La repubblica Weimar, lotta di uomini e ideali, Guida alla lettura

Guida alla lettura del saggio storico “La repubblica di Weimar, lotta di uomini e ideali” di Davide Bernardini, edito da Diarkos.

La Repubblica di Weimar è uno di quei capitoli particolari della storia del mondo, radicato all’interno di un ben preciso e delineato contesto storico e politico, quello della Germania post grande guerra, i cui effetti però, si riversarono sull’intera umanità e, a distanza di oltre un secolo dalla sua “fondazione” la repubblica di Weimar continua a far parlare di se, ed è sempre più presente nel mondo moderno.

Nell’immaginario comune Weimar rappresenta l’anticamera del totalitarismo tedesco ed è utilizzata da anni ormai, come esempio di una civiltà in decadenza che, con le ultime forze, prova a resistere alla barbarie che si sviluppa al proprio interno.

Nel 1993, in un Italia al che si ritrovava ad affrontare parallelamente la fine della prima repubblica e della guerra fredda, immersa in un clima globale di grande incertezza, un clima fatto di tensioni, scontri e incontri. In quel panorama politico e geopolitico dal sapore internazionale, furono in molti a parlare di “fine della storia” e in Italia qualcuno osservò con audacia, di intravedere in quel clima, orizzonti già visti altrove e in altre epoche, raccontando l’Italia all’alba della seconda repubblica come una novella Weimar.

In quel contesto Francesco Guccini, nell’album Parnassius Guccini, pubblica la canzone “Nostra signora dell’ipocrisia“, in cui racconta il dramma politico dell’epoca, citando proprio Weimar nelle primissime strofe della canzone.

Un artigiano di scoop forzati scrisse che Weimar già si scorgeva e fra biscotti sponsorizzati videro un anchorman che piangeva e poi la nebbia discese a banchi ed il barometro segnò tempesta, ci risvegliammo più vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio alla testa…

F.Guccini, Nostra signora dell’Ipocrisia, Parnassius Guccini, 1993

L’anticamera del totalitarismo

La Repubblica di Weimar fu, per la storia tedesca, e non solo, una complicata e controversa esperienza politica, oltre che storica, fu una parentesi dal profumo democratico che si colloca tra la fine del secondo impero e l’istituzione del terzo reich hitleriano. Weimar fu il luogo storico e politico, in cui vennero gettate le basi del futuro regime nazista, e per certi versi fu l’anticamera di quell’oscuro e devastante regime totalitario fondato su rancore, odio, rabbia, intolleranza e finto patriottismo elitario.

La repubblica di Weimar segna il punto d’arrivo della democrazia tedesca, segna il fallimento della democrazia difronte a certe istanze e definisce il trionfo delle correnti più estreme e radicali sulle correnti più moderate, configurandosi per molti come la concretizzazione di quelle profetiche parole messe per iscritto da Platone nel libro quarto della repubblica, e noto come il brano sulla “sete di Libertà“.

Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendano gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia.

Platone, La Republica, Libro IV

Il grande laboratorio di Weimar

Weimar non fu solo il luogo in cui germogliarono i semi del nazional socialismo, ma fu anche un grande laboratorio politico, collocato nel cuore dell’Europa, in cui si sperimentò un alternativa alla rivoluzione sovietica.

In questo immenso laboratorio, rimasto in funzione, con non poche difficoltà, per circa 15 anni, dal 1918 al 1933, tanti furono gli esperimenti frutto dell’incontro, scontro, intreccio e rielaborazione delle principali idee e correnti politiche del primo novecento, e tanti furono i fallimenti.

E fu proprio per effetto di quegli esperimenti non riusciti che si consolidò l’idea di una politica più radicale fondata su idee combattenti, su idee che dovevano essere difese non solo con il dialogo, ma anche e soprattutto con la forza e le armi.

Weimar, lotta di uomini e ideali

Il saggio storico di David Bernardini intitolato La Repubblica di Weimar, Lotta di uomini e ideali, edito da Diarkos si pone l’obbiettivo di ripensare, a distanza di un secolo dalla propria nascita, la Repubblica di Weimar. Ripensare non significa revisionare, il saggio va precisato, non ha un carattere revisionista e il suo obbiettivo è quello di scavare a fondo nella storia di Weimar, nel tentativo di comprendere quali sono stati gli errori che hanno portato al tracollo quell’esperienza democratica, permettendo la nascita e l’affermazione del regime nazista.

