fatta eccezione per i soli paesi della penisola arabica, unici paesi propriamente arabi, tutti gli altri, compreso l’Egitto che è uno dei paesi fondatori e principale promotore della lega araba, non ne farebbero parte.

L’Iran, per la propria storia, è paradossalmente più “arabo” dell’Egitto, del Libano, del Marocco, e pure, Egitto, Libano e Marocco, fanno parte della lega, mentre l’Iran no, e questo perché la non adesione iraniana, non è dovuta all’assenza di appositi requisiti d’accesso alla lega, ma perché il paese ha scelto, per diverse ragioni, di non farne parte.

La storia della Lega Araba

La lega Araba è un organizzazione internazionale, sovranazionale e intergovernativa (molto simile nella sua forma al Consiglio Europeo) che riguarda esclusivamente il mondo arabo e paesi del Nord Africa, e del medio e vicino oriente, detto più semplicemente, è un organizzazione che raccoglie insieme tutti i paesi di lingua araba (tranne l’Iran).

Il 22 Marzo 1945, un mese prima dell’inizio della conferenza di San Francisco (che avrebbe dato i natali all’ONU), nasceva, da, dalla volontà di Arabia Saudita, Egitto, Transgiordania (divenuta Giordania dopo il 1946), Iraq, Libano e Siria, di formare un istituto internazionale che si interessasse del mondo arabo, quella che noi oggi conosciamo come Lega degli stati Arabi, meglio nota come Lega Araba, un organizzazione che comprende tutti i paesi di lingua araba.

Oggi la Lega Araba conta conta 22 paesi Membri, tra cui Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kwait, Iraq, Oman ecc ovvero tutti i paesi che affacciano sul golfo persico, meno l’Iran.
L’Iran non fa infatti parte della Lega Araba e in passato, in diverse occasioni, ha assunto, per via della propria fede sciita, posizioni in aperto contrasto con quelle assunte dalla lega araba.Per intenderci, quando tra il 1980 ed il 1988 Iraq e Iran furono in guerra tra loro, l’Iraq ricevette tanti finanziamenti dai paesi della lega Araba, finanziamenti e prestiti che l’Iraq avrebbe dovuto ripagare dopo il conflitto, ma questa è un altra storia che riguarda soprattutto Iraq, Kwait e I’ONU (il mondo conosce la vicenda come prima guerra del golfo).

La storia della lega Araba è lunga è complessa, e parte da lontano, la sua nascita è avvenuta nel 45, ma l’idea di un’organizzazione (all’epoca simile alla Società delle Nazioni) che potesse tutelare lo status di indipendenza di quei paesi un tempo governati dall’impero ottomano e che da poco avevano ottenuto l’indipendenza o erano caduti sotto il “protettorato” di alcune potenze europee, precede il 1945.

Già nel 1926, si tenne in Egitto a Il Cairo, quello che è noto come primo Congresso islamico, congresso che avrebbe portato alla crescita di un forte sentimento panarabista e che, molti anni dopo, sarebbe stato in qualche modo celebrato, con l’insediamento, proprio a Il Cairo, della sede della Lega Araba le cui origini affondano proprio in quel congresso.

L’Egitto, che negli anni venti era ufficialmente una monarchia indipendente, ma formalmente sotto il controllo britannico, negli anni a venire avrebbe giocato un ruolo portante nell’evoluzione di quella che sarebbe diventata la lega araba, producendo, nel 1944 il Protocollo di Alessandria, che incontrò non poche diffidenze e resistenze, in particolare dal Libano, un paese cristiano incastrato in un mondo prevalentemente musulmano, tuttavia, con non poche difficoltà, le divergenze vennero superate ed il protocollo venne sottoscritto.

Ci troviamo nel 1944 quando viene piantato ufficialmente il seme della lega araba, ovvero, in un momento storico di grande tensione internazionale, in cui la Seconda Guerra Mondiale non era ancora conclusa, non sembrava accennare a concludersi e i paesi coinvolti si trovavano impegnati più o meno direttamente, su diversi fronti, in particolare l’Egitto era ufficialmente in guerra al fianco dei britannici, e in medio oriente, grazie anche al ruolo delle tribù nomadi, si combatteva, in particolar modo in Siria, Libano ed Iraq, contro quelle correnti politiche vicine al Fascismo e al Nazismo.

