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Cinquecentenario della Riforma. Intervista a Adriano Prosperi

 

Adriano Prosperi  è professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.

 

 

Il Cinquecentenario della Riforma Protestante ha portato ad un numero maggiore di pubblicazioni sull’argomento, ciò ha favorito anche un  maggior dibattito?

 

L’occasione del quinto centenario hastimolato in tutti i paesi la produzione di studi di tipo biografico o dedicati a particolari aspetti dell’opera di Lutero. Si tratta in generale di opere d’occasione , nate per fornire al lettore informazioni aggiornate sulla vita di Lutero o sul contesto storico in cui avvenne l’avvio della Riforma protestante. Io ne  cito alcune nel mio libro: si tratta di opere di biografi –  per esempio quella di Heinz Schilling, Ein Rebell, Martin Luther, tradotta in italiano dalla Claudiana – , di sistemazioni complessive delle conoscenze biografiche  su di lui   (Scott H. Hendrix, M. Luther, Yale U.P.) ci sono tentativi di riprese di antichi temi di ricerca,  come quello del rapporto tra il successo di Lutero e l’efficacia delle immagini e della stampa a caratteri mobili (Andrew Pettegree, Brand Luther). Scarse e generiche le opere di autori italiani e cattolici. Lutero non è  fra i temi più studiati dalla tradizione maggiore della  storiografia italiana, che invece si è dedicata alla storia deìi movimenti religiosi radicali e delle tendenze  riformatrici sviluppatesi allora in Italia (penso a Massimo Firpo).  Nella cultura anglosassone invece è ancora vivo un interesse speciale per il contributo della stampa alla Riforma e per la questione della libertà e delle sue origini, ma anche per l’antica questione se alle origini della modernità ci sia la Riforma protestante o il Rinascimento italiano.

 

Nel corso della storia del cristianesimo ci furono altri movimenti che portarono avanti istanze simili a quelle di Lutero, ma non sfociarono nella divisione del cristianesimo . Quali furono le novità che permisero alle idee di Lutero di avere questo successo? Tale successo può essere ricondotto anche alla situazione in cui si trovava il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica?

 

Tra le cause della diffusione delle idee di Lutero bisogna tenere presente l’avvento della stampa a caratteri mobili, sicuramente un fattore importante; Lutero stesso  poté servirsi dello stampatore da lui fatto venire a Wittenberg e, da un certo momento in poi (dal 1518 almeno) del fatto che gli stampatori anche i più importanti si disputavano i suoi scritti per pubblicarli tale era il succeso fra i lettori. L’altra causa naturalmente fu la situazione della Germania, con le tensioni sociali (tra contadini servi della gleba e proprietari feudali, tra stati territoriali e Impero, ribellismo dei cavalieri , sviluppo di una borghesia colta nelle città, nascita di una coscienza nazionale tedesca etc.). Fu qui che di fatto  il sistema di potere finanziario e religioso del papato romano creò le condizioni della sua crisi.

 

 

 

Contemporaneamente alle idee di Lutero, in Europa, si diffusero altre idee di riforma. Quali furono le condizioni che portarono proprio in quel periodo, alla diffusione di così tante idee di Riforma e alla nascita di diverse chiese cristiane?

 

La crisi nacque dal mutamento del rapporto tra religione, potere  e società così come l’aveva conosciuto il mondo cristiano europeo occidentale del Medioevo. Il papato con la sua rivoluzione dell’XI-XIII secolo si trasformò in un potere totale politico-religioso, fonte suprema di diritto,  che si finanziava gestendo e distribuendo le rendite delle chiese, delle abbazie e delle fondazioni religiose locali e tassando chi si rivolgeva ai suoi tribunali e chiedeva la concessione di benefici. La crisi ebbe diverse manifestazioni a partire dal secolo  XV: il ritorno del papato al centro della Chiesa con la condanna del conciliarismo, il fallimento dei progetti di riforma dibattuti nei concili fino a quello convocato da Giulio II e portato a termine da Leone X (Concilio Lateranense V); di fatto mancò una riforma della Curia papale e della Camera apostolica. La struttura finanziaria del governo centrale del papato, abbandonata in gran parte la raccolta delle decime (per cederla ai sovrani degli stati che in cambio appoggiarono il papato e strinsero con lui i diversi concordati) la sostituirono coi proventi di uffici come la Dataria, la Penitenzieria e col controllo delle nomine dei titolari dei benefici ecclesiastici. Lo scandalo delle indulgenze denunziato da Lutero fu un episodio che nacque da un caso in cui a un vescovo si permise di cumulare le rendite di più diocesi facendogli pagare una tassa particolarmente alta. Da più parti si chiedevano vescovi e clero residenti e dediti al governo religioso dei popoli; si chiedeva unariforma degli ordini religiosi, corpi sottratti alle autorità locali e direttamente dipendenti dal papato.E con l’umanesimo cristiano rappresentato specialmente da Erasmo da Rotterdam si diffuse l’esigenza di una religione fondata sull’imitazione di Cristo come modello morale e di una conoscenza diretta della Sacra Scrittura da parte del popolo cristiano. Intanto in Boemia si era radicata la dottrina di Hus, che era stato mandato al rogo al concilio di Costanza. E sopravvivevano tendenze ereticali evangeliche e pauperistiche come quella dei valdesi o degli spirituali francescani.