Il saggio si struttura in due grandi parti, e racconta la storia e le idee che fecero la Repubblica di Weimar, in maniera non lineare, ma seguendo temi e tematiche.

Weimar, lotta di uomini e ideali si sviluppa in un articolata e non troppo semplice rete di punti e concetti, che, nel complesso, forniscono un panorama ampio e completo su tutta l’esperienza di Weimar.

Parte prima

La prima parte del libro ha un carattere fortemente divulgativo, e permette di inquadrare a pieno tutti gli aspetti e gli elementi che andarono a comporre la struttura di Weimar, chi furono i suoi protagonisti, quali furono le idee che definirono l’esperienza politica di Weimar e quali furono i momenti salienti dell’intera esperienza politica iniziata nel 1918 e terminata nel 1933.

I vari capitoli del libro, sia della prima che della seconda parte, come anticipato, sono sviluppati su temi e concetti consequenziali, e, se bene scollegati tra loro, sono strutturati su un percorso cronologico che rende non troppo semplice ed efficace una lettura asincrona, almeno non alla prima lettura.

Nella prima parte infatti ogni capitolo e propedeutico, per ragioni cronologiche, ai capitoli successivi. Inoltre, l’intera prima parte costituisce la base concettuale ed evenemenziale, su cui è costruita la seconda parte.

Questo discorso ovviamente decade per eventuali letture successive alla prima.

Parte seconda

Se i temi ed argomenti trattati che compongono la prima parte del saggio sono trattati in modo netto e puntuale, volti a ricostruire la storia della Repubblica di Weimar, i temi trattati nella seconda parte, hanno un carattere più trasversale ed hanno il fine di favorire l’immersione del lettore in quell’esperienza storica.

Diversamente dai capitoli della prima parte, quelli della seconda parte possono essere letti in maniera asincrona, poiché non consequenziali, di conseguenza le informazioni contenute in un capitolo, non sono propedeutiche per la lettura e comprensione dei capitoli successivi.

Conclusioni

Anche se di carattere generalmente divulgativo, i vari temi trattati, per essere compresi a pieno, soprattutto nella seconda parte, richiedono alcune conoscenze preliminari, senza le quali, purtroppo, non è possibile cogliere completamente tutte le sfumature del saggio.

La divisione del saggio in due parti permette in parte di ovviare ad una preliminare carenza di informazioni di base, la prima parte infatti, ha una struttura più manualistica con cui, l’autore, oltre a fornire una narrazione ampia e completa dell’esperienza storica della repubblica di Weimar, getta le basi per la seconda parte, di carattere più avanzato.

In definitiva, La repubblica di Weimar, Lotta di uomini e ideali, non è un libro adatto a chiunque. Il saggio si rivolge prevalentemente a chi vuole conoscere e approfondire meglio la storia della Germania degli anni venti. Il lettore ideale ha già una conoscenza basilare degli avvenimenti di quel periodo oltre che del contesto e delle idee politiche dell’epoca.

Chi è Davide Bernardini?

Davide Bernardini è un giovane storico italiano, classe 1988, laureato presso l’università di Teramo e attualmente docente a contratto presso l’Università degli studi di Milano, è inoltre socio del SISSCO può vantare numerose recensioni in collaborazione con la Rivista storica del socialismo ed Giornale di storia contemporanea, oltre a diversi articoli di ricerca e alcuni saggi, tra cui Nazionalbolscevismo. Piccola storia del rossobrunismo in Europa edito da ShaKe.

La Germania conia una nuova moneta da 5 euro

La Germania ha creato una nuova moneta da 5 Euro ? non proprio.

La Germania ha davvero coniato una nuova moneta parallela all’euro dal valore di 5€ valida solo all’interno dei confini della Germania?

Il sistema monetario internazionale è un pochino complicato e la risposta a questa domanda, è un pochino più complicata di semplice Si e No.

La risposta più semplice che possiamo dare è non proprio. Non si tratta infatti di una vera e propria moneta nuova, si tratta invece di quello che potremmo definire un vettore monetario, ovvero di uno strumento fisico per garantire liquidità (moneta fisica) a denaro presente su un conto corrente, ed è stato distribuito in quantità limitata.