Quando nacque la lega araba, vi era al mondo un unica altra organizzazione internazionale, la società delle nazioni, il cui fallimento era ben noto e sotto gli occhi di tutti nel 1944, e la lega araba aveva un inclinazione e propositi diversi, che potremmo associare a quelli che oggi sono i valori ed i propositi della comunità europea più che quelli dell’ONU.

Anzitutto questa nuova organizzazione era la prima organizzazione internazionale caratterizzata dalla presenza esclusiva di paesi che, agli occhi degli occidentali, apparivano poveri e sottosviluppati, anticipando di quasi un quarto di secolo il movimento dei paesi non allineati da cui sarebbe nato il termine “terzo mondo”

In secondo luogo, ma non meno importante, la lega Araba si poneva come un obbiettivo primario, la Decolonizzazione, ovvero la restituzione delle terre mediorientali e nordafricane, occupate dagli occidentali, alle popolazioni indigene, in modo che queste potessero scegliere liberamente la propria strada da seguire, in un mondo che non fosse necessariamente filo-occidentale o filo-sovietico (anticipando, anche in questo caso, quello che sarebbe stato il tema portante del movimento dei paesi non allineati).

Per i fondatori della Lega Araba, la lotta per la decolonizzazione, in linea con quelli che in seguito sarebbero stati i principi dell’organizzazione delle Nazioni Unite, in particolare il principio di Autodeterminazione dei popoli, già presente nello statuto della società delle nazioni (e tradito dalla società delle nazioni con il colonialismo francese e britannico). Il tema della decolonizzazione e della lotta per l’indipendenza e autonomia, venne proiettato negli anni avvenire nel dibattito interno alle nazioni unite, inserendo, agli occhi della lega araba e dell’ONU, questo principio tra i valori portanti della teoria della “guerra giusta” (dove, citando Norberto Bobbio, “almeno da Aristotele in poi Giusto è inteso in senso di Conforme a Legge, e non in termini morali).

L’ONU però, quando venne istituita la Lega Araba non esisteva ancora, tuttavia, la Lega Araba, all’Articolo 3 della propria carta istitutiva, fa riferimento alla possibile futura creazione di enti internazionali che abbiano come fine ultimo il mantenimento della pace, della sicurezza e il perseguimento di relazioni socio-economiche fra stati, prefigurando e auspicando una reciproca collaborazione con questi. Detto più semplicemente, i fondatori della Lega Araba, ipotizzando la nascita di future organizzazioni sul modello della società delle nazioni, lasciarono aperta la porta affinché potessero collaborare reciprocamente ed entrarne a fare parte.

Tutti i paesi della lega araba sono oggi membri dell’ONU e la Lega Stessa è dal 1 novembre 1950, un membro osservatore dell’ONU e dal 1954 ha una propria sede che garantisce una presenza permanente all’ONU nella sede di New York (dal 56 anche presso la sede di Ginevra).

Come detto all’inizio, del mondo arabo e dei paesi che affacciano sul golfo persico, l’Iran è l’unico paese non membro della Lega Araba. Diversamente da quello che in molti credono, il motivo non è di carattere religioso, la lega araba non è la lega dei paesi Sunniti, molti paesi di confessione sunnita non sono membri della Lega, e nella stessa organizzazione vi sono paesi come il libano, a maggioranza cristiana o l’Iraq che, durante gli anni 80 e i primi anni 90 (dal 79 al 2003), ebbe come seconda carica dello stato dopo Saddam Hussein, Tareq Aziz, di fede cristiana, de facto l’uomo più potente dell’Iraq dopo Saddam Hussein era cristiano.

Il motivo per cui l’Iran non fa parte della lega e legato alle origini stesse della lega araba e le posizioni assunte dall’allora primo ministro iraniano.