 

 

Nel libro “Riforma” di MacCulloch si insiste molto sull’idea di Riforma come divisione della casa comune Europea, secondo Lei questo concetto è legato solo all’ambito religioso o la Riforma ha portato anche ad una divisione politica?

 

La tesi dello storico anglicano  MacCulloch si basa su di una constatazione di fatto: le divisioni tra le nazioni europee hanno una radice evidente nella frattura cinquecentesca tra le diverse “confessioni” cristiane. L’Europa unita sotto un solo sovrano e sotto un solo pontefice fu il sogno imperiale di Carlo V e entrò in crisi proprio alla Dieta di Worms.

 

In che modo la Riforma si diffuse nei paesi cattolici e, in particolare, in Italia?

 

La riforma luterana si diffuse anche in Italia attraverso la stampa con la lettura delle sue opere che furono molto diffuse. Spesso si cercò di mascherarne le idee e i testi sotto il nome di Erasmo, ma la caccia accanita condotta dalla polizia religiosa dell’Inquisizione, centralizzata a Roma con la Congregazione del Santo Ufficio dell’Inquisizione, estirpò ogni traccia di quella che apparve come una “infezione” ereticale.

 

 

Una delle novità che la Riforma portò all’interno della chiesa cattolica, fu la nascita di un nuovo ordine religioso, quello della Compagnia di Gesù. Il fondatore di questo ordine tentò di fare una riforma dall’interno della Chiesa. In che modo questo nuovo ordine rispose alla Riforma?

 

La Compagnia di Gesù nacque col progetto del gruppo dei fondatori di raggiungere la perfezione soirituale attraverso le forme tradizionali dell’ascesi , del pellegrinaggio a Gerusalemme e della dedizione alle opere della carità  . Ma quasi subito adottò il modello militare della Compagnia obbediente a un generale e si mise a totale disposizione del papato, specializzandosi nell’insegnamento, nell’ascolto delle confessioni e nell’opera della conversione di  eretici  e della evangelizzazione dei popoli non ancora cristianizzati. Di fatto, attraverso l’organizzazione di Collegi e di “missioni”, cioè campagne di predicazione nelle campagne o  nei paesi colonizzati dalla Spagna e perfino nei paesi dell’Estremo Oriente , finì con l’incarnare il volto di una Chiesa che reagiva alle conquiste della Riforma protestante ampliando l’orizzonte geografico della sua presenza e diventando così “cattolica”, cioè universale.

 

 

 

Vorrei concludere adesso con una domanda un po’ personale. E’ consuetudine di “Historical Eye” chiedere agli studiosi intervistati un po’ del loro percorso personale e delle motivazioni che li hanno spinti a intraprendere il difficile mestiere di storico. Crediamo sia molto importante capire “perché” si studi la storia o si diventi storici. Quindi, in definitiva, professore , quali furono le motivazioni che la portarono a scegliere di studiare storia? Può consigliare qualche lettura storiografica o di letteratura?

 

Le ragioni per cui ho praticato il mestiere di studioso e  insegnante di storia risiedono nel fascino che ha avuto sempre per me la possibilità di conoscere attraverso libri e documenti d’archivio persone e vicende del passato. Gli stimoli iniziali sono stati  quelli della grande letteratura europea dell’800 : si parte dall’incontro con la storia interpretata e raccontata dai grandi scrittori e  si finisce col cercare di sapere di più di tempi e di esseri umani remoti nel tempo e nello spazio. Non è un mestiere difficile, al contrario. Ai miei studenti ho consigliato sempre di leggere due libri come approccio allo studio e alla ricerca: Lev Tolstoi, Guerra e pace; Marc Bloch, Apologia della storia .

 

 

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