Per essere più precisi, sono state messe in circolazione monete 2,25 milioni di monete, dal valore unitario di cinque euro, per un valore complessivo di 11,25 milioni di Euro, ma questi 11,25 milioni di euro, non sono stati creati dal nulla, la Germania ha infatti posto a garanzia di queste monete, un fondo dal valore di 11,25 milioni di euro.

Non è un calcolo complicato, ci sono 2,25 milioni di “monete“, che hanno un valore fisso, ovvero 5€ e se si moltiplica 2,25 milioni, per 5 si ottiene 11,25 milioni, che è l’equivalente del valore complessivo di moneta in circolazione. Questo complicato calcolo può farlo anche la vostra nipotina di sette anni che, a differenza della figlia di qualcuno che già sapeva farle a 2 anni, ha imparato a fare le moltiplicazioni solo di recente.

11 Milioni e un quarto, questo l'ammontare della "nuova moneta" messa in circolazione dalla Germania

Esempi di monete che funzionano come la nuova moneta tedesca

Ciò che ha fatto la Germania, non è qualcosa di nuovo, non ne di anomalo, ne di illegale o irregolare, è un qualcosa che potrebbe fare chiunque, anche io, a condizione di rispettare determinate regole.

Fiches dei Casinò

Il Casinò Bellagio di Las Vegas, nella propria cassaforte, custodisce in media 15/20 Milioni di Dollari, il Casinò Wyn, sempre a Las Vegas, custodisce in media più di 20 Milioni nella propria cassaforte, il Casinò Sands di Macao (Cina) custodisce in cassaforte più di 30 Milioni di Dollari, mentre il casinò di Venezia, custodisce in cassaforte circa 10 Milioni di €.

Perché vi do questa informazione?

Perché i casinò, per legge, ormai in tutto il mondo, hanno l’obbligo, di garantire una copertura a tutte le proprie fiches in circolazione. Ciò significa che, se il casinò di Venezia, per fare un esempio Made In Itlay, ha in circolazione, tra sale private e slot, più circa 10 milioni di € in Fiches, il banco di cambio che vende e riacquista le fiches, deve poter riconvertire in Euro, in qualsiasi momento, tutte le fiches in circolazione, di conseguenza, nella cassaforte del casinò, devono esserci almeno 10 milioni di euro.

Le fiches del casinò di Venezia, hanno un valore minimo di 0,5€ ed un valore massimo di 500€, ma hanno un valore solo ed esclusivamente entro le mura del Casinò di Venezia, fuori dal casinò sono solo dei dischi di plastica o metallo, privi di alcun valore, se sono a Venezia e ho 1000€ in fiches del casinò di Venezia, e vado in un ristorante fuori dal Casinò, non ci posso comprare neanche una bottiglia d’acqua.

La Cryptovaluta di Napoli

Nel 2018 Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ha annunciato la creazione di una cryptovaluta basata su tecnologia blochchain e garantita dal comune di Napoli, de facto la prima cryptovaluta coniata da una “città”.

La crypto creata a Napoli ha un valore fisso di 1€, ed è stata messa in circolazione, nel solo territorio di napoli, nel 2019 in quantità limitata.

La quantità di cryptovaluta napoletana in circolazione era limitata all’equivalente del capitale presente in un conto posto a garanzia della moneta, così che il Comune, in qualsiasi momento, avrebbe potuto convertire quella moneta virtuale, in euro, e, all’aumentare del capitale nel conto (grazie agli interessi di questi) sarebbero aumentate progressivamente le cryptomonete in circolazione.

I Testoni di Santo Stefano di Magra

Ogni anno, intorno all’ultimo Weekend del mese di Luglio, nel comune ligure di Santo Stefano di Magra, si svolge una rievocazione storica, in costume, alla quale sono sempre ben felice di andare (solo come visitatore perché non mi invitano :'( ), si mangia bene, si beve del buon vino, ma soprattutto, si paga tutto in Testoni, ovvero delle monete che hanno valore solo ed esclusivamente durante la fiera, che sono state realizzate in collaborazione con la banca e che sono “garantite” da un fondo temporaneo.