La Lega Araba, come scritto in precedenza era nata dall’azione egiziana, che formalmente si impegnava nella lotta alle politiche coloniali per favorire la decolonizzazione dei paesi di lingua araba, tuttavia, quel paese e quel capo di stato, erano, agli occhi di Mohammad Mossadeq, dei burattini della corona Britannica, corona britannica con cui l’Iran aveva ottimi rapporti di amicizia e collaborazione, amicizia che avrebbe portato, nel 1943 “i leader del mondo” Churchill, Roosvelet e Stalin, ad incontrarsi per la prima volta, proprio in Iran, durante la conferenza di Teheran, per discutere e accordarsi sulla strategia comune da adottare contro le forze dell’Asse.

Dopo la guerra e fino alla metà degli anni 50, l’influenza britannica nel paese venne progressivamente sostituita da quella statunitense, che accompagnò il paese (almeno fino al 1953) in un processo di ricostruzione e ammodernamento. Gli ingenti investimenti degli USA, vennero utilizzati per aumentare l’influenza americana nel paese, che, grazie ad amicizie e legami costruiti in quegli anni, alla fine provò a stimolare una “transizione politica” volta a deporre il primo ministro Mohammad Mossadeq, impegnato a riformare il paese per renderlo una monarchia costituzionale. Senza troppi giri di parole, l’operazione operazione Ajax, firmata CIA e SIS, fu un tentato colpo di stato per portare alla guida del paese un primo ministro più “accomodante” ed incline ad appoggiare e favorire gli interessi occidentali nell’area del golfo. L’operazione fallì e l’Iran, che in quegli anni stava osservando l’azione della Lega Araba, ripiegò su un progressivo isolamento, che avrebbe portato non troppo tempo dopo alla Rivoluzione Islamica, ma questa è un altra storia.

Il fallito colpo di stato in Iran, spinse il paese su posizioni sempre più isolazioniste, alimentando una crescente diffidenza nel mondo occidentale, che con una mano prometteva democrazia e con l’altra appoggiava colpi di stato, e nella lega araba, percepita sempre di più, come una costola del mondo occidentale impiantata nel mondo arabo.

Gli USA negli anni 50 avevano puntato sull’Iran, quale proprio alleato di punta in medio oriente, ma una volta cambiate le carte in tavola e, con l’avvento della rivoluzione islamica, furono costretti a ripiegare sul meno affidabile, se bene altrettanto strategico Iraq, ma anche questa è un altra storia.

Ad oggi l’Iran non è un membro della Lega Araba e rivendica il proprio status di unico paese di lingua araba, totalmente libero dalle influenze e interferenze occidentali, de facto, riconoscendosi come unico paese arabo ad aver compiuto quella che era la missione originale della Lega dei paesi arabi.

Quella volta che i Curdi ci hanno salvato dai Nazisti

Di recente, il presidente Trump ha dichiarato che gli USA non aiuteranno Curdi, perché loro (i Curdi) non hanno aiutato gli USA contro i Nazisti durante la seconda guerra mondiale e lo sbarco in normandia.

Facciamo finta per un attimo che, tra il “Kurdistan” e la Normandia, non ci siano centinaia e centinaia di kilometri, e facciamo anche finta che, tra la Normandia (nord della Francia) e il Kurdistan (medio oriente) non ci siano la Grecia, i Balcani, l’Austria, la Germania ovvero quello che durante la seconda guerra mondiale era il Terzo Reich e soffermiamoci solo (per modo di dire) sulla seconda guerra mondiale.

In questo conflitto (mondiale) che non si è combattuto solo in europa, ma anche in asia, africa, america e oceania, i curdi ovviamente non erano presenti ovunque, in ogni teatro bellico, anche perché all’epoca erano poco più che tribù nomadi, con qualche cavallo, qualche cammello e qualche residuato bellico risalente alla prima guerra mondiale, e proprio per questo, la loro partecipazione alla guerra va circoscritta alla sola regione in cui potevano muoversi, ovvero quello stato immaginario condiviso tra Turchia, Siria, Iraq e Iran chiamato Curdistan, quella regione che aveva questo nome quando era parte dell’impero ottomano e che successivamente è stata smembrata (tradendo la promessa di indipendenza fatta da Francesi e Britannici durante la Grande Guerra) e suddivisa tra le naonate nazioni/protettorati nate dalle ceneri dell’Impero ottomano e sottoposte al controllo indiretto di Francia e Regno Unito.