Le Monete che vedete raffigurate in foto sono rispettivamente un testone ed un mezzo teston, il testone vale 2€ mentre il mezzo testone vale 1€.

Quando si arriva alla fiera, alle due entrate del paese ci sono dei chioschi di cambio, dove, alcuni operatori, “vendono” ai visitatori questi testoni, e rilasciando loro una ricevuta in cui si attesta quanti testoni sono stati acquistati.

Con i testoni, che nella fiera sono delle vere e proprie monete, con un valore reale, si può acquistare di tutto, cibo, souvenir, bevande, persino lasciare la mancia ai camerieri dei locali, ma, fuori dalla fiera, e fuori dalle ore della fiera, quelle monete non valgono assolutamente nulla. Sono semplici oggetti, dischi di metallo. Non sapendo quanto una persona spenderà molto spesso succede che qualcuno acquisti più testoni del necessario, di conseguenza, è possibile riconvertirli in euro, presso il chiosco di cambio, e ricevere l’equivalente in euro dei testoni rimasti.

Detto più semplicemente, se vado al chiosco, compro 10 testoni (quindi 20€) e dopo aver mangiato e bevuto, mi rimangono 5 testoni, posso tornare al chiosco, consegnarli, dimostrare di averli acquistati riconsegnando la ricevuta di cambio che mi è stata consegnata all'inizio, e avere in cambio l'equivalente in euro di 5 testoni, ovvero 10€.

L’ultima volta che sono stato alla fiera Santo Stefano di Magra, io e mia sorella abbiamo deciso di conservare dei testoni, perché erano molto belli, quindi, quando è stato il momento di riconvertirli abbiamo consegnato parte dei testoni rimasti, meno un testone e un mezzo testone, che sono per l’appunto quelli presenti in foto.

Quelle monete, durante la fiera, hanno valore perché sono sono garantite da denaro reale, posto a garanzia dei testoni, al momento dell’acquisto, in questo modo, nelle casse del chiosco, c’è sempre l’equivalente monetario dei testoni messi in circolazione, sia quelli messi in circolazione durante quella sera e quella fiera, sia di quelli non rientrati durante le fiere precedenti. In questo modo, Chiunque abbia dei Testoni, il cui numero e valore, sono fissi e limitati, può riconvertirli in euro in qualsiasi momento.

Il Luigino di Seborga

Il Comune di Seborga, in provincia di Imperia, in Liguria, è un piccolo comune di poco meno di 300 abitanti, che, qualche anno fa, nel 2010, ha coniato una propria moneta interna chiamata Luigino, in onore dell’amatissimo sindaco della città, acclamato “principe” dalla comunità locale, e il comune si è autoproclamato principato, ma solo formalmente, de facto non lo è, non è un vero principato autonomo e indipendente.

Il Luigino è una moneta locale, priva di alcun valore reale fuori dal comune di Seborga, ma garantita da un fondo comunale, che assicura la totale copertura di tutti i luigini in circolazione. Un Luigino ha un valore unitario di 6€ e il comune ha immesso poche migliaia di monete, per l’equivalente di poche decine di migliaia di euro, che sono depositati, su un conto corrente posto in garanzia delle monete in circolazione.

Il Luigino non è un alternativa all’euro, ne punta a gettare le basi di un sistema economico parallelo e indipendente, anzi, al contrario, è una moneta fittizia basata e derivata dall’euro, poiché il suo valore è fissato al valore dell’euro e le monete in circolazione sono limitate dalla quantità di denaro corrente (euro) depositato in garanzia di questa moneta.

Detto più semplicemente, se sul conto in garanzia del luigino ci sono 6000€ allora in circolazione possono esserci al massimo 1000 luigini.

I Buoni spesa garantiti per i comuni italiani

Anche l’italia, durante l’emergenza in corso, ha utilizzato uno strumento simile, introducendo dei buoni spesa, dal valore unitario di 50 euro, che sono stati affidati ai sindaci e alla gestione comunale, così da garantire liquidità alle famiglie.

Quei buoni, non hanno un valore reale, sono semplicemente dei codici univoci, generati da un sistema certificato che garantisce l’emissione di un codice unico, e ad ogni codice è stato assegnato un valore costante. Quei codici hanno valore economico perché parallelamente, è stato creato un fondo di garanzia, per cui, in qualsiasi momento, quei codici possono essere convertiti in denaro corrente, ovvero euro.