Nonostante questo, durante la seconda guerra mondiale, i curdi hanno imbracciato nuovamente le armi ed hanno combattuto al fianco degli alleati (prima ancora che questi assumessero il nome di Nazioni Unite) contro i Nazisti. In questa seconda fase della grande guerra del novecento, meglio nota come seconda guerra mondiale, va detto che Turchia, e dunque tutte le popolazioni che si trovavano entro i confini turchi, curdi compresi, erano simbolicamente dalla parte degli alleati, praticamente erano neutrali e anzi, vi sono anche alcuni casi di collaborazionismo tra turchia e terzo reich, soprattutto nella zona più occidentale del paese, ad ogni modo, fingiamo che la Turchia fosse davvero neutrale e dunque, poniamo i Curdi Turchi sono fuori dai giochi.

Restano nell’equazione i Curdi Siriani, i Curdi Iraqueni e i Curdi Iraniani, che invece, come vedremo in questo post, si sono dati parecchio da fare contro i nazisti.

Faccio una premessa, quei curdi che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale, sono i nonni e i bisnonni degli attuali curdi e che quindi dire che “non ci hanno aiutati” ehm, eh? cosa? è una grandissima stronzata, se ragioniamo in questi termini allora neanche Trump, che oggi è il presidente degli USA, ha aiutato, visto che lui è nato nel 1946, quando la guerra era finita. Ma comunque, fingiamo che, eventi di oltre settant’anni fa, che coinvolgono nel migliroe dei casi la generazione dei nostri padri, nel peggiore quella dei nostri bisnonni, possano avere un qualche legame diretto, di causa ed effetto, negli eventi odierni.

La domanda che dobbiamo porci è :

è vero che i Curdi non hanno aiutato gli alleati nella seconda guerra mondiale?

La risposta a questa domanda è NO.

I curdi hanno aiutato, e se lo sono preso nel cu… come era già successo nella prima guerra mondiale.
(mi viene da pensare che sono coglioni loro allora, visto che puntualmente hanno aiutato gli “noi” occidentali che, nel momento del bisogno gli “abbiamo” promesso autonomia e indipendenza, e poi finita la guerra “ci siamo” rimangiati tutto.

Ogni riferimento a Francia, Regno Unito, Russia, e USA è puramente voluto.

Nel 1936 la Siria e il Libano erano “protettorati” francesi e in quanto tali, godevano di una certa autonomia, almeno per quanto riguarda la politica interna (quella estera no, quella estera dipendeva da Parigi), questi protettorati erano stati creati sulle ceneri dell’impero ottomano, in un processo di ripartizione territoriale tra i vincitori della guerra, che aveva visto un parziale mantenimento delle promesse fatte da Francia e Regno Unito agli alleati mediorientali, dando così ad alcune tribù (e a discapito di altre tribù) no stato più o meno autonomo in cui vivere, e, all’interno dei confini di questi stati, erano stati inglobati territori e regioni abitati da altre popolazioni, e, una delle popolazioni cha aveva visto smembrare la propria regione, per vederla poi inglobare in altre realtà statali, erano proprio i Curdi, la cui regione di origine venne inglobata in Siria, Iraq e Iran.

Con la caduta di Parigi nel 1940 e l’annessione, chiamiamola così, della Francia al Terzo Reich, con l’istituzione del governo di Vichy, queste regioni autonome, diventarono decisamente meno autonome, e sempre più vicine, per non dire piegate, alla volontà tedesca. Detto in soldoni, Siria e Libano, un tempo protettorati autonomi francesi, dal 1940 diventano avamposti mediorientali del terzo reich.