Ciò che è successo è che l’italia ha creato un conto contenente una certa quantità di denaro, ed ha dato ai comuni la possibilità di distribuire il denaro presente nel conto, attraverso dei codici, limitati, il cui valore complessivo equivale alla quantità esatta di denaro presente nel fondo di garanzia, in questo modo, i commercianti, possono che hanno accettato quei buoni, possono riconsegnare il codice allo stato e avere in cambio del denaro reale.

Altri esempi

Potrei fare innumerevoli altri esempi, come ad esempio i vecchi gettoni telefonici, o i gettoni e tagliandi dei Lunapark, con i quali, all’interno del lunapark, si possono effettuare degli acquisti, ma con i quali, fuori dal lunapark, ci si può solo limitare a guardarli, se particolarmente belli.

Ma forse è più semplice limitarsi ad esporre il principio di base di questi sistemi.

In tutti i casi presentati, dalle fiches ai gettoni telefonici, non è stato creato del nuovo denaro, non sono state create nuove monete reali, ma è stato creato del “denaro fittizio” come i soldi del monopoli, sono state creati degli strumenti che permettono di circoscrivere l’uso di una quantità fissa di moneta in un area ristretta, in modo che quella moneta vada in circolazione senza alterare i delicati equilibri economici.

L’utilizzo di questi strumenti limita le possibilità di circolazioni “illegali” di moneta, poiché quelle monete hanno valore solo in un area circoscritta, la cui ampiezza è definita dal garante, e generalmente per un periodo limitato di tempo, non ha dunque alcun senso accumulare queste monete, e ciò ne facilita la circolazione.

Esistono tuttavia, monete “parallele” illegali, come la Lira Italiana, la vecchia e cara lira, ormai fuori corso da oltre 20 anni, e pure, ancora in circolazione.

La criminalità organizzata ha infatti costruito un sistema “bancario” parallelo, in cui alcune organizzazioni criminali fanno da garanti alla quantità di lira in circolazione e questa moneta parallela viene utilizzata, per semplificare pagamenti clandestini.

Questo sistema illegale è stato costruito nei primi anni duemila, ed è basato su un vecchio sistema, semi illegale, basato su dollari fuori corso di stampa, molto diffuso negli anni ottanta e novanta.

Il funzionamento della “nuova moneta” tedesca

Questa “nuova moneta” messa in circolazione dalla Germania, funziona esattamente allo stesso modo delle Fiches dei casinò, dei Testoni della fiera di Santo Stefano di Magra, della Cryptovaluta su base blockchain del comune di Napoli, del luigino di Seborga, dei buoni spesa non sono altro che delle Fiches prodotte dal governo, garantite da un Fondo Speciale in cui c’è l’equivalente delle monete in circolazione, in questo modo, può, in qualsiasi momento riconvertire quelle monete in denaro reale.

Può farlo solo la Germania? no, può farlo letteralmente chiunque, a condizione che possa garantire un valore reale a quello strumento fittizio e soprattutto, che possa garantire un emissione limitate, finita, di “moneta”.

Lo ha fatto persino Facebook con la creazione della Cryptovaluta Libra, garantita da un fondo speculativo, lo ha fatto, circa due anni fa, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, lo fanno ogni anno, gli organizzatori di una rievocazione storica che si tiene a Santo Stefano di Magra, in provincia di La Spezia, In liguria, nell’ultimo weekend di luglio, lo ha fatto il sindaco di Seborga, e lo fanno i direttori di Casinò e organizzatori di fiere di tutto il mondo.

La Germania ha adottato lo stesso principio, ha creato una quantità limitata di monete e le ha messe in circolazione, creando un fondo di garanzia che permette a chiunque, in qualsiasi momento, in Germania, di convertire quella moneta semi virtuale in moneta corrente, ovvero euro.

La Germania, non ha creato 11,25 Milioni di euro, la Germania ha preso 11,25 Milioni di euro e li ha distribuiti con una moneta fittizia, un supporto diverso dalla classica moneta, mettendo però allo stesso tempo, da parte, l’equivalente in euro di quella cifra, costituendo per l’appunto il fondo di garanzia della nuova moneta semi-virtuale, il cui valore e espresso in euro.