Parallelamente, la germania stava cercando di assumere il controllo, indiretto, anche dell’Iraq e dell’Iran, protettorati britannici, e per farlo, già a partire dal 1939, la germania aveva appoggiò una serie di insurrezioni, armato milizie locali di gruppi nazionalistici antisemiti e finanziato un tentato colpo di colpo di stato in Iraq.

Il colpo di stato in Iraq portò inizialmente alla deposizione del reggente iraqueno filo-brigtannico ‘Abd al-Ilah e del suo primo ministro Nuri al-Said, insediando al loro posto, Rashid Ali al-Gaylani come nuovo primo ministro del nuovo governo, questa volta filo-tedesco. Con il colpo di stato in Iraq si apre una parentesi durata circa quaranta giorni e nota come “quarto d’oro”.

Il governo del quarto d’oro non fu semplice, e la transizione non fu pacifica, anzi, le insurrezioni continuarono, i combattimenti continuarono e gli Iracheni “filobritannici” fedeli al legittimo re, armati dai britannici e con l’aiuto delle numerose tribù indigene (tra cui i curdi) riuscirono a sottrarre nuovamente il paese al controllo dell’asse e riportarlo al fianco degli “alleati“.

Questo colpo di stato fallito, grazie anche e soprattutto al ruolo giocato dalle tribù locali armate dai britannici, è più che sufficiente a dirci che non è affatto vero quanto asserito da Trump, ovvero che i Curdi non hanno aiutato gli alleati nella seconda guerra mondiale. Ma, visto che in questo momento non c’era ancora stata l’operazione Barbarossa e che questi eventi precedono di almeno due anni la conferenza di Teheran, probabilmente per Trump non sono rilevanti, anche perché poi diciamolo, in questa vicenda, gli USA non sono intervenuti.

Torniamo allora in Siria, abbiamo visto che questa, dopo il 1940 è passata sotto il controllo di Vichy e del Terzo Reich, sempre nel 1941, gli “alleati” , ancora una volta Britannici, con al seguito quello che rimaneva delle milizie francesi che avevano deciso di non piegarsi alla germania, ma anche l’india britannica e l’Australia, diedero supporto alle tribù indigene della Siria settentrionale, da cui, tra giugno e luglio del 1941, partì l’offensiva verso Damasco e la conseguente occupazione della regione.

Gli scontri tra le tribù armate dagli alleati e le forze governative armate dall’asse ebbe come esito, ancora una votla, una vittoria “alleata” ma, anche questa volta, evidentemente, il fatto che gli USA non fossero coinvolti negli sconti e che questi siano avvenuti prima della conferenza di Teheran, evidentemente per Trump è da considerarsi una vicenda irrilevante o comunque poco significativa, del resto, cosa vuoi che sia la liberazione del medio oriente dalla presenza nazifascista.

Rimangono nell’equazione i curdi turchi, ma come già detto, sulla carta la turchia era alleata degli alleati, e i curdi Iraniani.

Vediamo allora come si sono comportati i curdi in Iran.

In Iran, come in Iraq e Siria, si combatte sempre nel 1941 e, come avvenuto in Siria e Iraq, anche in Iran, gli alleati (sempre i britannici), combatterono con l’aiuto delle tribù indigene, e come avvenuto in Siria e Iraq, ebbero ragione sulle milizie nazionaliste filo germaniche e antisemite nella regione.

Detto molto brevemente quindi, ogni volta che in “Kurdistan” si è combattuto, durante la seconda guerra mondiale, i Kurdi hanno imbracciato le armi e le uniformi degli alleati, hanno combattuto al fianco dei Britannici contro i Nazisti e le tribù armate dai nazisti, hanno aperto il fuoco, mettendo a rischio e sacrificando la propria vita per combattere il terzo reich.

I Curdi, e cito loro per citare tutte le tribù indigene che hanno combattuto contro il terzo reich, hanno giocato un ruolo decisivo nella regione, assicurando agli alleati una vittoria altrimenti impossibile da raggiungere, e dire che, i Curdi non hanno aiutato gli alleati durante la seconda guerra mondiale, perché non sono sbarcati in normandia è una bugia grossa come l’america.