Conclusioni

La Germania avrebbe potuto distribuire quegli 11,25 milioni in tanti modi diversi, come dei Buoni spesa, o codici univoci, affidati ai comuni, esattamente come ha fatto l’Italia, avrebbe potuto metterli in circolazione sotto forma di cryptovaluta basato su tecnologia blockchain, come ha fatto il comune di Napoli, avrebbe potuto metterle in circolazione utilizzando un sistema che i Casinò di tutto il mondo utilizzano da oltre due secoli, o avrebbe potuto adottare un sistema simile a quello delle fiches, come il sistema utilizzato alla fiera Santo Stefano di Magra da diversi anni e nel comune ligure di Seborga, sempre in liguria, in provincia di Imperia, ed è stato proprio questo il sistema adottato dalla Germania.

Volendo essere puntigliosi la Germania non ha creato una nuova moneta, perché la moneta immessa è garantita da un conto in Euro, e dunque quella moneta è una forma locale, e limitata, di euro, esattamente come le Fiches dei Casinò. Se dicessimo che la Germania ha creato una nuova moneta, allora, per coerenza logica, dovremmo dire che i casinò di tutto il mondo sono dotati di una propria moneta. Il che è in parte vero, ma solo se ci si riferisce a quel micro ambiente interno ai casinò, per cui quella moneta ha valore, ma, non avendo alcun valore esterno, per cui, fuori dal casinò, dalla città, dalla fiera, quella moneta non vale nulla.

La Germania, non ha quindi creato una nuova moneta, ciò che ha fatto è stato creare è un fondo di garanzia, in cui il governo tedesco ha depositato 11,25 milioni di euro (l’equivalente del valore complessivo delle monete) e poi ha messo in circolazione delle monete fittizie, che hanno valore solo per un periodo di tempo limitato e un area circoscritta (la Germania), e possono essere riconvertite in moneta corrente (euro) in qualsiasi momento, finché la moneta è in corso di validità, solo attraverso banche fisicamente presenti in Germania, perché, solo le banche che si trovano in Germania possono interfacciarsi con il fondo di garanzia, e quindi restituire le monete allo stato e avere in cambio del denaro reale.

Il ruolo della propaganda nella storia

La propaganda è oggetto di studi dal XX secolo circa. Ma è un fenomeno nuovo?
Essa nasce con la società e quindi, nel momento in cui l’uomo ha deciso di organizzarsi con una struttura sociale ben definita e con un sistema di potere. Ma com’è cambiata e soprattutto quando la propaganda ha cominciato ad assumere un ruolo centrale nella storia?
Proprio questi sono gli interrogativi da porsi per capire l’essenza di uno strumento da sempre fondamentale per la gestione del potere sulle grandi masse, che ha sempre mantenuto un alto livello di efficienza ed ancora oggi viene utilizzato.

Già in epoca pre-romana la propaganda era uno strumento diffuso per la conquista del consenso, per la costruzione dell’opinione pubblica ed il mantenimento di un equilibrio sociale. Emblema del suo utilizzo è Pisistrato, tiranno di Atene. Tra l’altro la propaganda di Pisistrato è, paradossalmente, più vicina a quella moderna che a quella utilizzata in epoca romana. Egli utilizzò elementi moderni quali il nemico pubblico e quelle che oggi definiamo fake-news. I Romani invece, nonostante l’inserimento dell’informazione all’interno della propaganda quale elemento nuovo, si concentrarono di più su messaggi di adorazione verso l’imperatore di turno.

Oggi sappiamo che questo tipo di propaganda non funziona, ma funziona invece quella più vicina a Pisistrato e cioè mascherata dietro un’informazione apparentemente libera ed indipendente, che utilizza la tecnica del nemico pubblico, delle fake news e che prende dai Romani l’utilizzo dell’elemento informativo.

Il passaggio significativo da una propaganda di questo genere, ovvero efficace, ma comunque antica ad una moderna c’è stato con la Prima Guerra Mondiale. Rappresentavano l’avanguardia in questo campo le grandi potenze europee e gli Stati Uniti. La Germania, sarà maestra della propaganda nella Seconda Guerra Mondiale. Con questo strumento si riuscì a far passare una guerra come un qualcosa di doveroso, necessario, addirittura sacro.