Una colossale bugia, detta (a mio avviso) da Trump, sapendo di mentire, ignorando Storia (e anche un po’ di geografia) pur di non ammettere che gli USA si sono piegati alla volontà Russa e che ormagli l’Impero Americano, non è più il garante dell’ordine e della sicurezza globale, ruolo che gli USA avevano rivendicato per se, dopo la guerra fredda, appuntandosi da soli, la stella dello sceriffo sul petto.

Curdi traditi dagli USA?

Per anni, gli Stati Uniti sono stati accusati di trovarsi abusivamente in curdistan (turchia, siria, iraq, iran) e ora che vanno via, vengono criticati per essere andati via …

Curdi traditi dall’occidente, Curdi abbandonati dagli USA, gli USA si ritirano lasciando campo libero alla Turchia, ecc ecc ecc.

Questi sono, a grandi linee i titoli dei giornali nazionali e internazionali, sulla vicenda curda, la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi e la conseguente avanzata turca di occupazione di quei territori.

Oggi, intorno alla metà di ottobre del 2019 il mondo intero guarda con rabbia e punta il dito contro gli Stati Uniti, contro il presidente Trump, per aver abbandonato il popolo curdo, popolo che, durante la guerra all’ISIS è stato determinante nel conseguimento di alcuni importanti vittorie contro lo stato islamico.

Oggi la situazione è questa, i curdi vengono raccontati in questo modo, come un popolo senza stato. che è stato sfruttato durante la guerra e poi è stato abbandonato al proprio destino, gettato via come uno straccio vecchio che non serve più, dagli stati uniti.

Se però facciamo un salto in dietro nel tempo, di uno, due, tre, cinque anni, la narrazione cambia, pur non cambiando di una virgola.

La regione del Kurdistan

Per anni, durante la propria presenza nel vicino oriente, in quell’angolo di mondo diviso principalmente tra Siria, Turchia, Iraq e Iran, in cui dimora, separato da confini politici, il popolo curdo, gli Stati Uniti, sono stati accusati, rispettivamente da Siria, Turchia, Iran e Russia, di trovarsi lì’ illegalmente, di aver occupato in maniera illegittima il territorio siriano o turco.

Accuse abbastanza ridicole se lanciate dalla Russia che contemporaneamente portava avanti l'occupazione della Crimea, sottraendola con la forza all'Ucraina ed annettendola ai territori russi, dico ai territori e non allo stato perché se da un lato la Russia rivendica l'appartenenza della Crimea alla Russia, dall'altro, le persone che vivono in crimea, non godono di alcun diritto politico e civile, ma questa è un altra storia.

Per anni, gli Stati Uniti sono stati accusati, pubblicamente, sia dai leader delle singole nazioni, che dai loro rappresenanti alle Nazioni Unite, di trovarsi abusivamente nel vicino oriente, di torvarsi abusivamente in Siria e turchia e di interferire in operazioni che riguardavano esclusivamente Turchia e Siria, competenza poi estesa alla russia perché alleata della Siria e la cui presenza era legittimata dalle richieste del “legittimo” leader Siriano.

La cui legittimità è più quella di un principe ereditario che di un leader democraticamente eletto in una repubblica, ma anche questa è un altra storia.

Coem dicevo, per anni, è stato richiesto agli USA, dal mondo intero, e dal diritto internazionale, di ritirarsi dal “kurdistan”, ed ora che lo hanno fatto vengono, gli USA vengono accusati di aver abbandonato i curdi.

Insomma, che gli USA fossero rimasti o fossero andati via, sarebbero stati accusati di qualcosa.