La Grande Guerra fu il banco di prova del potere della persuasione: oltre al fronte fisico vero e proprio e cioè le trincee, si costituì in ogni paese coinvolto un fronte interno con lo scopo di mantenere l’equilibrio sociale e giustificare, in qualche modo, i sacrifici che si chiedevano alla popolazione. La propaganda fu lo strumento centrale per reclutare soldati giovani da mandare in trincea.

Senza lo Zio Sam con “I Want You” probabilmente nessuno si sarebbe mai arruolato volontariamente per andare a combattere con il 50% delle possibilità di non tornare a casa. Senza lo slogan “Fare il mondo sicuro per la democrazia”, probabilmente il popolo americano non avrebbe mai accettato la decisione del governo di entrare in guerra nel 1917 e si sarebbe organizzato per ribellarsi. Invece, con un’ottima propaganda si riuscì addirittura a rendere gli americani contenti ed orgogliosi dell’azione militare intrapresa. In Inghilterra nel solo primo anno di guerra si arruolarono circa 200.000 giovani grazie ad un’azione propagandistica fatta di 12.000 riunioni, 8 milioni di lettere, 54 milioni di manifesti e volantini: un ingente investimento che diete i frutti attesi. Co

n azioni di propaganda si finì per far credere alle masse che la guerra fosse un atto sacro e pian piano s’instaurò una vera e propria religione basata sulla guerra: altari della Patria, sepoltura del milite ignoto, cimiteri di guerra, monumenti ai caduti, spade accomunate a croci, soldati morti considerati martiri della Patria. Insomma, una vera e propria religione civile arricchita dagli elementi della sacralità della guerra e del militarismo.

Ma perché dalla propaganda si arrivò poi a delineare una vera e propria religione? Semplice, basta rifarsi alla definizione naturale del termine “propaganda”:

ciò che della fede deve essere propagato, cioè le credenze, i misteri, le leggende dei santi, i racconti dei miracoli.

Non si trattava di trasmettere quindi una conoscenza obiettiva e accessibile a tutti tramite il ragionamento, ma di convertire a verità nascoste che promanano dalla fede, non dalla ragione.

Nonostante quello appena descritto sia stato un significativo passaggio da una propaganda antica ad una moderna, essa non era ancora oggetto di studio vero e proprio e soprattutto non era ancora uno strumento largamente diffuso. Divenne una vera e propria scienza dopo la Grande Guerra, in particolar modo con Edward Bernays, nipote di Freud, che sfruttò la teoria freudiana della psicanalisi rendendo la propaganda uno strumento ancora più potente. Successivamente, con una geniale intuizione lo sfruttò anche in campo commerciale. Numerose aziende si affidarono a Bernays per accrescere il proprio volume di affari.

Perché gli inglesi oggi fanno colazione con uova e pancetta? Perché Bernays ricevette da un’azienda produttrice di pancetta l’incarico di fare una propaganda affinché aumentasse il consumo del loro prodotto. E. B. riuscì a trasmettere alla popolazione il messaggio secondo cui la mattina è necessaria, nonché consigliata dai medici, un’abbondante colazione, quindi cosa meglio di uova e pancetta?

È incredibile come con un semplice messaggio propagandistico si riesca a controllare una massa e a portarla a fare ciò che si vuole, a prescindere da tutto.

La propaganda, largamente diffusa ed utilizzata anche in ambito commerciale, assunse un particolare rilievo e raggiunse il suo apice di sviluppo nell’epoca dei totalitarismi e della Seconda Guerra Mondiale. Emblema di questo apice fu il  manifesto “Es Lebe Deutschland” della propaganda Nazista, che contiene tutti gli elementi della propaganda moderna e soprattutto della religione che con i totalitarismi da civile divenne politica. Ad oggi maestro della propaganda è il califfato islamico, che con tale strumento è riuscito a mettere in uno stato di continua tensione l’intero occidente. Per quanto possiamo essere informati e consapevoli circa il potere della propaganda, questa funzionerà sempre, perché agisce sull’inconscio.

Fonti:

M.Regnedda, Propaganda
G.Sabatucci, V.Vidotto, Storia Contemporanea, novecento
Marco Montemagno, la propaganda
L’invenzione della propaganda
N.Ferguson, Verità taciuta

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