Se ne evince che, il presidente Trump, ha fatto una scelta politica, ha messo sulla bilancia le due opzioni ed ha scelto quella più conveniente per il proprio paese, ed è questo, secondo me, il punto davvero interessante dell’intera vicenda, proverò quindi a fare la stessa cosa, e comparare le due opzioni, nel tentativo di capire perché gli USA hanno preferito ritirarsi, piuttosto che rimanere lì, garantire coperture al kurdistan e assicurarsi la fedeltà di un potenziale nuovo stato, in un area del mondo particolarmente problematica e interessante.

Per rispondere a questa domanda, bisogna ampliare lo sguardo, e guardare all’intero asset geopolitico degli USA in questo dato momento storico, e facendolo osserviamo che, la presenza gli USA nel mondo è fortemente ridimensionata rispetto a qualche anno fa.

Sul piano economico gli USA non sono poiù i padroni assoluti del mondo, e devono fare i conti con la concorrenziale economia dell’Unione Europea e l’ancora più pesante e competitiva economia Cinese.

Sul piano militare i suoi “nemici” storici, sembrano essersi rifugiati tutti sotto l’ombrello della Russia che a colpi di veto nel consiglio di sicurezza dell’ONU sta garantendo protezione a chiunque provi ad opporsi agli Stati Uniti, radunando attorno a se, una serie di stati, caratterizzati da una visione del mondo, fortemente anti americana, e tendenzialmente autoritaria, per non dire totalitaria (vedi la Corea del nord, Iran, Turchia, Siria e le new entry Venezuela e Brasile).

L’attuale asset internazionale delinea una politica estera statunitense, fondamentalmente in declino, e dall’altra parte un imperialismo russo sempre più incisivo ed espansivo.

Stiamo entrando in una nuova fase storica, in cui Mosca ha iniziato ad allungare i propri tentacoli sul mondo intero, e temo che questa nuova fase, sarà molto più violenta e controversa di quella che ci stiamo lasciando alle spalle in cui i tentacoli sul mondo partivano da Washington.

Il minor peso internazionale degli USA è facilmente individuabile attraverso le sue decisioni in poplitica estera, tra ritiri forzati e imposizione di dazi doganali, ed è ancora più concreta se ci spostiamo nel luogo in cui risiede il diritto internazionale, l’ONU.

Se ci pensate, è molto curioso che, poche settimane dopo la decisione dell’ONU di “condannare” la politica estera statunitense e le sue interferenze nella politica interna del Venezuela (che ricordiamo essere un alleato della Russia), gli stati uniti abbiano deciso di ritirarsi dal kurdistan, che ricordiamo, non esistere come stato e che si tratta di una regione condivisa tra Siria, Turchia Iraq e Iran, ed è curioso osservare come Tre di questi stati, siano alleati della Russia e dichiaratamente anti americani.

Personalmente credo che le due vicende siano strettamente collegate, e questo mi preoccupa non poco, perché se la mia ipotesi dovesse risultare esatta, se gli USA si stanno ritirando dal kurdistan per le pressioni di Mosca e dei suoi alleati in seno all’ONU, allora saremmo di fronte ad un grande problema, perché ciò significherebbe che ormai siamo prossimi al declino dell’ONU, che, ormai, è sempre più spesso abusato dalla Russia (e degli USA), molto più che durante la guerra fredda.

Personalmente dubito che assisteremo a breve allo scioglimento dell’organizzazione, temo invece che non assisteremo ad una sua riorganizzazione in senso democratico e al contrario, vedremo sempre più spesso l’ONU con le mani legate di fronte alle violazioni e agli abusi compiute da alcuni popoli e nazioni.

Concludendo, il problema degli USA è che dovevano scegliere se essere criticati per aver fatto la cosa “giusta”, ma non del tutto legittima, ovvero rimanere al fianco dei Curdi e riconoscere la loro esistenza come stato, oppure fare la cosa “sbagliata” ma muoversi nella legittimità del diritto internazionale.
Personalmente avrei preferito che gli USA rimanessero al fianco dei Curdi, perché ritengo che la loro presenza lì era “illegittima” semplicemente perché la Russia abusando di uno strumento obsoleto, nelle mani dei vincitori della seconda guerra mondiale, in seno all’onu, ovvero il diritto di veto.